Titolo: Ritorno a casa
Fandom: Harry Potter
Beta:
iosonosaraPostata il: 14/12/2007
Prompt: #52: Ritorno a casa @
mezzadozzinaficPersonaggi: Fred e George Weasley
Pairing: Fred/George
Rating: Pg13
Conteggio Parole: 537
Avvertimenti: Relazione tra consanguinei non grafica.
Disclaimer: I personaggi della storia appartengono ai rispettivi proprietari e creatori, che ne detengono i diritti. Nulla di ciò è scritto a scopo di lucro.
Tabella:
qui.Note: Ambientata tra il quinto libro e il periodo successivo al settimo.
Ritorno a casa
La prima volta che tornare a casa ha un significato tutto nuovo, per loro, è qualche giorno dopo aver lasciato Hogwarts.
Molly ha urlato come la peggiore delle Banshee, quando ha saputo della fuga; ha cercato di convincerli a tornare a scuola, di rinchiuderli alla Tana, di negare il suo appoggio, ma, alla fine, ha ceduto.
Quando ha concluso l’ennesima ramanzina sullo sprecare le proprie capacità con un «E va bene, fate come meglio credete!», a Fred e George è bastata una sola occhiata per intendersi.
Hanno atteso che la donna uscisse dalla cucina e poi, senza bisogno di parlare, si sono Smaterializzati alla volta del negozio di scherzi.
Hanno acquistato il locale, con l’appartamento sopra di esso, mentre erano ancora a Hogwarts. Ci sono andati altre volte, nei mesi precedenti, per arredarlo, sistemarlo e cose del genere, ma questa è la prima che aprono la porta d’ingresso sapendo di poterci restare. È la prima volta che la aprono con la consapevolezza di essere a casa.
Fred corre in mezzo alla stanza - l’appartamento è poco più di un bilocale - e allarga le braccia, inspirando a fondo.
«George,» comincia, con tono solenne, «siamo a casa.»
George annuisce, «Siamo a casa.»
Poi copre rapidamente la distanza che li separa e lo bacia.
***
La seconda volta, accade durante la guerra.
Dopo le numerose - e sempre più pressanti - ingiunzioni del Ministero, anche I Tiri Vispi Weasley hanno dovuto chiudere i battenti e Fred e George trascorrono gran parte del tempo alla Tana o nel nuovo quartiere generale dell’Ordine.
Tuttavia, ogni tanto, a casa, ci tornano ancora.
Quell’appartamento - di volta in volta sempre più polveroso e disordinato - appare loro come un rifugio, una piccola dimensione parallela in cui nascondersi quando la guerra sembra invadere ogni spazio e la tensione chiude nella sua morsa ogni muscolo.
Tutti si chiedono come facciano ad essere sempre di buon umore, pronti a scherzare anche di fronte alle peggiori atrocità. Loro mantengono il segreto e scappano lì, in quella casa quasi abbandonata, ma pur sempre loro.
Si sdraiano sul letto uno accanto all’altro, come facevano da bambini quando qualcosa li terrorizzava, ed è sempre Fred il primo a parlare.
«Tra poco tutto questo sarà finito.»
George gli prende la mano e la stringe. «Già. E andrà tutto bene.»
«Già.»
***
La terza volta - probabilmente anche l’ultima - succede dopo la guerra e l’impressione colpisce solo George, perché Fred non c’è più.
Ha rimandato questo ritorno quanto ha potuto, temendolo più di ogni altra cosa al mondo. Pensava che tornare in quella casa sarebbe stato come rivivere a rallentatore la notte della battaglia, avere l’immagine del corpo senza vita di Fred costantemente davanti agli occhi.
Invece, non è così.
Ritrovarsi tra quelle quattro mura è come fare un salto nel passato, come rivedere se stesso e il proprio gemello in una serie di immagini felici - perché, lì, non c’è mai stato altro che felicità - che gli scaldano il cuore.
George sorride ai fantasmi dei propri ricordi e si siede sul letto, lo stesso che spesso condividevano, per osservarli meglio.
E, mentre prende un profondo respiro, pensa che quell’appartamento è sempre stata la loro casa. E, a dispetto di tutto il resto, lo continuerà a restare.