[FanFic] - Hanasanaide Ai

Mar 29, 2011 14:04


Aaaaaaaaah! Non ve l aspettavate vero??? (Dico a Rory e Sivia x°°°D) E invece eccomi qua! Dopo aver parlato con voi due (Grazie ^o^) e dopo aver ricevuto un pacco da yesasia (che avevo previsto sarebbe arrivato per il mio compleanno e invece... regalo anticipato!!! Dopo metto le foto delle due riviste che sono appena arrivate :P) mi è tornato il buon umore!!! <3<3

Ecco la mia ultima ficci, quindi!!! Un'akame un pò strana in effetti >.< ma vabbè! <3

Titolo: 離さないで愛 
Parte: 1 di 2
Parole: 3600 Ca 
Gruppo: Kat-tun
Coppie: Akame (la faccenda è più complicata... ma vabè xD) 
Genere: scolastica, angst, introspettiva 
Rating:  pg-17  
Disclaimer: I nomi non sono miei, i personaggi sì
Warning:Yaoi, boy's love, shounen ai, chiamalo come vuoi

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...perché ora non fai il prossimo passo?>>

Jin alzò la fronte dal banco e solo in quel momento si accorse di essersi addormentato nel bel mezzo della lezione.
gli aveva sussurrato il suo vicino di banco prendendolo per una spalla, e lui si era riscosso. Tutta la classe era voltata verso di lui e la professoressa lo guardava con un mezzo sorrisetto.

Jin scattò in piedi e si inchinò profondamente.
sensei, non accadrà più.>
iniziò la professoressa voltandogli le spalle e riprendendo a disegnare la circonferenza alla lavagna. e sorrise impercettibilmente.
Tutta la classe venne improvvisamente percorsa da un fremito: i ragazzi si guardarono tra loro arrossendo, e le ragazze si lasciarono sfuggire un gridolino acuto. Solo due persone rimasero impassibili: Junnosuke Taguchi al primo banco, e il vicino di banco di Jin.
chiese quel ragazzo, mentre l’altro si risedeva scocciato.
Jin lo guardò stupito. commentò poi aprendo il libro di testo.
L’altro ragazzo annuì e tornò sui suoi appunti. Jin sorrise e scosse la testa, poi lanciò un occhiata alla nuca di Junnosuke al primo banco. Perché la prof faceva battutine solo a lui e invece lasciava in pace Junnosuke? Non facevano forse lo stesso lavoro?
lo chiamò il vicino di banco <...se ti sei perso la prima parte della lezione posso darti i miei appunti.>
Gli occhi di Jin si illuminarono e gli prese una mano, stile anime. e quell’atmosfera si incrinò inesorabilmente.
rispose l’altro ridendo piano, per evitare di farsi scoprire dalla prof ancora intenta a disegnare circonferenze ed ellissi con il gesso.

Jin si rabbuiò di nuovo e tornò al suo libro di matematica. Kazuya annuì, e continuò a prendere appunti.
A fine lezione entrambi sbuffarono. Kazuya si sporse verso l’altro:
Jin lo guardò scioccato.

Kazuya arricciò le sopracciglia, ma non poté rispondere perché la professoressa si era intromessa con il suo bel vestito firmato tra i loro banchi.

sensei, non si preoccupi, Kazuya ha già detto che mi aiuterà lui questo pomeriggio, vero?>
Kazuya si sentì improvvisamente tirato in ballo ma non poté rifiutare.

Kazuya lo guardò storto.
commentò, e si alzò dalla sedia dirigendosi fuori dalla classe.
Jin lo raggiunse di corsa sul corridoio e, dopo averlo fatto voltare, chinò leggermente la testa.

Kazuya distolse lo sguardo.

fans?> e due ragazzine del primo anno si fermarono a guardarli.
continuò Kazuya sbuffando scocciato disse, rivolto alle due ragazzine, che scapparono subito.
commentò Jin.

poi si voltò e fece per tornare in classe.
lo chiamò invece Kazuya <...alle 15 nel tuo dormitorio> e se ne andò, in direzione dei bagni.
Jin lo guardò allontanarsi. “Non lo capisco quello lì” pensò, facendo spallucce, e sorrise.

Durante le due ore rimanenti prima della fine delle lezioni, la classe si era recata in palestra per il corso di ginnastica.
gridò il professore, poi scortò le ragazze fuori, per le loro lezioni separate di pallavolo.
Solo Kazuya restò in disparte, e Jin non si dimenticava di posare gli occhi su di lui ad ogni giro di campo. Alla fine si fermò ancora ansante e si sedette al suo fianco.
chiese Kazuya, ma il suo tono non era freddo. Sorrideva.

Jin accennò di aver capito, e poi si rialzò appena prima del rientro del professore in palestra.
un ultimo sguardo, e Jin raggiunse gli altri in mezzo al campo. Taguchi aveva seguito la scena tutto il tempo e quando Jin si avvicinò gli lanciò un’occhiataccia.

Jin lo ignorò.

ribatté Jin

Taguchi scoppiò a ridere, poi raggiunse Kazuya seduto sulla panchina.
gli gridò dietro Jin, ma l’altro era già lontano. Stava per inseguirlo quando il professore lo chiamò.
e Jin acconsentì raggiungendo gli altri compagni della sua squadra. Junnosuke si avvicinò poco dopo e il professore lo nominò capitano dei neri.
gli chiese Junno con tono fraintendibile e l’altro fece una smorfia. Un ragazzino della squadra dei bianchi distolse lo sguardo, rosso in viso.
Jin li ignorò e tornò a guardare Kazuya seduto nell’angolo. “Gli avrà detto tutto?” pensò, ma il fischio del professore lo riportò a guardare verso l’interno del campo. Junno era in possesso di palla, e lui scattò in avanti, pronto a difendere il proprio canestro.

Un altro fischio acuto, e la partita si concluse dopo meno di due ore. I bianchi avevano ricevuto una sconfitta clamorosa.
commentò Junnosuke superandolo, per andare nello spogliatoio, ma Jin non rispose. Kazuya si avvicinava, e Jin scappò a passo veloce dalla palestra per evitare di parlargli. Corse veloce attraverso il parco della scuola e, dopo aver raggiunto i dormitori, si chiuse nella sua stanza.
Perché era così agitato? In fin dei conti, tutta la scuola lo sapeva, che era un attore di film porno di carattere omosessuale, eppure...
Eppure Kazuya non doveva venirne a conoscenza... Si passò una mano tra i capelli bagnati di sudore e poi si gettò sotto al flusso d’acqua della doccia senza togliersi i vestiti. Perché Kazuya era diverso dagli altri suoi compagni. Lui gli aveva sorriso dolcemente, senza essere condizionato da nulla. Senza sapere nulla... e ora...
Qualcuno, oltre lo scrosciare della doccia, stava bussando alla sua porta. “Giuro,” pensò Jin uscendo dal piccolo bagno “che se è Junno lo prendo a calci”
Aprì la porta con decisione.
esclamò Kazuya
Jin si guardò addosso e, in effetti, gocciolava da ogni parte.

disse Kazuya entrando
Jin chiuse la porta. Si stava ironicamente riferendo al proprio lavoro?

commentò Jin, mentre l’altro si sedeva a terra davanti al tavolinetto al centro della stanza e tirava fuori gli appunti di matematica.
Jin si sedette poco convinto. Possibile che Junnosuke non gli avesse detto nulla? E allora di cosa avevano parlato?

disse Kazuya deciso
Jin scoppiò in un riso isterico. e tornò serio
Kazuya scosse la testa.
Jin sorrise.
gridò Kazuya e prese un fazzoletto dalla tasca per asciugargli il viso e le punte gocciolanti dei capelli. Jin si irrigidì non appena le sue dita gli sfiorarono la pelle gelata a causa dell’acqua della doccia.
“Cos’è questa mio improvviso tremito?”
disse Kazuya sorridendo, poi, come niente fosse, tornò alla matematica. La mente di Jin andò completamente in stato di stand-by.
scoppiò Kazuya dopo che Jin ebbe sbagliato l’enunciazione della stessa formula per ben tre volte <è meno b fratto due a e meno delta fratto quattro a, te lo devo scrivere sulla mia fronte? Così magari hai una buona ragione per fissarmi in questo modo...> e distolse lo sguardo arrossendo.
Aveva ragione. Gli aveva promesso che si sarebbe impegnato nello studio.
gridò sistemandosi meglio sul cuscino su cui era seduto
Kazuya applaudì silenziosamente. commentò sorridendo.

Jin storse il naso. e Kazuya alzò gli occhi al soffitto rassegnato.

Improvvisamente Kazuya scattò in piedi guardando l’ora.
chiese Jin alzandosi a sua volta. Poi prese a massaggiarsi la testa che iniziava a perdere colpi. La matematica lo uccideva.
rispose Kazuya vago, avviandosi alla porta per recuperare le scarpe.
Improvvisamente un flash  gli attraversò la mente...

“Ma non vuoi sapere qual è il suo lavoro? La vera natura di Akanishi?”
“Perché dovrebbe interessarmi...”
“Beh, fa come vuoi. Ma saperlo cambierà il modo in cui lo guarderai...”

Kazuya scrollò la testa, la voce di Junnosuke gli aveva offuscato la vista. Guardò le sue scarpe allineate con quelle dell’altro sul bordo del parquet. Perché avrebbe voluto conoscere il vero Jin?
Si voltò di scatto, deciso a chiedergli spiegazioni, ma si ritrovò la sua figura a sbarragli la strada. Per lo spavento portò le mani avanti, poggiandole sul suo petto. Era ancora umido. Alzò lentamente il viso.
commentò, e Jin lo afferrò deciso per le braccia. Kazuya si alzò sulle punte e, senza pensarci, baciò rapido le sue labbra.
balbettò allontanandosi <...o ti ammalerai> e scappò dalla stanza infilandosi malamente le scarpe.

Jin si recò al set cinematografico correndo e saltellando e, una volta all’interno, prese ad urlare.
Yoroshiku!!!>
lo salutò Junnosuke sorridendo. Jin gli si avvicinò sospettoso.
e Taguchi scoppiò in una delle sue risate irritanti. Jin lo lasciò perdere.
Questa volta il film che stavano girando non era puramente un porno, ma aveva anche una breve storia alle spalle.
Il regista fece accomodare i due attori nella stanza da letto. Dopo qualche ripresa spicciola, ora era arrivata la scena del sesso.
commentò Jin ignorando il regista che stava dando disposizioni sull’andamento della scena.
ribatté Junno e si posizionò all’entrata della camera, come gli aveva detto il regista. Jin sbuffò e si avvicinò alla finestra. Quella era una vera casa, e da fuori tirava un venticello piacevole. I capelli gli andarono davanti al viso e non vide più nulla. Tutto buio, entrò nella parte.
gridò il regista e Junno si fiondò nella stanza di corsa.

“Hayato!” gridò, col fiatone. Hayato si voltò con lentezza, un’altra folata di vento gli scompigliò i capelli.
“Seiji... credevo... non saresti mai più venuto...” sussurrò. Seiji si avvicinò e lo abbracciò con forza.
“Come potevi anche solo pensare una cosa del genere...”
“Seiji, voglio sentirti dentro di me... non resisto...” e Seiji lo baciò, rubandogli il respiro. Hayato si sfilò la maglia e l’altro lo spinse contro il muro gelido. Gemette, mentre Seiji gli tormentava i capezzoli. E poi scese, slacciandogli i jeans e privandolo rapidamente di quelli e degli slip.
“Sei già eccitato” sorrise Seiji e l’altro chiuse gli occhi. Iniziò a masturbarlo con la bocca, lentamente, cercando di procurargli il maggior piacere possibile.
Le ginocchia di Hayato cedettero e si accasciò al suolo tremando.
“Non avere paura” lo rassicurò Seiji e lo baciò ancora, mentre la mano stringeva con decisione il suo fallo. Seiji si spogliò a sua volta e gli allargò le gambe. Iniziò a spingere. Hayato si morse con forza il labbro inferiore gemendo soffusamente.

Taguchi si avvicinò al suo orecchio fingendo di leccarlo e gli sussurrò: passivo, lui ha bisogno di una persona forte.>

Hayato gridò, nel momento in cui Seiji fu completamente dentro di lui.

sussurrò Jin ansimando, e lo prese per le spalle spingendolo di lato. Poi si rialzò di scatto e si infilò i jeans senza badare al regista che gridava contro di lui di continuare a recitare.
commentò allacciandosi il bottone dei pantaloni.
Alzò il viso verso la troupe cinematografica e il respiro lo abbandonò.
Kazuya lo guardava allibito con una mano sulla bocca.
sussurrò. Taguchi si mise a ridere alle sue spalle. Un momento di insicurezza e Kazuya scappò dalla stanza di corsa.

"Don't go away"

Jin guardò allibito il suo collega.
commentò Taguchi sghignazzando.
sibilò, poi ignorò il suo sorrisetto e corse fuori dalla stanza.
gli gridò dietro il regista.

"It's painful"

Arrivò fuori, sulla strada, senza aver prima indossato né le scarpe né la maglia. Quel vento era diventato insopportabile.
commentò guardandosi intorno. “Dovevo andargli dietro subito...”
disse qualcuno alle sue spalle <...e un incapace in matematica>
Jin si voltò di scatto. Kazuya era appoggiato al muro che delimitava il giardino della casa e lo guardava con aria di sufficienza, le mani in tasca.



Kazuya sorrise.

Jin arrossì violentemente.

e Jin si avvicinò a lui avvicinò le labbra, Kazuya si scostò.
Jin lo guardò, Kazuya teneva lo sguardo fisso a terra.

domandò Kazuya veloce. Jin sorrise abbassando la testa e annuì, poi si incamminò verso l’interno della casa. Iniziava a sentire freddo, senza maglia.

Si lasciò sprofondare sul proprio letto in dormitorio.
Quelle poche parole di Kazuya continuavano a rimbombargli in testa. Lo aveva baciato, no? E allora perché esitare ancora? Per quello che aveva visto? Per quel ‘vero’ se stesso che gli aveva appena mostrato? Forse. Eppure, “non ho cambiato opinione su di te”, gli aveva detto. E allora...
Jin si premette il cuscino sul viso. Aveva girato così tanti film, più o meno pornografici, e ancora non sapeva riconoscere se una persona fosse innamorata o disgustata. Lo stomaco gli si contorse, più doloroso che mai.
Cosa gli prendeva? Nemmeno il sesso aveva mai fatto così male.
Girò il viso verso il tavolinetto al centro della stanza, il fazzoletto con cui Kazuya lo aveva asciugato era ancora poggiato là sopra. Si allungò e lo prese portandolo al naso.
Il suo odore era forte, e la mano gli scivolò lentamente verso il basso. Non si era mai toccato fino a quel momento. Nemmeno i personaggi che interpretava al lavoro erano mai stati soli. Aveva sempre avuto chi lo facesse per lui, da quando aveva sedici anni. Junnosuke, o non importa chi.
Si toccò da sopra la stoffa morbida del pigiama. E la verità fu evidente...
Amava Kazuya, e Kazuya non era gay.
  soffiò ripensando alle parole di Junnosuke. No, Kazuya è già abbastanza forte da solo. Era lui ad aver bisogno di sicurezza, per la prima volta.
Chiuse gli occhi e rivide il suo sorriso sincero, incontaminato, rassicurante.

Quando Kazuya arrivò a scuola e aprì il proprio armadietto delle scarpe, trovò all’interno qualcosa che non si sarebbe mai aspettato di vedere.
Corse di fretta su per le scale e, una volta abbandonata la cartella sopra al proprio banco, si fiondò in bagno, chiudendosi a chiave in uno dei cubicoli.
Si sedette sul water e tirò fuori dalla piccola tasca dei pantaloni una busta con su scritto:
Il cuore gli batteva a mille, non gli era mai capitato di ricevere una lettera d’amore da parte di una ragazza, tanto meno da parte di un ragazzo.
L’aprì con le mani che tremavano:
La richiuse veloce. Cosa doveva dirgli?
Uscì e l’occhio gli cadde sullo specchio, era arrossito? “Kazuya, che ti prende?” pensò, iniziando a sciacquarsi la faccia con forza. “Di sicuro non è niente di quello che pensi, baka!”
E se ne tornò in classe a testa bassa.

Quando lo vide, Akanishi distolse lo sguardo e tirò fuori dalla cartella il quaderno di matematica. Avere quella materia per due giorni di seguito lo nauseò, ma forse era il suo stomaco che non aveva mai smesso di dolere dalla sera precedente.
disse la professoressa preoccupandosi bene di fare l’occhiolino ad Akanishi, in fondo alla classe.
Kazuya strinse i pugni. “Già che Akanishi non mi ha ancora rivolto la parola...” pensò aprendo il proprio quaderno “...e ora ci si mette anche questa qua...”
e la lezione iniziò senza troppi intoppi. Ogni tanto Kazuya si voltava verso il suo vicino di banco, ma Akanishi sembrava vivere in un mondo a parte. Il suo sguardo era vacuo e non aveva nemmeno preso un appunto di quello che la professoressa stava spiegando con tutto il suo zelo. All’improvviso poggiò la fronte sul banco e Kazuya stava per dargli una botta, quando la professoressa lo richiamò all’attenzione.
Jin scattò in piedi.
iniziò la professoressa sorridendo
< Meno b fratto due a e meno delta fratto quattro a.>
Kazuya sorrise orgoglioso e distolse lo sguardo.

propose Jin ridendo
Kazuya ebbe un tuffo al cuore e tutta la classe scoppiò a ridere.
commentò Junno cercando di superare le risatine ancora diffuse.

chiese all’improvviso Koki alzandosi in piedi. Quell’intervento riportò il silenzio e la professoressa gli accordò il permesso.
Kazuya rimase interdetto e chiese ad una ragazza davanti a lui il perché di quel silenzio.

Kazuya annuì e tornò a guardare Jin che intanto si era seduto. “Perché gli hai dato spago?” pensò Kazuya fissandolo “quella è solo una poco di buono...”
Poi la campanella suonò, e dato che la classe venne divisa in piccoli gruppi per dei laboratori, Kazuya non ebbe più la possibilità di vedere Akanishi.

Quando entrò nell’aula di musica non c’era ancora nessuno. Si sedette sulla cattedra e tirò fuori la pseudo lettera.
commentò sorridendo.
Fuori il sole stava lentamente calando oltre l’oceano. “Ogni volta che ci sono questi maledetti laboratori perdo la cognizione del tempo...” pensò sospirando “...anche nella mia vecchia scuola finiva sempre così...”
Infilò la busta in tasca e tornò a guardare fuori dalla finestra. “Chissà perché ci mette tanto... forse è in bagno.”
Poi un fruscio fuori dalla porta, e Kazuya si voltò di scatto. Ma non c’era nessuno. Là fuori era completamente buio.
Iniziò ad agitarsi.
Perché non arriva?
Riportò forzatamente alla mente quello che aveva visto il giorno prima. Sembrava che Jin stesse godendo sul serio... Si poteva recitare e fingere anche sull’amore? Ma forse quello era solo sesso... Qual è la differenza?
Soffiò scocciato. “Non ci capisco più niente...” pensò tamburellando le dita sulla cattedra “...qual è il vero Jin?”
Il tempo continuava a scorrere silenzioso. Kazuya sbuffò.
Dopo che aveva anche accettato il suo lavoro... ora lo ripagava così?
Si alzò di scatto. sibilò dando un calcio ad una sedia. baka!>
Uscì dall’aula di corsa ma andò subito a sbattere contro qualcuno.
“Jin?!”
Ma l’odore...
domandò Kazuya sorpreso, alzando il viso.

rispose Junno sorridendo
Kazuya annuì e si allontanò a passo veloce. Junno lo seguì durante tutto il tragitto con lo sguardo.
Rise piano.
sussurrò poi entrò nell’aula.
Sulla cattedra c’era la busta. La prese.

e la strappò con un ghigno.

kat-tun, akame, ficci

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