[FanFic] - Hanasanaide Ai - parte 2

Mar 31, 2011 14:45


Titolo: 離さないで愛 
Parte: 2 di 2
Parole: 2500 Ca 
Gruppo: Kat-tun
Coppie: Akame (la faccenda è più complicata... ma vabè xD) 
Genere: scolastica, angst, introspettiva 
Rating:  pg-17  
Disclaimer: I nomi non sono miei, i personaggi sì
Warning:Yaoi, boy's love, shounen ai, chiamalo come vuoi

<




...perché ora non fai il prossimo passo?>> 

Dopo qualche secondo Taguchi uscì a sua volta dall’edificio scolastico: Kazuya non si vedeva già più.

poi guardò l’orologio e schioccò la lingua.

Si diresse velocemente verso il set cinematografico, Jin e gli altri dovevano già essere arrivati.

salutò non appena arrivato

Jin lo guardò storto. commentò rivolgendosi al regista.

acconsentì il regista

Junno si sedette aggrottando la fronte.

iniziò <...è Ryu, quello con cui Seiji tradisce Hayato, no?>

Nakamaru annuì rassegnato.

commentò Junnosuke.

disse Jin poggiando una guancia sul copione aperto sul tavolo. La pancia ancora faceva i capricci e lui la strinse.

“Lie. Say that you need me”

Al regista brillarono gli occhi.

gridò Jin scaldandosi

si intromise il regista

scattò in piedi Jin.

lo apostrofò serio Nakamaru

Jin obbedì, lo sguardo fisso davanti. Nella mente, l’immagine vivida del fratello sul lettino dell’ospedale. I soldi gli servivano, era così... Doveva continuare a lavorare. I soldi gli servivano. Doveva pagare l’operazione al ginocchio del fratello... o il suo sogno di diventare boxer professionista...

disse semplicemente.

commentò Junno.

Jin sbuffò. Tanto non avrebbe accettato. Kazuya lo aveva rifiutato perché non era gay, non poteva accettare...

esclamò Junno dopo qualche secondo, e Jin tornò alla realtà

Jin sgranò gli occhi.

Junnosuke chiuse la chiamata e sorrise.

Kazuya staccò la cornetta dall’orecchio solo dopo aver avvertito il bip della chiamata terminata.

si chiese.

“Ma perché diavolo ho accettato?”

Per fare una ripicca a Jin? Per ingelosirlo? Che bambino... lui, che si ripeteva sempre: “Sono grande, ho bisogno di una storia d’amore seria.”

E Jin gli aveva dato quell’illusione. L’illusione di essere maturo e di potergli far vivere quel tipo di storia. Jin aveva fatto sesso già chissà quante volte...

Lui non ancora. Lui stava ancora cercando la persona giusta.

si disse

Niente più rimpianti.

E si coricò nella sua stanza, senza aver nemmeno cenato.

Jin si alzò all’alba.

Le riprese sarebbero iniziate verso le undici e lui aveva voluto trovare un po’ di tempo per andare a trovare suo fratello all’ospedale.

lo salutò non appena Jin entrò nella camera.

gli chiese sorridendo, e si sedette lì accanto.

Jin gli accarezzò una guancia.

Jin annuì.

Tatsuya lo guardò incuriosito.

Jin distolse lo sguardo.

Tatsuya rise, e Jin gli prese una mano.

Jin sorrise, poi guardò l’orologio al polso

si lamentò Tatsuya

Jin rise.

Tatsuya rimase imbambolato.

gli disse ridendo.

Jin arrossì leggermente. Il suo fratellino era molto più diretto di lui.

Jin alzò una mano per salutarlo e si richiuse la porta alle spalle.

“Sembra facile!” pensò, mentre si incamminava verso l’uscita “con la reputazione che mi ritrovo, poi!”. E l’unica persona importante che aveva trovato non ricambiava i suoi sentimenti.

Quando arrivò davanti all’edificio in cui era stato montato il set, si stupì di vedere l’automobile del regista parcheggiata lì davanti.

“Sono già qui?” pensò entrando nell’edificio “eppure sono arrivato con più di un’ora di anticipo...”

Salì le scale con circospezione e, ad un certo punto, udì limpida la voce di Junnosuke.

Entrò nell’appartamento al primo piano e si ritrovò davanti tutta la troupe cinematografica.

Il regista si affacciò dalla cucina imbarazzato.

Jin annuì sorridendo, ma dentro di sé qualcosa iniziò a creparsi.

Nakamaru sorrise poi, dopo aver dato una sbirciata all’interno della cucina, gli si avvicinò.

gli domandò all’orecchio.

Jin si irrigidì. Cosa c’era? Niente...

ma la voce gli tremò. Nakamaru lo squadrò poco convinto.

Jin non gli diede ascolto e lo superò, entrando deciso nella cucina. Sopra al tavolo, era seduto Kazuya, e le sue gambe stringevano i fianchi di Junnosuke.

Non appena fu dentro, Kazuya voltò lo sguardo e i suoi occhi vibrarono.

commentò Jin, e si sedette sulla sedia posta davanti ad uno degli schermi che trasmettevano in diretta ciò che le telecamere riprendevano.

In quel momento, l’angolazione mostrava la mano di Junnosuke infilata sotto alla t-shirt leggera dell’altro.

Jin si morse il labbro inferiore.

“Non c’è nulla tra di noi” pensò, “questa scena non mi fa né caldo né freddo.”

Eppure la sua pancia iniziò a dargli fastidio di nuovo.

domandò il regista che, una volta rientrato dietro di lui, andò a posizionarsi sulla sua sedia Seiji ha appena accolto il bacio di Ryu ed ora ricambia a sua volta... Taguchi, ‘sta volta allora ricordati di dire: “Non mi importa di Hayato, ora è te che voglio.” Okay? E... azione!>

Taguchi sorrise e avvicinò le sue labbra. Kazuya chiuse gli occhi.

sussurrò Jin stringendosi il ventre con una mano.

Seiji catturò voracemente le labbra dell’altro. Entrambi, ad occhi chiusi, si persero in quell’unione e le loro menti vagheggiarono senza approdo.

Ryu strinse di più le gambe attorno al corpo dell’altro, e lasciò gemere la propria voce.

sussurrò poi, mentre le mani dell’altro gli contavano gli addominali sulla pancia.

< Non mi importa di Hayato, ora è te che voglio.>

Le labbra di Ryu tremarono. Il suo corpo tremò, e non appena Seiji gli slacciò la cintura, gettandola lontano, Ryu sospirò.

Jin si alzò di scatto. Junno aveva appena slacciato il bottone dei jeans.

sussurrò, e guardò verso Nakamaru. Anche il suo sguardo sembrava interrogativo, ma non disse nulla.

Taguchi tornò a baciarlo, e la mano sgusciò all’internò della zip, aperta in un batter d’occhio.

Iniziò a tirargli giù i pantaloni e lo spinse disteso sul tavolo.

gridò improvvisamente Kazuya, gli occhi serrati. sussurrò.

Junnosuke rimase impalato, con la mano che iniziava a sfiorare i peli pubici dell’altro. La ritirò di scatto.

Kazuya cercò di rialzarsi e cercò subito con lo sguardo gli occhi di qualcun altro. Li trovò, e sembrò implorargli: “Salvami”.

In un secondo Jin fu tra di loro, e spinse Junno lontano. Kazuya serrò le gambe, che non volevano smettere di tremare.

gli domandò Jin e Kazuya annuì con la testa.

Uno sguardo a Nakamaru, e Jin portò via l’altro con sé.

gridò Jin una volta che si fu richiuso la porta del dormitorio dietro di sé.

Kazuya lo guardò con occhi persi.

chiese ancora, prendendolo per le spalle con forza.

cominciò Kazuya con un sussurrò <...volevo solo apparire degno ai tuoi occhi...>

Jin si pietrificò. “Degno?”

e lo lasciò, andandosi a sedere a terra, con la schiena poggiata sul letto.

Kazuya si lasciò cadere accanto a lui.

Per qualche minuto ci fu il silenzio, interrotto a intermittenza solo dal chiacchierio di qualche studente che usciva dalla propria stanza per il pranzo. Nella stanza regnava la penombra, pochi raggi di luce attraversavano le tende spesse dell’unica finestra.

sussurrò ad un certo punto Kazuya, sospirando.

Jin continuava a tenere fisso lo sguardo davanti a sé.

Kazuya gettò le braccia sul suo collo e sprofondò il viso contro la spalla.

sussurrò Jin, e gli strinse i capelli <...di essermi assuefatto al sesso...>

Jin scosse debolmente la testa.

disse Kazuya e sorrise contro i suoi capelli.

e Jin sorrise, allontanandolo, per poterlo guardare negli occhi.

Jin rise.

e costrinse le dita dell’altro a slacciargli i pantaloni. Jin tornò serio.

sussurrò Kazuya <...ho immaginato che fossero le tue mani sul mio corpo.>

Il respiro di Jin iniziò a farsi spezzato. Perché si sentiva improvvisamente inesperto? In quel momento non aveva più un copione che gli dicesse cosa fare, che gli desse sicurezza.

Kazuya si sedette sulle sue gambe.

soffiò sulle sue labbra

La mente di Jin si svuotò di colpo, in quel momento non era Hayato, o Miroku, o Akihito. Era solo Jin, che stava baciando l’altro. Come un normale ragazzo innamorato.

Tanaka Koki uscì dall’aula di kendo  grondante di sudore. Quel pomeriggio, la lezione era stata più impegnativa del solito, e lui non vedeva l’ora di tornare a casa per farsi una bella doccia rinfrescante.

Improvvisamente, però, avvertì degli strani rumori provenienti dalla palestra. Si bloccò.

Poi un urlo e un colpo sordo.

Koki si fiondò all’interno, abbandonando la sua spada a terra. Vide Junnosuke, poggiato alla parete opposta, con un pugno serrato premuto contro il muro. Poi quel ragazzo si accasciò al suolo lentamente e continuò a singhiozzare per qualche minuto.

Koki restò ammutolito all’entrata, e solo quando quei singulti cessarono, decise di avvicinarsi.

Si chinò davanti alla sua figura rannicchiata, improvvisamente così debole, e lo chiamò piano.

Junnosuke alzò il viso di scatto, i suoi occhi erano gonfi e rossi. Koki gli prese la mano che poco tempo prima aveva sbattuto contro il muro.

commentò carezzandola.

lo interruppe l’altro

Junnosuke rimase incredulo.

lo corresse Koki.

Le lacrime cessarono di scendere dal volto di Junnosuke. Quel ragazzino, accucciato davanti a lui, sembrava che lo conoscesse da sempre.

Koki si sedette lì accanto, la schiena contro il muro. Lo prese per le spalle e fece in modo che Junno poggiasse la sua fronte sulla propria spalla.

Junno portò le braccia sul suo collo, accarezzandogli i capelli della nuca.

Koki sorrise e guardò in alto, verso le vetrate del soffitto. Il sole stava calando, ma era ancora caldo. Chiuse gli occhi.

domandò Junnosuke, e Koki capì subito a cosa si riferiva.

Junno restò un secondo interdetto. “...come se l’uniforme lo rendesse uguale agli altri?”

Poi annuì e si staccò, asciugandosi gli occhi con la manica della giacca.

Junno gli osservò i capelli: erano neri, come la notte, e presentavano una ciocca più chiara sul davanti, come a voler evidenziare gli occhi, a renderli più brillanti. Anche Koki in quel momento indossava l’uniforme. Eppure non era uguale agli altri.

disse Junno e si alzò in piedi. Un solo sguardo a quel vetro trasparente del soffitto e si incamminò verso l’uscita con le mani in tasca, la testa china. Koki lo seguì con lo sguardo.

e si fermò sotto la porta <...grazie...> ma non si voltò, il viso leggermente arrossato.

Koki si alzò in piedi e sorrise.

<

E’ questo il sentimento che voglio trasmettere a te.

A te, che sei l’unico ad essere così spaventato

Da non riuscire ancora a fare il prossimo passo...>>

Commento: Gomenne... il mio umore è così basso (sta volta non c’entra solo la scuola .-.) che, anche se ho in mente la prossima scena di questa ficci, non riesco a scriverla... così ho deciso di farla finire in questo modo.
Jin e Kazuya sono riusciti a scoprire il loro sentimento reciproco che “non li lascerà” (giusto per riprendere il titolo :P)... per quanto riguarda la Junki... Junno non è ancora pronto per fare il “prossimo passo” (Ah! La citazione iniziale e finale appartengono a due canzoni diverse! La prima è di “Ai No Command” mentre la seconda è presa da “WIND” ^^). Ha bisogno di più tempo per scoprire i suoi sentimenti. Si innamorerà di Koki? Io dico di sì, ma è ancora presto, l’immagine di Jin è ancora troppo ossessionante per riuscire ad essere sovrastata dalla luce degli occhi di Koki. Mah, intanto Koki gli ha fatto capire che forse il suo amore morboso per Jin non è altro che carnale, legato solo all’essere suo partner al lavoro.
Mi spiace Rory ^^ La tua era una super idea per il finale! Ma forse non la butterò via, e ci farò un’altra ficci, tipo sequel a questa... solo Junki xD Per la tua felicità! X°D Intanto, ti ringrazio tanto! <3<3

kat-tun, akame, ficci

Previous post Next post
Up