To die by your side

Dec 30, 2013 15:45


Titolo: To die by your side
Fandom: Game of Thrones
Personaggi: Theon Greyjoy, Ramsay Bolton
Rating: Giallo
Conteggio Parole: 1583
Riassunto: Ramsay racconta a Theon gli avvenimenti del Red Wedding.
"Il cuore di Theon perde un battito e la sua visione si offusca per un istante. Ramsay diventa nuovamente una sagoma indistinta e tutto perde significato, spariscono i morsi della fame, sparisce il dolore alle membra legate per troppo tempo; tutto svanisce e lascia posto alla verità, più affilata di qualunque lama Ramsay potrebbe mai puntargli contro."
Note: Sono una persona cattiva che scrive robe piene di angst. Comunque, parlando seriamente, è da tantissimo che non scrivo cose di questo genere, quindi non so se sia decente, ma volevo scrivere una fic come questa. Io amo Theon (è il mio personaggio preferito in assoluto) e ugh, volevo scrivere della sua reazione al Red Wedding  WERE WAS I? I SHOULD HAVE DIED WITH HIM
So che nella 03x09 Ramsay non chiama Theon Reek, ma ho dovuto adattarlo un po’ per ragioni. Per il resto ho cercato di rimanere il più fedele possibile alla serie (anche se, avendo letto tutti i libri, mi viene un po’ difficile scinderli)


 «Riesci a crederci, Reek? Mio padre ha deciso di lasciarmi a casa!»

Ramsay lo fissa con gli occhi spalancati e le labbra piegate in una smorfia disgustata. Theon sa che è arrabbiato, le mani strette a pugno quasi tremano e sta percorrendo avanti e indietro gli stessi dieci metri da qualche minuto, quindi decide di chinare il capo e rimanere in silenzio.

Quando Ramsay è in certe condizioni qualunque cosa può farlo scoppiare: un’occhiata di troppo o un piccolo gesto sconsiderato possono costargli un dito o qualche lembo di pelle. Theon può già sentire il freddo glaciale della lama, può sentirla incidergli la carne e il solo pensiero gli provoca delle fitte talmente dolorose alle ferite mal curate che deve stringere gli occhi e mordersi con forza il labbro per evitare di piangere o urlare.

«Non sono un grande amante dei matrimoni solitamente, ma volevo davvero essere invitato! Sai Reek, questo matrimonio passerà alla storia come le Nozze Rosse! Moriranno Tutti. Tutti!»

Ramsay gli si avvicina e gli afferra il mento tra l’indice e il pollice, obbligandolo ad alzare lo sguardo.

«Robb Stark, quella puttana di sua moglie e la sua stupida madre. Il pavimento sarà coperto di sangue, così come i muri e i tavoli e la testa di Stark abbellirà Forte Terrore. Sarà il massacro più grandioso di sempre!»

Esclama, gli occhi sbarrati e un ghigno a solcargli le labbra. Theon ha ancora lo sguardo fisso su di lui, ma non gli presta alcuna attenzione, è come se non lo vedesse. Ha smesso di ascoltarlo alla prima frase, quella di Ramsay è solamente una stupida storia e lui non vuole permettergli di farlo impazzire.

Vorrebbe quasi ridere: sente il principio di una risata formarsi lì in fondo alla gola, la sente scalpitare per poter uscire, vorrebbe ridere e lasciare che il suono riecheggi in tutta la stanza, ma tutto ciò che le sue labbra riescono ad emettere è un verso strozzato.

Riderebbe, se solamente sapesse come farlo.  L’ha dimenticato quando ha perso la cognizione del tempo, quando ha buttato via l’orgoglio e l’atteggiamento arrogante che lo caratterizzava, quando ha implorato di venire ucciso.

Theon non ride, ma c’è qualcosa nel profondo del suo animo - un rimasuglio dell’uomo che era?  - che gli fa debolmente sollevare le labbra verso l’alto.

Continua a ripetersi che le parole di Ramsay non hanno senso, che tutto ciò che ha detto non potrà mai avvenire.

Si tratterebbe dopotutto di un crimine nei confronti degli Dei e degli uomini, un crimine che un vigliacco senza spina dorsale come il vecchio Frey non sarebbe mai disposto a commettere.

Tuttavia, tra le varie motivazioni per le quali non riesce a credere alle parole dell’altro, quella è la meno importante.

Theon sa che Robb non potrà mai morire finché circondato dai suoi alfieri. Ha passato anni al suo fianco e sa che non esiste una singola persona nel nord che non ami e ammiri il suo Re - il vecchio Theon ne sarebbe stato invidioso, ma la gelosia e l’orgoglio sono cose che ormai non gli appartengono più - e che non sia disposto a sacrificare la vita per lui.

Lo sa perché lo ha visto negli sguardi e nelle parole delle persone accanto a lui e improvvisamente nella sua mente prende vita un coro di urla che unanime gridano “Re nel Nord”.

Lo sa perché un tempo avrebbe fatto lo stesso.

«Eppure mio padre non mi ha portato con sé perché “disonoro il nome dei Bolton”. Reek, non pensi anche tu che sia tremendamente ingiusto?»

Non sa quanto tempo sia passato dall’ultima visita di Ramsay quando questo viene a svegliarlo. È facile perdere la condizione del tempo quando vivi relegato in una stanza senza finestre dove i pasti non vengono somministrati in modo regolare - da quant’è che non mangia poi? Da quanto i crampi continuano ad attanargli lo stomaco? - e il fatto di essere spesso legato a una croce non aiuta di certo.

Gli ci vuole un poco per mettere a fuoco la sua figura - nelle ombre non ha bisogno di vedere, vi sono solo lui e i suoi fantasmi - e ha bisogno di sbattere le palpebre un paio di volte per far sì che Ramsay diventi una sagoma ben definita. Si avvicina maggiormente e Theon può vedere che sta sorridendo. Nei suoi occhi color ghiaccio sporco vi è un barlume che gli ha visto solamente quando caccia o usa stringe tra le mani la lama da scuoiatura; Theon potrebbe addirittura definirla felicità. In ogni caso, sembra essere di ottimo umore.

Il pensiero è stranamente rincuorante e, per una frazione di secondo, la fiamma che può vedere negli occhi dell’altro riesce quasi a riscaldarlo: se è contento probabilmente non avrà bisogno di sfogare la sua frustrazione su di lui e gli verrà concesso di tenere le dita e la pelle che gli è rimasta almeno per un altro giorno, forse potrebbe addirittura avere un pasto degno di essere definito tale.

«Reek, avrei voluto portarti la testa di Robb Stark come regalo, ma purtroppo hanno dovuto cucirla sul corpo di quel suo cane pulcioso.»
Ramsay sposta le mani da dietro da schiena, rivelando il suo solito coltello.

Appoggia la lama sulle corde che lo tengono legate alla croce, ma all’ultimo secondo sembra cambiare idea e scuotendo appena il capo solleva la lama e gliela agita davanti al volto.

«Però posso raccontarti tutto quello che è successo! Immagino che sarai contento, tu odi gli Stark e ora sono tutti morti!»

Theon non ascolta, perché le parole di Ramsay sono una tortura ulteriore, diversa dalla scuoiatura e decisamente più subdola. Cerca di ignorarlo nuovamente, innalzando difese che già sono sul punto di crollare - il corpo di Theon non è stato l’unica cosa a spezzarsi durante la sua prigionia.

Ramsay ride e riprende a parlare, senza aspettare una vera risposta, chiaramente eccitato ed entusiasmato dalla situazione.

«Per prima cosa hanno ucciso la troia di Volantis, accoltellandola all’addome. Non ho idea di chi sia stato, tutti i Frey hanno lo stesso nome e la stessa  dannata faccia per me. »

Il barlume nei suoi occhi sembra diventare più acceso a ogni parola, un fuoco in grado di bruciare qualunque cosa lo circondi e di lasciare solamente ceneri dietro di se. Muove la mano, appoggiando la lama appena sopra il bordo dei suoi pantaloni - in quel momento Theon decide di prestare più attenzione ai suoi gesti che alle sue parole - e risale lentamente, senza però fare pressione sulla punta e Theon non può fare a meno di chiedersi il perché di tutta quella gentilezza.

«Poi gli arcieri hanno sparato a Robb Stark. L’hanno colpito qui» Ramsay allora punta il coltello al suo petto, esercitando una lieve pressione, in modo da far colare una singola goccia di sangue, per poi spostare la lama qualche centimetro più a destra e compiere lo stesso gesto «e qui. »

«E questo è solo l’inizio! Perché è qui che è iniziata la parte divertente. Mentre i Frey continuavano a uccidere gli alfieri del nord, Catelyn, dopo aver visto il suo amato figlioletto a terra, ha preso la moglie del vecchio per i capelli e gli ha puntato un coltello alla gola! Reek, riesci a crederci?»

È in quel momento che le difese di Theon iniziano a vacillare: tra i muri che ha faticosamente eretto compare una crepa che diventa più grande ogni istante che passa, è difficile ormai tenere lontane le parole di Ramsay. Penetrano attraverso le fessure e raggiungono il cervello, dove s'insediano permanentemente e Theon arriva persino a desiderare che l’altro gli faccia del male, in modo da concentrarsi unicamente sul dolore.

Cerca di pensare alle ferite ancora non rimarginate, cerca di pensare a tutto il dolore che ha provato da quando è stato rinchiuso in quella cella, ma l’unica cosa che riesce a sentire è una morsa che gli stringe il petto, rendendo faticoso persino respirare. Decide allora di focalizzarsi su quella, ma non ascoltare risulta comunque difficoltoso perché, se può essersi inventato di sana pianta tutti i dettagli più cruenti (ciò che è accaduto alla testa di Robb è solamente un esempio), non può aver fatto lo stesso con le azioni di Catelyn.

Ramsay non può sapere cosa Lady Stark sarebbe disposta a fare per i suoi figli. Non può saperlo perché non ha mai provato l’affetto di una madre, non può saperlo perché non ha mai visto in modo in cui Catelyn guardava il figlio maggiore, non può saperlo perché non ha vissuto gran parte della sua vita con loro, non può saperlo perché, semplicemente, non li conosce.

«Poi mio padre - avrei dovuto esserci io al suo posto! - ha pugnalato al petto l’immortale Re del Nord, uccidendolo. E quella puttana di sua madre ha tagliato la gola alla moglie di Frey! Avrei voluto essere lì per vederlo con i miei occhi!»

Il cuore di Theon perde un battito e la sua visione si offusca per un istante. Ramsay diventa nuovamente una sagoma indistinta e tutto perde significato, spariscono i morsi della fame, sparisce il dolore alle membra legate per troppo tempo, tutto svanisce e lascia posto alla verità, più affilata di qualunque lama Ramsay potrebbe mai puntargli contro.

Robb è morto.

Non sa se sta urlando, piangendo o entrambi, non sa se invece sta rimanendo in un silenzio assoluto e per un momento arriva persino a domandarsi se l’altro si trovi ancora di fronte a lui; c’è solo una cosa di cui ha ancora consapevolezza, un pensiero che sovrasta tutto il resto.

Sarebbe dovuto morire al suo fianco.

ch: ramsay bolton, !fanfiction, ch: theon greyjoy, fandom: game of thrones

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