Autore:
zia_chuTitolo: Missing puzzle piece (o anche: Niente manca)
Pairing: Remus/Sirius
Genere: Malinconico, Romantico
Rating: PG
Avvertimenti: angst (vaghissimo), missing moment, slash.
Note: a volte una fangirl ha troppi sentimenti per il suo OTP e succedono queste cose. Erano giorni che pensavo al mio Wolfstar e oggi, per una serie di motivi assolutamente non collegati al Wolfstar, i miei sentimenti otpiici hanno avuto la meglio su di me.
Se la leggete ascoltando
I giorni è meglio, perché l'atmosfera della storia è quella della musica :)
"Missing puzzle piece" perché sono una fangirl e
Teenage dream (acoustic version) mi ha uccisa in modi e maniere che voi umani non potete nemmeno immaginare. Ma più perché sono una fangirl.
La dedico a
miki_tr perché sono sparita e non volevo farlo ♥
“Non sapevo suonassi il piano,” disse Remus, entrando nella stanza dopo essere rimasto per tutto il tempo fuori, sull’uscio; aveva tenuto gli occhi chiusi per tutto il tempo, finché Sirius non aveva smesso di suonare, perché vederlo era troppo intenso. Sentirlo così tanto e vederlo in quel momento era troppo: come camminare sott’acqua.
Sirius non si voltò nemmeno, come se avesse sempre saputo che Remus era lì, vicino, ma mai troppo. “Mia madre sosteneva che il pianoforte fosse stato creato dai maghi e ci teneva che sapessimo suonarlo. Non pensavo di riuscirci ancora, ma i suoi modi erano sempre così duri, che dimenticare sarebbe stato più improbabile, in effetti…”
Remus si avvicinò solo di un passo, fermandosi a metà strada fra lui e la porta. “Perché non lo sapevo?”
Sirius si voltò leggermente verso di lui: poteva vedere il suo profilo e le sue labbra piegate in un sorriso, quella specie di ghigno mezzo divertito e mezzo amaro che non riusciva a smettere d’indossare da quando era stato chiuso a Grimmauld Place.
“Ci sono cose di me che non ti ho detto perché sapevo che un giorno ne avrei avuto bisogno.”
Remus rise, azzardando un altro paio di passi, per poi fermarsi di nuovo. “Ne avresti avuto bisogno per cosa?” chiese, dimenticando per un attimo che fossero passati quasi quindici anni; dimenticando il luogo in cui si trovavano, il passato e il presente e anche quel futuro così oscuro e incerto che si prospettava davanti a loro. Quante speranze c’erano che entrambi riuscissero a sopravvivere ancora una volta a quell’ennesima guerra? Quante probabilità c’erano, per due persone che avevano già speso tutto il loro tempo e che in quella battaglia erano solo di passaggio, personaggi secondari sacrificabili?
“Per sorprenderti ancora,” rispose prontamente Sirius, pigiando i tasti del piano con noncuranza. Remus scoprì che la melodia era bella, anche se senza apparente continuità. “Per non farti mai stancare di me.”
Remus rise di nuovo, avvicinandosi, finché non si ritrovò accanto a Sirius: il suo fianco sfiorava la sua spalla ed era un non-contatto rassicurante, una bella certezza.
“Io non ho niente del genere,” rifletté, allungando una mano e toccando appena appena un tasto avorio con la punta dell’indice. “Cosa sarebbe successo se…” Si bloccò prima di capire la domanda che voleva formulare e quindi sorridere amaramente. “Non ha senso chiederlo, vero?”
“No,” rispose con sicurezza Sirius, una nota dolente e scura nella voce. “No, non ha senso. Un sacco di cose non hanno senso e non ne hanno mai avuto.”
Remus avrebbe voluto chiedergli a cosa stesse pensando, ma non lo fece; voleva chiedergli se loro avevano mai avuto un senso, eppure sapeva che quella era una cosa che Sirius non avrebbe mai messo in dubbio e non avrebbe dovuto nemmeno lui.
“Perché suonavi?” gli chiese allora, cercando di riempire i buchi della sua mancanza, dei suoi non avrei dovuto, ma l’ho fatto.
Sirius alzò le spalle, poi chiuse gli occhi e la melodia si fece improvvisamente più certa, uniforme, di nuovo troppo carica ed intensa.
Remus capì e gli sembrò di scoprire un altro Sirius; o forse aveva semplicemente dimenticato il vecchio amico, l’ antico amante. Non seppe dirlo in quel momento, non riusciva a capire cosa mancasse e se mancasse davvero qualcosa.
Quando Sirius smise di suonare, lo guardò aprire gli occhi lentamente, riscoprendo il loro colore, la loro intensità, il loro amore senza speranza.
“Ti ricordi quando Lily ci disse che a volte le ragazze hanno semplicemente bisogno di piangere, senza nessun buon motivo?” chiese, e Remus sapeva bene che non era una domanda senza motivo. Aveva sempre amato il fatto che Sirius sembrasse così illogico in tutto quello che faceva e diceva, ma che in realtà qualsiasi cosa aveva perfettamente senso.
Sorrise e annuì. “Ci disse che non voleva necessariamente dire che fossero tristi,” continuò, ricordando quella conversazione in una nebbia confusa di è passato troppo tempo e forse era un’altra vita e allora perché ce la ricordiamo ancora?
“Penso di capire, finalmente, quello che stava cercando di dire,” mormorò Sirius, allontanando le dita dal piano e reclinando il capo indietro; la sua nuca si posò piano contro il suo fianco e le mani di Remus si mossero di propria volontà verso i capelli neri di Sirius.
A quel contatto, Sirius chiuse gli occhi, sorridendo. “Vedi? Ho fatto bene a tenerti nascosto il piano,” disse, un mormorio basso e intimo.
“Davvero?” Remus rispose con lo stesso tono, sentendosi sicuro in quella bolla di serenità inaspettata e intimità ritrovata; era effimero, ma bastava. Forse era tutto ciò che ancora potevano avere e andava bene così.
“Mhm,” mugugnò Sirius, aprendo le palpebre e fissandolo negli occhi. “Sono riuscito a farti innamorare di nuovo di me.”
Remus sorrise, sentendo le labbra screpolate dal freddo tendersi in maniera quasi dolorosa; qualcosa nel suo petto sembrò sciogliersi, riempiendogli il torace e l’addome di un calore inaspettato, una sensazione che lo fece sentire pesante e leggero allo stesso tempo.
“Sei uno sciocco se pensi che io abbia mai smesso d’essere innamorato di te,” gli disse e, quando Sirius sorrise, niente mancava.
Fine
Note finali: sono solo una marea di cliché (Sirius che suona il piano, missing moment del V libro), e ci sono tantissime fanfic di questo genere; suppongo che il fatto che io continui a scriverne, però, vuol dire che sono davvero il mio OTP, no? ♥