Supernatural Review - 10.03 Soul Survivor

Oct 27, 2014 23:49

Supernatural Review - 10.03 Soul Survivor
thinias

Mi aspettavo molto da questo episodio e allo stesso tempo, sapendo chi fossero gli autori, avevo paura che risultasse molto al di sotto delle mie aspettative, dopotutto mi aspettavo molto anche dal terzo episodio della scorsa stagione, e poi mi sono trovata a definirlo come uno dei peggio scritti di sempre.

Inizio subito dicendo che non è questo il caso, l’episodio mi è piaciuto molto, seppure c’è da dire che anche questa volta, i due autori hanno finito per perdersi nel finale di puntata, che perde il pathos così ben costruito lunga lungo la strada, lasciando un po’ di amaro in bocca.

Direi che senza ombra di dubbio tutto l’episodio lo reggono Jensen e Jared; quando si tratta di interagire tra di loro, che siano i normali Sam e Dean o qualche loro variazione, questi ragazzi riescono a dare il meglio.

Da una parte abbiamo Jared, che ci mostra un Sam che cerca in tutti i modi di salvare suo fratello senza farsi distruggere dall’altro e dalla consapevolezza che potrebbe finire per doverlo uccidere; dall'altra, abbiamo un’interpretazione monumentale di Jensen, il suo Demon!Dean è la quint’essenza di un mostro subdolo, spaventoso e pericoloso, come pochi sanno essere.

Il fatto che la storia sia divisa in due parti, permette di mettere in mostra la capacità di Jensen di gestire sia le parti di sofferenza, dove, a farla da padrone, sono la pura furia primordiale di un animale in gabbia che non vuole essere domato e il dolore dovuto alla cura che mangia da dentro la sua anima demoniaca, sia, nella seconda parte, la calma tipica di un predatore in caccia della sua preda. Dean si muove per i corridoi, pericoloso e letale come un grosso felino, che sa di essere superiore alla sua preda e gioca con essa, per il gusto di prolungare la caccia e far crescere la paura.

Alla fine, non è tanto il martello che impugna per tutto il tempo a colpire, sono le parole che escono dalla sua bocca a ferire Sam con precisione chirurgica. In questo senso bravi gli autori, perché quello che il demone dice stona talmente tanto sulle labbra di Dean, da farci davvero rendere conto di quanto il cacciatore sia disperso e lontano dall’essere che è ora. Certo viene il dubbio che seppure nel profondo, quello che dice sia qualcosa di sedimentato nell’anima del maggiore dei Winchester, ma se anche fosse, se anche in minima parte Dean provasse davvero quelle emozioni, non le direbbe mai a Sam, non scaricherebbe mai su di lui la colpa.

Quando poi il demone si libera, allora comincia un enorme omaggio a Shinning; l’inseguimento in un bunker labirintico, lo sfondare la porta a martellate (nel film era un’ascia), l’espressione da psicopatico di Dean da dietro la porta sfondata, tutto riporta alle immagini così famose del film di Kubrik. Molto bravo Jensen, nel ruolo di regista, a riuscire a mantenere sempre la giusta atmosfera e a contribuire con le sue riprese a dare il senso di claustrofobia e di pericolo di quei luoghi.

Ultimo elemento a coronamento di una performance stupenda, il momento in cui Dean torna umano. Jensen con la sola espressione del volto ci fa comprendere l’esatto momento in cui avviene la transizione e in cui il cacciatore torna se stesso. Basta solo quella ripresa fissa del suo volto per farci capire che è davvero finita.

Jared d’altro canto è altrettanto bravo. Si può leggere sul volto di Sam tutto quello che prova, sia alle parole del fratello sulla loro famiglia, sia per quello che ha fatto mentre cercava Dean. Quello che però resta come uno spettro sospeso su di lui per tutto il tempo, è la paura, non "di" Dean ma "per" Dean.
Il momento migliore in questo senso, è la telefonata con Castiel, che fa davvero capire come Sam finalmente venga colpito dalla realtà dei fatti e dalla concreta possibilità non solo di non riuscire a salvare Dean, ma addirittura di doversi trovare nella necessità di doverlo uccidere lui stesso.

Il colpo di grazia che fa comprendere tutta la sofferenza di Sam, arriva quando entra nella camera di Dean e trova le foto che rappresentano la loro famiglia. Sam sembra trovare nuova forza in quel momento, per poter affrontare il compito che lo aspetta, ma come vedremo, non sarà comunque in grado di compiere il gesto estremo che metterebbe fine alla vita di Dean. Nel finale, in modo completamente opposto, vediamo la felicità di Sam, il sollievo per aver posto fine ad un incubo.

Oltre questo, Sam si trova ad affrontare i sensi di colpa per le azioni commesse durante la ricerca di suo fratello. Il minore dei Winchester, così come il maggiore, ha sempre portato un grande peso sulle spalle, ma lo avevamo visto arrivare ad una sorta di accettazione di quanto fatto in passato. Ora invece si trova ad affrontare colpe nuove, che mettono in discussione quello in cui ha sempre creduto.

Quindi sì, la domanda di demon!Dean è giusta: chi tra loro è davvero un mostro?

Castiel e Crowley non sono che dei comprimari, di fronte al dramma che si svolge tra i due fratelli. Per una volta, però, forse è addirittura migliore la parte di Castiel, il che è tutto un dire. Ho trovato questo Crowley abbastanza noioso. E’ annoiato lui a governare l’inferno, ma siamo più annoiati noi a guardare mentre lo fa.

Al momento il suo personaggio è quello più ambiguo, quello meno stabile e di sicuro non è che una pallida ombra del caro e vecchio Crowley. Non ho ancora capito dove lo vogliono portare e fino a dove si spingeranno per farlo, ma al momento lo trovo un po’ troppo al di fuori dei suo soliti schemi per apprezzarlo.

Dalla parte angelica, se salvo decisamente Castiel e la sua consapevolezza di quali siano le sue priorità, dall’altra continuo a non apprezzare il personaggio di Hannah. Tutta la storia del loro avvicinamento continua a sembrarmi decisamente forzata.

Veniamo al vero punto dolente dell’episodio: il finale.

Troppo veloce, troppo poco vissuto, troppo poco sentito, troppo semplice. Passare da Dean svenuto, a Dean che torna normale in un secondo, è una scorciatoia che mi ha lasciato insoddisfatta. Dopo tutto il pathos costruito fino alla sua cattura grazie alla ristorata forza angelica di Castiel, con questo finale di cura così ‘semplice’, hanno reso lo stacco troppo forte, facendo calare l'impatto emotivo di tutto quello che era successo, quasi a zero. Alla fine poi, ci viene negato anche lo scambio tra i fratelli, un abbraccio, uno scambio di parole, un ricongiungimento, che suggelli il ritorno dei bros uno vicino all’altro.

Si ha la sensazione che non sapessero bene come concludere e trovo che il fatto che abbiano usato Castiel come elemento di confronto, per mostrarci lo stato d’animo dei bros dopo il ritorno di Dean, sia stato di nuovo un escamotage. Mi sono convinta che non ci abbiano fatto vedere un vero confronto tra i Winchester, solo perché questo sarà al centro dello sviluppo dei prossimi episodi e della ricostruzione di un rapporto che esce molto provato da tutti gli ultimi avvenimenti.
Unica nota positiva, mi è piaciuto vedere Castiel finalmente riunito con i Winchester anche se solo per poco. Vorrei davvero che durasse più a lungo, che i tre restassero di nuovo uniti.

Salutiamo Deamon!Dean, con il rammarico di averne voluto di più, di volere che lo sfruttassero meglio, ma con la consapevolezza che non potevano lasciare i fratelli separati per mezza stagione.

Avrei volentieri fatto a meno di tutto quel karaoke e quelle risse da bar, per avere un po’ di più di quello che abbiamo visto nel secondo e terzo episodio. Nonostante questo è chiara l’evoluzione che hanno voluto far vedere nel demone: la rabbia e l’aggressività che mano a mano cresceva dentro di lui.
Ora restano solo cocci da raccogliere e la speranza che vedremo ancora demon!Dean in qualche flashback. La sua storia non è stata spiegata come si deve, così come i suoi poteri e ci sarebbero parecchie cose da scriverci sopra.
Resta il marchio di Caino, e su quello vanno a riversarsi tutte le mie speranze di non far diventare questa cosa di Deamon!Dean un’occasione sprecata.

Nel complesso resta un'ottimo episodio. La recitazione di Jensen vale, da sola, il prezzo del biglietto.

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