Titolo: It was you from the start
Fandom: “Suits”
Conteggio parole: 1600
Stagione: Prima stagione
Rating: NC17 (non tutti i capitoli)
Pairing: Harvey/Mike, Harvey/OFC, accenni a Mike/Rachel, possibile Louis/Mike
Warning: slash, death!fic (nessun personaggio principale)
Disclaimer: I personaggi - ahimé - non mi appartengono.
Note: Scritta per
bingo_italia (Massaggio)
Riassunto: Mike si scopre innamorato di Harvey. Ad Harvey non importa di nessuno, tranne che di se stesso. E Louis è sempre in agguato...
Capitolo 1 -
Capitolo 2 -
Capitolo 3 -
Capitolo 4 Mike si era immaginato spesso quel giorno, sin da quando era rimasto orfano e aveva cominciato a vivere nel terrore che anche sua nonna potesse morire. Nei suoi pensieri c'era la pioggia, uno di quei temporali scroscianti che lavavano via le lacrime, e c'erano tanti amici che piangevano per la morte di quella cara, adorabile signora. E c'era qualcuno al suo fianco, qualcuno che lui amava e che era lì per condividere quel dolore con lui.
Poi quel giorno era arrivato alla fine e niente era come Mike si era aspettato. C'era il sole in cielo e l'aria era fresca e profumata, una giornata ideale per passeggiare nel parco, non per stare in un cimitero. Ed era solo, nella maniera più avvilente possibile, tanto che anche il prete aveva esitato a cominciare la funzione.
“Vada pure” aveva mormorato Mike con un sospiro.
Era davanti alla fossa in cui stava per essere calata la bara ed intorno a lui c'era il vuoto. Niente amici, niente di niente: lui e sua nonna erano soli al mondo. Ora lui era solo al mondo.
Il parroco aprì la Bibbia e iniziò a leggere, mentre Mike si stringeva le braccia intorno al petto e chiudeva gli occhi, chiedendosi per l'ennesima volta cosa avrebbe fatto adesso.
Ma il suono di una portiera sbattuta lo strappò ai suoi pensieri. Aprì gli occhi e guardò il prete che si era interrotto per fissare il vialetto di accesso a quella sezione del cimitero. Alcune limousine scure erano ferme e ne stavano scendendo delle persone vestite di nero che gli sembravano vagamente familiari. Quando riconobbe Jessica Pearson, Mike sentì un nodo alla gola, pensando che forse era morto qualcuno dello studio. Il suo cervello non razionalizzava quello che stava accadendo, neanche quando la donna e gli altri - tra i quali poteva riconoscere alcuni associati, Rachel e Louis - si avvicinarono a lui. Jessica gli strinse una mano con lieve sorriso sulle labbra, mentre Rachel lo abbracciò stretto per qualche secondo. Louis borbottò qualcosa che assomigliava a delle scuse, sotto lo sguardo critico di Jessica e poi gli altri suoi ex colleghi si avvicinarono per fargli le condoglianze. Arrivarono anche Donna e Ray che lo abbracciarono prima di mettersi ai lati della bara. Mancava solo una persona, quella più importante...
“Tieni, piccolo.” Mike si girò e vide Harvey, inappuntabile nel suo completo nero, con in mano un mazzo di rose bianche. “Mettile sulla bara” mormorò e il ragazzo annuì, obbedendo automaticamente.
Il prete tossì e riprese la funzione, ma Mike non staccava gli occhi da quelli di Harvey. L'avvocato gli fece un lieve sorriso e gli mise una mano sul braccio, tirandoselo contro. Mike appoggiò la testa sulla spalla del suo ex capo e sospirò, piangendo in silenzio mentre il funerale proseguiva.
“Dove stiamo andando?” chiese Mike, alzando la testa e guardando Harvey negli occhi. Erano soli in macchina, seduti sul sedile posteriore. Il ragazzo si teneva stretto all'avvocato, ancora incredulo di quello che era appena successo. “Non è la strada per casa mia...”
Harvey annuì, tornando poi a guardare avanti a sé. “Andiamo a casa mia, non devi stare da solo” mormorò in risposta, facendo sorridere di nuovo Mike.
“Grazie” sussurrò, appoggiandosi di nuovo alla sua spalla mentre Ray guidava in silenzio.
Harvey si godette il calore di Mike e ringrazio il cielo che nessuno potesse vederlo arrossire. Era inutile, era cotto di quel ragazzo e ora più che mai capiva quanto fosse stato stupido e crudele a trattarlo così. Gli prese la mano nella sua e la strinse piano, assaporandone la delicatezza; Mike ricambiò la stretta, senza dire niente. L'avvocato però sapeva che stava sorridendo in quel modo dolce e sensuale che lo faceva impazzire.
Pochi minuti dopo erano in casa di Harvey e Mike si guardava intorno con il respiro accelerato per i ricordi che quel posto conteneva dentro di sé. L'avvocato non disse niente e si limitò ad andare in cucina a prendere qualcosa da bere, dopo aver fatto segno a Mike di sedersi sul divano.
Quando tornò, lo trovò lì, con le gambe tirate su e strette contro il petto e il viso nascosto contro le ginocchia. Stava piangendo.
L'uomo si mosse lentamente, sedendosi accanto a lui e posando i bicchieri e la bottiglia di vino sul tavolino davanti a lui. Attese per un po' prima di schiarirsi la voce per catturare l'attenzione del ragazzo. “Vuoi parlarne?” chiese.
Mike scosse la testa, ma mai come in quel momento aveva bisogno di sfogarsi con qualcuno. Con un amico o con qualcuno di più importante. Come Harvey.
“Mi manca” mormorò con un sospiro, senza alzare la testa. “Mi manca da morire... lei mi ha fatto da madre e da padre e senza di lei... non ho nessuno al mondo.”
“Hai me.”
Mike alzò la testa perplesso, convinto di aver capito male. Ma gli occhi di Harvey lo guardavano fissi e c'era in loro una luce strana, che il ragazzo non gli aveva mai visto.
“Puoi... ripetere per favore?” chiese con un filo di voce.
Harvey si schiarì la gola e si fece più vicino, prendendo una mano di Mike. “Io non sono molto bravo in queste cose. Sono il migliore in tribunale, ma temo di essere una frana nelle questioni sentimentali. La verità è che mi piaci molto, l'ho capito fin dall'inizio però ho avuto paura di impegnarmi... ed ho mandato tutto a puttane. Mike, io vorrei rimediare ai miei errori.”
Mike era convinto di essere morto, non c'era altra spiegazione. Era morto ed era in paradiso, Dio lo aveva perdonato per tutti i guai che aveva fatto. Non poteva essere altrimenti, non c'era altra spiegazione.
“Non dovresti... dire qualcosa?” chiese Harvey un po' titubante, temendo di aver perso per sempre l'amore di Mike.
Il ragazzo aprì la bocca varie volte per rispondere ma l'aria non ne voleva sapere di uscire dai polmoni. “Quindi... mi... ami?” chiese respirando a fatica con gli occhi accesi dalla felicità.
“Devo per forza dirlo?” sbuffò l'avvocato. “Ok... ti amo, contento? MIKE!” L'urlo gli venne spontaneo quando il giovane gli saltò addosso e lo fece cadere giù dal divano. “Mike, per favore... calmati!” Erano entrambi sul tappeto, Mike seduto sui fianchi di Harvey mentre gli baciava ogni angolo del viso.
“Mi ami mi ami mi ami” ripeteva come un ossesso, tanto che lo stesso avvocato si mise a ridere per quella situazione surreale e dolce allo stesso tempo.
“Ok, ok... ora basta, però!” esclamò Harvey, prendendolo per le braccia e bloccandolo come avrebbe fatto con un cucciolo di cane. E in effetti Mike gli assomigliava molto.
Se lo tenne stretto al petto e gli baciò un orecchio mentre Mike si rilassava contro il suo petto. Lo fece alzare e lo stese sul divano, sedendosi accanto a lui. “Dormi adesso” mormorò come quella famosa sera.
Mike scosse la testa, con lo stesso sguardo di un bambino mandato a letto prima del tempo. “No, voglio stare con te.”
“Starai con me” rispose Harvey, facendolo ruotare sulla pancia e cominciando a fargli un massaggio alla schiena. Gli parlava con dolcezza mentre i suoi muscoli si distendevano piano sotto le sue mani. “Non dormi da giorni, non mangi abbastanza... devo occuparmi di te, piccolo...”
Mike continuò a borbottare ma ben presto le sue parole divennero più deboli intanto che scivolava in un sonno piacevole.
Dormì per ore, come non gli accadeva da tanto tempo, con un sorriso ebete sulle labbra. Si svegliò che ormai era calata la sera e si alzò indolenzito da quella posizione scomoda, ma con un quel sorriso fisso sul volto. Seguì il rumore delle dita che pigiavano i testi di un laptop e trovò Harvey al tavolo della cucina, impegnato a lavorare mentre qualcosa cuoceva sul fuoco.
“Ciao” mormorò, appoggiandosi allo stipite della porta.
L'avvocato alzò lo sguardo e gli rivolse un sorriso divertito. “Ciao, bell'addormentato!” esclamò, spostando la sedia e facendogli segno di sedersi. “Vieni, è tutto pronto.” Mike obbedì e prese il piatto che Harvey gli stava porgendo. “Buon appetito!”
Mike fissò con interesse il contenuto della scodella e poi tornò a guardare l'uomo. “Pasta?”
“Metti in dubbio le mie capacità con la cucina italiana?” chiese stizzito Harvey.
“Io metto in dubbio le tue capacità con la cucina, punto” ridacchiò il ragazzo, prendendo una forchettata di spaghetti e portandosela alle labbra. Il sapore era ottimo, mai aveva mangiato qualcosa di più buono. “Mhhh, non male...” disse, facendo l'occhiolino ad Harvey che scosse la testa, fingendosi offeso. Versò un bicchiere di vino e si sedette a guardare Mike che mangiava, sorridendo felice.
“Cosa c'è?” chiese il ragazzo, sentendosi osservato.
“Niente, solo... mi piace averti qui...” sussurrò, sorseggiando il suo Bordeaux.
Le guance di Mike andarono in fiamme. “Grazie... anche a me piace stare qui...” sussurrò, posando il piatto sulla tavola. “Posso farmi... una doccia?” chiese timidamente.
Harvey annuì e lo guardò mentre si alzava... e si spogliava davanti a lui. La lingua si seccò e l'uomo dovette buttare giù un intero bicchiere di vino per ritrovare la favella. “Che... fai?” chiese, sentendosi un po' stupido, visto che Mike era adesso completamente nudo.
Il ragazzo si accarezzò le braccia, mordicchiandosi il labbro, nervoso. “È solo che mi piace quando mi guardi...” mormorò, voltandosi per andare verso la stanza da bagno.
Non aveva fatto neanche un metro che si sentì sollevare da terra. “Harvey?” domandò stupito - piacevolmente stupito - mentre superava la porta tra le braccia del suo compagno.
“Sei debole, potresti svenire mentre sei sotto la doccia” rispose l'avvocato, posando con delicatezza il ragazzo per poi spogliarsi a sua volta.
Alla vista del gilet di marca che finiva sulle piastrelle, Mike alzò un sopracciglio. “Devi essere davvero preoccupato per non pensare al tuo completo” ironizzò, facendo sbuffare Harvey.
“Mike, che ne diresti di stare un po' zitto e di usare la tua bocca per altro?”
E a questo Mike non trovò niente da ribattere.