Fan Fiction - Harvey/Mike ("It was you from the start" - Capitolo 3)

Aug 23, 2011 22:45

Titolo: It was you from the start
Fandom: “Suits”
Conteggio parole: 2020
Stagione: Prima stagione
Rating: NC17 (non tutti i capitoli)
Pairing: Harvey/Mike, Harvey/OFC, accenni a Mike/Rachel, possibile Louis/Mike
Warning: slash, death!fic (nessun personaggio principale)
Disclaimer: I personaggi - ahimé - non mi appartengono.
Note: Scritta per bingo_italia (Rottura)
Riassunto: Mike si scopre innamorato di Harvey. Ad Harvey non importa di nessuno, tranne che di se stesso. E Louis è sempre in agguato...

Capitolo 1 - Capitolo 2



La mattina dopo Mike se ne stava steso sul letto di Harvey, gli occhi fissi sul soffitto e la mano che gli accarezzava lo stomaco. La luce entrava dalle pareti ricoperte dai vetri e illuminava quella scena quasi surreale, tanto che il ragazzo pensava che fosse solo una delle sue fantasie ad occhi aperti. Ma quando si pizzicava sul braccio, niente cambiava: era ancora nell'appartamento del suo capo, proprio l'uomo che dormiva accanto a lui, avvolto nelle lenzuola di seta bianche, madide del loro sudore. E non solo.
Il cuore di Mike impazziva ogni volta che il pensiero tornava a quello che era successo, a come Harvey fosse stato dolce e delicato, quasi avesse paura di romperlo. Non gli aveva dato neanche il tempo di parlare, una volta entrati in casa: lo aveva preso per le spalle e se lo era tirato contro, dandogli un bacio tale da togliergli il fiato. Ricordava come lo avesse portato in camera da letto, tenendolo per mano, e come lo avesse spogliato con calma, riponendo i vestiti - “Questi completi costano, bimbo!” - sulla sedia accanto al letto.
Mike scalpitava ma quella notte Harvey gli aveva insegnato la pazienza, l'attesa che aumentava il piacere. Lo aveva leccato e baciato, senza lasciare neanche un pezzo di carne libero dalla sua lingua e dalle sue labbra. Aveva succhiato il suo sesso duro, sconvolgendo un eccitato Mike che mai si sarebbe aspettato di trovarsi il suo capo chino tra le sue gambe, intento a dargli piacere. Poi lo aveva preparato con cura, inserendo le dita coperte di lubrificante dentro di lui: una, due, tre... Quando il ragazzo aveva cominciato ad implorarlo, Harvey si era staccato e aveva preso un preservativo dal comodino. Mike aveva assistito a quell'ultimo preparativo con il fiato corto e gli occhi accesi dal desiderio; aveva catturato le labbra dell'avvocato per un altro bacio mentre lento l'uomo entrava in lui, facendolo urlare di piacere.
Il corpo di Harvey era bellissimo, perfetto; Mike fissava incantato i movimenti dei muscoli mentre si spingeva in lui, desiderando di avere uno specchio sul soffitto per poter ammirare anche le natiche dell'uomo. Si limitò a stringerle a piene mani, chiedendogli di più, ancora di più. Ed Harvey obbediva, senza recriminare, senza opporsi.
Mike amava i sospiri di piacere che uscivano dalle sue labbra mentre lo stava scopando, con i suoi occhi socchiusi e i capelli che finalmente si staccavano da quella pettinatura ordinata e si attaccavano sudati alla fronte.
Quando il ragazzo era vicino al limite, Harvey prese il suo sesso nella mano, senza che l'altro gli chiedesse niente, e lo portò all'orgasmo che culminò in un grido rubato dalla bocca dell'avvocato sulla sua. Ansimante Mike accolse l'orgasmo del suo uomo che si abbandonò poi di fianco a lui, il tempo di riprendere fiato. Lo seguì con lo sguardo mentre si alzava e andava in bagno a sistemarsi e sorrise quando tornò da lui con un panno pulito che usò per ripulirlo, prima di dargli un bacio sul naso.
“Dormi adesso” furono le uniche parole che disse dopo l'amplesso. Mike avrebbe voluto altro, una frase romantica o anche un abbraccio, ma quello era Harvey Specter e sapeva di non doversi aspettare molto di più la prima volta. Quello che era successo era già abbastanza.
Avrebbe voluto aspettare che si svegliasse per fare colazione insieme, però il ragazzo doveva tornare a casa a cambiarsi e a prendere alcuni documenti da portare in ufficio, così si alzò e si rivestì, sempre guardando incantato Harvey addormentato. Lasciò una breve nota accanto a lui sul letto - molto anonima, tipo “Ci vediamo tra poco a lavoro” - e si chinò su di lui per baciarlo sulle labbra.
“Ti amo” mormorò, prima di correre via.
La porta d'ingresso si chiuse e Harvey Specter aprì gli occhi.

Ti amo...
Strane parole che Harvey non ricordava se aveva mai pronunciato. Forse da giovane, quando andava al liceo, sicuramente non in anni recenti.
Ti amo...
Due parole che gli riempivano la bocca ma che per lui volevano dire poco. Riteneva che venissero pronunciate con troppa facilità, da chiunque. Si diceva “Ti amo” e sembrava che allora tutto fosse dovuto. Ma lui che voleva solo una scopata ogni tanto con qualche donna affascinante si era ben guardato dal dirle. Concedeva raramente seconde volte e solo per persone che valevano veramente la pena, e mai aveva concesso loro più di un mese. Forse due.
Il fatto era che Harvey si stancava facilmente, specialmente quando l'altra persona cominciava ad assillarlo con frasi tipo “Ma che casa grande per viverci da solo” o “Che ne dici di andare a pranzo dai miei” o “Ti amo”. Appunto.
Lui non voleva dare l'esclusiva di se stesso a nessuno, neanche a Mike. Certo, era stato bellissimo, anzi di più. Il corpo di quel ragazzo era eccitante e il calore che aveva sentito una volta entrato in lui lo aveva estasiato. Aveva adorato il modo in cui lo guardava mentre lo stava scopando, con le guance imporporate e la bocca semiaperta, ansimante, e gli occhi da cerbiatto che non si allontanavo dai suoi.
Bello, magari da farlo ancora qualche volta, sì... e poi? Cosa li aspettava? La convivenza? Il matrimonio? La foto di loro due sulla scrivania?
“Non siamo scemi” borbottò al nulla mentre si alzava dal letto.
Avrebbe dovuto pensarci prima, invece di dar retta ai suoi ormoni. Ora si era cacciato davvero in un bel casino... e non vedeva una via d'uscita.

I due uomini che si presentarono davanti a Donna qualche ora dopo erano l'antitesi l'uno dell'altro. Il sorrisone di Mike le aveva scaldato il cuore e il muso di Harvey glielo aveva raffreddato: qualsiasi cosa fosse successa, i due l'avevano vissuta in maniera diversa.
Mike entrò nello studio di Harvey canticchiando e si chiuse la porta alle spalle.
“Ciao...” mormorò con le guance rosse per l'emozione. “Come... come stai? Scusa se sono andato via di corsa ma dovevo tornare a casa in fretta e...”
“Mike, piano per favore.” Harvey posò il dossier che aveva in mano e che stava fingendo di leggere dall'inizio e prese un profondo respiro, guardando Mike negli occhi. Aveva combinato un vero, enorme casino. “Senti, per quanto riguarda stanotte... è stato bellissimo, davvero, e non lo negherò mai. Ma vorrei... andare con calma. Sai, per me è la prima volta con un uomo, con uno cioè che conosco. Degli altri sapevo a malapena il nome.”
Mentre ascoltava Harvey, il sorriso di Mike tremò sulle sue labbra, ma il ragazzo non sembrava crollare. Era talmente felice, talmente ottimista che leggeva tutto ciò che l'altro gli diceva in una sola maniera: stavano insieme!
“Oh, ti capisco e non voglio farti fretta” rispose il ragazzo, chinandosi in avanti per baciarlo sul naso come lui aveva fatto la sera prima. “Io ti aspetterò, non ho intenzione di scappare.” E facendo l'occhiolino se ne andò, correndo fuori e abbracciando stretta Donna che per poco non lasciò andare il caffè di Harvey.
L'avvocato si abbandonò sulla sua sedia e si passò le mani sul viso stanco. Era nella merda fino al collo: non poteva lasciare Mike drasticamente perché ne avrebbe compromesso il lavoro e non poteva stare con lui perché non era pronto ad impegnarsi.
“Sei uno stupido...” mormorò, posando la fronte sulla scrivania, sconfitto.

Harvey e Mike si videro poco quel giorno e il ragazzo ne soffrì un po', ma adesso aveva quei bellissimi ricordi a riempirgli il cuore. La sera se ne uscì alla sua solita ora, lanciando un'occhiata ad Harvey chiuso in ufficio con una cliente. Sospirò dispiaciuto per non poterlo salutare e se ne andò, recuperando la bicicletta. Per fortuna la neve si era sciolta e non aveva bisogno di altri aiuti, che avrebbe accettato volentieri se fossero arrivati da Harvey.
Cominciò a pedalare, godendosi l'aria fredda che gli arrivava in faccia e che lo teneva sveglio e scattante. E forse fu proprio questo ad aprirgli gli occhi; il suo cervello si fece largo tra le nuvole rosa dell'amore e gli parlò chiaramente: Harvey non vuole stare con te.
Mike frenò all'improvviso, rischiando di andare a sbattere contro un lampione. “No...” mormorò mentre sentiva chiaramente la rottura del suo cuore in piccoli pezzi.
No... e invece era chiaro come il sole, solo che lui non voleva vedere. Da quando si erano rivisti, Harvey era distante miglia e miglia: non lo guardava quasi e, quando succedeva, subito distoglieva lo sguardo. Gli aveva parlato a monosillabi, lo aveva sommerso di lavoro per non averlo tra i piedi... e tutto questo neanche ventiquattr'ore dopo aver fatto sesso.
Vorrei... andare con calma.
Cosa voleva dire? Vedersi qualche volta o non vedersi per niente?
È stato bellissimo, davvero, e non lo negherò mai.
E perché Harvey avrebbe dovuto negarlo?
“No...” sussurrò ancora al vento, prima di voltare la bicicletta e tornare indietro alla velocità della luce. Doveva parlare con lui, doveva sapere.
Lo studio era vuoto quando arrivò e per un attimo pensò che Harvey poteva essere tornato a casa, poi notò che la luce nel suo studio era ancora accesa e si avvicinò.

La sfortuna di avere le pareti fatte di vetro era che si vedeva tutto senza bisogno di aprire porte: niente privacy, anche se speri sempre di averne quando tutti sono andati a casa.
E al momento tutti erano andati a casa, anche Donna. Anche Mike.
Quella donna era una sua vecchia amica che lui aveva difeso in un caso di truffa e già all'epoca avevano deciso che un po' di sano sesso rendeva vivo ogni rapporto, bastava che non entrasse di mezzo l'amore. La donna ideale per Harvey.
Così, quando le luci si erano spente, lei si era avvicinata e si era strusciata contro di lui, coinvolgendolo in un rapporto animalesco e appassionato sulla scrivania.
Non aveva nulla a che vedere con quello che era successo con Mike, proprio per questo Harvey ci si buttò anima e corpo. Voleva dimenticare, dire che andava tutto bene, che la sua vita non era cambiata. Che un ragazzo dagli occhi blu e dal sorriso dolce non lo aveva cambiato. Che Harvey Specter era ancora sulla piazza.
Si era avventato su di lei, strappandole la camicetta e chinandosi a succhiare i seni generosi mentre lei gemeva e allargava le gambe per avvolgerlo tra esse. Aveva già aperto la cintura, quando la cliente lanciò un gridolino spaventato. “Harvey, qualcuno ci sta guardando!”
Un brivido percorse la schiena dell'avvocato e, prima ancora di alzare lo sguardo, seppe quello che avrebbe visto: due occhi blu lucidi di dolore.

Neanche ventiquattr'ore. Neanche un giorno aveva lasciato passare prima di tradirlo.
Tradirlo... no, non era il verbo giusto. Si tradisce qualcuno cui si è fatta qualche promessa... e a lui Harvey non aveva promesso niente, neanche l'amore.
Era stato Mike a fare due più due, a pensare che ad una cosa per forza ne seguisse un'altra.
Sentì il grido della donna e incontrò gli occhi scuri di Harvey. Se non lo avesse conosciuto bene - e, ahimé, a quel punto lo conosceva troppo bene - avrebbe pensato che ci fosse la colpa dipinta in essi. Ma Harvey Specter non si sentiva mai in colpa.
Voltò le spalle a quella scena e corse via, fino all'ascensore. Che però non era al piano.
Si attaccò al bottone e premette con tutte le sue forze, mentre i passi nel corridoio si facevano sempre più vicini. “Dai, cazzo, dai!” sibilò, ma già la mano di Harvey si chiudeva sulla sua spalla.
“Mike...”
“Lasciami stare!” esclamò Mike, scostandosi per fuggire a quel contatto.
Harvey tolse la mano e rimase fermo dove era. “Scusami se non sono stato onesto con te. Io non voglio una storia seria, io voglio essere libero.”
“Me ne sono accorto” mormorò il ragazzo, senza guardarlo. Non doveva piangere, non doveva farsi vedere così disperato.
“Non dovevi saperlo così, avrei dovuto dirtelo io. Mike... è stato bellissimo, davvero, ma non si deve ripetere più. Non sono l'uomo giusto per te.”
Mike sospirò e annuì, mentre finalmente le porte si aprivano. Entrò dentro e si voltò a guardare il suo capo che lo fissava con ansia.
“E ora?” chiese.
Il ragazzo alzò le spalle e sospirò. “Niente, andiamo avanti per la nostra strada. Come se nulla fosse successo” mormorò a bassa voce, premendo il pulsante del piano terra.
Harvey non ci credeva e Mike meno ancora che si lui. Quando fu finalmente solo, si abbandonò contro la parete e scivolò a terra, cominciando a piangere.
Stupido stupido stupido...

Continua...

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