Titolo: Un amico
Autore:
pojypojyFandom: Lost
Personaggio/Coppia: Claire/MiB
Rating: PG13
Conteggio Parole: ~1500
Avvertenze: spoiler fino alla 6x10
Note: scritta per il
F3U.C.K.S. Fest di
fanfic_italia, prima fase: set Delta di
1fraseRiassunto:
Un possibile racconto della vita di Claire sull'isola, da quando è sparita nella giungla durante la quarta stagione al ritorno degli O6.
It is safe to sleep alone
In a place no one knows
And to seek life under stones
In a place water flows.
It is best to find in sleep
The missing pieces that you lost
Best that you refuse to weep
Ash to ash, dust to dust.
Marianne Faithfull - Sleep
(Storia) Nel futuro, quando questi giorni saranno diventati remoti come il materiale di cui sono fatte le leggende, Claire sa che qualche madre racconterà la sua storia alla propria figlia: ecco cosa succede alle bambine che si perdono nei boschi.
(Apparizione) Non aveva mai pensato a quanto le potesse mancare suo padre - l'aveva visto troppo poco - ma quando Christian Shephard le appare alla luce del falò, cullando Aaron come un nonno amorevole, Claire capisce quanto a fondo arrivi la sua nostalgia.
(Nostalgia) (Nostalgia, ovvero: il dolore di una vecchia ferita.)
(Passi) Seguire i passi di Christian, allora, più che una scelta cosciente è un impulso istintivo, e Claire si addentra nella giungla di fianco a lui, ansiosa di non stare indietro, di non perdersi neanche un momento con suo padre.
(Stirpe) Gli chiede dov'è Aaron, e lui dice: sarà al sicuro, perché è l'ultimo della nostra stirpe.
(Lanterna) Da dove venga la lanterna con cui Christian sta illuminando il loro cammino in mezzo alla giungla, Claire non lo sa e non lo vuole sapere, perché crede che se ci pensa troppo si sveglierà da questo sogno; e non vuole, non ancora, anche se il buio attorno a lei è il più scuro che abbia mai visto.
(Giardino) Nella capanna, Christian le dice: questa è la nostra casa, e l'isola il nostro giardino.
(Volto) Ma quando la lunga notte finisce, Claire lo vede, vede il suo vero volto; non sa come abbia fatto, è stato come ricordare improvvisamente qualcosa di lontanissimo e rimosso.
(Spirito) Sei uno spirito, dice lei; no, sono solo un amico, le risponde l'uomo in nero.
(Sfrontatezza) Lei gli chiede dov'è Aaron con una sfrontatezza che subito dopo le sembra inopportuna, perché c'è qualcosa in lui che incute rispetto, o timore, o forse entrambi.
(Pensiero) Lui sembra leggerle nel pensiero, perché le dice: non preoccuparti, la tua è una domanda legittima, e mi dispiace doverti dare questa brutta notizia -
(Calore) Il calore delle lacrime le brucia le guance, nella luce fredda dell'alba, e quando riapre gli occhi, non ci sono più né l'uomo, né la capanna.
(Terra) Solo l'immota indifferenza della terra che continua a vivere sotto i suoi piedi.
(Tempo) Claire non sa quanto tempo passi prima che lei si rialzi da quel punto in mezzo alle foglie; di sicuro le passano addosso i giorni, e a lei sembrano stagioni, e non le importa anche se il naso le sanguina e la testa le duole e il cielo sembra aprirsi sopra di lei.
(Crepuscolo) Alla fine, è il crepuscolo quando l'uomo in nero torna da lei, trovandola senza lacrime e con la bocca sporca di terra.
(Tocco) La tocca leggermente, le dice: non ha senso che tu ti lasci morire, Aaron ha bisogno di te viva, e anch'io ho bisogno di te, perché sei la mia unica amica.
(Labbra) Claire sente una borraccia piena d'acqua fresca appoggiarsi sulle sue labbra, e beve avidamente, per un riflesso animale, per il barlume di speranza che l'uomo senza nome è riuscito ad instillarle.
(Ritorno) Lei apre gli occhi cisposi e lo fissa, febbricitante: allora se sei mio amico mi aiuterai a tornare da Aaron?
(Fautore) Gli occhi azzurri dell'uomo la guardano benevoli quando le dice: purtroppo è una cosa che devi fare da sola, ma aiuterò come posso la tua ricerca.
(Languore) La debolezza di Claire diventa languore, e appoggia la fronte alla spalla dell'uomo, che le accarezza la schiena in piccoli cerchi, come un padre o un amante, e le dice che andrà tutto bene e deve fidarsi di lui, sempre.
(Erba) Poi è di nuovo sola nell'erba, ma quando si rialza la paura è scomparsa, sostituita da una cupa determinazione.
(Canto) Per giorni, settimane, l'unico suono che sente è il canto dei rari uccelli che abitano l'isola; si disabitua alle parole a tal punto che a volte le sembra che chiamino il suo nome.
(Silenzi) Ma soprattutto, la giungla offre lunghissimi silenzi, in cui le voci nella mente di Claire si fanno più forti; le grida dei suoi ricordi.
(Giovinezza) (Ed è difficile certe volte non pensare che la sua giovinezza sia finita per sempre nel momento in cui ha messo piede su quell'aereo; e allo stesso tempo, che non finirà mai, perché più passano i mesi, più si sente di parlare e pensare come una bambina.)
(Preda) I fucili della Rousseau funzionano bene, ed è contenta di averli trovati, perché finalmente può cacciare il cinghiale che periodicamente le devasta l'accampamento; scuoia la sua preda senza che nessuno le abbia insegnato come fare, e si domanda che fine abbia fatto il suo amico.
(Orgoglio) Appare quando il cinghiale è già fatto a pezzi e messo ad arrostire sul falò; Claire non può fare a meno di provare una punta d'orgoglio quando lui si complimenta per la buona caccia.
(Vino) "Non so se normalmente bevi; ho portato una bottiglia", dice l'uomo in nero, tirando fuori un fiasco di vino che, nella notte, è scuro quasi quanto il cielo, se non fosse che quando il fuoco vi si riflette assume il colore del sangue.
(Nettare) "E' buono", dice Claire assaggiandone un sorso; il nettare degli dei, precisa lui.
(Rossore) Un'altra sorsata e le fiamme del falò le arrossano le guance e la scaldano dentro - non è mai freddo sull'isola, ma Claire si rende conto che per lei è come se lo fosse, e lancia uno sguardo di sottecchi al suo amico, chiedendosi se conti di più avere il fuoco o avere vicino lui.
(Eros) Malgrado tutto - malgrado la vita spartana che fa, il pensiero di Aaron, l'ossessione per gli Altri che lo nascondono chissà dove in questo purgatorio - Claire, sazia di carne, sente un tipo di fame che credeva di essersi lasciata alle spalle.
(Inebriare) Inebriata dall'alcol, trova il coraggio di posare la sua mano su quella dell'amico, gli dice: resta qui, oggi.
(Dita) Lui volta la mano a palmo in su in modo da poter chiudere le dita sulle sue, stringendo piano.
(Legame)"Non occorre che tu lo faccia per trattenermi qui", le dice, "noi due abbiamo un legame, e non voglio che tu faccia niente che non desideri."
(Confine) Claire esita giusto un po', ma poi varca quel confine, bacia l'uomo di cui non sa il nome ma che la fa sentire a casa.
(Favorito) Dopo la prima volta, l'amico appare più spesso, e anche se talvolta si fa vedere solo per pochi minuti, quello è di certo il momento della giornata che Claire preferisce.
(Incisione) Le piace meno quando rimane sola per lunghe giornate, ora; allora incide il nome di Aaron sulla culla che gli ha preparato, per passare il tempo e per provare a ricordarne il viso.
(Candore) Accudisce il suo bambolotto di ossa e stracci con assoluto candore, e quelle sono le volte in cui l'uomo in nero si limita a guardarla da un tronco su cui siede poco più in là, con un sorriso enigmatico sul volto abbronzato.
(Orme) Claire è sola quando trova le orme di uno degli Altri, non riesce a credere alla sua fortuna, e corre indietro a prendere il fucile con entusiasmo febbrile.
(Furore) Quando lo trova, fermo a riempire la borraccia, lo tiene sotto tiro urlandogli di dirle subito dov'è il suo bambino, ma al terzo diniego il suo furore ha la meglio e Claire preme il grilletto; dopo, non prova nulla se non un vaghissimo malessere, perché se lo meritava, sì.
(Vittoria) Solo dopo, mentre dorme sola, si rende conto che è una vittoria di Pirro, che gli Altri non la perdoneranno per aver ucciso uno dei loro.
(Guerra) "Hai cominciato una guerra", le dice il suo amico il mattino dopo, dal suo posto vicino al focolare spento.
(Rito) Lei compie gesti meccanici, quasi rituali: lucida il fucile, affila l'accetta, toglie le foglie morte che si accumulano sempre nella culla di Aaron (non pensa mai a lavarsi, in fondo all'uomo in nero non sembra importare).
(Sentore) Un giorno, Claire ha l'improvviso sentore che le cose stiano per cambiare, forse perché il suo amico manca da troppo tempo, e la giungla si è fatta quieta, come se trattenesse il respiro.
(Sembianze) Per l'ultima volta, il cielo diventa bianco, e dopo poco il suo amico arriva; lei lo riconosce subito, anche se ha le sembianze di John Locke.
(Movenze) (in fondo, Locke era stato il suo primo amico sull'isola, quello che l'aveva aiutata a costruire la prima culla per il primo Aaron; e dunque non le dispiace che l'uomo in nero ora ne abbia ereditato il volto, il nome, le movenze)
(Possesso) "Presto potrai riprendere possesso di ciò che è tuo", la rassicura lui, baciandole i capelli luridi, "molto, molto presto."
(Mortale) Claire gli chiede perché abbia preso la forma di Locke, e lui le risponde: perché Locke era mortale, e per lei ha senso, e chiude gli occhi.
(Tradimento) (è difficile non pensare di essere stata tradita, quando Kate le dice di avere lei Aaron; vorrebbe pensare che sia lei a mentire, per non dover accettare che la sua vecchia amica sia una ladra, e soprattutto che lui sia un bugiardo, perché non le ha mai mentito, mai)
(Fato) "Ma certo che puoi stare qui con me; è il fato che ci ha fatto incontrare su questa maledetta isola, io, te e John Locke."
(Ferita) (alla fine, c'è solo il buio - il buio, e il dolore di una vecchia ferita.)