Titolo: A warm place
Autore:
pojypojyFandom: Neon Genesis Evangelion
Personaggio/Coppia: Gendo/Rei
Rating: R++
Conteggio Parole: ~2300
Avvertenze: Differenza d'età non trascurabile, evitate se l'idea di un pairing adulto/adolescente vi fa ribrezzo, e siate orgogliosi di avere una salute mentale che io non ho! Ah, ovviamente spoiler per un po' tutto Evangelion, direi, anche se l'ho scritta più che altro sulla scorta di Death & Rebirth e The end of Evangelion. Comunque è una fic assolutamente malata.
Note: prompt Neon Genesis Evangelion, Gendo/Rei, come una bambola per il
p0rn fest di
fanfic_italia. Prompt che avevo proposto io, quindi me la canto e me la suono da sola, mantenendo la tradizione di usare questo fest per dare il peggio di me o__O;;
Ah, il titolo è tratto da
A warm place dei Nine Inch Nails. Ascolatela?
Gendo Ikari è abituato all'idea di non farsi amare. E' più comodo. E' più pulito. Sarebbe bello dire che le cose stanno così solo da quando Yui è morta, ma la verità è che Yui era stata l'eccezione, non la regola. L'unica che avesse allungato la sua mano fino a oltrepassare la barriera invisibile che divide gli uomini gli uni dagli altri, e che per Gendo Ikari è spessa e dura come una calcificazione vecchia di anni.
Per questo non era destinato a durare. Gendo ha pianto le sue lacrime e se ne è fatto una ragione.
Ha pensato di farsene una ragione.
***
L'aspetto di Rei è incidentale ed inevitabile. Solo i geni di Yui avrebbero potuto garantire il successo dell'esperimento, e non avendo conosciuto sua moglie prima dei vent'anni, Gendo riesce a guardare con relativa obiettività la bambina con gli occhi rossi. Come gli EVA stessi, è un essere vivente, ma anche un involucro vuoto in attesa di essere riempito da una coscienza razionale, da un'anima in grado di sentire. Una bambola parlante.
"Sei davvero in grado di prendertene cura tu?" chiede Fuyutsuki.
"Non richiede molta attenzione", risponde Gendo.
***
Il figlio di Gendo viene mandato a casa del padre per un'estate. In realtà rimane lì solo una decina di giorni. Gendo passa tutto il suo tempo al quartier generale dove Shinji non è autorizzato ad entrare, o almeno così gli dicono. Il First Children vive in una stanza che odora d'ospedale, e ogni tanto Gendo se la porta dietro, e le mostra le altre bambine uguali a lei che fluttuano nel brodo primordiale.
"Così non potrai mai farti male."
***
"Passi più tempo con quella bambina che con me."
"Sarà il nostro primo pilota. E' giusto che sappia cosa succede qui."
"Balle. Lo fai solo perché è uguale a Yui."
"Sei patetica."
Parlano davanti a Rei come se lei non ci fosse; Rei ascolta e non sbatte le palpebre nemmeno una volta.
***
Non era destinato a durare.
***
"Gendo" dice cautamente Ritsuko rivestendosi "credi che sia davvero il caso che Rei continui a vivere qui? La stiamo mandando a scuola e tutto, ma non svilupperà mai una personalità se continua a vivere in un laboratorio."
"Stai suggerendo che dovrei portarmela a casa?"
"No" risponde Ritsuko forse troppo prontamente "affidarla ad una famiglia, magari. Forse anche qui all'interno del progetto. Sumiyoshi ha una figlia della stessa età..."
"Non è una nostra priorità. Rei deve solo -"
"Pilotare l'EVA, lo so" conclude Ritsuko cupamente. Gendo non si volta a guardarla quando se ne va.
***
Gendo entra nella stanza di Ayanami per la prima volta dopo un po'. Forse è mancato per mesi. Le cose sono cambiate; in una maniera normalissima, prevedibile, ma che tuttavia lo coglie di sorpresa. Sono fatti di cui non è esperto.
Rei è cresciuta. Rei non è più una bambina. Rei è davvero uguale a Yui, se non fosse per quei capelli innaturali e quello sguardo a cui tutti hanno fatto fatica ad abituarsi. I compagni di classe la evitano perché ne hanno un po' paura. Sono cose gli dice Fuyutsuki, che riesce anche a trovare il tempo di interessarsi alle persone. E' un talento che a Gendo manca, per questo è lui il capo dell'operazione e non il suo vecchio mentore.
E' la stanza spoglia di qualcuno che non ha interessi, non ha pensieri. Non c'è niente che sia lì perché piace a Rei, solo lo stretto necessario. Gendo, suo malgrado, prova quasi ammirazione. Vorrebbe essere così.
"Comandante Ikari", dice la voce debole, monocorde, alle sue spalle. La voce di Yui era uguale ed opposta, piena di accenti e sfumature.
"Ah, Rei. Sono venuto a controllare che fosse tutto a posto."
Rei inclina leggermente la testa di lato, e poi viene avanti per appoggiare la cartella su di un tavolino. Ci sono macchie di sudore appena visibili all'altezza delle ascelle, sulla sua uniforme scolastica.
"Abbiamo motivo di credere che sarà necessario entrare in azione a breve. Due, tre mesi al massimo. Contiamo di farti lavorare con altri Children."
Rei annuisce. Il suo volto è una maschera del teatro Nō.
"Come ti trovi a scuola? Comunichi coi tuoi compagni? Ritieni di riuscire a collaborare con dei tuoi pari?"
"Se mi dite come fare, lo farò."
Gendo si sistema gli occhiali. Se fosse più portato all'umorismo, riderebbe dell'ironia della richiesta. Lei gli sta chiedendo di insegnarle a rapportarsi.
"Rei. Ci domandavamo se fosse il caso di farti avere più esperienza del mondo esterno. Per esempio potresti andare a vivere in una vera casa, invece che stare in questa cella. Con una famiglia o un tutore."
L'ombra di qualcosa passa nello sguardo della ragazza. "E' lei il mio tutore?" Quella che era cominciata come un'affermazione finisce come una domanda, e qualcosa dentro Gendo si torce, inatteso.
"Sono il tuo superiore."
"Ho capito."
Rei lo oltrepassa per fare il giro del letto e comincia a spogliarsi per la doccia. Non è la prima volta che Gendo la vede nuda; l'ha sempre guardata, o creduto di guardare, con occhio clinico, e non si è mai preoccupato del fatto che sia cresciuta all'oscuro delle più normali regole del vivere sociale, come il senso del pudore. O dell'ordine. Rei lascia cadere i vestiti con la più assoluta indifferenza.
Gendo ora la guarda perché non riesce a trovare un motivo per non farlo. I seni di Yui si erano appesantiti con la gravidanza, ma quando l'aveva conosciuta erano così, piccoli e sodi, da coprire con una mano.
Rei Ayanami è completamente nuda, in piedi di fianco al letto, senza tradire alcuna emozione. La scena sembra uscita dal volantino pubblicitario di un albergo a ore di Bangkok.
"Ayanami, in futuro non spogliarti davanti ad altre persone. E' ritenuto inappropriato."
"Sì", dice Rei, e dopo una pausa soggiunge, senza la minima inflessione: "Vuol dire che posso spogliarmi davanti a lei?"
"Sì", risponde Gendo, senza pensarci, un attimo in anticipo sulla propria razionalità.
"Vado a lavarmi", annuncia Rei, come se fosse tutto assolutamente normale, come se avessero discusso del tempo.
***
Ritsuko avverte il lieve cambiamento, come una vibrazione nell'aria, quando sta con Gendo quella notte. La fotte da dietro, forte. Non che non sia mai successo, ma.
Ma.
***
Rei Ayanami è uguale a Yui e fa tutto quello che Gendo dice.
La logica è stringente.
Gendo lascia che le cose accadano. Lascia che gli altri a poco a poco svuotino il quartier generale. Lascia che il lavoro si ammucchi sulla sua scrivania e che sia necessario restare a fare gli straordinari. Lascia che Ritsuko vada a bere qualcosa con Katsuragi. Lascia che ci siano silenzio, e solitudine, e nessuno da incolpare se non se stesso.
"Ayanami. Rei", dice alla sua porta.
"E' venuto a vedermi."
"Sì." Gendo si chiude la porta alle spalle e non c'è altra luce se non quella, debole, sul comodino di Rei. La ragazza è seduta sul letto, che lo guarda in attesa di ordini.
"Mi hai chiesto se potevi continuare a spogliarti davanti a me."
"Ha detto di sì."
"Bene. Voglio che tu lo faccia adesso."
Rei obbedisce. Sbottona la camicia da notte con asettica precisione, e Gendo sente il proprio sesso inturgidirsi. Stavolta è diverso. Si siede sul bordo del letto, sforzandosi di non tremare. E' come se fosse entrato in una stanza chiusa da anni, al punto di non saper più riconoscerla come casa sua.
"Vieni qui, Rei. Siediti sulle mie ginocchia."
Quando Rei esegue l'ordine, Gendo si prende un momento per guardarla da vicino: non c'è nemmeno un accenno di acne giovanile sulla sua pelle (liscia, tiepida), eppure sotto all'odore di disinfettante gli pare di sentire qualcosa di più acre, terreno. Il volto immobile di Rei non ha nulla della dolcezza di quello di Yui, eppure è identico, praticamente un plagio. Gendo non sa decidere cosa vuole vedere, se la donna o la bambola.
La bacia. Lei sembra avere qualche nozione della cosa, o le manca semplicemente il fiato, perché apre le labbra quasi subito; ma rimane immobile quando la lingua di Gendo si infila nella sua bocca. L'uomo dopo poco smette, e dice, con una certa durezza:
"Non funziona così. Devi fare quello che faccio io." Di nuovo, si chiede Gendo, Rei non sa come fare perché è un manichino privo di emozioni umane o perché è solo una ragazzina cresciuta all'oscuro di tutto? Stavolta è facile scegliere l'opzione che gli permette di andare avanti senza odiarsi troppo, e Rei, sempre efficiente, risponde al bacio, mimando il suo stesso desiderio.
"Sì" dice Gendo contro le sue labbra. "Sì, così, Yui", soggiunge, piano. Rei non sembra rilevare l'errore, si limita a baciarlo ancora, l'ultimo trucco imparato, l'ultima abilità acquisita. Gendo si chiede se abbia connesso ciò che fa con la pressione insistente contro la sua coscia. Comincia a toccarla, e non si stupisce di trovarla ancora asciutta. Freddamente, tenta di ricordare se sia sottoposta ad esami ginecologici, e se sia plausibile, nel caso ci fossero delle domande, dare la colpa a qualche compagno di classe troppo intraprendente.
La solleva tra le braccia (Yui non era molto più pesante; è pronto a scommettere che presto Ayanami smetterà di crescere di statura) e la fa ridistendere sul letto. Avrebbe potuto chiederle di spogliarlo, di toccarlo; ma avrebbe dovuto guidarla passo passo, e scopre di non aver voglia di sentire la telecronaca della propria stessa debolezza. Deve finire, deve togliersi il pensiero; le mette le mani sulle ginocchia e le allarga le gambe. Docilmente, Rei lo fa. Reagisce solo con una piccola smorfia quando lui le entra dentro, e poi rimane con la stessa espressione distante, immota, mentre Gendo, ancora completamente vestito, fa quello che deve fare, mormorando il nome di Yui, guardando Rei senza riuscire a vederla veramente.
***
Quando torna a casa, Gendo Ikari giura a se stesso che non lo farà mai più, che è sbagliato a tutti i livelli, e che non è quella la funzione del First Children. Eppure quando rivede Rei il giorno dopo al lavoro, sa che tornerà da lei. La troverà già nuda.
E così la notte dopo.
E quella dopo ancora.
C'è un luccichio nuovo negli occhi di Rei quando lo vede. Gendo si domanda se se ne accorga solo lui. Se sia possibile percepire un barlume di felicità nell'animo spento del First Children.
***
Le viene dentro. Yui, anche prima di smettere la pillola, preferiva sempre che lo facesse. Così ti porto dentro di me ancora per un po', diceva con un sorriso che fingeva di essere candido.
Non è possibile che Ayanami pensi una cosa del genere. Non ha il bagaglio psicologico ed emozionale per riuscirci. Eppure gli stringe le cosce attorno ai fianchi senza che lui gliel'abbia mai chiesto. Preme il viso contro il suo petto come se volesse sentire il suo cuore battere.
Lui le prende il volto tra le mani, costringendola a guardarlo, costringendosi a guardarla. C'è un acceso rossore sulle guance della ragazza, goccioline di sudore le appiccicano i capelli sulla fronte. Gendo sente il sesso di Rei contrarsi e pulsare, una reazione inattesa, tardiva, che gli strappa un gemito e spreme le ultime gocce fuori da lui.
Rei dischiude la bocca, in un ansito impercettibile in cui a Gendo sembra di udire il proprio nome. Ha gli occhi lucidi di una cosa viva.
Gendo esce subito da lei. Affannosamente, cerca i vestiti - avrebbe dovuto accorgersene, nel momento in cui ha cominciato a far cadere una barriera banale come quella degli indumenti, che questo non avrebbe portato a nulla di buono. No, avrebbe dovuto saperlo fin dall'inizio.
Guarda con la coda dell'occhio Rei, ancora nuda e scomposta sopra alle coperte, che lo segue con lo sguardo.
"Ho freddo", dice, pianissimo.
"Copriti", risponde Gendo a denti stretti. Le bambole non hanno freddo. Le bambole non hanno bisogno di avere accanto nessuno. Quando si volta di nuovo verso di lei, la ragazza è sotto alle lenzuola, che fissa il soffitto. Come un cadavere in un obitorio.
"Rei" dice Gendo facendo un unico passo verso di lei "quello che abbiamo fatto non è giusto. Non permettermi mai più di farlo. Questo è un ordine definitivo."
La vede muovere solo gli occhi, un accenno di confusione che le smuove i lineamenti. Sono sempre stati lì, questi cambiamenti impercettibili sotto alla sua superficie immobile? O è tutto venuto dopo? Se non fosse un'esagerazione, crederebbe che lei voglia protestare.
"Ho capito", dice. Gendo annuisce.
"Sì, Rei." E poi: "Scusami. Scusami, Yui."
***
"Ho pensato che mandare Ayanami a vivere fuori potrebbe essere un buon compromesso", dice Gendo senza alzare gli occhi dal computer. "Per aiutarla a sviluppare una sua autonomia ma senza eccessivi stimoli esterni. La scuola è già più che sufficiente per quello."
"Sapevo che prima o dopo avresti capito. Non è appropriato che una ragazza della sua età, anche nelle sue condizioni, resti qui tutto il tempo."
"Mmmh."
"Lo so che ti ricorda Yui, io per primo vedo la somiglianza. Ma non è lei."
"Lo so benissimo", dice Gendo, inamovibile. Dentro di sè è sicuro che Fuyutsuki abbia capito, ma non lascia trapelare nulla. E' inutile rovinarsi per qualcosa che è già finito. Che non era destinato a durare. In ogni caso, il Third Impact è alle porte. Deve solo portare pazienza e ritroverà Yui per non lasciarla mai più.
***
Nel suo appartamento vuoto, circondato solo dai rumori dei cantieri, Rei Ayanami è stesa nuda sul letto, guardando in alto davanti a sé, vedendo qualcosa che non è lì. Si copre il ventre con le mani, e a osservarla da vicino si potrebbe quasi scorgere un sorriso.