Titolo: And Everybody's Got The Same Story
Autrice: Vany (
vedova_nera)
Beta:
cialy_girlFandom: Harry Potter
Personaggi: James Potter, Lily Evans, Severus Snape.
Pairing: James/Lily (accenni Severus/Lily)
Rating: PG
Conteggio Parole: 402 (W)
Disclaimer: I personaggi appartengono a J.K. Rowling, e a coloro che ne hanno acquistato i diritti. Io non traggo vantaggi dall'uso di essi e non li reclamo come miei.
Note: • Ambientata durante il settimo e ultimo anno di Hogwarts di Lily.
• Il titolo è random e non c’entra nulla perché non riuscivo a trovare uno che fosse sia decente che calzante, però viene da Ladies and Gentleman degli Hot Hot Heat, che è la canzone di James e Lily, punto.
• E sì, è per il Vanda Project, quindi la fic è per Linda che se l’è beccata in anteprima settimane fa, anche se poi non l’ho postata perché non avevo il titolo. Temo sia vecchia di quasi due mesi. \o/
Postata originariamente
qui.
And Everybody's Got The Same Story
Scendi le scale di corsa.
Percorri alla stessa velocità il corridoio e oltrepassi la pesante porta d’ingresso, non curante delle grida di Filch dietro di te, e quasi urtando uno studente del secondo anno che si scansa appena prima di venire travolto.
E tutto perché James ti sta aspettando.
Una volta in prossimità del lago - il luogo dell’incontro, dove sai che lui è giunto in anticipo solo per poterti guardare sopraggiungere - ti fermi e inizi a ricomporti: sistemi i capelli, e fai scivolare le mani sulle pieghe della gonna. Poi, riprendi a camminare piano, sentendo il fiato stabilizzarsi, e il battito del cuore rallentare, tornando alla sua regolarità.
Stai passando un gruppetto di Tassorosso impegnati a ridere quando un suono rauco e nasale, che riconosci come la risata di Mulciber, richiama la tua attenzione; così, quasi senza volerlo, dirigi lo sguardo verso la sua fonte.
Nei pressi del lago, nascosti dietro il tronco e le fronde di un salice, c’è una piccola combriccola di ragazzi, tutti Serpeverde dell’ultimo anno, tra i quali scorgi anche Severus, seduto con la schiena poggiata all’albero. Sta fumando - e non ti sorprende più di tanto che abbia preso un simile vizio, nella sua rigorosità è una persona che ama questo genere di sollievi -, e la mano dalle dita lunghe e ossute regge la sigaretta con la naturalezza di un gesto quotidiano ripetuto cento e cento volte.
E in quell’istante, nell’attimo in cui posi su di lui uno sguardo che non è né ostile né addolorato - per la prima volta dopo interi anni -, lui intercetta la tua presenza e ti fissa. E ti appare cambiato e diverso, nascosto dietro una freddezza che si è costruito col tempo, insieme a persone che sa non valgono niente, ma che sono comunque sinonimo di vita per lui.
Lo guardi ancora per qualche momento e poi prosegui, dirigendoti verso James, che ora puoi scorgere sulla riva del lago, un leggero sorriso sul volto e i capelli scompigliati dalla lieve brezza primaverile.
Lo raggiungi e ti siedi al suo fianco; i suoi occhi nocciola, che ti hanno seguito nella strada fino a lui, sono felici del tuo arrivo e sono posati su di te con tenerezza. Ti saluta - un saluto che è un soffio di aria sul tuo viso - e il pensiero fugace di amarlo davvero ti passa per la testa, per il cuore.
Ti chini in avanti e lo baci.