Maritombola; Supernatural; X-men First Class

Jan 31, 2012 22:06

Titolo: Dress-up
Autore: chibi_saru11
Beta: ///
Fandom: Supernatural
Personaggi: Dean, Castiel
Pairing: Dean/Castiel
Word Count: 841 (Fidipù)
Rating: PG
Warning: AU, fa parte del mio xmen!verse
Riassunto: Dean ha una stupida idea
Disclaimer: SPN non è mio nu-u
Note:
1. Scritta per il prompt 33. Spinoff (di una storia) @ maritombola @ maridichallenge


Dean sa che non è una buona idea. Lo sa perché è un’idea stupida e perché è perfettamente a conoscenza del significato che quell’indumento ha per Cas, ma… ma…

Ricorda che è una delle prime cose che ha notato quando ha incontrato Cas per la prima volta - e beh, il fatto che abbia notato prima un trench che un paio di ali decisamente grandi e spazione e… no, cervello piantala, la dice lunga - perché sembra così strano e lo fa sembrare un contabile annoiato.

Dean dovrebbe davvero tenere le mani a posto.

Però…

Non è mai stato particolarmente bravo a dare ascolto al suo cervello, comunque, quindi non si sorprende nemmeno troppo quando il suo corpo, senza ascoltare, si alza dal letto e prende il trench, abbandonato su una sedia, e se lo mette addosso.

Gli viene un poco più corto di quanto non venga a Cas, anche se è stato comprato apposta di qualche misura più grande per contenere le ali quando l’altro ha bisogno di nasconderle.

Si trattiene dal fare una piroetta - perché no, semplicemente no - e si guarda per qualche secondo. È strano vederselo addosso, incredibilmente strano, perché ormai è come se quel trench sia una parte di Cas e…

Oddio! Arriva la voce di Anna, improvvisamente, che ride come se avesse appena visto appena visto la cosa più divertente della sua fottuta esistenza. Dean si proibisce di arrossire.

Ti godi lo spettacolo? Chiede, pensando intensamente nella direzione della telepate.

Sempre, risponde l’altra, che dev’essere da qualche parte in casa (strano, ricorda distintamente di averle sentito dire che sarebbe andata a trovare Balthazar, quel giorno). Però devo dire che sei adorabile che ti provi i vestiti del tuo ragazzo, dice poi lei, cercando evidentemente di non ridere mentre lo chiama adorabile.

Dean non è adorabile, è tante cose ma di sicuro non adorabile.

Non- prova, ma non riesce nemmeno ad articolare bene i suoi pensieri ed esce qualcosa come non sono adorabile a Cas sta bene volevo vedere come stava a me mi piace il suo profumo ESCI DALLA MIA TESTA.

A cui Anna ride e ride e ride (si chiede da quando sia lì solo per il suo divertimento e si rende conto che probabilmente tutto l’universo è stato creato per il divertimento di Anna Milton e si mette il cuore in pace) e Dean continua a non darsi il permesso di arrossire.

Poi sente finalmente il rumore del bagno che si apre e si maledice perché Anna l’ha distratto (hai fatto tutto da solo, tesoro) e non potrà mai togliersi il trench in tempo. Quindi si volta, un’espressione - lo sa - assolutamente colpevole in viso, proprio mentre Cas esce dal bagno.

Cas che comincia a dire qualcosa e poi finalmente alza lo sguardo su di lui e nota che Dean è fermo, davanti allo specchio, con addosso soltanto i boxer e il suo trench.

«Cas…» prova, anche se non ha la minima idea di cosa dire perché beh, come glielo può spiegare che, semplicemente, non ha potuto resistere. «Posso spiegare, più o meno… credo… cioè no, non posso spiegare per niente e…» e poi sente Anna che se la sta ancora ridendo della grossa e incrocia le braccia «e Anna esci dalla mia testa, ora,» le dice, ma non aspetta che lo faccia davvero e chiude la loro connessione.

Cas non si è ancora mosso e ha in posizione quella stessa faccia da poker che confonde Dean ancora adesso, dopo un anno di relazione (se così si può chiamare visto che passano quasi tutto il loro tempo a dare la caccia a pazzi mutanti rivoluzionari o a cercare di capire come funziona la sua… condizione). In compenso si sono mosse le sue ali e Dean si ferma a guardarle mentre queste si allungano verso di lui, come se volessero toccarlo.

E okay, non è esattamente una novità - dopotutto è l’erba gatta e bla bla bla - ma di solito questo capita solo quando… Dean si ferma, guarda le ali e poi Cas.

«Sei eccitato? » chiede, quasi incredulo, e guarda mentre le ali dell’altro si ritraggono leggermente, come imbarazzate. Abbassa lo sguardo su se stesso, osservandosi e… e probabilmente, forse, può capire perché Cas si sia eccitato - Dio solo sa cosa gli fa Cas quando si mette una delle sue magliette - ma non riesce a credere che anche per Cas sia lo stesso.

Cas non sembra imbarazzato, ma è anche vero che, in questo secondo, non sembra assolutamente nulla (maledizione a lui e alla sua faccia inespressiva) però Dean lo conosce abbastanza da sapere che l’altro è probabilmente diviso dalla voglia di sbattere Dean contro il muro e quella di andarsi a nascondere in bagno.

«Non pensavo che…» dice, piano, abbassando il tono della voce e avvicinandosi piano verso l’altro. Sorride poi, lascivo «devo dire che il pensiero non mi dispiace. »

Ed apparentemente è la cosa giusta da dire, perché in un attimo Cas - e le sue mastodontiche ali - gli sono addosso, alzandolo senza alcuna fatica da terra e ributtandolo sul letto.

A volte avere una relazione con qualcuno che aveva la superforza era assolutamente fantastico.

Titolo: I had a dream my life would be
Autore: chibi_saru11
Beta: ///
Fandom: X-men First Class
Personaggi: Charles
Pairing: Erik/Charles
Word Count: 500 (Fidipù)
Rating: PG
Warning: Angst, post FC
Riassunto: Charles sogna.
Disclaimer: X-men non mi appartiene.
Note:
1. Scritta per il prompt 61. "Non farlo. Per favore, non farlo." / "L'ho già fatto." @ maritombola @ maridichallenge


Charles sogna la notte. A dire il vero il numero delle volte in cui riesce a ricordarsi cosa ha sognato è incredibilmente esiguo e questo lo infastidisce - Charles dovrebbe essere in grado di controllare meglio il suo subconscio, dovrebbe essere in grado di controllarlo alla perfezione, non lasciare che gli sfugga in questo modo - ma sogna comunque.

Quando si sveglia gli sembra che, se solo si sforzi un po’, potrebbe trovare la memoria del sogno prima che essa scompaia, ma quando lo fa già non c’è più.

A volte è più facile perché Charles scopre di non aver sognato proprio nulla, ma di essere entrato nella mente di uno dei ragazzi (Alex, spesso, perché c’è qualcosa nella sua mente che gli ricorda tanto la propria, come se le perdite che hanno subito li abbiano legati in qualche strano modo) e quindi gli basta recuperare i sogni dalle loro menti per ricordare.

E poi ci sono le notti in cui ricorda cosa ha sognato (ed è certo che questi siano i suoi sogni, e se fossero quelli  di uno dei ragazzi sarebbe un po’ preoccupante).

È certo che sono suoi perché la mano che gli accarezza il fianco è forte, ma allo stesso tempo gentile, un po’ callosa, ma sempre delicata. Lo sfiora con timidezza, come se non riuscisse a credere di poterlo fare, ma senza mai tirarsi indietro.

Sono dettagli che nessun’altro in quella casa potrebbe sapere, non così bene. Quindi Charles getta la testa all’indietro - anche se lo sa che è solo un sogno, purtroppo lo sa fin troppo bene - e fa finta che non ci sia nulla di strano nel fatto che possa stringere le gambe intorno alla vita di Erik.

Erik non lo bacia mai in questi sogni, Charles non sa il perché, non sa cosa stia cercando di dirgli il suo subconscio, ma lo lascia fare perché è troppo codardo e non vuole rischiare di perdere anche questi sogni, oltre tutto il resto.

Erik gli bacia il petto e poi il collo e la guancia e lo stomaco - mai, mai le labbra - e Charles si piega sotto di lui, prega per qualcosa di più (qualsiasi cosa, non gli importa, sarà sempre e comunque troppo poco) e lo stringe con le gambe, spingendolo verso di sé.

Non accade mai niente di realmente sessuale in questi sogni, perché non è il sesso che manca a Charles: gli manca la presenza di Erik, sempre un passo accanto a lui; gli mancano le sue mani, i suoi occhi, la sua mente.

Il sesso non è mai stata la cosa importante (era benvenuto, ma non essenziale).

E poi Erik comincia a ritrarsi e Charles sa che si sta svegliando, ma non vuole, non vuole.

«Non andartene,» bisbiglia, «non farlo, ti prego non farlo,» ed è così pietoso, ma è un sogno, può concedersi di dirlo almeno mentre dorme (perché non lo farà mai da sveglio, non legherà mai Erik a sé con una richiesta così egoistica).

«L’ho già fatto» risponde Erik.

E poi Charles si sveglia.

paring: dean/castiel, character: castiel, fandom: supernatural, *maritombola, character: dean winchester, paring: erik/charles, !fanfiction, fandom: x-men, series:xmen!au, character: charles xavier

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