Notte Bianca #4; SMixed Drop-a-thon; LOL WHATEVER; A LOT OF FANDOMS

Nov 04, 2011 02:11

Dream a little dream of me; Merlin; Arthur/Merlin!Arthur; Prompt: Merlin - Arthur!Merlin/Arthur - selfcest; alt link; 582w; selfcest of sort, PWP

La storia in sé era abbastanza noiosa a dire il vero. Qualcuno aveva sfidato Arthur (ed era una trappola così evidente che faceva quasi impressione, sul serio, come avrebbe potuto cascarci qualcuno era assolutamente incomprensibile? Quindi sì, ovviamente Arthur c’era cascato come uno scemo) e Merlin, che non poteva permettere che Arthur andasse a farsi ammazzare perché era completamente stupido, l’aveva fatto addormentare con una pozione, l’aveva nascosto in un armadio e poi si era trasformato in Arthur ed era andato al suo posto.
Aveva salvato la situazione, ovviamente, e poi aveva fatto un gesto complicato (un poco spastico e per cui, se fosse venuto a saperlo, Arthur non l’avrebbe mai perdonato) e aveva fatto finta di avere sbattuto la testa da qualche parte, forte, perché in qualche modo doveva spiegare l’amnesia che Arthur avrebbe avuto il giorno dopo.
Si era fatto trasportare in camera di Arthur, e quando tutti erano usciti si era alzato velocemente, aprendo l’armadio e tirando fuori il cretino, trascinandolo verso il letto.
E magari avrebbe potuto cambiare aspetto e tornare ad essere Merlin prima di fare tutte queste cose, ma aveva altro a cui pensare e quando aveva lasciato andare Arthur sul letto e si era passato una mano sul viso, cercando di mandare via la stanchezza, non si era esattamente aspettato di riaprirli per guardare negli occhi aperti dell’altro.
Oh.  Oh. Questo era male, molto male.
«Cosa…?» mormorò Arthur, assottigliando lo sguardo e Merlin era fottuto, era mortalmente fottuto.
E poi pensò che… pensò che aveva un’unica scappatoia per tutta quella follia.
«Stai sognando!» urlò, come Arthur probabilmente non avrebbe fatto mai e prima che l’altro potesse chiedere qualcos’altro si chinò a baciarlo.
Con il senno di poi non era certo del perché l’avesse fatto, dovevano esserci modi migliori per distrarre Arthur, no?
E la cosa più assurda? Arthur aveva risposto al bacio, chiudendo le mani nei capelli di Merlin (nei suoi capelli a dire il vero e wow, sarebbe stato confusionario, mh?) e spingendolo sul letto, mettendosi sopra di lui velocemente.
Merlin avrebbe dovuto porre fine a quella follia, ma non… spinse il bacino (il bacino di Arthur) contro quello dell’altro e gemettero nello stesso secondo, con lo stesso tono di voce e non… non sarebbe dovuto essere così eccitante ma lo era. Lo era.
Si liberarono ognuno dei propri pantaloni velocemente, lasciando che le loro erezioni si toccassero e sfiorassero e Dio, Merlin stava impazzendo. Come avrebbe mai potuto dimenticare i rumori che stavano uscendo dalla bocca di Arthur? Non avrebbe mai potuto.
Arthur prese tra le mani entrambi i loro sessi, accarezzandoli velocemente, cercando di portarli subito al piacere, come se temesse di non aver tempo di finire (era abbastanza triste, a pensarci bene, ma Merlin non aveva proprio la concentrazione necessaria a fare cose come pensare).
E poi erano venuti assieme - perché ovviamente lo stesso corpo reagiva in maniera assolutamente identica agli stimoli esterni - e Merlin si era lasciato andare, i capelli biondi di Arthur - che per ora erano suoi - che gli accarezzavano la fronte e…
E aveva fatto sesso con Arthur e voleva rifarlo ancora e ancora e ancora. Oddio.
E poi ci pensò un attimo…
«Hai appena fatto sesso con te stesso,» disse ad alta voce perché sapeva che Arthur era un egocentrico arrogante, ma non pensava fosse anche così vanesio.
«Anche tu,» commento Arthur, perché credeva di parlare con un suo sogno che aveva semplicemente la stessa sua faccia. Giusto.
«Io però sono un sogno,» commentò Merlin, ma Arthur si era già riaddormentato.
Merlin non sarebbe riuscito a dormire per giorni, maledizione.

Gwaine throws a party, it still isn't important anyway; Merlin; Arthur/Merlin; Prompt: un costume da cavaliere antico & nello sgabuzzino delle scope; alt link; 197w; Tamarro!Verse

Merlin… Merlin non era certo del perché i party di Gwaine fossero un tale successo, onestamente, specialmente considerando che i costumi di Gwaine erano sempre onestamente orribili (chi avrebbe dovuto essere questa volta? Un personaggio di Jersey Shore?) sia perché casa di Gwaine (ex casa anche di Arthur) non era esattamente enorme.
Probabilmente era per via delle cose da bere gratis. Almeno, era il motivo per cui Arthur e Merlin erano lì, anche in uno dei costumi più stupidi di sempre. Merlin aveva provato a rifiutarsi, ma da quando Arthur e Aithusa erano diventati amici Merlin si era trovato in netto svantaggio numerico quando si parlava di occhi da cucciolo.
Quindi eccolo, vestito come mago Merlino, mentre Arthur era vestito da re Artù.
Morgana aveva riso per ore quando l’aveva sentito.
Ore, non stava scherzando.
E Gwaine, Lancelot, Gwen e Leon non erano stati da meno, ma Arthur stava ridendo accanto a lui, nel suo stupidissimo costume da cavaliere medievale e a Merlin non era poi importato così tanto.
Specialmente quando Arthur lo aveva portato nel ripostiglio delle scope e lo aveva baciato, lentamente.
«Non credo che fosse quello che i veri Artù e Merlino facevano,» aveva detto e Arthur aveva riso.
«Non scommetterci troppo.»

Save me from myself; Hawaii Five-0; Steve/Danny; Prompt: Hawaii Five-0 - Steve McGarrett/Danny Williams - I need you to heal my broken soul; alt link; 670w; Post 2x01

Danny non era solito lamentarsi, non delle cose importanti comunque. Poteva lamentarsi dell’ennesima sparatoria causata da Steve, di tutto questo casino in cui si erano andati a cacciare grazie, come sempre, a Steve (e magari anche tanto a Wo Fat e oh, Danny avrebbe ucciso quel pezzo di merda) il punto era? Danny non passava il tempo a lamentarsi dei suoi problemi, di quello che andava francamente di merda nella sua esistenza.
Danny avrebbe dovuto avere una famiglia ora, sarebbe dovuto essere nel New Jersey con Rachel e Grace e questo nuovo bambino senza nome che per un secondo aveva amato intensamente e senza salvezza, e invece era ancora lì - era ancora lì ed andava bene, dopotutto poteva ammettere che non gli dispiaceva così tanto quella landa infestata di ananas - ma era lì ed era solo, di nuovo.
Era solo e non sapeva cosa fare della sua vita, della sua esistenza e quindi si era gettato a capofitto nel salvare Steve, nel rimettere in piedi l’Hawaii Five-O, perché non aveva altro. Non aveva altro e wow, wow se non era un pensiero deprimente quello.
E poi Steve era libero, in qualche modo, ed erano di nuovo tutti assieme (tutti tranne Kono, ma avrebbero salvato anche lei, maledizione l’avrebbero riportata da loro) e Danny… Danny non aveva nulla su cui concentrarsi.
Non aveva nulla su cui concentrarsi se non Rachel, Grace e il bambino senza nome che avrebbe potuto essere suo, ma non lo era - non lo era ed era stato come se qualcuno gli avesse strappato un arto.
Non aveva più una casa, nemmeno quello schifo che aveva chiamato casa per mesi, non aveva più nulla. Nulla e aveva voglia di urlare.
Quando Steve gli aveva detto di andare a dormire da lui, di non fare lo stupido, erano una famiglia e Steve non avrebbe lasciato che lui dormisse al freddo e al gelo, Danny l’aveva fatto perché, seriamente, cos’altro aveva da perdere?
Quando Steve gli aveva detto di smetterla di dormire sul divano e trasferirsi nella camera degli ospiti, Danny l’aveva  fatto perché il divano gli faceva venire il torcicollo e comunque la camera degli ospiti era decisamente più grande e vicina alla stanza che Steve aveva adibito a Grace (non essere stupido, Danny, quando Mary non c’è può usarla tranquillamente).
E Danny non aveva onestamente capito nulla di quello che stava succedendo fino a che Lauren - che non era Kono, non sarebbe mai stata Kono, ma era comunque una brava agente e stava diventando una buona amica - gli disse: «Da quanto tu e Steve state assieme? » e uh. Uh?
E Danny avrebbe voluto dirle che era completamente pazza, ma le uniche difese che gli venivano in mente non erano davvero difese (“Non stiamo assieme, ci limitiamo ad abitare assieme” o anche “non stiamo assieme, gli cucino solo le frittelle” o “non stiamo assieme, a volte ci accucciamo sul divano un poco troppo vicini per vedere la partita”).
Oh mio Dio.
Sarebbe potuto andare nello studio di Steve, urlare fino a perdere la voce, chiedere se Steve era a conoscenza del fatto che stessero assieme e perché nessuno l’aveva informato?
Decise invece di sbollire un poco - sì, estremamente strano per lui - perché Steve gli aveva dato un posto dove stare, aveva comprato un peluche a Grace e non si meritava che Danny cominciasse ad accusarlo di cose di cui magari non aveva idea.
Quando Steve l’aveva baciato (e Danny era quasi sicuro di essere andato lì a chiedergli se sapeva perché tutti pensassero che stessero assieme, non per una sessione di lingua gratuita) Danny aveva risposto perché… perché non c’era un reale motivo, ma Steve era l’unica cosa reale che Danny aveva avuto in mesi, era stata l’unica cosa che non aveva perso, che non gli era scivolata dalle mani e quindi si strinse a lui e rispose al bacio con trasporto.
E c’era una parte di lui che stava dicendo che, probabilmente Steve aveva ideato tutto quello, che il maledetto l’aveva trattato come se fosse stato una missione.
A Danny non importava particolarmente.

Your voice in the wind; Once Upon a Time; SnowWhite/Charming; Prompt: Once Upon A Time, Snow White/Prince Charming, "And there will come a time, you’ll see, with no more tears, and love will not break your heart, but dismiss your fears" (Mumford & Sons - After the Storm); alt link; 424w;

Non sa chi sia questo John Doe, quest’uomo che, da quando ricorda, è addormentato nell’ala dell’ospedale in cui lei qualche volta va a fare volontariato.
È bello, così bello che potrebbe essere un modello, o forse un attore. A volte Mary si siede accanto al suo letto e comincia ad immaginare la vita di questo John Doe troppo bello per essere vero.
A volte pensa che magari ha qualcuno lì fuori, che lo sta cercando disperatamente (sembra il tipo di uomo che ispira quel genere di lealtà). O forse non c’è nessuno lì fuori, forse è solo esattamente come lei, forse è triste esattamente come lei.
Spera di no, non augurerebbe a nessuno di essere come lei, alla ricerca di qualcosa che non sa nemmeno cos’è. Tutto il suo essere si tende, cercando di raggiungere qualcosa che non esiste, che non ha mai avuto, qualcosa che sfugge alle sue dita come acqua, come aria.
A volte si chiede se per caso John Doe non sia lì per lei. Ride, poi, perché Mary ha smesso di sognare nel Principe Azzurro tanto tempo fa.

Lui la trova mentre lei sta canticchiando, glielo racconta dopo di quello che ha provato quando l’ha sentita. Le racconta dell’emozione, di come la sua voce lo abbia salvato.
Biancaneve non gli crede, perché quello è il Principe Azzurro e Biancaneve… lei non è nulla di speciale, eppure si lascia cullare dalle sue parole gentili, dalle sue mani che sanno impugnare una spada ma sanno anche essere così dolci e calde.
Non sa se lo abbia salvato davvero, ma sa che, probabilmente, si sono salvati a vicenda. Che saranno sempre assieme, che lei può essere felice solo accanto a lui.

Mary guarda la casetta per uccellini che ha fuori dalla finestra e pensa che le piacerebbe partire, lasciare Storybrooke e vedere il mondo.
Non deve pensare a casa sua come una prigione, semplicemente come un luogo dove può tornare, dove si sente sicura.
Non è così e a volte vorrebbe che qualcuno la venisse a prendere, la portasse con lui lontano da lì, la salvasse da qualcosa che non sa nemmeno cos’è.
A volte vorrebbe piangere perché sa, lo sa con una consapevolezza spaventosa, che quella non è l’esistenza che le era stata destinata, sa che al mondo c’è molto altro per lei. O almeno ci dovrebbe essere.

John Doe continua a dormire e non sa, non sa cosa si sta perdendo, non sente i passi di Mary Blanchard mentre gli porta i fiori ogni giorno.
John Doe continua a dormire e sognare di un mondo incantato che non esiste più da tanto tempo.

Tongue Kiss Bang; Avengers Movie-verse; Steve/Tony; Prompt: Marvel, Tony Stark/Steve Rogers, "big man in a suit of armor, take that away and what are you".; alt link; 381w;

C’erano cose che Tony adorava fare, fare arrabbiare la gente era, sicuramente, una di queste.
Far arrabbiare Capitan America - il suo mito fin da quando aveva tre anni e suo padre non faceva altro che parlare delle sue prodi gesta - era strano. Strano e stranamente eccitante.
Eccolo lì, Capitan America, il simbolo di un intero paese, il Boy Scout per eccellenza, che si arruffava le penne a causa del piccolo ed insignificante Tony Stark, erano cose che ti facevano sentire potente.
Tony era un tossicomane - o magari non più, ma lo era stato - e non c’era nulla di più intossicante dello sguardo di Steve Rogers che gli bruciava addosso come se avesse voluto incenerirlo sul posto.
E Tony ne voleva ancora, ne voleva sempre di più, voleva bruciare e sentirsi vivo sotto quello sguardo.
Quindi quando quella sera raggiunse Capitan America in palestra, e l’altro manco si degnò di voltarsi, lanciandogli semplicemente un sonoro «Cosa vuole, Signor Stark?» (e oh, persino il suo tono di voce era assolutamente incredibile e poi, diciamocelo, per avere minimo settant’anni Steve Rogers era… beh) Tony decise che avrebbe mandato tutto a quel paese e avrebbe fatto quello che sapeva fare meglio: lo stronzo.
«Voglio mostrarti cosa c’è sotto l’armatura, Capitano,» gli disse, ghignando ed avvicinandoglisi. Capitan America - Steve -sembrava pietrificato sul posto e Tony ne approfittò, sgusciandogli davanti e poggiandogli una mano sul petto.
«Dopotutto eri così curioso, prima,» disse, baciandolo e poggiandogli una mano dietro il collo - Steve avrebbe potuto respingerlo in un attimo, senza l’aiuto dell’armatura non c’era davvero una singola chance per Tony, ma non era quello il punto.
Per un minuto sembrava che Steve non avrebbe risposto, pietrificato com’era sotto di lui, e poi aveva aperto la bocca e oh. Oh. Tony Stark, che aveva la sua buona dose di esperienze, non poteva certo dire che fosse il bacio migliore che avesse mai dato, certo, ma era in un’ottima posizione.
Steve l’aveva spinto contro di sé, piegando il viso esattamente al punto giusto e prendendo immediatamente controllo del bacio, e per pochi lunghissimi secondi, Tony era stato in paradiso.

(Almeno fino a che Steve non lo aveva spinto lontano con un po’ troppa forza perché apparentemente Steve Rogers, Capitan America, Baciatore extraordinaire, era anche un verginello. Oh, Tony doveva averlo a tutti i costi.)

Not a thing; Torchwood; Jack/Ianto; Prompt: Torchwood - Jack Harkness/Ianto Jones - if only I could turn back time.; alt link; 235w;

Jack a volte pensava a come sarebbe stato diverso se avesse incontrato il suo team prima. Se li avesse incontrati quando era così perso da non ricordare più come fare ad uscire dal buio.
Si chiedeva come sarebbe stato averli quando credeva di non farcela, quando ancora vivere era un peso troppo grande.
A volte si chiedeva tante cose - troppe, ma erano cose a cui ti abituavi quando avevi vissuto così tanto come lui - e poi si fermava.
Era felice di averli incontrati quando l’aveva fatto.
Non pensava che gli sarebbe piaciuto il Jack di allora, il Jack che lavorava con John Hart e non era altro che un criminale da strapazzo. Il Jack che era così mortale, così normale, che non aveva incontrato Rose Tyler, né il dottore, che non sapeva cosa voleva dire avere delle vere persone a cui appoggiarsi.
Un Jack che cercava Gray con disperazione rasente alla follia.
E invece ora poteva ridere con Tosh, scherzare con Owen, scombinare i capelli di Gwen; poteva prendere Ianto per la cravatta e avvicinarlo a lui, baciarlo lentamente e sentire il suo sapore, godere dei gesti lenti, senza alcuna fretta, senza alcuna aspettativa.
Poteva godersi i loro sorrisi, poteva chiudere la parte di lui - la parte più brutta e scura e ombrosa - e seppellirla lontano, dove non sarebbe più emersa.
Se avesse potuto mandare indietro il tempo Jack Harkness avrebbe cambiato tante cose, ma mai quella. Mai loro.

Surprise drag is surprising; Inception; Eames/Arthur; Prompt: una fotografia compromettente & nella camera dei genitori durante un party; alt link; 414w; Crossdressing

Arthur spesso e volentieri - ovvero più o meno ogni secondo della sua esistenza - odiava Eames.
Eames che si era trasferito nella loro scuola all’inizio dell’anno, che aveva un accento inglese che lo mandava assolutamente in bestia e che sembrava essere deciso a rendere la sua vita un vero e maledetto inferno.
Arthur si sistemò i collant, mentre Eames stava quasi illuminando la stanza tanto stava sorridendo, evidentemente fiero del suo lavoro. Maledetto, maledetto.
«Ho fatto davvero bene a scegliere questo, sai?» disse, ghignando, e Arthur sbuffò, sistemandosi la gonnellina e cercando di abituarsi alla sensazione dei tacchi. Arthur non era basso, non lo era mai stato, e stare su quei trampoli era un poco strano.
Non ricordava nemmeno quale fosse la scommessa che aveva perso, sapeva solo che Eames aveva sorriso e gli aveva detto “voglio che ti vesti da cameriera” e wow, wow, chi lo sapeva che Eames era un maledetto vecchio pervertito? Arthur, ovviamente. Non era questo il punto.
Il punto era che Arthur si trovava nel centro della camera dei suoi vestito da cameriera con delle calze a rete che lo facevano sembrare ridicolo e dei tacchi scomodissimi ai piedi. E che Eames era eccitato come un quattordicenne all’inizio dell’adolescenza.
Era ridicolo.
Sotto poteva ancora sentire le urla degli invitati alla sua festa di Halloween ed era certo che Mal stesse facendo le sue veci come padrona di casa - Mal stava lì quasi quanto Arthur, tanto.
Eames prese una penna che c’era sul tavolo e la lanciò vicino ad Arthur, sorridendogli. «Ops, mi è scivolata, me la prenderesti, tesoro?» e Arthur gliel’aveva detto tante volte che tesoro ci poteva chiamare sua sorella, ma non sembrava mai attecchire a pieno.
In ogni caso sbuffò, abbassandosi per prendere la maledetta penna (e, seriamente?) quando sentì il rumore di una macchina fotografica e si alzò immediatamente, beccando Eames che era intento a fotografargli il culo mentre si abbassava. Il culo che era semplicemente coperto da una gonna e delle mutandine da donna che Mal gli aveva dato ridendo come una matta.
«Oh, tesoro, adoro il tuo bisogno patologico di fare tutto in maniera perfetta,» disse Eames, rimettendosi la macchina fotografica in tasca prima di prendere Arthur per le spalle e baciarlo, infilandogli una mano nelle mutandine immediatamente.
Arthur odiava Eames la maggior parte del tempo, ma questo non gli impediva di rispondere al bacio, di inarcarsi sotto il suo tocco, di slacciargli i pantaloni e ricambiare il gesto.
Era un rapporto strano il loro, ma Arthur non avrebbe mai voluto nulla di diverso.

fandom: inception, character: steve rogers, paring: jack/ianto, paring: charming/show white, fandom: torchwood, character: snow white, fandom: once upon a time, character: arthur pendragon, character: charming, serie:tamarro!au, character: jack harkness, fandom: h5-o, paring:steve/tony, character: eames, paring: steve/danny, !fan fic, *notte bianca, paring: arthur/eames, character: arthur (inception), character: merlin, pairing: arthur/merlin, fandom: marvel, character: tony stark, character: steve, fandom: merlin, character: danny

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