Notte Bianca #4; Supernatural Drop-a-thon; LOL WHATEVER; Dean/Cas, 2014!Dean/Dean, Wincest

Nov 02, 2011 13:00

Siccome sono una culopesa e non mi va di rileggerle tutte assieme, lo sto facendo per fandom. E quindi le riposterò a seconda del fandom. Oggi tocca a SPN

But it feels so good; Supernatural; 2014!Dean/Dean; Prompt: Supernatural - future!Dean/Dean - selfcest; alt link; 932w; Rough sex, PWP

È un fottuto mondo di merda quello in cui sei capitato, non è così difficile da capire. Un fottuto posto di merda dove tuo fratello ha detto sì (come ha potuto? Come ha potuto? E cosa diamine stavi facendo tu mentre accadeva? Cosa cazzo stavi facendo?) e quello che stai cominciando a considerare il tuo migliore amico è diventato un alcolizzato senza alcuna speranza che passa metà del suo tempo sbronzo o infilato tra le gambe di qualcuno.
È un mordo di merda e, sinceramente? È il mondo che hai sempre saputo sarebbe arrivato, il mondo che ti aspettavi, perché tu non sei così forte come tutti ti vogliono fare credere, non sei forte per nulla.
Quindi… quindi un cazzo, non c’è niente da fare e non sei certo del perché tu sia lì, di come tu ci sia finito (credi che qualcuno voglia insegnarti qualcosa, ma non hai la minima idea di cosa) e sai solo che ci sei tu, solo che sei più vecchio e più stronzo e non ti piaci per nulla.
Quest’altro Dean non è come te, è un Dean che ha perso Sammy, che non ha nulla da proteggere se non un mondo di cui non gli è mai importato abbastanza (ti piace far finta di essere l’eroe di tutti, ma la verità è che le tue preoccupazioni sono sempre Sammy e tuo padre e Bobby ultimamente, prima di tutto, prima del genere umano, prima dell’universo intero) e lo puoi vedere nel suo sguardo, nella durezza delle sue azioni.
È tagliente e affilato e lo odi, perché non vuoi essere così, non vuoi mai diventare così, eppure ha la tua stessa faccia e la tua stessa cicatrice e i tuoi stessi occhi e tu non vuoi guardare. Non vuoi guardarlo, non vuoi guardarti.
Non sei esattamente certo di come finite lui con le mani tra i tuoi capelli (e stringe troppo forte, fa male, ma ti sta bene, ti sta più che bene) e le tue mani dentro la sua maglietta. Lui ti infila la lingua in bocca e non c’è assolutamente nulla di bello o romantico o altre cazzate varie.
Lui è troppo duro (come un muro, come una roccia) e tu hai solo voglia di distruggerlo ed è un casino, un casino di mani e denti (ad un certo punto lui ti morde il collo troppo forte e tu gemi perché sì, è esattamente quello che vuoi) e non hai la minima idea di cosa stiate facendo (c’è una guerra fuori e dovreste prepararvi, dovreste essere fuori a parlare alle truppe - o forse solo lui, perché dopotutto tu non sei nessuno in questo maledettissimo mondo e non vuoi esserlo, non senza Sam) l’unica cosa che sai è che non potete smettere, che non sai come potresti continuare a respirare se ora doveste fermarvi.
Quindi abbassi la mano, l’accarezzi sul fianco sinistro, avvicinandoti un poco più in basso, leccando un posto poco sotto l’orecchio, dove sai che ti/vi fa impazzire e il suo respiro accelera immediatamente.
È bellissimo: riconosci i suoi gemiti perché sono i tuoi, ma diversi al tempo stesso. Lui è l’unica cosa che sembra reale in questo mondo e tu vuoi distruggerlo e tenerlo stretto al tempo stesso.
Lui ti slaccia i pantaloni velocemente e tu fai lo stesso con i suoi. Non vuoi che sia dolce, non vuoi che stia attento a quello che fa perché cazzo, il mondo sta finendo - sia il tuo che il suo, che poi sono lo stesso, solo non veramente - e davvero, cosa importa di cosa diamine facciate lì dentro?
Quindi gli dici «fottitene,» e lui annuisce perché può capire, può capire, e quando entra dentro di te fa così male - così male - che per un attimo sei tentato di urlare e spingerlo via.
Vorresti prenderlo a calci e dirti di lasciarti in pace, ma non puoi. Non puoi perché lui è te e tu sei lui ed è una cosa così fottutamente stramba che lasci andare la testa all’indietro e lo lasci entrare più a fondo.
Non lo vuoi dentro di te, a dire il vero, ma è più una questione psicologica che fisica. Ti piace sentirlo che spinge, in questo minuto è la cosa che ti piace di più in assoluto (anche con il dolore che accompagna ogni suo singolo movimento); è il pensiero che, un giorno, diventerai come lui che ti fa quasi venire da vomitare.
Diventerai un povero cacciatore solo, senza nulla per cui lottare, senza cuore e senza principi. E non vuoi, non vuoi.
Lui spinge e tu gli stringi le gambe attorno alla sua vita e urli, sperando che nessuno possa sentirvi (non che ti importi realmente, è semplicemente un generico pensiero) e lui ti bacia il collo e poi la mandibola e poi in bocca.
Pensi che forse, forse, lui stia cercando di memorizzarti, di ricordarsi com’era essere te, un tempo lontano. Tu vorresti ridere e piangere e dirgli che è comunque uno schifo, ma probabilmente un poco meglio della merda in cui si trova lui.
Quando lui viene ti mette una mano sul cazzo e comincia ad accarezzartelo, facendoti venire dopo poco.
Non vi parlate dopo, non ce n’è alcun bisogno.

(Eppure quando lo vedi morto, ai piedi di quello che dovrebbe essere Sam, ma che non lo è, per un minuto lo vorresti ancora addosso a te, lo vorresti dentro di te che geme e morde e scalpita. Poteva essere uno stronzo, ma era pur sempre te e ora è morto. Dean vorrebbe ridere e urlare e dirgli che è questo che capita quando si diventa un bastardo senza cuore.
Lo dici a te stesso invece, tanto è lo stesso.)

Just three seconds more; Supernatural; mild Dean/Castiel; Prompt: Supernaturanl - Dean/Castiel - trenchcoat; alt link; 260w; Angst

Dean ci passa una mano sopra, lentamente, e può quasi sentire l’odore dell’acqua e del sangue, la sua voce rauca che gli chiede scusa. Dean non riesce a credere all’ingiustizia del mondo.
Sam è… Sam è da qualche parte che sta impazzendo da solo e vede Lucifero e pensa che Dean non sia reale, ma in questo momento Dean non può… Dean non può pensare anche a Sam. Per un solo secondo, per un solo singolo secondo, può pensare solo al cappotto che ha in mano e al suo proprietario.
L’avrebbe perdonato, l’avrebbe perdonato, avrebbe solo avuto bisogno di un po’ di tempo. Perché non gli hanno dato un po’ di tempo?
Un poco di tempo e non si sarebbe nemmeno ricordato perché era arrabbiato con Cas e invece… e invece ora non ha nulla, non ha il suo migliore amico (il suo possibile qualcosa di più), ha un nuovo nemico da affrontare e non…  è troppo chiedere che gli diano un poco di tempo?
È troppo chiedere una vera pausa (o forse ha consumato tutti i suoi giorni di vacanza in quell’anno con Lisa, forse è una punizione perché mentre suo fratello era in giro a cacciare senza anima lui si era divertito a fare il padre di famiglia).
Dean è così stanco e Castiel è morto - o magari no, non hanno visto il suo corpo, magari è ancora vivo, magari… è l’unica cosa che riesce a pensare.
Stringe il trench a sé e ci affonda il viso.
Uno. Due. Tre secondi e poi si alzerà e ricomincerò con la sua vita.
Solo tre.
Solo tre.

The one where I give you wing porn; Supernatural AU; Dean/Castiel; Prompt: Wing!p0rn; alt link; 814w; AU, PWP, Wingp0rn - PARTE DI QUESTO VERSE!

Ricordava di non aver pensato molto delle ali di Cas, la prima volta che le aveva viste - stavano morendo, dovevano combattere, c’erano cose più importanti, ecco.
Ma ricordava la prima volta che una piuma di Cas lo aveva sfiorato, quando l’altro l’aveva preso in braccio a causa della sua gamba sanguinante che gli impediva di camminare. L’avevano semplicemente sfiorato, mentre Cas cercava di non fargli troppo male alla gamba (dopo che Anna gli aveva dato un piccolo calcio mentale, Dean ne era quasi certo anche se non ne aveva le prove).
E non poteva realmente credere a cosa stava facendo ora, allo sguardo che Castiel stava tenendo fisso (come una specie di faro, solo così profondo) su di lui. Dean avrebbe potuto perdercisi.
L’ala destra di Castiel si chiuse intorno a lui, accarezzandogli la schiena con la punta delle sue piume, mentre Dean accarezzava quella sinistra, la lisciava piano, piuma dopo piuma.
Erano sempre intorno a lui quelle ali, pronte a proteggerlo, cercando di tenerlo al sicuro e non sapeva se fosse colpa della sua… situazione o se fosse Cas, se fosse Cas che trasmetteva loro il suo desiderio di rimanere accanto a Dean, di tenerlo accanto a lui.
Dean si lasciò andare contro di lui, si appoggiò alla sua spalla, mentre le braccia dell’altro lo stringevano  di più a sé. Non poteva credere di essere lì, di star sfiorando le ali di Cas, mezzi nudi in mezzo ad una stanza.
«È… è una bella sensazione?» chiese, perché… perché per lui era fenomenale, ma se a Cas non fosse piaciuta…
«Positivamente elettrizzante,» rispose l’altro, stringendoselo addosso ancora di più (Dean temeva che non sarebbe riuscito a respirare presto, continuando così, e che non gli sarebbe nemmeno importato) «credo che le mie ali apprezzano molto il tuo tocco,» e poi si abbassò a baciarlo, mentre la mano di Dean si chiudeva sull’ala sinistra e l’ala destra lo accarezzava in posto in cui nessuna piuma per bene avrebbe mai dovuto essere.
Aveva voglia di ridere, ma non voleva rompere il bacio, non voleva che Cas si allontanasse, non l’avrebbe mai voluto. Cas era caldo e perfetto sotto le sue mani (e Dio, sperava che Anna avesse chiuso la connessione mentale perché non voleva che ascoltasse queste cose) e Dean avrebbe voluto perdersi.
Cas lo spinse indietro con forza - non che ne avesse bisogno, la forza di Cas era decisamente superiore alla sua, anche quando non si sforzava particolarmente - e poi lo alzò con una sola mano, spingendolo a chiudere le gambe intorno alla sua vita - che lo teneva con facilità - mentre lo lasciava andare delicatamente sulle coperte.
Cas, che era così forte e lo trattava sempre un poco troppo come se Dean potesse rompersi da un momento all’altro; Cas che si stava abbassando a baciargli il collo e poi un capezzolo e Dean si arcuò sotto il suo tocco, mentre una delle due ali - non sapeva quali, cominciava a non avere più abbastanza sanità mentale per distinguerle - gli accarezzava il viso, con così tanta dolcezza.
Dean avrebbe quasi non affogò nel suo stesso sospiro.
«Cas,» disse, piano, ma l’altro scosse la testa  e Dean si zittì, lasciando che l’altro gli slacciasse i pantaloni velocemente, e ricominciò ad accarezzare le piume, con forza, stringendosi ad esse quando la bocca dell’altro si chiuse sulla sua erezione pulsante.
Gemette, ed era quasi certo di aver stretto una piuma troppo forte, perché Cas aveva fatto un rumore strano, come un suono gutturale dal profondo della gola. O forse non era troppo forte, forse era esattamente forte abbastanza, perché una delle ali di Cas - che erano pesanti se volevano esserlo - si poggiò sul fianco di Dean, tenendolo in posizione, mentre Cas portava una delle sue mani alla sua stessa erezione.
Dean avrebbe voluto alzarsi ed ammirare il viso di Cas, le sue guance rosse, i suoi capelli disordinati, i suoi occhi dilatati e la sua bocca che continuava a succhiare e succhiare e Dio.
Dean venne fin troppo presto per i suoi gusti, stringendo entrambe le ali con le sue due mani e godendosi il gemito strozzato di Cas in risposta - che era venuto anche solo per quel tocco e oh, questa conoscenza era assolutamente… sì, insomma.
«Direi che possiamo rifarlo, mh?» chiese, mentre Castiel si sdraiava accanto a lui a letto e le sue ali scivolavano ad abbracciarlo, come succedeva ogni notte. Ormai Dean non era più certo di poter dormire senza quella protezione - era un pensiero che a volte (spesso) lo spaventava.
Cas però non rispose e Dean aprì un occhio e vide che l’altro era… non stava dormendo, ma Dean non avrebbe potuto descriverlo se non come “completamente andato”. Scoppiò a ridere, sentendo una delle piume dell’altro che gli accarezzava la spalla.
«Il vostro padrone sembra decisamente appagato, vero?» chiese loro, cominciando a giocare pigramente con una. Non ebbe risposta se non per una specie di carezza su tutto il corpo.
Dean sorrise.

To boldly go where no hunter has gone before; Supernatural AU; Dean/Castiel; Prompt: Supernatural: Spock!Castiel/Kirk!Dean.; alt link; 702w; Star Trek!AU

«Qualcuno,» disse Dean piano, massaggiandosi le tempie «mi vuole spiegare perché oltre ai demoni, che ci aspettavamo, davvero, hanno violato così tanti trattati intergalattici negli ultimi anni da fare impressione, dicevo, perché oltre i demoni ora anche gli angeli hanno cessato le trattative con Starfleet?»
Dean guardò la sua ciurma - e wow, era ancora strano dirlo, la sua ciurma - ma nessuno lo stava realmente guardando in faccia. Nessuno tranne il suo Primo Ufficiale, ovviamente, perché Cas non era tipo da abbassare lo sguardo.
Dean era giovane, incredibilmente giovane, non avrebbe dovuto avere quel posto come capitano, ma era quello che accadeva quando più della metà del tuo anno veniva spazzata via a causa di una maledetta nave romulana e tu eri abbastanza fortunato da avere una parte nel salvare la terra (e sì, fortunato era un eufemismo).
Dean sospirò. «Cas, qualche idea sul perché il tuo popolo sia impazzito così all’improvviso?» chiese, spingendosi indietro nella sedia e mordendosi il labbro. Castiel lo guardò  per qualche secondo e Dean sperava avesse avuto una qualche idea ma alla fine l’altro scosse la testa.
«Trovo il comportamento della mia gente molto confusionario, a dire il vero,» rispose sinceramente l’angelo e Dean annuì. A volte aveva come l’impressione di lavorare con un vulcaniano invece che con un angelo. A volte, altre volte Dean sapeva perfettamente che quello che aveva davanti non era un freddo cubetto di ghiaccio.
Aveva le prove un poco ovunque sul suo corpo dopotutto.
Dean si mise a pensare alla situazione intergalattica attuale. I rapporti con i Romulani ed i Klingoniani erano tesi a dire poco - era come guardare tre leoni maschi, ognuno convinto che gli altri due avessero oltrepassato il proprio territorio, venendo a pisciare dove non era di loro competenza - e non potevano davvero permettersi una guerra contro nessuno dei due in questo momento.
I rapporti con i Demoni - che provenivano dal pianeta Inferno, una massa di lava bollente che era quasi inabitabile da qualsiasi essere umano (probabilmente la ragione del nome, dopotutto, gli esseri umani erano abbastanza privi di originalità nel dare i nomi) - erano sempre stati un vero casino, fin dal primo incontro tra le due specie, ma di solito gli Angeli - che invece provenivano dal pianeta Paradiso (Dean rimaneva della sua idea sull’originalità della sua specie) - erano dalla loro parte.
Invece avevano appena attaccato una nave terrestre e stava intrattenendo conversazioni quasi civili con una nave nemica. Dean aveva mal di testa.
«Okay,» disse alla fine, alzandosi in piedi «cerchiamo di scoprire cosa cazzo ‘sta succedendo, Jo fa uno scan in giro e vedi se riesci a trovare qualche comunicazione tra i nostri amichetti; Sam e Ash, andate a trovare un modo per pilotare l’Impala fuori da qualsiasi pericolo, se ce ne fosse bisogno. Bobby non credo che avremo bisogno dell’infermeria ora come ora,» li guardò tutti e poi si soffermò sul suo Primo Ufficiale «potete andare, tutti tranne te, Cas, ho bisogno di parlarti.»
Castiel annuì, mentre gli altri si alzavano con un brusio di sedie e bisbigli che li accompagnarono fuori dalla sala delle riunioni.
Cas si voltò verso di lui a quel punto, «sono stato sincero quando ho ammesso la mia ignoranza sui fatti…» stava dicendo e a Dean non importava.
Si avvicinò, poggiandogli una mano sul braccio, prima di sorridere. «Lo so, Cas, non è per questo che ti ho chiesto di restare.»
Gli occhi dell’altro erano leggermente più scuri, dilatati, anche mente gli diceva «Capitano, Dean, non mi pare il momento più opportuno.»
Dean lo baciò comunque, stringendoselo addosso e godendo quando l’altro ricambiò prontamente, nonostante la sua reticenza a parole.
Non ricordava quando era successo, non ricordava la prima volta in cui aveva stretto Cas tra le braccia e l’aveva condotto nella sua cabina, spogliandolo lentamente della divisa scientifica che sembrava dello stesso colore  degli occhi dell’angelo.
A volte pensava non avesse importanza.
Si sarebbe concesso due minuti di quello, di Cas sotto le sue mani, malleabile e pericoloso - perché gli angeli erano una delle razze più forti dell’universo, Dean l’aveva studiato in Xenologia 101 - che si lasciava guidare e plasmare.
Solo due minuti e poi sarebbero tornati sul ponte di comando e avrebbero salvato il mondo un’altra volta ancora, perché erano maledettamente bravi nel loro lavoro.

Don't leave me alone; Supernatural; implied Dean/Sam onesided; Prompt: I really don’t know what ‘I love you’ means. I think it means ‘Don’t leave me here alone.’ - Neil Gaiman; alt link; 170w; Pre-series, Incest.

Vorrebbe urlargli di restare, pregarlo in ginocchio perché Dean non sa esattamente cosa fare della sua vita se Sammy non è lì con lui, ma come può, come può farlo?
Sammy sta andando a coronare il suo sogno, a fare quello che ha sempre voluto (e Dean lo odia, lo odia così tanto) e lui non ha alcun diritto di fermarlo. Dovrebbe volere questo per il suo fratellino, una vita sicura, lontana da quel mondo pieno di veleno.
Lontano da lui (perché Dean è sbagliato e schifoso e a volte ha solo voglia di piangere perché quello che prova è così orrido che Sam ne sarebbe di sicuro schifato se solo lo sapesse), lontano da tutto.
Non lo vuole, ma non dirà nulla.
Vorrebbe dirgli fermati, vorrebbe dirgli… vorrebbe dirgli di non lasciarlo solo (che vuol dire qualcos’altro, una frase che una volta ha letto in un libro, ma non può pensare a cosa voglia dire, non può perché è sbagliato e lui non dovrebbe volerlo).
Invece chiude i pugni e lo lascia andare.

paring: dean/castiel, character: castiel, !fan fic, *notte bianca, fandom: supernatural, character: dean winchester, paring: wincest, series:xmen!au, character: sam winchester

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