Relazione sulla Russia dettata ... dall’ambasciatore moscovita Giorgio Percamoto

Mar 27, 2024 03:58



Relazione sulla Russia dettata nel 1486 alla cancelleria Sforzesca dall’ambasciatore moscovita Giorgio Percamoto // Barbieri G. Milano e Mosca nella politica del Rinascimento. Storia delle relazioni diplomatiche tra la Russia e il ducato di Milano nell’epoca Sforzesca. Bari, 1957

Relazione sulla Russia dettata nel 1486 alla cancelleria Sforzesca dall’ambasciatore moscovita Giorgio Percamoto.

Nota et continentia de le cose et signore de Rossia.

Havendo io illustrissimo Signore de immortale memoria, duca Galeazo, alias, mandato el Bianco suo falconero in le parte de Rossia ad visitare lo illustrissimo Signore Gran Duca de Rossia et mandatoli a donare alchuni falconi pelegrini, quello excellentissimo et magnanimo principe, chiamato il Gran Duca Zoanne, signore de Rossia, fiolo del Gran Duca Basilio, non scordatose del beneficio et fundata amicitia, in lo anno 1485, di octobre misse ad camino uno suo ambasatore, chiamato messer Giorgio Percamota, per natione greco, cavallero et gentilhomo, antiquamente desceso da Costantinopoli, il quale nel mese de zugnio 1486 gionse in Milano ad visitare, in nome de dicto suo Signore, lo illustrissimo Signore nostro, Duca Zoan Galeazo, et expose alchune benigne et amorevole parole per parte del suo Signore; appresentò lettere de credenza, sigillate cum sigillo coperto d'oro, et cosi appresento doe quarantane de belli Zebellini conci et doi girifalchi et parechi Zebellini vivi, portati et conducti fin de Rossia, affirmando essere venuto per via che haveva caminato più de tre milia miglie.

Dicto ambasatore, recercato de le cose de quelle regione et paese de Rossia et del suo illustrissimo Principe, diceva et affirmava la provincia de Rossia essere tuta piana, de longheza bene doe millia miglie et poco mancho essere in latitudine et essere populosa et habitata frequentissimamente de grande cità, casali et villagi et che luy ne haveva cavalcato più de mille ducento miglia, per loci habitati, in el suo venire verso Italia et che altre volte più de mille cinquecento miglia ne ha cavalcato, che tuta è habitata talmente che uno casale, sive villagio, per la propinquità vanno ad tollere il focho l'uno a l'altro; et tuto el paese de Rossia diceva essere alla fede christiana; essere baptizati et servare, in le sue cerimonie, la consuetudine alla grechesca; che il suo Signore haviva alchune altre provincie acquistate per il quondam illustrissimo suo padre et per lui, quale, pro maiori parte, sono idoladrie.

In Rossia diceva essere di grande cità, fra l'altre, Volodymira, quale era populosa et faceva circa sexanta millia fochi; altre nominò che fano da trentamillia fochi chadauna, videlicet: Novogrodia, Pascovia et Mosca, quale in latino se chiama Moscovia, et questa sola essere stata circundata de mura per lo dicto suo Signore, in la quale fa residentia più del tempo et se gli tene la corte et ha il suo Arcivescovo; dixe esserli molte altre cità, ad numero pi ù de LX, che fano da quatro fin in VI, VIII et X milia fochi, per chadauna; villagi et casali in circo infinitissimi, ma tute le case di quelle provincie essere facte de legname, se non alchune poche facte per l'Arcivescovo, altri vescovi et prelati et per li signori et alchuni altri signorotti, quali commenzavano fare edificare de petre et quadrelli alla italiana, dicendo haverli de li meistri et ingegneri italiani.

Diceva el suo Signore essere potentissimo de dominio grande et bona intrata, quale passava, annuatim, più d'un millione de ducati d'oro, et il ducato d'oro essere alla valuta et peso del ducato turco et venetiano et che usano altra moneta de argento fino, che ne vanno de l'una cento al ducato, de l'altra cinquanta che sono como soldi et grossi; che alcune provincie, como sono quelle idoladrie gli dano per tributo, ogni anno, grande quantità de Zebellini, armellini et dossi et alchune altre portano tele et altre cose necessarie per l'uso et vivere de la corte; et che fin alle carne, melle, cervose, biade et feno che consuma el Signore et li altri de la corte è portato per le communità et provincie, secundo una certa limitatione et ordine imposto et che servano grande obedientia verso il suo Signore; che el parlare et lingua de Rossia è consimile alla schiavona et de Boemia et Polonia, cum qualche pocha de differentia, como saria tra nuy et spagnoli, o francesi et cosi de tute quelle altre provincie; che el vestire loro vulgarmente è di pelle de volpe, presertim de gole bianche a l'invernata et che gli n'è grandissima copia; ad mezo tempo usano pelle più legere; alla estate, tele de lino, de le quale fanno camise et alter vestimente; et gentilhomini usano zebellini et alter degne pelle et, alli tempi caldi, armellini et dossi cum il pelo in fora et la cartha de la pelle sopra la camisa, che vene ad tenere frescho; che i panni de lana, de seta, brocchati et similia se portano per forestieri, cioè da Germani ed altri mercadanti, che veneno de Hungaria, di Grecia et altri loci lontani, ma todeschi gli commenzano ad frequentare più che altri; che in quello paese è grandissima copia de bestiame grosso et minuto, che hano grandissimi pascui et bon mercato de ogni carne, etiam pollagi et che hano grandi fiumi et lachi, che producano assai et boni pesci; che hano grandisima abundantia et copia de grano, per modo che in molti loci per la superabundantia gli sono mirabile et stupende munitione congeste de frumento et altre biade, presertim in quelli loci che sono distanti dal mare, perchè non gli è chine vada ad levarlo per condure altrove; che per bevere usano cervose, facte, pro maiori parte, de orzo et melle cum el fiore de lovertise, el quale fa bon bevere et che se ne ebriano disconzamente.

Le confine de Rossia verso el levante se extendano verso Tarteria et Cercasso; da mezzo di et parte de ponente sono contigue alla Lituania, quale è trameza de Rossia, Boemia et Polonia; di verso septentrione dice essere grande paese deserto et il mare oceano; dice che epso Signore Duca de Rossia ha doi fratelli, l'uno dicto Signore Andrea, l'altro Borsio et quatro fioli, da li quali il primogenito si chiama Zoanne, como il patre; questi hano signorie et teneno corte separate hanno soe intrate assignatile per il dicto signore Gran Duca, quale ha tri altri fioli maschi; che sono alla soa corte quatro principali signori, electi per soi consiglieri, cum li quali se consiglia et governa il suo stato et questi sono donate de terre et iurisdictione et preminentie, per modo che caduno tene bella corte; et, computando quelle de li fratelli et primogenito cum li altri donatary et che hano soi privilegy et provisione, sono circa 3 milia persone ad honorare la soa corte, quantuncha li nominati de sopra, caduno ad casa loro tene corte separata; che li gentilhomini teneno tutti bono numero de servi, chi X, XII, chi XV et XX; et teneno cavalli assai, de li quali è bono mercato et se teneno per pocha spesa, perchè li è abundantia de ogni cosa per el vivere; che, quando epso Signore Duca vole cavalcare in alchuna sua expeditione, in XV giorni saranno ad ordine in caduna cità et villagi li soi homini designati et deputati etiam per caduna provincia, per modo che se trovarono assieme ducento et trecento millia cavalli et che sono pagati per le communità et cità et villagi per tutto el tempo che dicto suo Signore li vole adoperare et che, alle fiate, menerà anchora grande numero de gente ad pede, quale pone per presidio et custodia de le cità, loci et passi importanti, dove haverano ad passare li exerciti et gente sue ad cavallo et fare scorta alle victualie et che ultra ch'el paese suo ha grande numero de cavalli per Tartari anchora, che sono alle confine, gli ne sono conducti assai; che alla guerra usano corrazine legiere, alla guisa che usano li Mamaluchi del Soldano et l'arme da offendere et la scimitarra et l'arco, pro maiori parte; alchuni usano portare la lancia per fare una botta, ultra le dicte arme consuete et che, per Todeschi essendoli inducto l'uso de le balestre et schiopetti da poco tempo fa, li foli de gentilhomini se gli sono assuefacti, per modo che le stambuchine, balestre et schiopetti gli sono inducte et in uso; che quello Signore è molto amato e reverito da li soi et che cum quelli de la corte usa grande domesticheza et liberalità et se trova cum epsi alle fiate ad collationare et delectasse fargli bene bevere et che pur gli è conducto del vino da alchune circunstantie, dove ne nasce, presentim da Todeschi; et il Signore ha le soe caneve alla corte, dove sempre ne tene et molto se delectano in quelle bande li Signori et gentilhomini de andare alle cacie. Mediolani, die XXVIII juny MCCCCLXXX sesto.

(A. S. M., Archivio Sforzesco, Registro Ducale n. 214. ff. 170 t 172 t, 28 giugno 1486).

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