Some Zebraswan

Apr 21, 2010 03:32

E ora un po' di Zebraswan nostalgica. In fondo un pizzico di zebra non stona mai. La zebra sta bene un po' con tutto... Ok, la pianto. Procedo

Titolo: Videoamatori
Fandom: RPS Johnny Weir
Pairing Johnny Weir/Stéphane Lambiel
Rating: NC17
Word Count: 3294
Avvertimenti: Sesso orale videoregistrato, accenni a tradimenti a cuor leggero.
Disclaimer: Stéphane e Johnny sono solo buoni amici. Quindi è tutto frutto della mia mente malata e della slutness di Stéphane.
Note: Storia ambientata subito dopo i Mondiali del 2005. Stéphane vinse l'oro e si sa che dopo la fine della stagione i pattinatori impazziscono... La mia personalissima vena pornica è stata istigata da questa foto. Suvvia, guardate che facce da imbecilli pornomani! Potevo esimermi dallo scrivere tali immani porcate? La risposta è, ovviamente, no.
Ringrazio framianne per l'occhiata alle cazzate che ho disseminato e le mie due amykette perchè aspettavano da tempo questa fic - o almeno credo. ♥


VIDEOAMATORI

“Alzala un po’.”
“No, va bene così.”
Johnny schiaccia il tasto sulla videocamera e l’apparecchio sembra fare il proprio dovere. Johnny ammira la foto appena scattata e se ne compiace: lui e Stéphane sono venuti decisamente bene. In più sono fotogenici, il che non può che essere d’aiuto, nella presente situazione.
“Voilà.”
“Sei venuto meglio tu,” commenta Stéphane, sorridendo comunque soddisfatto.
“Certo. Sono più bello,” ribatte Johnny placido.
Stéphane gli tira uno spintone e Johnny si fa da parte ridendo.
“Che vuoi?” borbotta petulante, sistemandosi il cappello in testa. “Avrai anche vinto l’oro, ma io rimango mille volte più bello di te. Con questi capelli, poi…” commenta, passandogli una mano in mezzo alla zazzera scura e ribelle con aria schifata.
Stéphane si sottrae al suo tocco con uno scarto agile del collo.
“Senti chi parla. Se ti tolgo quel cappello, altro che…”
“No!” urla Johnny, scoppiando a ridere, mentre si aggrappa al proprio cappello e se lo calca in testa come se da questo dipendesse la sua vita. “Assassino!”
Stéphane ride e guarda la telecamera. Un pensiero lo fa arrossire vagamente e si schiarisce la voce.
“Intendi tenertelo anche…” borbotta, ultimando la frase con un gesto della mano che non aggiunge nulla al suo senso.
Se Johnny non sapesse ciò che sta per accadere chiederebbe spiegazioni. Invece sogghigna beffardo.
“Non lo so…” biascica, fingendo di rifletterci seriamente. “Secondo te dovrei? In effetti mi dona moltissimo…”
“Ma… Non so se ti darà fastidio mentre…”
“Sto scherzando!” lo interrompe Johnny, giulivo. “Ti pare? Poi non mi si vedrebbero gli occhi…” gli fa notare con un occhiolino.
Stéphane sospira. Johnny lo osserva, attento, e sulle sue labbra aleggia un sorrisetto a metà tra l’intenerito e il malizioso.
“Ehi, non è che questa cosa ti mette in imbarazzo, vero?” domanda con voce più cauta, cercando di incrociare lo sguardo dell’altro.
Stéphane sbuffa.
“Ma no! È che tu hai tutte queste idee strane…”
Johnny scoppia a ridere di nuovo.
“Va bene, allora cominciamo,” decreta, rimettendosi ad armeggiare con la videocamera.
Stéphane guarda la lucetta dell’avvio con sospetto.
“È accesa?” domanda incerto.
“Sì!” annuncia Johnny trionfante, facendo un passo indietro per rientrare nell’inquadratura e trascinando l’altro con sé. “Di’ ciao agli spettatori!”
Stéphane sbuffa ci nuovo e si sfrega il viso con le mani.
“Piantala…” lo redarguisce serio. “Mi hai giurato che non lo mostrerai a nessuno.”
“Mai,” assicura Johnny, faticando a mantenere un’espressione neutrale.
“Nemmeno al tuo tipo, Drew… Quello lì che ti aspetta a casa,” insiste Stéphane.
Johnny apre la bocca, oltraggiato.
“Sei matto? Non sono mica scemo!” esclama.
“Ok, ok…” lo rabbonisce l’altro. “Che faccio?”
“Intanto saluta,” lo invita nuovamente Johnny, sfoderando il sogghigno malizioso di prima.
Stéphane sorride tra sé, stavolta, mentre agita una mano verso la telecamera.
Johnny pare soddisfatto. Si volta verso l’obbiettivo e con voce estremamente professionale dice “Benvenuti ai Mondiali del 2005. Stanotte, per voi, il fantastico Johnny Weir si intratterrà con questo giovane di belle speranze, a cui ha deciso di fare un favore nonostante abbia in testa quei capelli…”
“Smettila!” Stéphane si passa una mano tra i capelli, nervoso. “Non hanno niente di strano i miei capelli.”
“Se lo dici tu…” replica serafico Johnny, guardandolo in tralice.
Stéphane si fa avanti di un passo e raddrizza le spalle, petto in fuori, affrontandolo.
“Sentiamo un po’, se i miei capelli ti fanno così schifo perché perdi tempo con me?” lo apostrofa fiero.
Johnny alza un sopracciglio, ammirato.
“Perché mi piacciono gli uomini coi luccichini al collo,” risponde con voce velata, accostandoglisi con un movimento sensuale. “Sai come dicono, che i vincitori…”
Non finisce la frase, perché le sue labbra sono così vicine a quelle di Stéphane che lui non perde altro tempo e lo bacia. Johnny inclina la testa da un lato, passandogli una mano dietro al collo e lasciandola sulla nuca, dove muove le dita piano, massaggiandolo. La lingua di Stéphane va a cercare la sua fin dal primo momento e Johnny dischiude le labbra, andandogli incontro con il medesimo entusiasmo. Esplora la sua bocca, che ormai conosce bene, e spera ardentemente che l’inquadratura sia a posto e stia rendendo giustizia a questo bacio, perché con gli occhi chiusi non può controllare. Giusto per sicurezza abbassa un po’ un braccio, perché non li copra, e decide di accontentarsi del fianco di Stéphane.
Non ha più dubbi, ormai, sul fatto che Stéphane stia morendo di imbarazzo. È sempre stato un gran baciatore e per quanto non manchi di trasporto Johnny avverte la tensione nelle sue labbra, la rigidità nei muscoli della schiena sotto le sue dita e nei suoi movimenti. Con nonchalance fa scivolare le labbra sulla sua guancia, esponendo il collo perché Stéphane possa dedicarcisi, e sicuro di non essere inquadrato dalla videocamera sussurra contro il suo zigomo “Rilassati… Non sarà peggio di pattinare il libero in mondovisione.”
Le labbra di Stéphane si arricciano contro la curva del suo collo e anche Johnny sorride. Va a ricatturarle, trovandole più morbide e ugualmente passionali. La lingua di Stéphane accarezza la sua con sensualità e a Johnny pare che ad ogni tocco riversi nel suo corpo ondate di eccitazione, che partendo dalla sua bocca scendono veloci, andando ad accentrarsi nel basso ventre.
Le dita di Johnny si spostano sulla chiusura dei pantaloni di Stéphane, prima ancora di attaccare la camicia nera che indossa. Stéphane spezza il bacio, abbassando lo sguardo sulle sue mani. Johnny non ci fa caso e liberato il bottone dei pantaloni gli abbassa la zip, calandogli poi i jeans di qualche centimetro. Al di sotto, nascosta dagli slip, l’erezione di Stéphane è evidente e Johnny non può fare a meno di leccarsi le labbra. Si è intrattenuto con l’idea di immortalarsi nell’atto di fargli un pompino per le ultime tre ore, da quando cioè Stéphane ha accettato di farsi riprendere. Getta uno sguardo di lato, verso la videocamera, e controlla che l’inquadratura sia sulle proprie mani: si vedono entrambi a mezzo busto, fino alle cosce, ma risultano un po’ troppo lontani per i suoi gusti e a breve non saranno comunque le loro facce ad essere protagoniste del video - almeno non quella di entrambi. Mentre Stéphane ancora lo fissa perplesso Johnny si guarda attorno, corrugando la fronte in un’espressione assorta, e studia la situazione.
“Spostiamoci,” dice poi risoluto, andando a recuperare la videocamera. “Qui non va bene.”
Stéphane lo osserva impotente mentre l’altro si mette ad armeggiare con una mensola posta piuttosto vicino a uno dei due letti della stanza. Studia un paio di angolazioni, poi posiziona la videocamera all’estremità del ripiano, perpendicolare ai piedi del letto.
“Là,” annuncia Johnny, soddisfatto.
Aggira l’angolo del letto e si siede proprio sul fondo: dal piccolo schermo che mostra la registrazione in corso può constatare che la posizione è perfetta, così come lo zoom. Otterranno una ripresa magnifica. Risolto il problema, Johnny si volta quindi a cercare con lo sguardo il suo compagno di malefatte, momentaneamente dimenticato. Stéphane è ancora là dove l’ha lasciato, piantato in mezzo alla stanza con i pantaloni slacciati e un’espressione un po’ tetra sul volto.
“Non stare impalato lì!” lo esorta Johnny, allungandosi e catturando con le dita l’elastico dei suoi slip. Lo recupera come un pesce con la lenza, tirandolo a sé e riprendendo la propria postazione sul letto. “Dammi un bacio,” gli mormora quando finalmente ce l’ha di fronte, tirandolo un po’ per la camicia e sorridendogli accattivante.
Stéphane si china in avanti, sospirando appena contro la sua bocca, e lo bacia a fior di labbra, strofinandole contro quelle dell’altro prima di ergersi nuovamente. Johnny rimane per qualche attimo col viso sollevato, gli occhi chiusi e un sorriso beato ad illuminargli l’espressione, e Stéphane avverte quella contentezza riflettersi immediatamente sul proprio volto, rilassandogli i tratti.
“Ok,” sussurra poi Johnny, aprendo gli occhi e sfoderando uno dei suoi migliori sguardi provocanti. “Dov’ero rimasto?” domanda retoricamente, tornando già ad armeggiare con i pantaloni di Stéphane.
Glieli abbassa lentamente, lasciandoli scorrere insieme ai palmi delle sue mani sulle sue cosce muscolose; poi risale con le mani il percorso appena fatto, fino ai fianchi, e lì si ferma per un attimo. Le sue dita sfiorano il cotone degli slip, tracciando il contorno distinto dell’erezione che vi si cela, e Johnny si lecca le labbra con anticipazione. Sente Stéphane sospirare piano quando le sue dita si incuneano sotto l’elastico, tirando gli slip verso il basso e rivelando, centimetro dopo centimetro, il ventre piatto e i peli neri che fanno da corona al suo membro eretto. Johnny lo scopre del tutto, calandogli gli indumenti fino alle caviglie e fermandosi ad ammirare per qualche secondo lo spettacolo del suo fisico giovane e atletico.
“Fantastico,” mormora, con un tono di voce forse leggermente troppo alto per essere spontaneo, ma in fondo sincero.
Con una mossa da attore consumato si toglie il cappello, scoprendo le ciocche castane un po’ schiacciate e i riccetti morbidi che gli si formano alla base del collo e che a Stéphane piacciono particolarmente. Butta il cappello sull’altro letto, poi sale ad avvolgere con una mano l’erezione di Stéphane e inizia ad accarezzarla lentamente. Alza gli occhi per un istante, incrociando lo sguardo eccitato e concentrato dell’altro, e gli fa l’occhiolino prima di riportare tutta la propria attenzione verso il basso.
Lo masturba con calma, avvicinando il volto al suo membro con circospezione, all’inizio, in una sorta di balletto che per Stéphane è un po’ una tortura. Poi Johnny ferma la mano e vi struscia contro una guancia - la barba leggermente lunga punge e Stéphane si tende leggermente, ma in qualche modo anche questo lo eccita - e nel tornare indietro schiude le labbra, avvicinandole all’asta così tanto che Stéphane avverte distintamente il suo alito caldo e gli pare quasi che bruci contro la sua pelle. La presa di Johnny attorno alla base è ferma e decisa, come sempre, perché sa esattamente ciò che vuole e dove il giochetto lo sta portando. Stéphane chiude gli occhi, si inumidisce le labbra con la punta della lingua e aspetta, prega, desidera ardentemente che il calore della bocca di Johnny lo avvolga. Le sue mute preghiere vengono soddisfatte poco dopo: sente la mano di Johnny sollevare un po’ la sua erezione e la sua lingua posarsi alla base, percorrendo poi tutta la sua lunghezza fino ad arrivare alla punta; lì si ferma a stuzzicare brevemente il glande, dopodiché le labbra vi si chiudono attorno e Johnny lo risucchia con decisione.
Stéphane boccheggia e si china in avanti, appoggiando entrambe le mani sulle spalle di Johnny. L’altro lo afferra per i fianchi, dandogli stabilità, e lo fa scivolare più in profondità nella propria bocca, stringendo le labbra attorno a lui e rilasciando millimetro dopo millimetro con una lenta carezza della lingua. Gentilmente, in modo tanto discreto che Stéphane quasi non se ne rende conto, Johnny gli passa una mano dietro a una coscia e lo esorta ad alzare la gamba fino a posare il piede sul letto. Nella nuova posizione, molto più salda, Stéphane non rischia di perdere l’equilibrio in caso di eccessivo trasporto e non copre assolutamente la visuale alla videocamera. Sicuramente Johnny ne ha tenuto conto fin dall’inizio, ma l’altro non se ne accorge finché non viene incitato silenziosamente a togliere le mani dalle sue spalle, cosicché l’angolo, ora, è davvero perfetto.
Johnny lascia che l’erezione di Stéphane sfugga alle sue labbra e ve le strofina contro, risucchiando di nuovo solo la punta e producendo un suono umido che fa gemere all’altro il suo nome sottovoce. Ciononostante, quando Johnny alza gli occhi per un attimo, Stéphane arrossisce e stringe i denti. Johnny deve mordersi le labbra per non ridere. Lo fa scivolare di nuovo nella propria bocca, più in profondità, e gli posiziona una mano sul sedere, guidandolo nei movimenti avanti e indietro, cosicché centimetro dopo centimetro lo sente sprofondare quasi completamente tra le sue labbra. Alterna le suzioni a rapidi lavori di lingua attorno al glande arrossato, poi inspira a fondo e quando scivola tra le sue labbra forza l’angolo e lo fa scendere in gola.
Nel momento in cui il suo naso sfiora la pelle tesa del ventre Johnny ha un moto di esaltazione nello stomaco. Si sente una dannata pornostar, con l’erezione di Stéphane che gli preme in gola e la consapevolezza che la videocamera posta a pochi centimetri da loro sta riprendendo ogni singolo istante di quello spettacolo. A memoria non riesce a richiamare molti momenti che gli abbiano dato una tale scarica di adrenalina, fuori dalla pista. È una reazione naturale e incontrollabile quella che lo fa iniziare, non appena Stéphane si ritrae, a ridacchiare silenziosamente. Cerca di controllarsi prendendo un profondo respiro e trattenendolo. Sopra di lui, Stéphane lo fissa con espressione parzialmente sconcertata, un sopracciglio inarcato e gli occhi avidi di continuare. Johnny alza lo sguardo per un attimo, nell’intento di scusarsi, ma la vista della faccia di Stéphane lo fa ridere ancora di più: scoppia in una risata che soffoca contro una mano, poi scuote la testa e inspira.
“Scusa,” borbotta, ricominciando a prenderlo in bocca, succhiando il glande con decisione, e accarezzandolo un paio di volte con una mano.
Riprende il ritmo. La sua bocca scivola con scioltezza lungo il membro di Stéphane, che incoraggiato dal suo tocco dondola i fianchi a tempo, gli occhi ben puntati sulle labbra arrossate per godersi lo spettacolo. Stéphane si lascia trasportare a tal punto da quell’andirivieni ipnotico che sente persino un po’ della tensione che ancora alberga nella sua schiena e nel suo stomaco scemare e, quasi dimentico dell’occhio rosso della videocamera sempre puntato su di loro, cede a un gesto spontaneo: porta una mano sulla testa di Johnny e affonda le dita tra i suoi capelli, scompigliandoli.
Johnny sussulta e si ritrae di scatto, sorprendendolo. Stéphane lo guarda confuso passarsi una mano sui capelli, ma quando lo vede controllarsi nell’inquadratura l’atmosfera surriscaldata subisce un brusco raffreddamento. La sua espressione non deve essere delle migliori, se Johnny scoppia di nuovo a ridere come un deficiente.
“La finisci?” borbotta frustrato Stéphane, le mani sui fianchi e l’erezione ancora ben ritta che ballonzola appena tra loro.
“Non… Non mi spettinare,” biascica Johnny, dandosi un minimo di compostezza. “Rovini la scena.”
“Tra un minuto mi si ammoscia e allora vedi che bella scena,” ribatte Stéphane in un inglese sempre più compromesso dall’accento francese.
“Ok, ok. Giuro che non rido più,” promette Johnny con un sorriso splendente, che in verità assicura un sacco di ilarità residua.
Stéphane si passa le mani tra i capelli, strofinandoli con forza.
“Continuiamo?” domanda in un tono che sembra più un’incitazione.
“Mmm… Sì,” annuisce Johnny, leccandosi le labbra. Fa per riprendere, poi si blocca e si sfila con un movimento veloce il maglioncino scuro che indossa. Stéphane ammira le sue medagliette portafortuna luccicare contro il suo petto nudo e magro. “Ci sono,” annuncia, compiaciuto.
Stéphane sa di essere poco gentile quando afferra la propria erezione e, con una mossa che ha visto davvero solo in certi film porno, ne strofina la punta contro le labbra gonfie di Johnny. L’altro però lo lascia fare, fissandolo con aperta ammirazione per tanta spudoratezza. Stéphane evita il labbro superiore, con quell’ombra di baffi perennemente non fatti, e si concentra sul giocare con quello inferiore, obbligando Johnny a schiudere le labbra per poi sottrargli il piacere di prenderlo in bocca. Alla fine Johnny lo branca con forza, bloccandogli i fianchi per riappropriarsi del gioco - e sicuramente del controllo sulla situazione. Stéphane sospira di soddisfazione, riprendendo ad affondare liberamente in quel calore umido e stretto che gli fa galoppare l’immaginazione e dà vita, nel suo cervello, a una sfilza di immagini sconvolgentemente volgari.
Johnny è di nuovo concentrato sulle proprie mansioni e sull’apparire il più sciolto possibile nell’eseguirle. Sente sulla propria lingua il sapore salato di Stéphane iniziare a spandersi, segno che nonostante le interruzioni l’amico non reggerà ancora molto a lungo ad attenzioni troppo pressanti. Rallenta un po’ il ritmo, incerto su come procedere; ancora non sa se concludere così o pretendere un secondo round filmato e il bottone dei suoi pantaloni non aiuta nello schiarirgli le idee. La prima cosa che decide di fare, quindi, è liberarsi della pressione che gli sta facendo scoppiare il cavallo dei pantaloni, slacciandoli. È come se quel bottone premesse sulle sue vene e sul suo cervello, oltre che sulle sue parti basse: in un millesimo di secondo tutto il sangue del suo corpo si concentra tra le sue gambe, azzerandogli la capacità di progettare. Assurdamente, si sente la testa leggera e una punta di ilarità torna a farsi strada nel suo petto, rimanendovi latente, senza poter raggiungere le sue labbra occupate.
Sopra di sé sente un fruscio sommesso e con la coda dell’occhio guarda lo schermo del video. Stéphane si è tolto la camicia sfilandosela ancora allacciata direttamente dalla testa. Ora il suo petto nudo e gli addominali ben delineati fanno la loro bella comparsa nel video, anche se la testa è decisamente troppo in alto per essere inquadrata. Scosta le labbra dalla sua erezione, allora, e le posa sulla sua pancia. Vi lascia una piccola scia di baci, che sale fino all’ombelico e poi ridiscende verso la base del suo membro.
“Caldo?” sussurra quindi alzando la testa.
Stéphane storce la bocca in un buffo assenso e Johnny non ce la fa più: scoppia a ridere senza freni, talmente tanto da andare a sbattere contro l’erezione dell’altro. Si copre con una mano un occhio, sfuggito per un soffio all’impatto, e ride ancora più forte. Stéphane sbuffa, lasciandosi cadere le braccia lungo i fianchi.
“Basta,” sentenzia. Cerca di mantenere un tono serio, ma di fronte a tanta ilarità non riesce a frenare un angolo della bocca, che già gli si inarca. Allunga un braccio e afferra la videocamera, buttandola sul letto, poi dà uno spintone a Johnny, che si accascia senza forze all’indietro, ancora scosso dalle risa. “Tu e i tuoi filmini mi avete stancato. Adesso facciamo le cose come dico io.”
Johnny gattona a ritroso, mentre Stéphane lo sovrasta col suo corpo. Sta ancora ridendo quando l’altro plana su di lui, schiacciandolo contro il materasso e facendolo ululare.
“Aaah!” si lamenta, fingendo di aver accusato il colpo.
“Ma come?” lo provoca Stéphane, ridacchiando. “Adesso che io mi diverto?”
“Pesi!” insiste Johnny, ma già gli manca il respiro per un nuovo accesso di risate. “Priscilla!” urla, beccandosi una manata sulla bocca che non fa che acuire il suo delirio d’ilarità.
“Sta’ zitto…” sussurra Stéphane contro il suo orecchio, prima di calare sulle sue labbra e metterlo a tacere.
Johnny, in fondo, non aspettava altro: si lascia baciare con entusiasmo, avvolgendogli le gambe attorno ai fianchi. Si gode l’assalto della lingua di Stéphane, grattando con le unghie la pelle nuda e calda delle sue spalle. Avverte la pressione della sua erezione contro la pancia e maledice di non essersi ancora spogliato del tutto. Deve liberarsi dei pantaloni, pensa, mentre la bocca di Stéphane abbandona la sua per scendere sul suo collo. È per caso che volta la testa e vede la lucetta rossa fargli l’occhiolino, pochi centimetri più su. Allunga una mano con cautela, per far sì che Stéphane non se ne accorga, e volta la videocamera: sì, sta ancora registrando, nonostante tutta la confusione. Johnny ci pensa su un attimo e poi proprio non sa trattenersi: la riposiziona sul letto, orientandola in diagonale perché possa inquadrarli quasi completamente. Quando gira di nuovo la testa trova lo sguardo di Stéphane che lo studia.
“Johnny…” mormora soltanto, e Johnny coglie la muta richiesta al volo.
Decisamente è ora di smetterla di fare il cretino, se vuole portare a termine la serata. Porta una mano sulla nuca di Stéphane, allungandosi a catturare le sue labbra in un bacio, e gli sorride.
“Levami i pantaloni, campione.”
Avrà tempo di rimettere a posto il video, una volta tornato a casa.

fanfic, rps, the gay

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