Titolo: Senza Parole.
Autore:
n_atreides (Slayer87)
Beta:
littlefanny Fandom: Robin Hood (BBC)
Pairing: Robin/Sir Guy
Rating: NC17
Genere: angst, triste, erotico
Note: dopo la puntata di ieri, per la cronaca, la 3x10, mi è venuta fuori. C’era talmente tanto slash che il mio povero neurone è impazzito completamente. Mi chiedo se gli sceneggiatori siano gli stessi di Merlin, perché se è così abbiamo capito come mai il livello slash in Merlin è precipitato. L’hanno prestato a Robin Hood! Detto questo, buona lettura…
Note2(05/05/2010): finalmente posto questa fic anche su LJ! Sono curiosa di sapere cosa ne pensate!
Senza Parole.
E così erano partiti per York, Robin e Guy.
Nemici da una vita, ora erano obbligati da qualcosa che andava al di là del semplice rispetto: obbligati non solo a tollerarsi reciprocamente, ma anche ad allearsi per una causa comune, vincolati dall’onore e dal sangue.
Avevano di nuovo qualcuno che li legava, come tempo prima Marion. Solo che ora non dovevano combattere l’un contro l’altro per lei, ora dovevano dar battaglia l’un con l’altro per salvare il fratello.
Un fratello di cui Robin non era nemmeno a conoscenza, e con cui Sir Guy voleva avere a che fare il meno possibile, ma sempre un fratello, sangue del loro sangue, ombra e luce di un passato che mai smetteva di torturarli e motivarli, seppur su strade diverse.
La prima sera, dopo il racconto del padre di Robin, si erano accampati nella foresta, poco lontano dalla strada che li avrebbe portati a York.
Il bosco, solitamente così pieno di vita, sembrava vuoto: nessun rumore si sentiva per miglia e miglia.
Nel loro piccolo accampamento la situazione era pressoché identica.
Un imbarazzante silenzio copriva anni e anni di rancore, difficili da scacciar via come se fossero solo un piccolo sciame di moscerini.
Più di tutto, pesava quel gesto fatto da Guy, quella mano data in aiuto, a cui Robin non riusciva ad attribuire un significato preciso.
Prepararono una cena frugale senza dirsi una parola: in effetti, non avevano parlato da quando…
Esattamente da quando avevano deciso di andare a salvare il fratello.
Robin non fece nulla per sbloccare quella situazione.
Se ne andò a dormire senza ancora aver detto nulla.
Era come incapace di parlare, tante erano le emozioni e di tipo completamente opposto, che gli laceravano il cuore.
Era veramente troppo, anche per uno come lui, che negli ultimi anni ne aveva viste e fatte di cose non proprio normali.
Poco dopo che si fu addormentato, sentì qualcosa premere sopra il suo corpo.
Si svegliò di scatto, i suoi grandi occhi che si incrociavano con quelli di Guy, sopra di lui.
Degli occhi allucinati e supplicanti quanto i suoi.
Rimasero così un secondo, un minuto, un’ora… poi, all’unisono, si avvicinarono, di più, sempre di più.
Il loro bacio fu molto simile al loro rapporto in tutti quegli anni.
Nessuno dei due voleva cedere, nessuno era in grado, o voleva, arrendersi.
Sempre restando in silenzio, si spogliarono velocemente.
Non persero tempo in sciocchezze senza senso che non interessavano a nessuno. Entrambi erano stati in guerra abbastanza a lungo da sapere come facessero i soldati a mantenere un minimo di sanità mentale, e non era grazie alle preghiere.
Nessuno voleva cedere, ma alla fine, vuoi per il senso di colpa, vuoi per qualcosa senza nome che lesse negli occhi di Gisbourne, Robin s’arrese.
Fu un rapporto veloce, rabbioso come lo erano state le loro risse e quasi violento come erano state le loro vite.
Robin pianse, mentre il suo corpo godeva, per la prima volta dopo tempo, e non sapeva se lo faceva per Marion, per il padre o per le persone morte a causa sua, o chissà per quale altro motivo.
Quando sentì qualcosa di bagnato cadere, aprì gli occhi, e scoprì il volto di Guy in lacrime.
Il loro orgasmo arrivò in quel momento.
Subito dopo, Robin prese il volto di Guy tra le sue mani e lo incoraggiò a sdraiarsi sopra di sé.
Si addormentarono così, l’uno tra le braccia dell’altro, nudi.
La mattina si svegliarono ancora così: velocemente si rivestirono e ripartirono alla volta di York, sempre in assoluto silenzio.
Ciò che c’era da dire era già stato detto in quelle ore della sera prima, e nessuno dei due avrebbe mai potuto scordare.
The End