[Bloody Monday] Don’t worry it’s safe, right here in my arms

May 25, 2013 00:13

Titolo: Don’t worry it’s safe, right here in my arms
Fandom: Bloody Monday
Pairing: Kanzaki Jun x Takagi Fujimaru ; Kujo Otoya
Rating: NC17
Avvertenze: Slash
Disclaimer: I personaggi non sono miei, tutti i diritti riservati e i fatti narrati sono frutto della mia fantasia. La storia non è scritta con scopo di lucro.
Riassunto: Fujimaru aprì gli occhi, lievemente intontito. Non ricordava assolutamente molto delle ultime ore, ma sapeva bene che non avrebbe dovuto trovarsi là.
Note: Scritta per la 500themes-ita con il prompt “356. Quarto di luna”, per il mmom-italia e per l’X-Fandom di maridichallenge.
Note 2: Spoiler. Su tutto.
WordCount: 942 fiumidiparole

**

So show me family
all the blood that i will bleed
Fujimaru aprì gli occhi, lievemente intontito. Non ricordava assolutamente molto delle ultime ore, ma sapeva bene che non avrebbe dovuto trovarsi là. Si appoggiò con la schiena al muro freddo dietro di lui.
Portò una mano alla testa, sentendo del sangue ormai secco sulla tempia e sospirò, socchiudendo di nuovo gli occhi. Sentiva le ossa fargli male e le ferite che gli aveva procurato Kanzaki bruciare ogni volta che si muoveva.
Era stanco. Avrebbe solo voluto che J lo lasciasse andare o che, se proprio farlo vivere non era nei suoi piani, si decidesse ad ucciderlo perché Fujimaru non era più sicuro di riuscire a sopportarlo.
Si chiedeva ancora quando sangue dovesse versare, quando il peso delle azioni del passato sia sua che della propria famiglia avrebbero smesso di essere considerate, quanto ancora avesse dovuto soffrire perché tutto quell’incubo trovasse fine.
Aveva fatto di tutto pur di sopravvivere fino a quel momento. Ogni volta che il più grande lo toccava aveva pensato ad Otoya, ogni volta che lo colpiva aveva pensato che era sempre più vicino alla liberazione, ogni volta che lo sentiva spingere dentro di sé immaginava che nulla poteva essere peggio e così, bene o male, era sopravvissuto.
Kanzaki voleva solo che facesse un piccolo lavoro per lui, ma Fujimaru non era disposto a fare nulla. Non avrebbe fatto il suo giorno, non avrebbe permesso a nessuno di usarlo un’altra volta.
Ma in quel momento era stanco. Non sapeva da quanto tempo fosse nelle mani del terrorista, non sapeva quante volte Kanzaki lo aveva violato, ma era stanco.
Voleva solo rivedere Otoya, per l’ultima volta prima di smettere di lottare. Alzò la testa fino alla piccola finestra e vide che era notte e che c’era la luna alta nel cielo.
Tentò di spostarsi, ma ogni tentativo era inutile. Ormai anche il proprio corpo aveva smesso di lottare.
Quando vide la porta della sua piccola prigione aprirsi sentì un brivido di paura e di terrore scorrergli lungo la colonna vertebrale ma tentò di mostrarsi più spavaldo di quello che era in realtà.
Kanzaki, che con i suoi capelli biondi sembrava quasi brillare nel buio della notte, si appoggiò allo stipite della porta e sorrise. Sorrise malignamente e Fujimaru comprese che quella volta sarebbe stata diversa dalle altre, che sicuramente c’era qualcos’altro in giorno oltre la sua vita.
Trascinò i piedi fino alla stanza dove Kanzaki giocava con lui e sentì il fiato mozzarsi in gola quando vide Otoya accovacciato in un angolo, ricoperto di sangue, che ansimava pesantemente, mentre delle corde si stringevano intorno alle sue mani e ai suoi piedi, improgionandolo.
Mosse lentamente i piedi verso di lui prima di accasciarsi davanti a lui, sentendo gli occhi lucidi, prossimo al pianto.
« Otoya… » sussurrò appoggiando delicatamente le mani sul braccio, scuotendolo « Ora va tutto bene. » mormorò mordendosi un labbro.
L’altro aprì gli occhi, accennando un sorriso.
« Idiota. Andava bene anche prima. »
Fujimaru avrebbe voluto dire qualche altra cosa, ma J lo afferrò per la maglietta, spingendolo bruscamente contro il tavolo dietro di lui, tenendogli premuta la testa contro il tavolo, sistemandosi in maniera quasi automatica contro di lui, allargandogli le gambe.
« Non siete qua per una riunione fra fidanzati. » ringhiò « Ora che abbiamo il tuo adorato, mi auguro che tu voglia collaborare, Falcon. » sibilò affrettandosi a spogliarlo.
Il più piccolo tentò di divincolarsi senza riuscirci. Sentiva su di sé il peso di mille macigni e una stanchezza atroce immobilizzargli i muscoli, mentre percepiva lo sguardo di Otoya su di sé, che osservava senza parole la moltitudine di ferite che ricoprivano la sua pelle.
« Non vorrai davvero che anche lui diventi come te, vero? Non sei così crudele da permettere che io mi diverta con lui, vero? » sussurrò al suo orecchio « Basti te ad essere sporco. Non vorrai sporcare anche lui, vero? » incalzò ancora spingendosi contro di lui.
Fujimaru si morse un labbro, sentendo di nuovo le lacrime bagnargli le guance. Irritato dal suo silenzio J lo afferrò nuovamente per i capelli, portandolo in ginocchio, mentre spingeva bruscamente l’erezione dentro la sua bocca. Takagi sentì un conati di vomito salirgli lungo la gola, tentando di respirare, mentre il suo nome urlato da Otoya gli penetrava nelle orecchie.
Era stanco di lottare, era stanco di continuare a far soffrire le persone che amava, era stanco di essere messo di fronte ai propri limiti, vedendo costantemente quanto non riuscisse a fare nulla per proteggerli.
Sentì l’erezione di Kanzaki continuare a muoversi, profondamente, fino a che non lo sentì venire nella sua gola. Fujimaru si accasciò a terra, tossendo e sputando, tentando di nuovo di riprendere fiato.
Kanzaki ridacchiò, per poi avvicinarsi a Otoya. Fujimaru lo vide sedersi a cavalcioni sopra di lui, accarezzargli il viso, sbottonargli la camicia e raggiunse il limite. Non aveva potuto fare nulla fino a quel momento, ma quella era l’unica cosa che poteva fare davvero.
« Smettila. » sussurrò « Farò tutto quello che vuoi, lo prometto. » mormorò appoggiando la fronte a terra, senza smettere di singhiozzare « Farò tutto quello che vuoi, ma lascialo stare, per favore. »
J si volse verso di lui, senza smettere di ridere. Si accovacciò accanto a lui, tirandosi su la testa, asciugandogli gli occhi.
« Come immaginavo, chi ha qualcosa da proteggere, è sempre debole. Grazie per aver confermato la mia teoria, Takagi-kun. » sussurrò al suo orecchio.
Poi si alzò, lasciando soli lui e Otoya nella stanza.
Era stanco di lottare senza riuscire a fare nulla per i propri cari. Era stanco di sanguinare e di soffrire solo perché era Falcon.
Ma avrebbe trovato una soluzione anche per quello. Sorrise stintamente verso Otoya, ancora senza parole.
Un giorno, forse, sarebbe riuscito a spigargli tutto, ma era troppo stanco.
Un giorno, forse, quel momento sarebbe arrivato.

challenge: 500themes ita, challenge: mmom-italia 2013, pairing: kanzaki x takagi, fandom: bloody monday, challenge: x-fandom

Previous post Next post
Up