[Bloody Monday] Lo sbaglio che rifarei sei tu

May 25, 2013 00:05

Titolo: Lo sbaglio che rifarei sei tu
Fandom: Bloody Monday
Pairing: Takagi Fujimaru x Kujo Otoya
Rating: NC17
Avvertenze: Slash
Disclaimer: I personaggi non sono miei, tutti i diritti riservati e i fatti narrati sono frutto della mia fantasia. La storia non è scritta con scopo di lucro.
Riassunto: Seduta al tavolino di un bar, Fujimaru beveva nervosamente del tè al limone. Otoya davanti a lui invece non sembrava minimamente nervoso, ma quello era un lato del più grande che effettivamente Takagi aveva sempre un po’ apprezzato.
Note: Scritta per la 500themes-ita con il prompt “290. Ricordi la fine?”, per il mmom-italia
Note 2: Spoiler. Su tutto.
WordCount: 1395 fiumidiparole

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Seduta al tavolino di un bar, Fujimaru beveva nervosamente del tè al limone. Otoya davanti a lui invece non sembrava minimamente nervoso, ma quello era un lato del più grande che effettivamente Takagi aveva sempre un po’ apprezzato.
Era convinto che se non si fosse fatto prendere dall’ansia, più di una volta magari le cose sarebbero potute andare diversamente, ma ormai era passato per il ragazzo il tempo dei rimpianti.
Ciò che era successo ormai non si poteva più cambiare.
Alzò di nuovo gli occhi verso il ragazzo, osservandolo attentamente. Non era cambiato molto negli ultimi anni. Certo, si erano visti qualche volta, ma da dopo la morte di Aoi aveva smesso di vedersi.
E se all’inizio Fujimaru aveva pensato che il loro allontanamento fosse dovuto proprio a quell’evento, successivamente aveva dovuto ricredersi.
Dopo la fine di quella ennesima crisi che li aveva visti quasi protagonisti, anche il loro rapporto si era deteriorato. Litigavano in continuazione, non riuscivano più a stare insieme per più di qualche ora senza finire uno in una stanza e l’altro fuori casa, a passeggiare nel freddo della notte.
E Fujimaru era stanco di vivere in quella maniera e gli aveva chiesto spiegazioni riguardo il suo comportamento, perché non riusciva più a vederlo soffrire per qualcuno a cui non riusciva a dare un nome.
E Otoya, con la calma che lo contraddistingueva, gli aveva semplicemente detto di averlo tradito. Che era stata una cosa passeggera, che era stata solo una scopata, ma che non riusciva più a sentirsi bene, perché si sentiva in colpa. Fujimaru all’inizio aveva sofferto.
Era rimasto improvvisamente da solo, senza più una luce che poteva guidarlo fuori dal baratro in cui era stato gettato.
Non usciva nemmeno per andare a lavoro, troppo stanco o depresso per fare qualunque cosa. Poi lentamente si era ripreso, aveva trovato un nuovo lavoro in un ristorante e le ore che passava là dentro lo avevano aiutato a riprendesi.
Era uscito di tanto in tanto con qualcuno negli ultimi quattro anni, ma non era riuscito a creare niente di serio con nessuno. Ogni volta che pensava di potersi affezionare a qualcuno gli ritornava in mente Otoya, quanto amore provasse per lui, quanto aveva sofferto quando si erano lasciati e quindi troncava ogni relazione, preferendo rimanere da solo che tornare a stare male.
Aveva giurato che mai più si sarebbe rivisto con lui e anche quando passava alla THIRD-i per risolvere qualche problema tecnico e lo vedeva, riusciva ad ignorarlo. Pensava di essere cresciuto, di essere diventato più forte, invece il giorno prima, quando Otoya lo aveva invitato fuori a bere qualcosa, aveva accettato subito, come se non fosse successo nulla fra di loro.
Era bello Otoya. Più bello di come lo ricordava e si morse un labbro, distogliendo di nuovo lo sguardo.
« Insomma, perché siamo qua? » chiese a mezza voce, continuando a bere il tè dalla cannuccia.
« Volevo parlarti. Ho pensato molto a te in questi anni e… mi dispiace per come siano andate le cose, davvero. »
Fujimaru lo guardò, perplesso.
« Se sei qua solo per ricordarmi la fine della nostra relazione, possiamo anche finirla qua Otoya. Io… » sospirò passandosi una mano sul volto « Io non sono in grado di parlarne, dico sul serio. »
« Lo so. Lo so e mi dispiace davvero tanto. » si inchinò ancora, lasciando trasparire un lieve cenno di nervosismo « E’ solo che… Mi manca tutto Fujimaru. Mi manca tutto di noi e volevo sapere se eri disposto a perdonarmi. »
« Non lo so se posso Otoya, davvero. »
« Possiamo anche rimanere amici. Che ne so, andare al karaoke qualche volta o mangiare una sera, tutti insieme, con tua sorella. Come… come ai vecchi tempi, no? » mormorò poi, abbattuto.
Fujimaru rimase in silenzio. Avrebbe voluto dirgli di no, che non era giusto quello che gli stava facendo. Che non era giusto riapparire nella sua vita in quella maniera, sconvolgerlo di nuovo al punto da non fargli capire nulla, che non era giusto tentare di riprendere qualcuno su cui si aveva sputato sopra.
Eppure dalla sua bocca non venne fuori nulla. Accennò un sorriso mesto e annuì, maledicendo la propria codardia e la propria voglia di vederlo, ancora e ancora.
« Sì, ma va bene. Anche a me sono mancati i vecchi tempi. » sussurrò piano.

**

Fujimaru aveva ripreso a vedersi con Otoya, un passo alla volta. Tentava di non rimanere mai troppo tempo da solo con lui, quindi con loro c’erano sempre o colleghi di università del più grande o colleghi del ristorante o sua sorella oppure altri agenti della THIRD-i con cui erano rimasti in contatto.
Si sentiva a disagio, perché nonostante tutte le sue precauzioni non riusciva a smettere di guardarlo, di desiderarlo, di voler sentire i loro corpi uniti, come tanti anni prima. Si sentiva come se il cuore avesse ripreso a battergli nel petto e non capiva come fosse possibile una cosa del genere quando era stato proprio Otoya a calpestarlo più e più volte senza pensarci sopra.
Senza che nessuno se ne rendesse conto, Fujimaru aveva bevuto decisamente troppo per poter sopportare tutto quell’alcool in tranquillità e, ancora senza rendersene conto, si era ritrovato stipato con Otoya in un taxi e di nuovo da solo con lui in casa propria.
Barcollò pericolosamente verso il frigo, cercando dell’acqua e stava per scivolare a terra quando vite Otoya accanto a sé, che lo stringeva con forza nel tentativo di mantenerlo stabile.
Ridacchiò come uno scemo, circondandogli il collo con le braccia e appoggiando la propria fronte contro la sua.
« Sai cosa? E’ veramente buffo tutto questo Otoya. » ridacchiò ancora « Perché ho deciso di vederti? Una cosa che mi chiedo da mesi ma… » scosse le spalle « Non lo so. Ecco che cosa c’è che non va in me. E’ che non so perché voglio farmi così tanto del male. Dio, ti odio lo sai? » esclamò poi scostandolo con rabbia, appoggiandosi al tavolo.
« Fujimaru, forse è meglio se ti metti nel letto, sei ubriaco. » mormorò solo Otoya, senza neanche avvicinarsi.
« No. » urlò il più piccolo « No, io… voglio solo che tu mi lasci da solo. Voglio che la smetta di cercarmi e di confondermi perché… » scivolò sulle ginocchia, ancora accasciato al tavolo, scoprendosi a pianger « Tu mi confondi Otoya. Mi hai abbandonato per quattro anni e ora riappari come un miraggio. Sei scemo? »
Otoya si avvicinò a lui, sedendosi al suo fianco.
« Forse. Ma che ci posso fare? Io ti amo Fujimaru e non posso stare senza di te. » ammise semplicemente, forse perché era consapevole che il giorno dopo il più piccolo non si sarebbe ricordato nulla di quella conversazione.
Otoya aspettò un pugno per quella dichiarazione che non arrivò. Vide invece Fujimaru avvicinarsi a lui e baciarlo, la bocca che sapeva di birra e di caramelle e Otoya non riuscì a fare altro che a stringergli le mani sulla vita, tirandolo su di sé, senza nemmeno pensarci due volte.
Lo strinse a sé, baciandolo, più e più volte, chiedendosi quando mai avrebbe avuto di nuovo l’occasione di sentirlo di nuovo così vicino a sé e volendo solo godersi quegli istanti con lui. Il più piccolo si alzò sulle ginocchia, spogliandolo rapidamente, prendendogli l’erezione in una mano e iniziando a muoverla lentamente, mentre gli leccava la punta, mordicchiando la pelle tese, baciandogliela, succhiandola sempre ad un ritmo lento e calcolato.
Otoya spinse i fianchi in avanti, in un tentativo di far muovere il più piccolo, che recepì subito la richiesta. Gli prese l’erezione in bocca, succhiandola avidamente, spingendo in avanti la testa e muovendola fino a che il più grande non gli venne in bocca.
Fujimaru ricadde all’indietro, senza fianco, iniziando a ridacchiare e poi si avvicinò di nuovo a lui, stendendosi sul pavimento freddo della cucina, appoggiando la testa sul braccio steso dell’altro.
« Domani te ne pentirai, vero? » sussurrò piano Otoya.
Fujimaru scosse le spalle.
« Non lo so. Adesso sono troppo stanco per pensarci. » si alzò in piedi, tendendo la mano verso l’amico « Andiamo a dormire, che ne dici? Il mio letto continua ad essere abbastanza grande per tutti e due. Domani ci penseremo a mente lucida. »
Otoya annuì, alzandosi in piedi, seguendolo nella stanza. Si stese accanto a lui, stringendolo a sé.
Avrebbe voluto rimanere in quel modo per sempre e si convinse ancora di più che non avrebbe lasciato mai più Fujimaru senza combattere. Era di nuovo determinato a combattere e non avrebbe mai più fatto nessun passo falso.

challenge: 500themes ita, pairing: takagi x kujo, challenge: mmom-italia 2013, fandom: bloody monday

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