Supernatural - Torchwood - Doctor Who: ff_serietv_ita Summer Challenge

Apr 13, 2010 20:03


Mare

Spiaggia: Supernatural, Lucifero. PG, gen
Mare: Doctor Who Jack (e Nine). PG, gen
Sale: Torchwood Ianto, Jack/Ianto. R
Sudore: Supernatural Castiel, Dean/Castiel. R
Ombrellone: Supernatural Anna Milton. PG, gen

Progresso:
05/05

per il Summer Challenge @ ff_serietv_ita





Spiaggia: Supernatural, Lucifero

La sabbia è calda e morbida sotto i suoi piedi nudi:  accarezza  la pelle con un tocco dolce e quasi sensuale; gli scivola tra le dita mentre muove i primi passi lungo la banchina. L’umido incontro con le onde è abbastanza inaspettato da fargli alzare lo sguardo, portarlo lontano da quel vuoto di pensiero in cui era caduto.
Sono grani più scuri e solidi quelli su cui ora abbandona il corpo; il suo peso incide il suolo di orme appena accennate, lucide e fragili, che le onde non esistano a penetrare. La spuma bianca si avvolge attorno alle sue impronte sottili, trascinando la sabbia più lontano, verso la terraferma, e poi ancora indietro, perché si ricongiunga al mare: e dopo qualche minuto non resta più nulla della sua presenza.
Non un solo segno che qualcosa fosse mai stato lì.
Lucifero siede, gli occhi semichiusi, lungo la linea mobile che separa mare e terra, e attende che la marea lo investa col suo freddo languore. L’evanescente calore della sabbia abbandona la punta delle sue dita.

Mare: Doctor Who Jack (e Nine)

Non è un segreto che Jack sia cresciuto su una penisola, circondato dal mare e dalle sue acque profonde.
Jack ama il mare: i ricordi più felici della sua vita sono legati al costante moto delle onde,  al flusso regolare della marea, al moto inquieto della luna e dei pianeti che lo comandano. Jack ricorda partite di baseball, palloni umidi che rotolano tra la sabbia ancora asciutta, tuffi e immersioni  nelle acque più profonde. Ricorda la risata di suo padre, il silenzioso divertimento di sua madre; ricorda gli occhi di Grey, pieni di cuoriosità e ammirazione.
Jack ama il mare, e per qualche strano scherzo del destino la sua vita ne è andata assumendo i moti inquieti. In superficie, una delicata brezza che accarezza appena l’acqua chiara; negli abissi, correnti che mai potrebbero essere placate. A Boeshane come in ogni luogo dell’universo, c’è qualcosa che è sempre pronto ad avvolgerlo: a divorare lui e i suoi segreti.
Jack ama il mare, ma stenta a ricordarlo quando il volto sconvolto di Gray forma un’ombra scura nei suoi pensieri.
Jack ama il mare, ma è grato quando, al calar della sera, il Dottore gli posa una mano sulla spalla e lo fa rientrare nella TARDIS, prima che la marea possa stringerlo troppo a fondo nel suo abbraccio.

Sale: Torchwood Ianto, Jack/Ianto

La pelle di Jack profuma di ozono e sale. È una fragranza appena percettibile ma sempre presente sotto lo strato pungente dei feromoni emanati dal suo corpo.
A Ianto piace rimanere sveglio fino a notte fonda ad ascoltare il respiro di Jack farsi sempre più leggero e regolare, risolversi in una leggera vibrazione del petto contro la sua guancia. Il sonno stenta ad avvolgerli: Jack troppo in pace per lasciarsi sconvolgere dai ricordi, Ianto troppo ansioso di fissare quei pochi istanti di conforto nella sua mente esausta.
Sono quelli gli unici istanti in cui Ianto può fingere fino in fodo: mentire a se stesso, senza pensare, e abbandonarsi all’illusione che il suo ruolo non sia solo quello di un semplice amante occasionale. Mentre respira quell’aria unica, il corpo di Jack caldo contro il suo, il volto di Jack affondato nell’incavo del suo collo, le mani di Jack tra le sue cosce, allora Ianto dimentica il mondo: lascia che Lisa si trasformi in un flebile sussurro, e un amore più grande e vivo gli riempie il petto.
Poi, il mattino seguente, quando Jack gli bacia la fronte Ianto prepara il primo caffè della giornata e torna al suo appartamento. Fa una doccia, infila una nuova camicia, e indossa una nuova maschera. “Coffee boy!”, lo chiama Owen, e Ianto risponde con uno dei suoi sorrisi ironici e uno scambio di battute sarcastiche.
Ianto recupera la tazza a strisce blu e bianche dalla scrivania, lancia uno sguardo a Jack, immerso nei documenti della giornata, e poi torna a nascondersi nell’archivio. L’odore del sale continua a seguirlo; Ianto sa che non lo abbandonerà fino a che il suo lavoro per Torchwood non giungerà al termine.
Jack lo trova in uno dei corridoi sotterranei e lo spinge contro uno dei pilastri di cemento, le mani da ciascun lato della sua testa. D’estate, il sapore del sale si fa più forte tra i loro corpi nudi.

Sudore: Supernatural Castiel, Dean/Castiel

Una delle peculiarità dell’avere un corpo umano sono i condizionamenti a cui esso è soggetto. Il clima, per esempio. La meteorologia è qualcosa a cui normalmente gli angeli non prestano attenzione: si tratta generalmente di eventi passeggeri, un battito di ciglia, un respiro appena accennato nello scorrere immortale del tempo.
Un giorno di sole può essere facilmente confuso con uno di pioggia, il dolce tepore dello stare distesi in un campo di grano non diverso dal vento gelido che preme contro il viso sulla cima di un monte innevato.  Istanti ed eternità si somigliano, e tutto sembra ruotare attorno a un punto fisso, immobile e assoluto; forse è anche per questo motivo che la fede è qualcosa di innato in creature intangibili come loro.
Ma nel momento in cui la loro vera forma è costretta a creare dei confini e ad adattarsi ad un corpo materiale, qualcosa comincia a cambiare nelle loro menti. Dubbio, incertezza, perplessità: cose nuove e spaventose che mai prima avevano sfiorato i loro pensieri.
Castiel sa di non essere umano, ma non può ignorare la palese umanità del vessillo che ha scelto per sé: esso ha istinti e pulsioni che risultano difficili da tenere sotto controllo. È sempre più complicato non permettere che un irrazionare flusso d’energie scuota il suo corpo: più tempo passa intrappolato (nascosto) in questa forma, più le sue caratteristiche sembrano trovare riscontro nel suo essere immortale. È come una malattia, solo dolce e piacevole come parole di una canzone sussurrate sottovoce, dall’altra parte della stanza: Castiel può riconoscerne il tono, ma non distinguerne il significato.
Sentimenti, indovina, esaminando il proprio volto allo specchio: qualcosa di cui non aveva mai bisogno prima. Sentimenti che agiscono su questa forma di carne e sangue, pulsando nelle vene, aumentando il battito cardiaco, spingendolo ad abbassare lo sguardo e a mordersi le labbra prima che qualcosa di insolito accada.
Il calore è ciò che lo turba di più; il sudore, che si attacca alla pelle e scende lungo le forme del corpo: l’odore acre che sparge per i vestiti. Il sole proietta luce e ombra e incontra il piacere e la disapprovazione del vessillo; si sparge tutt’intorno, come una nube invisibile, e provoca reazioni involontarie.
Il calore gli sale al torace, e gli offusca il pensiero; fa diventare il mondo bianco e luminoso, la sua pelle umida, tiepida, scivolosa.
Castiel perde il senso dell’equilibrio, cade all’indietro, contro il petto di Dean, contro un calore ancora più grande e incontenibile. Il calore.

Ombrellone: Supernatural Anna Milton

Da piccola, ad Anna piaceva sedere nel portico di casa e disegnare cose strane e meravigliose.
Nei giorni d’estate, quando il sole stava levato fino a tardi e penetrava attraverso le ombre delicate degli alberi, Anna fissava il foglio bianco posato sulle sue ginocchia e immaginava il cielo. Il cielo che immaginava era sempre più bello e luminoso di quello sopra la sua testa: era l’immagine riflessa di quello che avrebbe voluto raggiungere. Era un cielo pieno di angeli e nuvole bianche, gialle, e cremisi.
D’estate, quando il sole stava levato fino a tardi, Anna disegnava cose strane e meravigliose. C’erano particolari curiosi in quello che disegnava; oggetti e persone che non avrebbero mai potuto guadagnarsi il Paradiso. Angeli guerrieri, spade, e Demoni dagli occhi di Vetro; e, sopra tutti, una luce più grande e più bella delle altre. C’era sangue.
D’estate, quando il sole proiettava ombre nel cielo, Anna apriva l’ombrellone e nascondeva il portico alla vista degli Angeli. Prendeva le matite colorate dall’astuccio e disegnava cose strane e meravigliose: disegnava un paradiso senza angeli e senza demoni. Disegnava cose belle e luminose: nuvole vuote e raggi luminosi.
E anche se alzava gli occhi al cielo, c’era sempre un’ombra più grande di quella del Paradiso che la proteggeva da tutte quelle cose strane e meravigliose. C’era un nuovo inizio.

Post originale @ iridania

3. character: jack harkness, 6. type: drabble, 2. tv: supernatural, 0. fic, 4. pairing: castiel/dean, 5. rating: pg, 4. pairing: ianto/jack, 1. fandom: tv, language: italian, 2. tv: torchwood, 3. character: castiel, 3. character: ianto jones, 3. character: 9th doctor, 6. type: challenge, 2. tv: doctor who, 3. character: anna milton, 5. rating: r, 3. character: lucifer (supernatural)

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