supernatural
Hell’s Fire
rating pg15 . AU (?)
spoilers: sono ferma a 3x12 da tempi ormai immemorabili.
warning: uso sconsiderato di ragazze che bruciano sul soffitto. e dean wincester.
disclaimer: ho personalità multiple. nessuna di esse è kripke. dannazione.
summary:
Sarebbe stato lì a dire: ‘Silenzio, piccolo’, e ‘Silenzio: mamma sta morendo’.
È già passata la mezzanotte quando Sylvia entra nella nursery per mettere a letto Josh.
Il piccolo respira adagio contro la sua pelle nuda, succhiando i pollici mentre lei lo culla su e giù contro il proprio petto. Intona la ninna-nanna in modo dolce, quasi cantando per se stessa, gli occhi socchiusi e pieni di sonno.
La stessa canzone continua a tornarle alla mente ultimamente; qualche accordo degli anni 60, forse, a cui non riesce trovare uno spazio temporale. C’è una parola che il coro continua a ripetere: un ritmo vago che scandisce le frasi senza pronunciarle. Sylvia non sa perché, ma è sicura di averlo sentito a un certo punto della mattinata. ‘Un sussurro’, realizza: era stato un sussurro.
Rimane immobile di fronte alla finestra, lo sguardo fisso sui lampioni dall’altra parte della strada; è buio, fuori. Improvvisamente Josh si muove nel sonno, succhiando all’altezza del suo petto, e Sylvia sorride, di colpo distratta dai propri pensieri. ‘Shh’, lo tranquillizza, ‘Silenzio, piccolo’.
Josh articola qualcosa tra un grido e un lamento e Sylvia sistema le coperte attorno al suo corpo. Dimentica sempre quanto sia piccolo, con le sue manine paffute e gli occhi gonfi. Gli bacia la fronte e lo guarda un’ultima volta prima di tirare le tende e uscire dalla stanza con un sospiro felice.
È in camera da letto quando comincia a canticchiare di nuovo quella canzone. È troppo stanca per inventare le parole, adesso, così ne segue la cadenza camminando per la stanza, raccogliendo vecchi vestiti e togliendo quelli che indossa. Ritornello, ritornello… Sylvia si guarda allo specchio e si volta, lasciandosi cadere sul letto con un sorriso sul volto.
Poi la sente. Una voce rauca che canta nella sua testa. Di nuovo il ritornello: le parole sono chiare questa volta. Ritornello, ritornello….
Si precipita nella nursery e guarda il sangue scorrere lungo il suo polso, filtrare attraverso le labbra di Josh macchiando le lenzuola, macchiando i suoi occhi. Sylvia non grida nemmeno. Si limita a guardarli da l’altro lato della stanza, schiacciata contro il muro, incapace di muoversi. La canzone è muta nella sua testa, ogni parola dimenticata. Per sempre.
E quando comincia a bruciare, l’unica cosa a cui riesce a pensare è quanto sia piccolo il suo bambino.
Ad Azazel era piaciuto schiacciarle contro il soffitto così che potessero vedere i loro cari gridare di dolore e fuggire per la paura. Così che i loro bambini avessero il sangue delle loro madri nella bocca e la morte delle loro madri nel cuore.
Gli era piaciuto tenerle in vita mentre i loro bambini guardavano tutto con i loro grandi occhi spalancati e tendevano le mani verso l’alto.
Sarebbe stato lì a dire: ‘Silenzio, piccolo’, e ‘Silenzio: mamma sta morendo’.
Gli era piaciuto dire loro quanto stupide erano, a cercare di combatterlo, a odiarlo, a inveire contro di lui. Gli era piaciuto ucciderle e ricordarle come piccole farfalle in volo, le ali stracciate, il fuoco che si diffondeva attraverso la ragnatela.
Ad Azazel era piaciuto questo ed altro.
A Monica non piacciono i bambini. Sono rumorosi, disgustosi e odorano di un strano miscuglio di latte e burro d’arachidi - no, davvero. E non c’è ragione al mondo per cui lei dovrebbe… vorrebbe averne uno. Ok, ok. C’è Silly - o Sandra, o Sandy, comunque la si voglia chiamare fa lo stesso.
Ecco, lei è questo… fagotto di felicità rosa e blu, con i sui occhioni e le sue ciglia e la testolina bionda e le labbra imbronciate. Imbronciate, si. E non si può dire che non sia almeno un pochino carina - quando i suoi pannolini sono puliti, ad ogni modo.
Il punto è… a Monica lei piace. Anche se ha totalmente rovinato i suoi piani di studio e i suoi genitori l’hanno cacciata di casa, e ora deve lavorare in questa schifosa tavola calda a orari ancora più schifosi e fare cose idiote come questa. Anche se ha perso tutti i suoi amici perché nessuno vuole frequentare una mammina noiosa.
Quindi, ok. Silly le ha più o meno rovinato la vita. E a Monica piace per nessuna apparente ragione. Si potrebbe dire che morirebbe per lei. La terrebbe al sicuro dalla notte e dagli sconosciuti e dai ragazzi che vogliono infilarti la mano sotto la gonna.
Si, le piacerebbe fare questo genere di cose. Ma nel momento in cui intravede del giallo nell’oscurità della stanza, sa che non le farà mai.
Ed è strano che, mentre brucia sul soffitto, fissando Silly dall’alto, Monica pensi: ‘Mi piace la sensazione del talco tra le dita’.
Il problema con i Patti è che fanno vorticare la tua immaginazione.
Ti fanno contrattare per le cose più strane e - il pagamento? Sempre diverso! Puoi fare ogni genere di cosa a un’anima: devi solo portarla all’Inferno. Il divertimento comincerà appena quella attraverserà la Porta.
In prevalenza, si tratta di una sciocchezza da ‘sale e fiammiferi’, come direbbero i cacciatori. Torturale fino a che sono distrutte e senza forze, e prenditi il piacere di vederle dissolversi nell’aria (o nell’aria e nel fuoco, se preferisci). Poi, c’è il mercato. L’anima di una cheerleader? Oh, si, mi piacerebbe averne una! Ho un venditore se… no, no… facciamo un marito disperato e un ragazzino di strada!
Visto? Facile. Patto: da uno a dieci anni e hai un nuovo giocattolo. O un nuovo membro della famiglia, se sei abbastanza fortunato. Si, questo è quello a cui aspira la maggior parte dei demoni. Ma a volte è più di questo…
Chi ha messo le mani sull’anima di Dean Wincester? È un bastardo con più immaginazione di questa. Dopo tutto, non è nemmeno un Demone.
Christina Angela Johnson è una brava donna. Trentadue anni, agente di vendita, sposata con tre figli (due femmine, un maschio) e un altro in arrivo - un bambino, spera.
A Christina Angela Johnson piace leggere, scrivere, infornare torte e lavorare a maglia; a volte, nei fine settimana, può formulare un incantesimo o due, se le va. Ma la stregoneria non è una buona cosa - non esagera mai con quella roba. È abbastanza intelligente da non vendere la propria anima.
Christina Angela Johnson aveva un sogno quando era una bambina. Sognava una grande casa bianca con una staccionata bianca e un giardino verde, e rose rosse e gialle nel patio. Sognava un marito e da tre a cinque figli; un gatto che non lasciasse peli sul tappeto, e un cane docile ed educato che non portasse fango all’interno.
Christina Angela Johnson ha tutto quello di cui ha bisogno adesso; forse anche qualcosa in più. E non ha mai dovuto stringere un Patto per averlo. Ha parlato con Lui e Lui ha detto che avrebbe reso tutto migliore; l’aveva fatto. Ma le ha lasciato meno di dieci anni.
Christina Angela Johnson non ha mai avuto grandi sogni, solo piccoli pensieri. Sa che la sua staccionata bianca sta bruciando e che la sua casa bianca sta crollando. E ora può solo sperare che i suoi bambini smettano di piangere, smettano di tremare, smettano di morire.
A volte tra l’alba e mezzogiorno, Dean è Ashley Mayer. È biondo, con occhi azzurri e labbra rosse e cremisi. Veste pantaloncini corti e una delle vecchie magliette di Ray, quella che lui le dice sempre di buttare via perché odora in modo strano. Quella che lei indossa sempre perché Rey gliela tolga. In questi A Volte, Dean brucia pensando a Greta e quanto sua figlia sia felice quando lui aggiunge cioccolato al suo latte.
Nel pomeriggio, Anne Setting siede sul letto e stringe il piccolo Jordan al petto; lo culla fino a che si addormenta e sprofonda in una piacevole sonnolenza solo per essere svegliata da un paio di occhi gialli. Dean sente lo stomaco bruciare e la nausea crescere nel retro della gola. Vede suo marito piangere ai piedi del letto e morire quando il soffitto crolla.
Il solo pomeriggio incenerisce Dean da dodici a ventitré volte al giorno la prima settimana. La sua pancia viene tagliata, i suoi polmoni compressi, i suoi arti spezzati. Suo figlio è coperto di sangue e sua figlia piange. Sua sorella sviene e sua nipote grida. E lui ha centinaia di nomi e migliaia di ricordi.
Dean può sentirle e può sentire solo quello che loro sentono.
Mary lo guarda con paura e rabbia che scintillano nei suoi occhi blu. Entra nella nursery senza nemmeno sapere cosa sarebbe meglio fare. Non adesso. Adesso è troppo presto, e lei non ha ancora avuto il tempo di…
‘Tu’, dice; e lo sente ridere come se avesse appena detto qualcosa di incredibilmente divertente. A Mary non è mai piaciuta la sua risata. Non l’ha mai sentita prima, ma ha sempre saputo quale suono avrebbe avuto: metallo amaro e neve che si decompone nella sua bocca.
Mary avanza, la nausea già crescente nello stomaco. Lui la guarda posando una mano sulla culla di Sam e sorridendo, prendendola in giro senza nemmeno aprire bocca. Non parla mai quando li porta via.
‘Shh’, aveva sussurrato in qualche tempo passato. ‘Silenzio: non c’è bisogno di fare tante storie’
Mary sente il proprio corpo spezzarsi quando lui la spinge contro il muro. Vuole urlare ma in qualche modo lui deve averle costretto la gola, perché nessun suono ne esce. Si rifiuta di andarsene senza combattere. Si rifiuta di lasciargli prendere Sam e…
Mary chiude gli occhi mentre lui la colpisce; sente il sangue fuoriuscire e macchiare la vestaglia. Sente il tocco gelido dei muri e il fuoco che già si diffonde dentro di lei. E poi, prima che tutto diventi nero, vede John parlare a Sammy.
Vede il proprio sangue negli occhi del proprio marito e la supplica nascosta nel suo sguardo. La vede e non smette di vederla fino alla fine. E pensa… pensa un pensiero alquanto egoista.
Pensa che Dean non è lì a vederla bruciare.
Ad Azazel era piaciuto schiacciarle contro il soffitto cosicché potessero morire guardando le loro paure.
Gli era piaciuto schiacciarle contro il soffitto così che l’ultima cosa che avrebbero sentito sarebbe stato dolore.
Jess chiude il frigorifero con un colpo di anche e beve un sorso di latte, svuotando il cartone con un sospiro soddisfatto. Dà un’occhiata all’orologio. Non c’è bisogno di aspettare oltre per Sam. Lui e suo fratello sono in un hotel economico tra Palo Alto e Dove-Diavolo-Hanno-Detto-Che-Sarebbero-Andati, e non saranno a casa prima di domani mattina.
Jess scuote la testa e scioglie i capelli, entrando nella doccia. Forse Dean ha costretto Sam a dormire sul sedile posteriore. Si, sembrava il tipo d’uomo che avrebbe volentieri sposato la propria auto, datagliene la possibilità - o meno.
Jess ride tra sé, pensando a quanto ridicolo Sam sarebbe, raggomitolato in… un’Impala? Aggrotta la fronte. Si, un’Impala. Ricorda che Sam l’aveva menzionato durante uno dei loro primi appuntamenti. Aveva visto una macchina parcheggiata in fondo alla strada ed era impallidito.
Jess non sa nulla della famiglia di Sam. A volte pensa che potrebbero essere criminali; a volte ha paura che sia Sam quello che sta le sta tenendo nascosto qualcosa. E, nei suoi pensieri più spinti, pensa di chiederglielo, spingerlo e perderlo a causa loro. Distruggerebbe lei - e guarirebbe Sam.
‘Non è lui’, aveva sbattuto le palpebre.
‘Lui?’
‘Mio fratello’, Sam rispose quasi assente. ‘Quella Impala sembrava proprio… Che ne dici di quel film, Jess?’
Jess prende i biscotti dal piano della cucina e scrive a Sam un biglietto, nel caso che torni tardi durante la notte. Non si può mai dire cosa progetti di fare quel ragazzo - non dalla volta che l’ha sorpreso a leggere un libro di fantasmi durante Letteratura Inglese, chiamandola ‘ricerca creativa’.
‘Certo’. Forse Jess potrebbe giocare alla strega adesso e… Si volta, allarmata.
L’ombra è sopra di lei prima che possa anche solo gridare. Quando si sveglia, Sam è sotto di lei, steso sul loro letto, la paura trasparente sul suo visto. Jess non può vedere la stanza. solo Sam e il proprio sangue gocciolare su di lui, legandolo a lei, bruciando la propria pelle e distruggendo la sua vita. Poi sente le urla e dice: ‘Sam’, ma quello che esce dalla sua bocca sono fuoco e cenere. E poi qualcuno afferra Sam e lo porta lontano dalle fiamme. Lontano dalla morte. Lontano da lei.
Jessica spera che la famiglia di Sam possa dargli quanto lei ha sempre voluto.
Dean è Claire Simmons e Rachel Everett, Marion Castlenoir e Susan Flans.
Vede se stesso correre attraverso scuri cerchi di fuoco e chiude gli occhi mentre le fiamme distruggono la sua felicità.
Dean è Marge Duvall ed è stato stuprato quando aveva sedici anni; è Gloria Wright e non ha mai detto a Peter Simmons che ama lui e i loro gemelli paffuti.
Dean è Jessica Moore e Mary Winchester.
Sta bruciando sul soffitto e Sam è sotto di lui, aspetta lui, urla per lui.
Dean brucia per sempre e il fuoco non viene dall’Inferno.
È lui che ha premuto il grilletto.
post originale @
iridania