TITOLO: Consumato, impossibile, amore.
AUTORE:
seleraf GRUPPO: KAT-TUN
PERSONAGGI: Kazuya Kamenashi, Koki Tanaka.
COPPIA: Kazuya Kamenashi/Koki Tanaka; Tomohisa Yamashita/Kazuya Kamenashi {accennato}.
SONG: Il solito sesso - Max Gazzè
RATING: R
GENERE: Erotico. Introspettivo.
AVVERTIMENTI: Oneshot. Slash. Lemon.
RIASSUNTO: Era stata più o meno la prima volta che lo aveva visto.
Colpo di fulmine: qualcosa che credeva esistesse soltanto negli shojo manga e nulla di più; eppure, si diceva, era impossibile che un ragazzo gli facesse provare qualcosa del genere.
DISCLAIMER: Non sono miei: appartengono soltanto a loro stessi. Tutto quello che è scritto è pura finzione per cui non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere e dell’orientamento sessuale di queste persone, né offenderle in alcun modo. Il titolo viene da un versetto di una canzone di Mina, “Ancora dolcemente”.
RACCOLTA:
E l'anima brucia più di quanto illumini Perché, sai, non capita poi tanto spesso
che il cuore mi rimbalzi così forte addosso,
ed ho l'età che tutto sembra meno importante,
ma tu mi piaci troppo e il resto conta niente.
Era stata più o meno la prima volta che lo aveva visto.
Colpo di fulmine: qualcosa che credeva esistesse soltanto negli shojo manga e nulla di più; eppure, si diceva, era impossibile che un ragazzo gli facesse provare qualcosa del genere.
Koki Tanaka non era mai stato gay, più probabilmente la realtà era che non credeva di poter essere gay, ma soltanto guardare Kazuya gli faceva provare cose che non aveva mai provato per una ragazza.
Erano passati cinque anni da quando i Kat-tun avevano debuttato: cinque lunghi anni in cui gli era stato accanto ogni volta che Kamenashi ne avesse bisogno. Si era sentito un reale e schifoso egoista quando un anno prima del loro debutto non era stato in grado di gridare contro a quelle fans che continuavano a ferire Kazuya per il debutto prematuro con YamaPi. Anche io sto soffrendo, aveva pensato, nascondendosi dietro quella lieve scusa che lo faceva peccare di codardia e di invidia.
Aveva, però, rimediato nei cinque anni successivi e a poco a poco si era ritrovato ad amarlo sempre di più. Lui era stato in grado di vedere cose del leader che gli altri non potevano neanche sognarsi.
Tristezza, paura, confusione, ansia, senso di impotenza, lacrime: tutto quello che gli altri non avevano visto del più giovane, lui lo aveva affrontato con spavalderia e ne andava assolutamente fiero, perché sapeva quanto Kame odiasse mostrarsi debole e preferisse indossare la maschera del duro, forte, stakanovista e figo.
Tanaka si sentiva così stupidamente cotto quando anche pensare a quella sola facciata gli faceva battere il cuore all’impazzata.
Sai, qualcosa tipo cielo in una stanza
è quello che ho provato prima in tua
presenza...
“Credo di essermi innamorato di te”
Tutto quello che si aspettava era una risata, un «Bella battuta Koki, ora passami un’altra bottiglia di birra»: gli sarebbe andato bene. La risata dell’altro lo avrebbe aiutato a tentare di fingere che quello era uno scherzo e che non gli stava facendo male il cuore.
Quel lungo ed estenuante silenzio, però, gli stava frantumando ogni certezza avuta fino a quel momento, ogni piccolo e minuscolo pezzetto del suo cuore stava diventando polvere mentre osservava Kazuya in quello sguardo metà tra il severo e lo stupito.
“Ho superato la soglia, eh?” aveva riso su. “Tranquillo, scherzavo comunque” aveva preso un lungo sorso di birra ed aveva chiuso gli occhi.
“Hai… superato la soglia?” Kazuya aveva sussurrato. “Superare… che soglia Koki?”
“Quella che esiste tra gli amici, quella soglia così invisibile che… è così dannatamente facile da superare. Comunque io…” si era azzittito quando l’altro aveva posato un dito sulle sue labbra e… aveva creduto fosse stupidamente palese che l’unica cosa a cui stava pensando era soltanto a quanto fosse bello a vederlo così da vicino e a quanto fosse fottutamente meraviglioso mentre chiudeva gli occhi e posava le labbra sulle sue.
Non aveva voluto chiudere gli occhi, anche se era stato difficile; non aveva potuto fare altro però quando il più piccolo gli aveva circondato il collo con le braccia, abbandonandosi contro di lui.
“Il sesso…” aveva sentito sussurrare contro la sua fronte nel momento in cui l’altro si era seduto a cavalcioni su di lui. “…è qualcosa che…” si era azzittito.
Koki gli aveva accarezzato la schiena, guardandolo negli occhi; Kamenashi gli aveva sorriso di sbieco, mentre con le mani percorreva il suo petto, fino a raggiungere la cinta.
“…non si dovrebbe fare da ubriachi” aveva continuato, mentre i suoi gesti contraddicevano le sue stesse parole. “…potrebbe non essere più qualcosa di…”
Il rapper si era mosso senza alcuna esitazione: gli aveva baciato le labbra, mordendole e leccandole poi; oramai era totalmente perso nel profumo dell’altro e nella sensazione della pelle del più piccolo sotto le sue dita che avrebbe potuto ignorare ogni sorta di paternale su quanto l’alcool non aiuti molto le prestazioni sessuali. Amava quella situazione, l’amava sul serio.
Dicono che gli angeli amano in silenzio
ed io nel tuo mi sono disperatamente perso.
Aveva gemuto, mentre osservava come l’altro sopra di sé sembrava danzare, con la schiena inarcata e le mani che spingevano contro il suo petto. Il torace che si alzava ed abbassava ritmicamente, seguendo quasi il movimento dei fianchi.
Kazuya aveva ansimato, un’espressione deliziata sul viso, mentre si leccava le labbra e pretendeva più stimoli.
Tanaka aveva socchiuso gli occhi, mentre con una mano aveva accarezzato l’altro e si era spinto in lui contrastando il suo ritmo e facendolo sussultare. Dio, aveva masticato tra i denti, lottando contro la voglia di essere più… di non dire quel ti amo, sei bellissimo che probabilmente avrebbero rovinato tutto. .
Eppure, Kamenashi aveva mormorato qualcosa che assomigliava molto a dillo, mentre il suo intero corpo si tendeva e la mano andava a coprire la sua e stringeva quel tanto che bastava per farlo fremere e il suo piacere andava a scemare pian piano sporcando le loro mani.
Aveva soffocato un basso e roco gemito, mentre sentiva l’altro contrarsi intorno a sé e gemere stancamente muovendosi ancora dopo un po’, lentamente.
Lui gli aveva afferrato i fianchi con delicatezza, mentre i loro ritmi non combaciavano più: il suo era diventato troppo frenetico e quello dell’altro avrebbe voluto essere più stancamente lento.
“… ti amo” aveva sussurrato tra i gemiti, mentre ogni singola parte del suo corpo si tendeva e una scarica di piacere gli attraversava il corpo. “…ti amo” aveva gemuto quando ormai ogni singola goccia di sé si perdeva nell’altro.
“Ah…anche io… Tomohisa” aveva ansimato stancamente Kamenashi, deglutendo appena e piegandosi per appoggiare la testa nell’incavo del suo collo. “Anche io… ti amo così tanto…” aveva ripetuto, mordicchiandogli una spalla.
…e Koki avrebbe voluto morire in quel momento.
ma solo potessi un giorno vendere il mondo intero
in cambio del tuo amore vero!