Titolo: The Long Way Home
Titolo del Capitolo: X. Make the Right Choice
Fandom: The Hobbit
Personaggi: Bilbo Baggins, Fìlì, Kìli, Thorin Oakenshield, Dìs
Genere: Introspettivo
Rating: Verde
Avvertimenti: Slash, What if? (E se…)
Conteggio Parole: 3100
Note: 1. Ambientata alla fine del libro Lo Hobbit, dopo la Battaglia dei Cinque Eserciti.
2. Aggiornamenti settimanali<3 ogni mercoledì vedrà la luce il nuovo capitolo!
3. EDIT: L’immagine del banner appartiene ad
Alythekitten che ha fatto questo splendido disegno per me çAç alla fine del capitolo l'immagine originale ç///ç <3
4. Dedicata all’amore della mia vita che mi ha aiutato tantissimo durante la scena tra Thorin e Dìs *O* Ti amo<3
5. Non betata BWAH!
C’erano tante frasi che un Nano - Elfo, Hobbit o Uomo, non importava la razza: era una cosa universale - desiderava non voler mai sentir pronunciare da una femmina e: " Dobbiamo parlare.", era una di quelle. Ovviamente, quando la sentì uscire dalle labbra di sua sorella, Thorin ebbe la macabra sensazione che non sarebbe arrivato vivo all'indomani mattina.
Non era una menzogna il fatto che talvolta fosse più terrorizzato da Dìs che da un drago, e in quel momento sentiva davvero la necessità di fuggire.
" È tardi.", ribatté prontamente, cercando una scusa qualsiasi per evitare scomodi discorsi con la Nana - anche se sapeva che niente avrebbe funzionato. " Di qualsiasi argomento si tratti, possiamo attendere il mattino.", aggiunse.
" Desidero parlarti ora, invece.", rispose invece Dìs testarda, facendolo spostare di lato per entrare nella stanza.
" Accomodati pure...", mormorò il Nano rassegnato, chiudendo la porta alle sue spalle ed osservando l'altra sedersi sul letto, sul quale la raggiunse poco dopo.
A dirla tutta, Thorin aveva una mezza idea riguardante l’argomento, e la cosa lo metteva non poco in apprensione. Gli sembrava quasi di essere tornato indietro nel tempo, quando sua sorella cercava in ogni modo di trovargli una moglie - cosa che, con il passare del tempo, era diventata alquanto imbarazzante e seccante.
" Dimmi, nadadel...", esordì Dìs qualche attimo dopo." C'è qualcos'altro della vostra spedizione che dovrei sapere?", domandò mostrandosi pericolosamente tranquilla.
" I tuoi figli ti hanno narrato tutto.", rispose Thorin sospettoso. “ Non c’è altro che tu debba sapere.”
" Esattamente. Mi hanno detto tutto.", precisò la Nana. " Quindi... non pensi di essere stato troppo crudele con il signor Baggins? Dopo tutto quello che ha subito durante il vostro viaggio, penso abbia lo stesso mio diritto, così come quello di tutta la nostra gente, di rivedere Erebor e visitarla quando desidera..."
" Non è semplice e conosci la legge. Si è macchiato di tradimento e la pena era la morte, l'esilio era la soluzione più corretta visti i suoi servigi come scassinatore."
" Certo che conosco le leggi, ma tu stesso stavi tradendo la tua famiglia mettendola in pericolo in quel modo.", ribatté Dìs.
" Non eri lì, namad. Non potevi vedere gli occhi degli uomini e di quegli elfi. Non potevi vedere come desideravano cacciarci dalla nostra casa per impadronirsi del tesoro.", rispose con rabbia Thorin. " Dovevo agire per proteggere il mio regno."
" Proteggerlo? Ingaggiando una battaglia?"
" Sarebbe stata inevitabile contro gli orchi.", tagliò corto il Nano. Non voleva affrontare un simile discorso con sua sorella, anche perché sapeva che sarebbe stato immancabilmente sconfitto... e che Dìs non avrebbe avuto tutti i torti nel volerlo uccidere.
" Comprendo. Ma il drago aveva distrutto le case di coloro che vi avevano accolto e sfamato. Il Governatore forse non era una brava persona, ma la sua gente? Loro forse non sono stati gentili con voi?", insistette. " Tu più di tutti sai che significa perdere la propria casa e non ricevere l’aiuto che ci si aspetta..."
Thorin, ovviamente, sapeva di non aver agito in modo saggio, ma sentire sua sorella parlare in quel modo lo faceva sentire ancor più nel torto anche se il suo orgoglio continuava ad impedirgli di ammetterlo.
" Ed il signor Baggins lo ha capito. Voleva salvarvi... voleva salvare te dalla pazzia.", continuò Dìs.
" Non stavo impazzendo.", borbottò.
" E minacciare di morte i tuoi compagni, la tua famiglia?", insinuò la Nana. " Mi hanno raccontato anche questo Fìli e Kìli. Quel tuo comportamento non ti aveva forse reso simile ad un folle? E tutto per una pietra..."
" Dimentichi che quella pietra è l'Arkengemma! Il cuore della montagna!", si difese accorato Thorin. " Non è un semplice pezzo d'oro o una qualunque gemma. Dimentichi il suo valore? Ciò che ha significato per Erebor e per nostro Nonno?"
" No, non lo dimentico.”, ammise con un sospiro Dìs. “ Ma guarda dove abbiamo vissuto per quest'ultimo secolo. Non eravamo ricchi, e spesso ci siamo anche privati del cibo pur di sfamare Fìli e Kìli... e se non fosse stato per te e per i miei figli, io avrei cercato la morte pur di non vivere più in questa terra che mi tolto ogni ricchezza e felicità con la quale ero cresciuta.", ammise, e Thorin non faticò a comprendere a quale periodo della sua esistenza si stesse riferendo. Perché ricordava come si era ridotta a causa di Vìli. E neanche dopo l’esecuzione del Nano per il crimine che aveva commesso, sua sorella era riuscita a reagire.
Era arrivato quasi a temere di perderla, ma fortunatamente non era accaduto ed era riuscita a superare quel momento anche per i suoi figli che avevano bisogno di lei.
" Questo mi ha fatto rivalutare la vita e quali valori sono davvero importanti.", concluse.
" Sbagli se credi che non li abbia compresi...", mormorò Thorin.
" Allora perché hai cacciato il signor Baggins?"
" Perché sono il Re. E per salvarci, come hai detto tu, ha infranto le leggi. Dovevo farle rispettare."
" Leggi. Leggi. Leggi! Non credo che tu lo abbia fatto per quello! Sembra quasi che ti voglia nascondere dietro questa parola. Quindi Thorin, sii sincero: hai davvero mai pensato alle leggi?", il Nano rimase in silenzio, costringendo Dìs a continuare a parlare. " Fìli e Kìli mi hanno detto tutto, forse anche troppo.", aggiunse, osservando con sommo piacere il volto del fratello sbiancare.
“ Qualsiasi cosa ti abbiano detto, penso che abbiano frainteso.”, dichiarò qualche attimo dopo il Nano, superando lo stupore e cercando di apparire il più deciso possibile - pensando al tempo stesso come punire quei due ficcanaso.
“ Hanno frainteso il fatto che tu abbia giaciuto con lui? E per di più senza neanche un adeguato corteggiamento!”, esclamò Dìs senza trattenere un tono vagamente stizzito. “ E sai come la penso riguardo al corteggiamento!”
Thorin, davanti a quella dichiarazione rischiò quasi di avvampare - arrivò quasi a pregare tutte le divinità conosciute pur di non mostrarsi in quello stato -, borbottando un: “ C-che... diavolo...?”
Era sempre stato riservato e aveva cercato di tenere la sua relazione con Bilbo altrettanto nascosta, per quanto fosse complicato. E quei due avevano spiattellato ogni singola cosa all’essere in tutta la Terra di Mezzo che non doveva conoscere una storia del genere - ed eccoli che tornavano a galla! Tutti i ricordi delle femmine che sua sorella adocchiava come 'candidate' per un futuro matrimonio.
“ Un atto simile me lo sarei immaginata da parte di Nori, ma non dal Re di Erebor!”, insistette Dìs.
“ Sono delle menzogne.”, ringhiò l'altro, cercando istintivamente di difendersi anche davanti alla cruda realtà.
Quell’affermazione sembrò non piacere per niente alla Nana che, rapida, andò ad afferrarlo per una treccia tirandola con forza.
“ Osi dare dei bugiardi ai miei figli, nadad?”, sibilò, facendo digrignare i denti al fratello. “ E vuoi sapere perché mi hanno voluto raccontare tutto? Perché sono delusi dall'atteggiamento del loro Re, ma soprattutto da quello del Nano che lì ha cresciuti! Lo hanno fatto perché ti vogliono bene, e ne vogliono anche al signor Baggins. Dicono che stai male dal giorno in cui lo hai fatto andare via e che prima, quando era al tuo fianco, eri diverso. Sembravi felice.”
Thorin non rispose - riuscendo però a liberarsi dalla presa dell’altra -, lasciando che quelle parole, tremendamente veritiere, rimbombassero nella sua testa, costringendolo ad abbassarla carico di vergogna.
Non poteva negare quanto fosse successo tra lui e Bilbo, ne continuare a mentire in quel modo a sua sorella che già sapeva tutto quello che era accaduto.
“ È... successo.”, borbottò. “ Non ho avuto tempo né modo di poterlo corteggiare, d'accordo?”, concluse, sincero.
Sin da bambini, Dis era sempre stata non solo la sua ‘piaga’ - e una “protettiva cotta infantile” -, ma anche la sua confidente e amica. Era una delle persone più importanti della sua vita, e nonostante le continue discussioni, tenevano per davvero l'uno all'altra.
" Posso comprendere.", rispose la Nana qualche attimo dopo. “ Ma allora perché hai rinunciato alla tua felicità... hai forse smesso di amarlo?”, insistette.
“ Dovevo proteggerlo e renderlo felice.", rispose Thorin, ignorando la domanda dell’altra - non poteva rispondere, non ne era in grado.
" Proteggerlo da cosa?"
" Da me e da un'esistenza basata sulla nostalgia.”, la guardò serio in viso, sperando che capisse il motivo delle sue azioni. “ Perché ha abbandonato la sua vita per un qualcosa che non significava niente per lui, ed ha rischiato di morire più volte per un luogo che solo pochi di noi ricordavano...”
Dìs si morse le labbra allungandosi verso di lui per stringergli la mano, come per volergli infondere un po’ di forza.
“ La tua è una scelta nobile, nadad... ma ti sei chiesto se si trattava per davvero di quella giusta?”, domandò gentilmente, sollevata dalla sincerità di Thorin. Temeva di scontrarsi contro la sua testardaggine, e invece era stato abbastanza semplice convincerlo a parlare - anche se sapeva che non avevano ancora finito la loro discussione.
“ Come hai detto poco fa: capisco come ci si sente quando la propria casa viene strappata via.”, ribatté grave Thorin. “ Le Montagne Azzurre ci hanno dato un rifugio, certo... ma la nostra casa è Erebor. Così come per Bilbo, il suo posto è nella Contea. Morirei nel vederlo soffrire lontano dal luogo in cui è nato...”, ammise abbassando la voce.
“ Allora stai già morendo.”, rispose Dìs, cercando di farlo reagire. “ Perché state soffrendo entrambi per via di questa tua maledetta convinzione!"
" Bilbo si può fare una vita nella Contea. Può essere felice."
" Non capisci che esiliandolo gli hai semplicemente tolto l’opportunità di scegliere? Hai fatto tutto da solo... come sempre.”, continuò la Nana, ignorando l'affermazione dell'altro.
" Non era in grado di scegliere."
" Tu lo eri?", ribatté prontamente Dìs. " Dovresti ripensarci e..."
“ So dove vuoi arrivare.", tagliò corto Thorin. " E non intendo revocare l’esilio. Né che sia tu a chiedermelo, o Fìli e Kìli. Sono le leggi.”, concluse, mettendosi sulla difensiva.
Se Bilbo fosse tornato ad Erebor, lui era certo che non lo avrebbe più lasciato andare via. L’avrebbe privato per davvero dell’opportunità di scegliere dove e come vivere, e desiderava evitare di farlo soffrire in quel modo.
“ Ho degli obblighi verso la nostra gente. Sono il Re Sotto la Montagna, ora.”, concluse, cercando di aggrapparsi a quella convinzione.
“ Che ti cada la barba, razza di insensibile! Non sai quanto vorrei prenderti a pugni!”, esclamò la Nana, stringendo la presa sulla mano del fratello, che passò da 'piacevolmente confortante' a 'fastidiosamente dolorosa'. “ Non ti rendi conto di cosa stai diventando? Anziché rischiare, ed essere felice, preferisci rifugiarti sotto una corona e dietro l’Arkengemma. Questo atteggiamento ha quasi fatto perdere la vita a te e ai ragazzi! Ti... ti rendi conto che se vi fosse accaduto qualcosa... sarei rimasta sola?"
" Dìs..."
" Che avrei fatto? A questo non hai pensato?", mormorò la Nana, allentando lentamente la presa sulle mani dell'altro, mostrando a sua volta la sua debolezza. " Proseguendo per quella strada rischiavi di fare la fine di nostro Nonno, lo sai vero?”
Thorin non ebbe la forza di rispondere. Perché lui se ne era a sua volta reso conto anche se cercava di rifiutarlo. Si era lasciato ammaliare dal tesoro e aveva agito come uno sciocco.
Non erano i beni terreni ad essere davvero importanti, ma le persone ed i legami stretti con esse. E Thorin quando aveva lasciato andare via Bilbo, aveva compreso che né tutto l’oro di Erebor né quello di tutta la Terra di Mezzo poteva riempire il vuoto che avvertiva dentro.
Tuttavia, si stava rendendo conto che dentro di sé aveva quasi sperato di diventare un pazzo come suo Nonno e magari dimenticare ogni dolore in mezzo alle ricchezze del suo Regno, ma non era accaduto e sentiva sempre più lontana la brama d’oro che lo aveva animato quando aveva raggiunto la Montagna Solitaria.
“ Nadad...”
“ Sarò sincero con te, namadith...”, mormorò Thorin. “ Credo di aver desiderato lasciare che la malattia di nostro Nonno mi colpisse.”, ammise grave, cercando di ignorare l’espressione stupita e preoccupata della Nana. “ Volevo dimenticare, ma ho scoperto che non posso. L'oro sembra non sortire più alcun effetto su di me, ormai posso solo andare avanti e sopportare.”
“ Nadadel... ma tharkû sulel rud ayawumakhizu...”, mormorò Dìs nella loro lingua segreta, allungandosi di nuovo verso di lui per abbracciarlo. “ Puoi cambiare le cose se lo desideri... puoi ancora fare la scelta giusta...”
“ Credo sia troppo tardi.”
Aveva fatto soffrire Bilbo, non lo avrebbe mai perdonato.
“ Sei forse diventato cieco?”, ribatté Dìs, cercando di alleggerire quella discussione. “ Hai visto come ti guarda di nascosto? Come sospira quando si rende conto che tu non ricambi il suo sguardo? Oh, Thorin... hai tra le mani un tesoro più grande di quello contenuto tra le mura di Erebor e te lo stai lasciando sfuggire...”
“ Conosco il valore di Bilbo.”, ammise Thorin in un sussurro, posando il capo sulla spalla della Nana, lasciandosi andare alla sua debolezza per la prima volta dopo tanto tempo. Sentiva il bisogno di lasciar cadere la sua corazza d’orgoglio ed essere semplicemente se stesso.
“ Non ti voglio chiedere di ritirare l’esilio o di cambiare repentinamente idea...”, mormorò Dìs. “ Ti chiedo solo di chiarire con lui, di cercare di recuperare quell’amicizia che sembra persa... per te e anche per i ragazzi. Soffrono nel vederti così...”
Il Nano sospirò annuendo mestamente.
“ Ci proverò...”, promise, sorridendo appena quando sentì le dita della sorella attraversare i suoi capelli con delicatezza - non lo avrebbe mai ammesso, ma era un qualcosa che lo aveva sempre fatto rilassare.
“ Ti ringrazio, e...”
“ Mh?”
“ Grazie per essere tornati da me.”
L'indomani mattina, Thorin sparì prima di colazione per continuare ad informare la sua gente - era più una tattica per non incontrare lo Hobbit -, e Bilbo si ritrovò suo malgrado di nuovo solo con i due fratelli e la Nana. O, almeno, lo sarebbe stato quando Fìli e Kìli si sarebbero svegliati, per il momento - con suo sommo disagio - poteva solo godere della compagnia di Dìs che si stupì non poco quando lo vide seduto vicino al caminetto a fumare.
" Già sveglio, signor Baggins?", constatò con tono amichevole la Nana.
Lo Hobbit sussultò ma annuì ugualmente con il capo.
" Ha dormito male nella stanza che vi ho preparato?", chiese Dìs, prendendo un grembiule.
" Oh no no.", si affrettò a rispondere Bilbo gesticolando con entrambe le mani. " Non avevo sonno. Tutto qui.", concluse frettoloso, facendo ridacchiare la Nana.
" Qualunque cosa vi abbiano detto Fìli e Kìli sul mio conto... è almeno una parte una menzogna.", dichiarò Dìs qualche attimo dopo, notando la tensione dell'altro.
" Mi hanno... parlato molto bene in realtà.", mormorò.
" Grazie signor Baggins, ma so chi ho cresciuto.", ghignò lei per nulla offesa - anzi: appariva alquanto divertita -, iniziando poi a preparare la colazione.
Bilbo la osservò in silenzio, permettendosi di cercare nel suo volto le somiglianze con Thorin ed i suoi figli, notando subito quanto il suo sorriso fosse simile a quello di Fìli.
" Sa... mi sembra passata un'eternità da quando ho preparato la colazione per qualcuno che non fossi solo io.", constatò Dìs dopo qualche attimo di silenzio.
" Posso immaginare quanto vi siano mancati...", ammise sincero lo Hobbit.
" É per questo che avete accettato la loro proposta?", domandò prontamente l'altra. " Intendo, quella di intraprendere questo nuovo viaggio."
Bilbo deglutì, ma assenti. La temeva - ed era colpa di Fìli e Kìli -, ma non poteva fare a meno di fidarsi di lei.
Gli Hobbit erano degli essersi amichevoli ma talvolta sospettosi dinnanzi agli estranei, ma lui nella scorso anno aveva imparato a non dubitare subito di chi lo circondava e a fidarsi del proprio istinto, che in quel momento gli diceva di non dover temere Dìs.
" Ne sentivo la mancanza.", mormorò con un sorriso triste. " Ho passato mesi e mesi in loro compagnia che... beh, il ritrovarmi in una casa vuota mi ha fatto comprendere quanto seriamente tenessi a Fìli e Kìli."
" Allora non siamo poi così diversi, signor Baggins.", sorrise Dìs, e quando vide lo Hobbit alzarsi come per volerle dare una mano, si affrettò a fermarlo. " Siete un ospite, non si disturbi."
" Nessun disturbo.", ribatté Bilbo, sorridendo leggermente più rilassato. " Per me è un grande piacere cucinare e rendermi utile."
E senza che la Nana facesse altro per fermarlo, i due iniziarono a preparare la colazione, lasciando che l'atmosfera si rilassasse lentamente.
" Penso di dovervi delle scuse.", esordì Dìs qualche momento dopo, preparando della pasta per dei dolci da consumare durante la merenda.
" Come?"
" Da parte di mio fratello. Per come si è comportato nei vostri confronti."
Bilbo avvampò, stringendo le mani sul manico della padella sulla quale stava preparando le uova.
" N-no! Non deve! Thorin è... beh, lui si è sempre comportato correttamente con i suoi c-compagni e...", balbettò lo Hobbit, cercando di nuovo di concentrarsi sulle uova. " E... con il mio atto h-ho... tradito la sua fiducia e..."
" Non dovete difenderlo.", taglio corto la Nana. " È un insensibile. Buono solo a parole, lo conosci come fa. Tutto pomposo con i suoi paroloni.", borbottò Dìs, in una quasi perfetta imitazione di Thorin. " Ma alla fine è incapace di prendersi le sue responsabilità. E dovrebbe farlo dopo quello che è successo con voi."
" Re-responsabilità?", lo Hobbit, che fino a qualche attimo prima stava anche sorridendo per l'imitazione, si ritrovò letteralmente a sbiancare davanti a quelle affermazioni.
Quanto sapeva Dìs?
Si stava riferendo a quello che pensava lui o alla questione del tradimento?
" Fìli e Kìli.", dichiarò la Nana e all'altro bastò sentire quei due nomi per comprendere la situazione.
" È... successo...", mormorò Bilbo con il capo basso, girando il bacon sulla padella.
Dìs si permise a sua volta di osservarlo, sorridendo nel sentire quelle parole: le stesse utilizzate da Thorin la notte prima.
" Ed è anche finito...", concluse lo Hobbit poco dopo, senza dare troppe spiegazioni e l'ingresso di Fìli e Kìli impedì alla Nana di poter dire la sua su quell'argomento.
" Non pensavo di avere due madri!", esclamò il minore quando vide Dìs e Bilbo armeggiare con la colazione. Nel sentire la loro voce i due si voltarono donando ad entrambi un sincero sorriso.
" 'Giorno!", rispose Bilbo, sinceramente sollevato dal loro ingresso.
" Ben svegliati ragazzi.", li accolse invece la Nana, andando ad abbracciarli d decidendo al tempo stesso di rimandare di qualche ora il discorso con Bilbo - certo, Thorin aveva detto che ci avrebbe parlato... ma sinceramente non si fidava.
" Buon giorno a voi.", rispose Fìli, ricambiando l'abbraccio della madre e sorridendo a Bilbo che iniziò a servire la colazione.
A sua volta anche lo Hobbit sapeva che la discussione con Dìs era lungi dall'essere finita... e avrebbe fatto di tutto per evitare che continuasse.
Perché era troppo imbarazzante e, soprattutto, non gli sembrava neanche il caso di parlare di certe cose così 'intime' con la sorella di Thorin.
Note:
Nadadel: letteralmente “Fratello di tutti i fratelli”. Per i Nani sarebbe come dire “sei il fratello più importante” o qualcosa del genere :3
Nadad: Fratello
Namad/Namadith: Sorella/Sorellina
Ma tharkû sulel rud ayawumakhizu: “ Non caricare tutto il peso sulle tue spalle.”, un po’ arrangiata ma il senso dovrebbe essere quello X°D
Ecco lo splendiderrimo (!?) disegno fatto da
Alice ç///ç LO AMO çAç *piagnucola e sparge amore*