[RPF Attori] A Journey Gone Bad

Mar 14, 2013 01:48


Titolo: A Journey Gone Bad
Fandom: Cast The Hobbit
Personaggi: Jed Brophy, James Nesbitt
Genere: Introspettivo, Erotico
Rating: Rosso
Avvertimenti: Oneshot, Slash, What if? (E se…), Lemon
Conteggio Parole: 2635
Note: 1. Ambientata random °ç° qualcuno - il mio uomo - voleva vederli scopare ed eccoli qui X°D
2. Ovviamente per il sopracitato uomo ù_ù<3




Sin dall'inizio quel viaggio si era rivelato una vera e propria congiura, tant'è che James - mentre osservava Jed cercare di far ripartire la macchina - non poté non chiedersi se gli altri avessero più o meno avuto un sesto senso quando avevano dato buca all'ultimo momento. Beh, più che 'buca' erano stati degli imprevisti per alcuni, come il raffreddore di Graham - e Adam che, come era ovvio, non se la sentiva di lasciarlo solo - e Dean che era stato chiamato per un servizio fotografico - nel quale si era portato dietro come aiutante Aidan 'Non-mi-muovo-senza-la-mia-metà-neozelandese’ Turner.
Piccoli contrattempi che alla fine avevano spinto solo lui e Jed a mettersi in viaggio per andare a visitare alcuni dei luoghi più suggestivi della Nuova Zelanda, approfittando di quella giornata di riposo tra una sessione di riprese e l'altra.
" Merda...", imprecò il suo collega.
" Che dici? Chiamo il carro attrezzi?", domandò l'irlandese.
" Sì...", ringhiò Jed, irritato, scendendo di nuovo dalla vettura per controllare - senza troppi risultati - il motore.
Sospirando, Nesbitt si allontanò di qualche metro, ringraziando la sua buona stella per non averli fatti fermare in una zona d'ombra.
Attese in linea dopo aver digitato il numero, e quando risposero non poté far altro che spiegare la loro posizione. Fu una chiamata relativamente corta e, una volta interrotta, James si avvicinò lentamente al suo compagno di sventura che, con un'espressione concentrata ed un po' arrabbiata, continuava a scrutare il motore.
" Saranno qui tra un'ora.", lo avvertì intascando il cellulare, trattenendosi dal fare una battuta del tipo: “ Anche se continui a fissarlo, il motore non parlerà per darti la soluzione.”
" Nh... mi dispiace, James.", si scusò in risposta Jed, mortificato per quell'improvviso guasto che aveva rovinato la giornata di entrambi.
" Non preoccuparti.", lo rassicurò con un sorriso cercando poi di alleggerire la situazione con un: " Almeno la macchina non è morta in un posto sperduto dove non funzionano i cellulari."
" Già..."
Ovviamente il suo tentativo non funzionò, e cercò subito un approccio diverso andando ad abbracciare da dietro il suo compagno - quale metodo migliore se non quello 'sporco'?
" Beh... questo viaggio era maledetto fin dall'inizio. Ma questo non cambia il fatto che possiamo ugualmente divertirci."
Jed parve rilassarsi tra le sue braccia.
" Come?"
" Ci sono tante cose che possiamo fare da soli...", posò le labbra sul suo collo, come a voler dare un peso ben preciso alle sue parole. " Prendiamo esempio da Adam e Graham, sicuramente ora staranno scopando come conigli."
" Graham sta male.", gli ricordò con un sorriso Jed, rigirandosi nell'abbraccio.
" È il modo migliore per stare bene.", tagliò corto l'irlandese. " E sono certo che anche i due 'lovebirds' ci staranno dando dentro."
" Pensi sempre male di tutti, Jim?"
" È pensare male? Li sto facendo scopare, dovrebbero ringraziarmi. E dovremo farlo anche noi."
" Cosa? Ringraziare?", ghignò il neozelandese.
" No. Scopare.", ribatté, facendo scontrare le loro labbra in un bacio che fece quasi dimenticare a Brophy il guasto che li aveva bloccati sul lato della strada.
Il loro piccolo viaggio poteva anche essere stato rovinato, ma James aveva ragione: potevano fare qualcosa di ben più interessante e, ovviamente, appagante.
Mugugnò contro la sua bocca, piegando poi le labbra in un sorriso quando, abbracciandolo, iniziò a strusciarsi contro di lui per far risvegliare le loro erezioni ancora nascoste dietro gli indumenti.
James soffocò a sua volta un verso compiaciuto per quella frizione, andando poi a piazzare le mani sulle natiche dell'altro come per guidarlo nei movimenti.
I loro bacini sfregavano l'uno sull'altro lentamente, incitati dai mugugni che sfuggivano dalle loro labbra. E quello non fece altro che aumentare la necessità di entrambi di sentire le loro pelli nude l'una contro l'altra: per quel motivo Jed non poté fare a meno di stringere le dita sulla camicia del suo amante, tirandola verso l'alto fino a quando non la sentì scivolare fuori dai pantaloni.
Spostò le mani sul petto senza interrompere il bacio, andando alla cieca ricerca dei bottoni per poterli liberare velocemente dalle asole, ma il suo compagno lo fermò - aveva ancora un briciolo di buon senso nonostante tutto.
" Macchina.", impose con voce roca.
Per quanto la strada sembrasse ad entrambi poco trafficata - da quando si erano fermati non era passato nessuno -, preferiva evitare di dare spettacolo.
Jed annuì e, aggirando la macchina, aprì la portiera posteriore della vettura e vi costrinse l'irlandese semi disteso sui sedili, prendendo poi posto sopra di lui una volta chiuso lo sportello.
Non era di certo la posizione più comoda - c'era poco spazio -, ma in quell’istante ad entrambi sembrava non importare mentre si baciavano e spogliavano - le camicie furono i primi indumenti a finire sui sedili anteriori. In fondo dovevano solo farsi una scopata veloce.
Una volta a petto nudo, James cercò di occuparsi dei pantaloni di Brophy, riuscendo a farglieli abbassare all’altezza delle ginocchia poi, muovendosi ed emettendo dei lamenti per via del poco spazio, riuscì ad aiutarlo a spingerli almeno fino alle caviglie insieme ai boxer - in quel modo non si sarebbero dovuti di nuovo trasformare in dei contorsionisti.
" Ah... finalmente.", sospirò sollevato il neozelandese, tornando a sedersi sul bacino di James.
“ Libero, eh?”, commentò Nesbitt, tirandosi leggermente su per poterlo baciare ed abbracciare, carezzandogli lentamente la schiena, fino a soffermarsi sulle natiche nude.
Le palpò senza troppi complimenti, insinuandovi poi l’indice per andare a stuzzicarne l’apertura. Inizialmente Brophy si irrigidì e, mordicchiandogli il labbro inferiore andò a bloccargli il polso.
“ Almeno un po’ di saliva, Mister Hyde.”, lo prese in giro, portando le dita dell’altro alla sua bocca.
“ I like it rough~”, cantilenò James divertito, muovendo le falangi all’interno delle labbra del neozelandese.
Jed lo punì mordendogli leggermente l’indice, aggiungendo poi un: “ Come se non lo sapessi.”, quando la sua bocca fu finalmente libera.
Nesbitt ridacchiò ancora, riportando le dita ormai umide sulle natiche dell’altro.
“ E per caso... ti dispiace?”, domandò.
“ Se non ti muovi, e il carro attrezzi arriva prima del tempo, vedrai come dispiacerà a te.”, lo minacciò, alzando lievemente il bacino per accogliere le falangi di James.
“ Cristo, Jed! Se fai così sembri una zoccola vogliosa!”, esclamò, penetrandolo con l’indice e ricevendo come ennesima punizione un nuovo morso sul mento - niente di tanto ‘violento’, era più che altro un avvertimento.
“ Mhhh...”, mugugnò James compiaciuto, iniziando a muovere la falange dentro e fuori l’apertura, cercando di far rilassare il suo amante. “ Pensa a quando torneremo nelle nostre roulotte come ti concerò...”
“ Jim...”
“ Urlerai così tanto che dovremo incolpare Aidan e Dean per i ‘rumori molesti’...”, continuò l’irlandese, alzando il capo per andare a leccare l’orecchio dell’altro, succhiandone poi il lobo, malizioso.
“ J-Jim cazzo...”, ringhiò Jed. Non che non gli piacesse sentirlo parlare in quel modo - anzi: era fottutamente eccitante -, ma detestava non essere nella posizione adatta per metterlo a tacere.
Maledetta macchina. Maledetto spazio mancante. E maledetto James Nesbitt.
Se solo fossero stati in un ben più comodo letto, ci avrebbe messo pochissimo a costringerlo con la faccia contro i cuscini e a restituirgli quelle eccitanti attenzioni, e soprattutto si sarebbe adoperato nel descrivergli minuziosamente tutto quello che gli avrebbe fatto - proprio come stava facendo l’irlandese.
“ Lo so che ti piace.”, ghignò James, seviziandogli ancora l’orecchio e continuando a spingere l’indice dentro l’orifizio di Jed. “ E so che detesti non poter cercare di mettermi al mio posto.”, concluse, accompagnato da un mugugno da parte dell’altro.
Il loro ‘rapporto’ era basato sugli scherzi e , soprattutto, su una continua battaglia per la supremazia - no, non era una cosa ‘infantile’, per entrambi era divertente ed eccitante battersi con ogni mezzo a loro disposizione.
“ Stronzo...”, sibilò Brophy, irrigidendosi inconsciamente quando avvertì contro il suo orifizio anche una seconda falange. Cercò subito di rilassarsi, tentando di accogliere il più velocemente possibile quell’intrusione, sperando al tempo stesso che James non ci mettesse una vita a trovargli la prostata... spesso infatti gli sembrava che il suo amante lo facesse quasi apposta a ‘mancarla’ e, conoscendolo, la sua impressione forse non doveva essere poi così sbagliata.
Difatti iniziò sin da subito a muovere le dita lentamente, allargando le pareti e carezzandone i muscoli tesi, senza però trovare quel particolare punto che avrebbe fatto letteralmente sciogliere il neozelandese. Ci girò attorno per dei minuti che parvero quasi interminabili, ignorando i chiari messaggi che il corpo di Jed gli stava lanciando, tant’è che quest’ultimo si ritrovò sul punto di ricordargli che il carro attrezzi sarebbe arrivato prima o poi, e che dovevano farsi trovare per forza vestiti e con almeno una ‘parvenza di normalità’.
Mosse il bacino, cercando di indirizzare le piacevoli e, a tempo stesso, frustranti falangi dell’irlandese... ma il maledetto continuò ad ignorarlo.
“ J-James...”, esordì mugugnando, e ancor prima di poter riaprire bocca e riprenderlo per quell’inutile perdita di tempo - ed anche insultarlo, perché no?! -, Nesbitt colpì con decisione la sua prostata facendolo gemere per lo stupore ed inarcarsi.
Sbatté quasi la testa sul tettuccio per quell’improvviso movimento, e il suo amante lo attirò a sé con il braccio libero, come per impedirgli di farsi male.
“ Indovina cosa abbiamo trovato?”, cantilenò malizioso James, colpendo di nuovo quello stesso punto ancor prima che Brophy potesse rispondergli per le rime. Andò avanti con quel ‘gioco’ per qualche minuto, donandogli il piacere che desiderava per poi allontanare le dita. Lo avrebbe fatto impazzire.
" Hai i p-preservativi?", domandò Jed di punto in bianco, muovendo il bacino contro le dita del suo amante senza nascondere una certa urgenza nella sua voce.
" Hai fretta?", ribatté James piegando le labbra verso l'alto in un sorrisetto compiaciuto.
" Un'ora. Saranno qui tra meno di una fottuta ora, Nesbitt.", ribatté, e l'irlandese - per quanto adorasse torturarlo e portarlo sull’orlo della pazzia - non poté non dargli per l’ennesima volta ragione.
" Sono nel portafoglio.", rispose quindi, allontanando la mano dalle natiche del collega - che emise un lamento frustrato - per andare ad alzare un poco i fianchi e permettergli così di prendere il suddetto portafoglio dalla tasca posteriore.
Jed lo afferrò subito, donandogli anche una generosa strizzata alle natiche che fece ridacchiare Nesbitt.
" Hai sempre la scorta, vedo.", commentò con il fiato leggermente corto, prendendo uno dei condom che trovò in un taschino, lanciando poi il portafoglio sui sedili anteriori.
" È meglio essere preparati, no?", ribatté furbo James, costringendo l'altro ad abbassarsi per far unire di nuovo le loro labbra, aprendosi velocemente i pantaloni per liberare la sua erezione.
Brophy non perse tempo, e una volta aperto il preservativo lo fece scivolare sul sesso ormai libero del suo amante, carezzandolo lentamente per farlo aderire il più possibile - riuscendo anche a strappare un gemito al suo collega.
Una volta soddisfatto dal risultato ottenuto - era addirittura tentato dal stringere con forza il pugno, ma il tempo era quello che era -, cercò di alzarsi sulle ginocchia e, utilizzando uno dei sedili come appiglio per sorreggersi, guidò il membro di James sul suo orifizio.
Prendendo un profondo respiro lo fece scivolare lentamente dentro di sé, fermandosi di tanto in tanto per abituarsi all’intrusione.
“ Rilassati...”, mormorò qualche attimo dopo Nesbitt, allungando le mani sulle cosce del neozelandese per carezzarlo e rassicurarlo prima di dedicarsi alla sua erezione.
La massaggiò con relativa calma e, celando un piccolo sorriso, Jed non poté non godersi quelle attenzioni, ben diverse da quelle giocose di qualche attimo prima - per quanto James sapesse essere irritante, era sempre in grado di capire quando era il momento di essere serio.
Quasi più rilassato, Brophy riuscì lentamente ad accogliere tutto il sesso del suo amante dentro di sé, concedendosi poi un lungo sospiro prima di iniziare a muoversi aiutandosi con i sedili e le ginocchia.
L'irlandese, nonostante il piacere provato nel trovarsi rinchiuso tra i muscoli dell'altro, riuscì solo a masturbarlo cercando al tempo stesso di rimanere fermo in paziente attesa di un cenno da parte di Jed, che fortunatamente non tardò ad arrivare.
" Muoviti...", ordinò Brophy stringendo i denti, mugugnando quando sentì James spingere il bacino verso l'alto, facendosi strada tra i suoi muscoli che iniziavano a sciogliersi.
Nesbitt ripeté ancora e ancora quello stesso movimento, venendo assecondato dal corpo del neozelandese dopo qualche affondo. I muscoli si rilassarono gradualmente e, senza curarsi di celare i loro crescenti gemiti, cercarono di trovare la posizione giusta - spazio permettendo - per muoversi più velocemente.
Vista in quel modo - il fatto che non erano per niente comodi -, l'idea di scopare in macchina non poteva essere definita ‘geniale’, ma giunti a quel punto non avevano alcuna intenzione di fermarsi e di rimandare... anche perché, nonostante il disagio causato dallo spazio, entrambi avvertivano l’orgasmo ormai prossimo.
I loro movimenti erano ben lontani dall’essere sincronizzati - non era così semplice come sembrava - ma sortivano ugualmente l’effetto desiderato, strappando ad entrambi dei versi particolarmente alti che li facevano tremare per l’eccitazione.
Più di una volta la testa di Jed cozzò sul tetto della macchina e, addirittura, James iniziò a non sentire quasi più le gambe - erano piegate, perché in alcun modo sarebbe riuscito a stare completamente disteso nei sedili.
Erano addormentate e iniziava addirittura ad essere doloroso.
“ Cazzo...”, imprecò l’irlandese, cercando di sollevarsi un poco per andare ad appoggiarsi con la schiena alla portiera, tentando di allungare le gambe per ripristinare la circolazione.
Brophy gemette per quell’improvviso movimento, differente dagli altri, e abbracciando il suo compagno con un braccio - aiutandolo anche nella sua ‘impresa’ - prese a far ondeggiare ancora il bacino fino a quando non sentì l’erezione colpire con una diversa angolazione la prostata.
“ Ah!”
Incoraggiato da quel verso, e dal lungo brivido che percorse il neozelandese, James si spinse con più energia dentro il suo corpo, cercandone le labbra per coinvolgerlo in un bacio - spezzato ben presto da gemiti e brevi imprecazioni. Spinta dopo spinta, la prostata di Jed veniva stimolata con crescente decisione dal suo amante e, ancor prima di poterlo avvertire, si ritrovò a riversare il suo seme tra i loro corpi irrigidendosi.
L’irlandese, quasi stupito da quell’improvvisa reazione, non poté far altro che lasciarsi andare a sua volta spingendosi un’ultima volta dentro lo stretto orifizio di Brophy.
L’orgasmo li lasciò come previsto senza fiato, non era stato intenso come tanti altri che avevano provato, ma non per questo era stato meno piacevole. Si concessero qualche momento per riprendersi almeno un poco, poi ripresero a muoversi per allontanarsi l’uno dall’altro, senza però troppi risultati.
“ Dammi una... mano...”, sospirò debolmente Jed, quando si rese di avere le gambe dolorosamente addormentate - beh, in fondo erano rimaste nella stessa posizione da quando erano entrati nella macchina.
Nesbitt gli carezzò allora la schiena, e lo fece sollevare lentamente prendendolo per i fianchi.
“ Piano... p-piano...”, mugugnò, riuscendo ad aiutare Brophy a spostarsi del tutto e a far scivolare fuori dall’orifizio il suo sesso.
“ Hn...”, il neozelandese si lasciò sfuggire solo un leggero lamento quando, tirandosi finalmente indietro, andò ad appoggiarsi alla portiera alle sue spalle distendendo le gambe.
“ Tutto... okay?”, domandò James, imitandolo e cercando di recuperare il controllo del suo corpo.
“ Cazzo... sì...”, rispose l’altro prendendo un profondo respiro, piegando le labbra in un sorriso vagamente soddisfatto nonostante tutto... e dinnanzi a quell’occhiata che si scambiarono si ritrovarono a cercare di non scoppiare a ridere per l’assurda situazione nella quale erano volutamente finiti - erano fatti così, nel loro rapporto c’erano più risate che coccole.
“ Dovremo... darci una sistemata...”, commentò Nesbitt, togliendosi con attenzione il preservativo.
“ Direi di sì.”, ribatté Jed e, piegandosi in avanti verso i sedili anteriori, prese con non poca fatica dei fazzoletti per aiutare il suo compagno a pulirsi prima di iniziare a rivestirsi.
“ Mai più in macchina.”, mormorò il neozelandese qualche minuto dopo, uscendo dalla vettura per potersi stiracchiare e dare un’ultima sistemata.
James lo seguì poco dopo ridendo e zoppicando leggermente per i muscoli ancora addormentati.
“ A meno che non sia una limousine... il prossimo viaggio, lo facciamo indubbiamente in una limo!”
“ In quel caso... un pensierino potrei anche farlo!”, ghignò Jed, dando una gomitata al collega che, ancora divertito, attese con lui l’arrivo del carro attrezzi che non tardò ad arrivare.

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