Siamo al giorno secondo *__* Cosa dice il cerchio?
CERCHIO Titolo: Wan!
Gruppo: Kanjani8
Pairing: Subaryo
Rating: PG (Subaru è pur sempre Subaru ^^")
Genere: crack, fluff
Disclaimers: i personaggi non mi appartengono
Note: c'è un po' di tutto. Per prima cosa c'è un cane nel camerino. Poi citazioni da HP, imbarazzo e le solite cose assurde che mi vengono da scrivere in treno (mentre andavo all'aeroporto per far partire
jinnypazza82 verso la Giappoland! XD).
L’ultima cosa che Nishikido Ryo si sarebbe aspettato di vedere appena entrato dalla porta del camerino dei Kanjani8, un martedì mattina a Osaka prima delle registrazioni di Janiben, era proprio un cane di media taglia, dal pelo nero, che se ne stava appisolato sul divano.
Il gatto di Hina poteva anche essere… a vedere Moachin o i piccioni di Maru era anche abituato… si ricordava persino di aver visto dei coleotteri e una rana, quelle volte che Yokoyama voleva essere particolarmente crudele e fastidioso nel fare uno scherzo a Murakami-kun.
Ma un cane sconosciuto, senza collare e in apparenza bastardino, era la prima volta che gli capitava.
Pensò fosse uno dei cani che ogni tanto gli Yasuda rapivano (o curavano, non aveva mai ben trovato la differenza fra le due cose) e, solo con il piccolo ospite, decise di fare amicizia.
-Ehilà, tu! Cosa ci fai qui?- esclamò, con la migliore vocina pro-cane che sfoggiava anche a casa con i suoi Ecchan e Horii.
Il cane sollevò appena la testa e emise uno strano sospiro sommesso, per poi rigirarsi su se stesso.
-Ehi, ehi… mi ignori?- non si arrese Nishikido, accarezzando con cautela il fianco morbido e caldo del cane che, per tutta risposta, sobbalzò per lo spavento.
-Ma sei fuori???- abbaiò, concludendo con un guaito imbarazzato e confuso, mentre Nishikido lo fissava a bocca aperta e occhi sgranati, incapace di formulare il pensiero: il cane ha parlato.
Eppure conosceva quella voce…
-S-Subaru-kun???-.
-No, tua sorella. Certo che sono io! Perché mi hai accarezzato?- chiese il cane, il tono meno scocciato e più divertito: -Sei in vena di cosacce?- ammiccò.
-Tu… non… sembri esattamente tu…- tentò di spiegare Ryo, per poi indicare lo specchio del trucco.
Subaru sospirò e si alzò dal divano per saltare dal tavolino al ripiano del trucco, guardando dritto nello specchio.
-Oh, sono un cane- si sorprese, con un contegno invidiabile. Poi si voltò e studiò la stanza: -Come ci sono arrivato quassù?-.
Ryo si dimenticò di rispondere “saltando” e optò per la domanda più importante da fare: -Come hai fatto a diventare un cane?-.
-Non ho idea- rispose Subaru, scodinzolando e abbaiando per provare come si facesse.
-Devono essere state quelle pillole…-.
-Subaru!-.
-Magiche! Pillole magiche! Erano solo caramelle di zucchero, stavo giocando con mio nipote stamattina a casa-. Ryo sospirò, passandosi una mano fra i capelli spettinati: si era anche scordato il cappello.
-Subaru-kun, non esiste nessuna pillola magica…- tentò di spiegare.
-E allora come ho fatto a diventare un cane?-.
-La magia non esiste…-.
-Questo è quello che credi tu, babbano- lo riprese il cane.
-Ti avevamo detto di smetterla con le citazioni da Harry Potter…-.
-Oh! E se fossi un animagus? Harry, sono il tuo padrino!-.
-Non sono Harry Potter!- strillò Nishikido, mentre il cane schiamazzava con la sua solita risata.
-Che cosa dirò agli altri?- piagnucolava Nishikido, mentre Subaru se la passeggiava per il camerino divertito dalle proprie zampe gridando: -Ora non mi dici niente sul fatto che giro nudo, eh!-.
Ryo si lasciò cadere stancamente sul divano chiudendo gli occhi per tentare di concentrarsi.
-Forse se ci baciassimo tornerei umano, principessa- suggerì Subaru, sempre con quel tono cospiratorio di prima.
Ryo soppresse una bestemmia, ma si dimenticò di coprirsi il viso mentre diventava completamente rosso al solo pensiero di poter baciare Subaru-kun… ma versione cane. Oh. Si riprese con un certo qual ribrezzo.
-Scordatelo- ci tenne poi a puntualizzare.
Il cane nero saltò sul divano al suo fianco, appoggiò il muso sulla sua coscia e si lasciò accarezzare dietro le orecchie appuntite per qualche secondo prima di mormorare: -Devi smetterla di prendere tutto così seriamente, Ryo… in fondo questo è solo un sogno!-.
-Eh?- domandò, rivolto al cane, ma all’improvviso la vista gli si fece appannata e quando riuscì finalmente ad aprire gli occhi, era disteso sul proprio letto con un peso sulla pancia e un respiro caldo sul viso.
Aprì piano solo un occhio, già presagendo cosa avrebbe visto: il viso di Subaru, a pochi centimetri dal suo, che piegato su di lui sorrideva divertito prima di esclamare: -Wan! Colazione?-.
Ryo si rigirò per riuscire a farlo cadere da sopra di sé, affondò meglio la testa nel cuscino e chiuse nuovamente entrambi gli occhi: -Preparatela da sola, Fido-.
Ci sto prendendo gusto *w*