Titolo: Scent of varnish - Interlude I
Fandom: The Hobbit (2012)
Personaggi: Kili, Fili, Thorin
Rating: PG13
Avvertimenti: Accenni incest, Modern AU
Conteggio parole: 1016
Riassunto: “Sbagliate se pensate che abbia detto qualcosa per farlo arrabbiare. Ha fatto tutto da solo.”
“Oh, certo zio.” Kili segue Thorin con lo sguardo, prima di avvicinarsi alla scrivania e poggiarci sopra le mani. “Perché sicuramente lo stai trattando benissimo.”
Note: Parappappà, un passo indietro di un giorno e Kili e Fili che si sbaciucchiano.
Parappappà.
Non è insolito sentire qualche urlo, di tanto in tanto. C’è chi perde la pazienza e inveisce contro i materiali, chi contro un bilancio chiudo non proprio in attivo.
A Kili non è mai pesato, a Fili nemmeno. Sono nati lì dentro, praticamente, con Thorin che li portava con loro quando sua sorella Dìs era troppo impegnata col suo lavoro e non aveva nessuno a cui lasciare i suoi bambini e cercava di tenerli a bada dando loro i giocattoli che Bofur si divertiva a costruire con gli scarti di lavorazione.
Il frastuono che sentono provenire dal piano di sopra, però, è qualcosa di abbastanza preoccupante. Avere l’ufficio dello zio sopra la testa di solito non è un problema, perché Thorin lavora per lo più da solo, e quelle poche interazioni che il personale ha con lui si concludono di solito con un cenno della testa e qualche parola farfugliata a mezza voce. Il fatto che sopra la sua testa ci sia Bilbo pizzica i pensieri di Kili abbastanza da voltarsi verso la porta e guardarla con intensità.
“Kili?”
Ormai non sobbalza più, quando Fili gli stringe le braccia attorno al collo e struscia il naso contro la sua guancia - è una cosa che fa da quando erano piccoli, l’espressione fisica del senso di protezione che ha sempre provato nei suoi confronti.
Solo che adesso ha preso un significato un po’ diverso, ecco.
Kili si morde il labbro, scuotendo la testa. “Sono preoccupato.”
“Per?”
Kili guarda suo fratello e alza un dito, indicando il soffitto. “Stanno facendo troppo rumore, per i miei gusti.”
Fili tende l’orecchio giusto in tempo per sentire la porta dell’ufficio di Thorin sbattere con forza. Sospira, mordendo la guancia di Kili prima di rimettersi dritto sulla schiena.
“Vado a dare un’occhiata.”
Kili osserva Fili muoversi verso la porta, e quando la apre gli viene d’istinto alzarsi. Entrambi si bloccano quando la figura piccola e veloce di Bilbo schizza davanti ai loro occhi senza nemmeno degnarli di uno sguardo.
Di certo non sta andando a prendere un caffè.
“Bilbo?” lo chiama Fili, ma l’altro non si gira, allungando la mano sulla porta d’ingresso. “Bilbo, dove vai?”
L’altro si gira il tempo di mostrare ai fratelli occhi grandi e iniettati di una rabbia così fuori dal suo personaggio.
“A casa! Ne ho avuto già abbastanza di lui per un giorno solo!”
Fili non fa in tempo a dir nulla. Kili si affaccia sulla porta giusto in tempo per vedere Bilbo sparire e sentire il silenzio calare sull’edificio.
“Ma cosa diavolo…”
Qualcuno esce dai propri uffici, buttando un occhio all’andito principale. Smeagol sosta sulle scale, guardando i due fratelli, la porta e ancora i due fratelli. Bombur gli si affianca poco dopo, pulendosi la bocca con un tovagliolo, seguito poco dopo da Bofur che scende le scale di fretta per raggiungere Kili e Fili.
“Che è successo?”
Scrollano entrambi le spalle, scuotendo la testa. “Non ne abbiamo idea.” inizia Fili.
“Ma Bilbo sembrava davvero, davvero arrabbiato.”
Bofur sta per chiedere di più, quando tutti alzano la testa verso le scale, Smeagol che si ritrae per far soffermare Thorin sulla rampa. “Non è successo nulla. Tornate a lavorare.”
“Oh, zio, piantala.” Viene naturale ad entrambi, muoversi e salire le scale di corsa per fermarsi davanti al presidente. Non hanno paura dell’aria cupa dell’uomo, ci convivono da vent’anni, ormai. Quando si trovano davanti a lui è Kili che lo prende per le spalle e lo guida verso l’ufficio, chiudendosi la porta alle spalle con un calcio. “Non è un bel periodo per nessuno, ma non c’è bisogno di prendersela con quel poveretto.”
Fili, alle sue spalle, incrocia le spalle e annuisce. “Almeno, non così tanto.”
“Sbagliate se pensate che abbia detto qualcosa per farlo arrabbiare. Ha fatto tutto da solo.”
“Oh, certo zio.” Kili segue Thorin con lo sguardo, prima di avvicinarsi alla scrivania e poggiarci sopra le mani. “Perché sicuramente lo stai trattando benissimo.”
“No, Kili, è diverso. Lo tratto come deve essere trattato. È un tirocinante, deve imparare a fare il suo lavoro.”
“Portandoti il caffè, ovviamente.” Alle sue spalle, Fili si schiarisce la voce. Kili adora come suo fratello gli dia ragione con così pochi gesti. “Quel poverino non fa che lamentarsi tutto il giorno di quanto tu lo tratti come una pezza da piedi, Thorin, un motivo ci sarà se lo fa.”
Thorin guarda fuori dalla finestra, scuotendo la testa.
“Come io faccia il mio lavoro non è un problema che ti riguarda, Kili. Modera il linguaggio.”
“Lo modererò quando tu smetterai di trattare Bilbo come una cameriera.”
Fili sospira, dietro di loro. Vorrebbe dire la sua, ma Kili gli parlerebbe sopra, e vuole davvero evitare un casino più grosso di quello che già c’è.
Gli viene quasi da sorridere. Kili è adorabile, mentre cerca di difendere una persona che conosce a malapena. Deve averlo davvero preso in simpatia, se si affanna così tanto.
Non che si aspettasse nulla di diverso.
“Dagli tregua.” decreta alla fine il fratello minore, battendo la mano ritmicamente sulla scrivania.
Thorin si arrende con un sospiro stanco. Forse è la poca voglia di combattere, forse sono gli occhi grandi e scuri di Kili che fanno su di lui lo stesso effetto che hanno su Fili - e non faticherebbe a crederlo, davvero.
Kili si volta verso il fratello, gonfiando le guance per sgonfiarle subito dopo, agitando le mani al vento e indirizzandosi verso la porta.
“Lo zio è un idiota.”
“Ma tu sei stato bravo.”
Fili lo stringe in vita e gli strappa un bacio sulle labbra, leggero, morbido. Kili gli stringe le spalle e quando si separano sospira, scuotendo la testa. “Vorrei fosse meno duro. In generale. A volte è davvero snervante.”
“Sai che farlo ragionare è problematico.” Fili sorride, pizzicandogli il naso. “Come è difficile far ragionare te.”
“Molto, molto simpatico.” Kili lo spintona senza troppa forza, ridendo, e poi infila la mano in tasca, estraendone il cellulare. “Scrivo a Bilbo. Non vorrei si disperasse troppo.”
Fili gli va dietro, lo abbraccia di nuovo in vita. Gli piace, è caldo. Gli bacia il collo, prima di sussurrarci sopra: “Scrivigli che è il suo modo di esprimere il suo affetto.”
Kili ride e il suono vibra nella sua cassa torarica, e tutto, almeno per lui, va già meglio.