Titolo: Melting point - Deep Down
Fandom: The Hobbit (2012)
Personaggi: Bilbo Baggins, Thorin Oakenshield
Rating: NC17
Avvertimenti: Slash, dirty talking, modern au
Conteggio parole: 2064
Riassunto: “Voglio provare una cosa…” sibila il suo amante, piano, mentre libera un polso dalla sua stretta e va a giocare con i bottoni della sua camicia, sbottonandoli lentamente, uno ad uno. Bilbo sospira sotto la sua bocca, deglutendo sonoramente e cercando appiglio nelle sue cosce. Apre gli occhi a fatica, le palpebre rese pesanti dall’eccitazione, e si volta quel tanto che basta per riuscire a vederlo più che con la coda dell’occhio.
“Cosa?” mormora, la voce che è già calda, già sciolta. Thorin sorride, chinandosi per baciarlo sulle labbra e sussurrarci sopra.
“Un attimo di pazienza.”
Note: Ciao.
Sono lo spin-off di Scent of Varnish. Quello porno. Quello che Nari doveva cominciare una volta finita la fic.
Oggi però è un giorno speciale, perché è il compleanno della Ju, quindi strappo alla regola e si comincia prima del tempo. <3 AUGURI <3
E cominciamo alla grande col dirty talking. Che per me credo sia tipo la prima volta - e penso si veda, ma voi mi amate lo stesso! <3
Vi direi che è spoiler, ma tanto lo sanno anche i muri che Thorin e Bilbo finiranno insieme, nella timeline principale. Quindi leggete e godete con me.
Quando un anno e mezzo prima Bilbo aveva messo piede alla Oakenshield & Co., mai avrebbe immaginato che sarebbe finita in questo modo. Thorin gli stringe le braccia, gentile, mentre lo tiene sulle sue gambe e gli bacia il collo. Ormai è quasi routine, passare il resto della giornata insieme dopo il lavoro, sentire le sue mani su tutto il corpo e l’odore leggero di vernice sempre presente, sempre lì a solleticargli il naso.
“Voglio provare una cosa…” sibila il suo amante, piano, mentre libera un polso dalla sua stretta e va a giocare con i bottoni della sua camicia, sbottonandoli lentamente, uno ad uno. Bilbo sospira sotto la sua bocca, deglutendo sonoramente e cercando appiglio nelle sue cosce. Apre gli occhi a fatica, le palpebre rese pesanti dall’eccitazione, e si volta quel tanto che basta per riuscire a vederlo più che con la coda dell’occhio.
“Cosa?” mormora, la voce che è già calda, già sciolta. Thorin sorride, chinandosi per baciarlo sulle labbra e sussurrarci sopra.
“Un attimo di pazienza.”
Bilbo geme; chiedergli di essere paziente è come chiedergli di saltare la colazione - impossibile. Si sistema meglio sulle sue gambe, allargandole appena per farle scivolare oltre le cosce di Thorin. Sospira quando sente l’erezione dell’altro premere contro il suo sedere - è l’anticipo di quello che accadrà a breve, è la voglia di averlo che a Bilbo provoca sempre un tuffo al cuore.
Thorin slaccia l’ultimo bottone, mentre coi denti morde la pelle morbida del collo. Bilbo sa quanto Thorin ami lasciare il segno del suo passaggio, e ami con quanta accortezza scelga i punti in cui rompere la pelle, punti che Bilbo può decidere di nascondere con una sciarpa, un collo alto, o decidere di mostrare.
“Fallo vedere a tutti.” sibila piano al suo orecchio l’uomo, leccando lentamente la conchiglia arrossata. Bilbo sente una scossa crepitare fino al basso ventre, e Thorin se ne deve essere accorto, perché ridacchia contro la pelle umida.
“Cosa?” chiede ancora, con voce tremula.
“Quanto ti piaccia tutto questo.” I suoi denti stuzzicano il lobo morbido, e Bilbo sospira un po’ più forte, un po’ più rumorosamente. “Quanto ti piaccia stare sulle mie gambe, a farti fare di tutto.”
La schiena di Bilbo si inarca quasi improvvisamente, mentre le mani cercano un appiglio più sicuro, stringono attorno alle gambe di Thorin con più forza. La voce di Thorin è calda, scotta come il sole in dicembre. Lascia che l’altro gli sfili la camicia fino ai polsi, cominciando a giocare coi denti lungo la sua colonna vertebrale.
“T-Thorin…”
“Quanto sei impaziente.”
La mano di Thorin scivola dal torace sempre più verso il basso, finché non arriva all’elastico morbido dei pantaloni - è un bene che non abbia addosso i jeans, o ci vorrebbe più tempo a fare qualunque cosa. Quando i polpastrelli ruvidi di Thorin accarezzano la linea morbida del basso ventre, Bilbo si china all’indietro, sollevando appena il bacino mentre piega la testa per trovare appoggio sulla testa di Thorin.
“Non riesci proprio a contenerti, vero?” sussurra con voce roca. È un altro brivido lungo la schiena, che gli fa rizzare i peli delle braccia, che lo scuote di un freddo che subito brucia. Il suo stomaco sta facendo cose bizzarre, continue capriole che si chiede quanto sia capace di sostenere. Le labbra secche di Thorin accarezzano il suo collo bianco, mordono la pelle lasciando appena il segno dei denti. E una mano affonda dentro le sue mutande, accarezzando lenta la sua lunghezza. “Ti piace, sentire le attenzioni su di te, non è vero? Sono certo che essere guardato sortirebbe in te una reazione non indifferente.”
Bilbo si lecca le labbra più volte, mordendosi quello inferiore quando si ritrova ad annuire senza volerlo veramente. La voce di Thorin è intossicante, circola nelle sue vene e scivola tra le sue gambe, tra alle dita del suo amante. Se potesse allargherebbe le gambe ancora di più, si spoglierebbe di tutti i suoi vestiti pur di sentire le mani di Thorin muoversi ovunque. La mano che non è occupata dentro le sue mutande accarezza l’inguine così lentamente da farlo impazzire: il bacino si solleva ancora, una seconda volta, e Thorin ride sulla sua pelle, ed è un altro brivido, e un gemito lamentoso sulla sua bocca piccola e rosa.
“Cosa vuoi, Bilbo?” La voce calda di Thorin vibra nella sua cassa toracica. “Dimmi cosa vuoi che ti faccia.”
Bilbo già non ce la fa più. Non è abituato a richiedere, e soprattutto non ad implorare. E Thorin sembra che lo voglia portare sull’orlo della perdizione, con quella voce e le parole che pungono dritto sulla pancia. Geme frustrato, lasciando che il bacino ondeggi tra la mano dell’uomo e la sua erezione che preme per uscire dai pantaloni. “Dio, Thorin-“
“Ah, no. Non vale. Voglio che ti sporchi la bocca.” sorride, stringendo la mano sotto i suoi testicoli, accarezzandoli piano per ripercorrere ancora la sua lunghezza. “Sporcati per me. Dimmi cosa vuoi.”
“Toccami-“ e il respiro gli si mozza in gola, quando un dito si avvicina troppo alla sua apertura. “Thorin, toccami, voglio che mi tocchi, ti prego.”
Non può vederlo, perso a fissare il vuoto per i troppi brividi, per la troppa eccitazione, ma sa che razza di espressione abbia sul suo viso Thorin. Sa che c’è un ghigno dipinto sul suo volto, mentre la mano scivola dalle sue mutande per dare alla sua erezione la libertà che merita.
“Sai, Bilbo,” comincia poi a parlare, mentre con una mano torna a dedicarsi alla sua erezione, accarezzandola così lentamente che Bilbo vede le stelle, “vorrei fare tante cose, con te.”
“T-tante cose.” ripete lui annaspando. Dio, deve essere una visione imbarazzante, dall’esterno.
Il solo pensiero gli stringe lo stomaco, di nuovo.
“Sì. Vorrei obbligarti a succhiarmelo durante l’ora di lavoro, magari durante una riunione, magari con Bofur che entra e non si accorge di nulla. Vorrei vedere i tuoi occhi terrorizzati nella paura di essere scoperto, vorrei vederti piegato sulla scrivania che ti prepari per me.”
Bilbo deglutisce sonoramente, ed è sbagliato che l’immagine mentale che prende forma davanti ai suoi occhi faccia l’effetto diametralmente opposto a quello che si aspettava. L’idea non lo spaventa, no, Cristo. Lo eccita da far schifo.
“Non lo - ah! - non lo faresti mai.”
Lo sbuffo divertito sul suo collo è poco rassicurante. “Questo lo credi tu. Vorrei sporcarti la faccia, obbligarti a succhiare le mie dita per pulirle. Un giorno potrei farlo. Sei mio, in fondo, posso fare tutto quello che voglio.” Sente le labbra di Thorin risalire ancora fino all’orecchio, il silenzio che aumenta l’attesa. “Posso farti tutto quello che voglio.”
La mano di Thorin si stringe più forte attorno al suo sesso, ma la velocità non aumenta - è sempre lenta, costante, snervante.
“Thorin ti prego-“
“Cosa, Bilbo? Sei sempre così impaziente… cosi poco chiaro.”Il bacino di Bilbo si spinge contro la sua mano, il corpo teso e caldo. “Vuoi che ti faccia venire?”
“Sì, sì, per favore-“
“No, è ancora presto.”
Quando la mano di Thorin lascia la sua erezione, Bilbo non riesce davvero a trattenersi dal gemere frustrato, le sue labbra capaci soltanto di articolare una sfilza di Thorin intervallati qua e là da tanti no, no, no. Quelle mani che lui ama troppo, davvero troppo, vagano sul suo petto per attimi che a lui sembrano anni, tediandolo e mandando altre scariche di eccitazione al basso ventre, prima di tornare tra le cosce di Bilbo, una mano che gli tiene le gambe aperte mentre l’altra comincia ad accarezzare l’entrata con una delicatezza che il ragazzo non vuole.
“Sai cosa? Potrei farti venire solo così. Con le dita. Sono sicuro che” e lascia scivolare un dito in lui, strappandogli un gemito più forte, “ti basterebbe poco. Quante dita vuoi? Due, tre? Sono sicuro che potresti prenderle tutte senza lamentarti.”
Una mano di Bilbo corre al viso per tentare di trattenere quel poco di dignità che gli è rimasta, lasciandola scivolare fino alla bocca per sopportare i gemiti che si fanno più forti mentre Thorin spinge dentro di lui. “Le prenderesti tutte, per me?”
“Sì, sì-“
Balbetta incoerente, totalmente alla sua mercé. Dare ascolto alle sue parole è una tortura per il suo corpo, perché l’erezione è tanto tesa da far male, gocce di sperma che già si formano sulla sua punta. “Vorrei vederti provare. Vorrei vederti mentre le prendi tutte, una ad una…” e marca l’ultima parola mentre lascia entrare un altro dito, aprendo entrambe a forbice.
Bilbo trema così forte che per un attimo teme di avere le convulsioni. Non ce la fa più, a resistere. Il suo corpo è una corda di violino tesa al massimo, pronta a saltare da un momento all’altro. Il bacino si muove oscenamente contro quelle dita così grosse rispetto alle sue, appena ruvide, così calde.
“Thorin non ce la faccio più-“ dice tutto d’un fiato, spostando le sue mani sulle braccia scoperte dell’uomo e affondandoci le unghie dentro. Forse, stavolta, Thorin coglie il messaggio senza che sia obbligato a dargli forma verbale. La mano libera scivola dietro la sua schiena, e può sentire chiaramente un gemito di sollievo e il rumore di una zip che si abbassa, mentre quella tra le sue gambe si ferma per qualche istante, non sa nemmeno lui perché.
Anche se poi, il terzo dito è una sorpresa del tutto inaspettata. “Thorin, Thorin-“
“Lo vuoi?”
Sente qualcosa rompersi dentro e non è ben certo di cosa sia, forse la sua dignità che va a farsi benedire una volta per tutte. “Sì, Cristo, ti prego, lo voglio-“
“Cosa vuoi?”
“Ti prego non-“ geme con forza, quando sente le dita di Thorin piegarsi in lui per fargli vedere le stelle. “Non farmelo dire è imbar-“
“Cosa. Vuoi.”
Al diavolo.
“Scopami! Ti prego, scopami, lo voglio, lo voglio adesso-“
E Thorin gli dà retta, mentre sorride contro l’incavo della sua spalla, mentre lascia scivolare le tre dita fuori dal suo corpo per lasciargli un’orrenda sensazione di vuoto. Le dita di Thorin stringono contro le sue natiche, aiutandolo a sollevare il bacino. Lo sente inclinarsi appena alle sue spalle, quel tanto che basta per permettere a lui si sistemarsi meglio. “Prendilo, Bilbo. Fammi vedere quanto lo vuoi.”
E Bilbo manda al diavolo l’indecenza e preme le sue mani contro le cosce ancora vestite di Thorin, mentre si lascia scivolare sopra la sua erezione di con una lentezza esasperante.
“Come ti senti?” gli chiede Thorin, quando le natiche del ragazzo sfiorano il suo pube.
“Pieno.”
Non aspetta nessuna risposta. Comincia a muoversi sopra le gambe di Thorin con gli occhi chiusi, la bocca semiaperta a lasciare gemiti che si fanno sempre più profondi, sempre più acuti. È una fortuna che vivano soli, è una fortuna che le finestre siano chiuse e nessuno possa sentirli. Dietro di lui, Thorin comincia ad ansimare e a Bilbo pare il suono più bello del mondo. Il ritmo comincia ad aumentare quando Thorin stringe le sue mani grandi attorno ai suoi fianchi, cominciando a seguire i suoi movimenti, a sbattersi dentro di lui con forza - il rumore dei loro corpi uniti è osceno e meraviglioso allo stesso tempo, qualcosa che gli fa imporporare le orecchie, che gli stringe lo stomaco, e riempie la sua bocca di versi che mai avrebbe pensato di udire. Thorin lo incita con voce calda, con piccoli schiaffi sulle natiche che a Bilbo fanno girare la testa.
“Puoi venire solo per me.” sibila, tra un gemito e l’altro.
E Bilbo non può che piegare la testa e piegarsi lui stesso, finché non sente Thorin spingere in modo sconnesso, colpendo deliberatamente punti che lo fanno sciogliere.
“Riempimi.”
È qualcosa che scappa dalle sue labbra senza che lui sia capace di controllarlo. È qualcosa che fa vedere bianco ad entrambi, Thorin che con una spinta più profonda si svuota in lui, l’orgasmo che lo obbliga a lasciare i segni sui fianchi di Bilbo. Gli serve una manciata di secondi a riprendersi, e quando torna in sé avvolge un braccio attorno alla vita di Bilbo, e una mano attorno alla sua erezione bisognosa.
“Vieni per me.” sibila, baciandogli l’orecchio.
E Bilbo ubbidisce.
Sono sdraiati uno affianco all’altro, Bilbo che preme la testa contro il petto di Thorin.
Sentire le sue dita tra i riccioli fa un effetto strano, adesso. Bilbo solleva il viso per cercare gli occhi azzurri di Thorin, e si lecca le labbra prima di parlare.
“Lasciami dire una cosa.”
“Mh?”
Bilbo si schiarisce la voce, tornando ad affondare il viso nel petto dell’altro. “Sei imbarazzante. Molto. Terribilmente.”
La risata di Thorin vibra nel petto, e a Bilbo pare il suono migliore del mondo.
Non potrebbe vivere d’altro.