[Sherlock BBC] The start of the end

Oct 08, 2012 23:44

Titolo: The start of the end
Fandom: Sherlock BBC
Personaggi: Jim Moriarty, Molly Hooper
Rating: PG13
Avvertimenti: Nessuno
Conteggio parole: 1171
Riassunto: Lo ringrazia col sorriso migliore che riesce ad offrirgli, prima di dargli le spalle e tornare in obitorio. Lui la saluta sventolando la mano finché non scompare al primo angolo.
Col tempo, ha imparato ad essere un bravo attore.
Note: Non l'ho riletta, probabilmente fa schifo. Prendetela così. Scritta per il primo giorno della Sherlock Week@


Molly Hooper mormora qualcosa su quanto Sherlock sia insopportabile davanti alla macchina del caffè, la testa bassa e gli occhi già umidi di lacrime.
Jim pensa che sia bellissima, perfetta. Un fiore da cogliere al volo, prima che si essicchi al sole. Da cogliere e da sfruttare fino all'ultima goccia.
"Ehi." dice, infilando le monete nel distributore prima che Molly riesca a trovare la chiavetta. "Offro io."
La osserva mentre si passa una mano sugli occhi, cercando di cancellare le tracce di una tristezza che, se non sta attenta, sarà perenne. "Non c'è... non c'è bisogno..." la vede titubare un momento sul suo nome, e sorride.
"Jim. Sono il nuovo tecnico informatico. Piacere." Le tende la mano, e lei la stringe, e la sente calda, appena umida. Sorride, e lei non può che seguirlo. "Oh. Finalmente un bel sorriso."
Molly arrossisce, abbassando la testa. Si dimentica di presentarsi, ma a Jim non importa.
È semplicemente perfetta.

"Jim!"
Ha una gonna rosa, lunga oltre il ginocchio, e una camicia bianca che le avvolge il busto come un abbraccio materno, sotto il camice da lavoro. Jim china di lato la testa e abbandona per un momento la tastiera del pc che sta formattando, sorridendole. "Ehi."
"Jim, senti..." Tituba sulle sue stesse parole, le dita che si attorcigliano sulla stoffa bianca. Sfrega un piede contro la caviglia opposta, faticando a tenere alto lo sguardo. "Ti... ti andrebbe di pranzare insieme? Ho una pausa da mezzogiorno all'una e mezza, se ti va possiamo-"
"Oh, sì, volentieri!" sprizza entusiasmo come fosse un bambino a Natale, gli occhi che si illuminano e accendono quelli della ragazza.
"Fan... Fantastico!" batte le mani, ed è di un tenero che potrebbe quasi scalfirgli il cuore. Lo ringrazia col sorriso migliore che riesce ad offrirgli, prima di dargli le spalle e tornare in obitorio. Lui la saluta sventolando la mano finché non scompare al primo angolo.
Col tempo, ha imparato ad essere un bravo attore.

Osserva la sua bocca, piccola, colorata di rosso. Assaggia un boccone di pesce impanato a morsi da topo, mugolando di piacere ogni volta che manda giù tutto. "Tu non sei di qui, vero?" chiede all'improvviso. Ha un filo di mascara sugli occhi, un ombretto color terra per risaltare lo sguardo.
Ha fatto centro.
"No. Sono di Dublino. Ma ho trovato lavoro a Londra un paio di anni fa, ed eccomi qui." Sfodera il suo sorriso migliore, mentre le versa da bere. Lui ha toccato così poco cibo, ma non sente la fame. È eccitato.
"Sei così lontano da casa..."
"Oh, va bene, se posso stare qui con te." Si lecca le labbra, mostra appena i denti. Un sorriso gentile che è costato la vita già a troppe persone. Molly avvampa, le sue guance che assumono lo stesso colore della tovaglia sopra cui sono poggiate le loro pietanze. "Sai che c'è? Non ho mai legato con nessuno. Ho qualche amico, ma non ci frequentiamo spesso. Con te vorrei..." abbassa la voce, assieme allo sguardo, lasciandolo vagare sul tavolo. "Vorrei avere un rapporto più profondo." Scuote la testa dopo pochi secondi, ridendo tristemente. "Mio dio, sono imbarazzante. Scusami, Molly."
"N-no, no, va bene."
Scoppia di felicità. Nella sua testa, Jim riesce a vedere ogni pensiero, la figura di Sherlock sta cambiando natura. Sa a cosa sta pensando, e se ne sorprende.
Molly Hooper non è così stupida come vuole far credere.
Solo, i suoi metodi non funzioneranno mai.
"Jim, senti..." La sua voce è un sussurro delizioso, se potesse assaggiarlo, Jim è sicuro saprebbe di miele. Annuisce, guardandolo con quanta più speranza può. "Domani è il mio giorno libero e... volevo chiederti se stasera ti andava di... di venire con me in un pub. A bere qualcosa, chiacchierare un po'."
Ha gli occhi di un cucciolo smarrito. Non riesce a smettere di guardarla. Sorride e si lecca le labbra, intenerito - interessato, affamato - e annuisce.
"Volentieri, Molly."

La fa bere. Una, due, tre volte, finché il suo sguardo diventa morbido, umido, e lui la cinge con un braccio e la fa sedere sulle sue gambe, mentre la gente intorno a loro parla, e balla, e si comportano come se non esistessero.
"Sei bellissima." le sussurra all'orecchio, e lei sorride e si lascia andare tra le sue braccia, il naso che sfrega contro il collo, il suo profumo che gli entra nel naso. Affonda le dita nei capelli e piega la testa per assaggiare il suo collo, accarezzarlo coi denti e sentire per la prima volta il suo sapore. "Sei bellissima." ripete.
L'ultimo colpo prima che il muro crolli.
Molly lo bacia, con quella dolcezza che probabilmente sa dare solo lei. E lui la sente già sua.

Mugola tra le sue labbra ed è una gioia - è una gioia sentire la sua voce, è una gioia far scivolare una mano sotto la gonna e sentire tutta la sua eccitazione attraverso la biancheria di pizzo. Non avrebbe mai pensato che si sarebbe lasciata andare con tanta facilità, ma in fondo gli esseri umani sono tutti uguali, tutti tormentati da una sottile frustrazione che impedisce loro di star lontani da qualunque attenzione.
Basta forzare un poco e tutti cadono ai tuoi piedi.
Le morde il collo, le dita che spostato le mutandine e le entrano dentro, facendola sussultare, facendola sciogliere sopra le sue gambe. Potrebbe far finta di essere un uomo normale, per un paio d’ore - non sta ancora dando il suo meglio, non l’ha ancora riempita di complimenti, non ha ancora tirato fuori tutto l’amore superfluo che una persona può provare per un’altra, e che lui forse proverà unicamente per il suo stesso cadavere.
“Molly…” la chiama, e lei freme, trema come una foglia, una bestiola che troppo dipende dalle mani della propria madre. Spinge più forte, la apre, si bea della sua umidità, del potere concentrato nella sua voce, nelle sue mani. “Dio, Molly, dov’eri nascosta fino ad ora?”
Basta premere il giusto bottone. La sua voce calda gli dà tutte le conferme di cui ha bisogno.

Guarda Sherlock con ammirazione. E con una punta di orgoglio. Nascosto dietro una canottiera e l’elastico di una mutanda dal colore improponibile, è ben nascosto agli occhi del detective, appannati dalle apparenze.
Forse Sherlock osserva, ma lui va oltre. Lui non è il ragazzo gay che usa la piccola Molly come copertura, lui non è il tecnico informatico schivo che sorride a tutti perché così gli hanno insegnato a fare i suoi genitori.
Lui è una mela marcia. Forse la peggior mela marcia che chiunque, dentro quella stanza, incontrerà mai nella sua vita. Sente Molly stringergli il braccio, quando entrambi salutano il grande Sherlock Holmes e il dottor Watson ed escono dal laboratorio, lei con lo sguardo basso sul pavimento.
“Ehi, che succede, piccola?”
Lei scuote la testa e gli sorride, tremula come la fiamma di una candela. “Nulla, Jim. A stasera, allora.”
Lascia il suo braccio e accelera il passo, sparendo dietro la rampa di scale che porta all’obitorio.
Molly non è stupida. Molly trema e sotto è forte come una roccia, lo sa, riesce a leggerla.
Molly sente che sta per arrivare la fine, e Dio solo sa quanto ha ragione.

!sherlock week, 2012, fandom: sherlock bbc, pg13, personaggio: jim moriarty, personaggio: molly hooper, !fanfiction

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