[Sherlock BBC] Ball of fur

Nov 02, 2011 21:53

Titolo: Ball of fur
Fandom: Sherlock BBC
Personaggi: John Watson, Nyanlock Holmes
Rating: Pg
Betareader: nessuno
Avvertimenti: Boh. Sherlock è un gatto.
Conteggio parole: 771 (fiumidiparole)
Riassunto: John lo aveva raccolto alla fine di un’altra giornata difficile, salvandolo dalla sabbia e dal freddo del deserto notturno. Era una palla di pelo curiosa, occhi chiari e limpidi e un pelo nero e morbido - sembrava un peluche, uno di quelli con cui Harriet amava soffocarlo mentre dormiva, e lui si ritrovava sempre con qualche pelo sintetico di troppo sulla lingua.
Note: Scritta per la Notte bianca @maridichallenge, prompt Sherlock, John/Sherlock,  http://fc00.deviantart.net/fs70/f/2011/248/6/4/soldier_and_cat_3_by_mlcamaro-d48y4i7.jpg

John lo aveva raccolto alla fine di un’altra giornata difficile, salvandolo dalla sabbia e dal freddo del deserto notturno. Era una palla di pelo curiosa, occhi chiari e limpidi e un pelo nero e morbido - sembrava un peluche, uno di quelli con cui Harriet amava soffocarlo mentre dormiva, e lui si ritrovava sempre con qualche pelo sintetico di troppo sulla lingua. Non era stato molto felice di essere preso per la collottola, il felino, ma alla fine, quando John gli aveva mostrato la sua tenda, aveva smesso di miagolare istericamente e aveva cominciato a zampettare qua e là, fino ad acciambellarsi sul suo sacco a pelo e a sbadigliare rumorosamente.John aveva sorriso, scuotendo la testa. Sperava che la bestiola si addormentasse presto, considerando che su Kandahar il buio era già sceso e lui non aveva davvero la forza di stare in piedi ancora per molto. Aveva tolto l’elmetto dalla sua testa, appendendolo a un gancio per farne una cuccia provvisoria. Sicuro che avrebbe retto, non era preoccupato di ritrovarselo sulla pancia nel cuore della notte - la bestiola era piccola piccola, stava nelle sue mani, e dopo mesi a sollevare carichi pesanti quasi quanto lui, un gatto poteva sembrare più una piuma che qualcosa di davvero consistente.
“È ora di dormire.” aveva detto, prendendo il micio sotto la pancia, un miagolio di protesta e qualche unghietta piantata sul palmo secco della mano.
Non gli aveva fatto nulla.
Sull’elmetto, la bestiola si era girata attorno diverse volte, menntre cercava la posizione più comoda. Sembrava quasi che sbuffasse infastidita, sbottando di tanto in tanto con dei miagolii che sembravano più rantoli. Quando aveva provato a canticchiargli qualcosa, lui gli aveva soffiato addosso, non d’accordo.
John non era mai stato intonato, in verità. Forse gli aveva dato fastidio - la cosa non lo avrebbe stupito.
Aveva accantonato l’idea di cantare per lasciar fare il lavoro alle sue dita, indice e medio che scorrevano lenti sul dorso del micio. Non ci era voluto molto prima che si appisolasse, sostituendo la calma al nervoso e respirando appena più forte.
John aveva sorriso, dopo averlo guardato per qualche minuto; gli piaceva trovare un attimo di pace nelle cose più piccole - di solito guardava le stelle, oggi sarebbe rimasto in tenda, a leggere un libro e ad ascoltare il rumore leggero del respiro di un essere vivente diverso da se stesso.
Non era passato molto tempo, prima che gli occhi avessero cominciato a chiudersi, le orecchie che si riempivano del silenzio del deserto. Il fuoco, da qualche parte vicino alla tenda, non crepitava più; nessuno parlottava, il che significava che la scorta di birre della giornata era finita. Il respiro del gatto era morbido come una nuvola, sotto la sua testa.
Si era addormentato subito, col sorriso sulle labbra. Forse l’indomani sarebbe stata una bella giornata.

C’era qualcosa di pesante che premeva contro il suo corpo, un rumore leggero che pian piano si faceva spazio nelle sue orecchie. John aveva masticato l’aria e stirato le sopracciglia, senza aprire gli occhi. Quel qualcosa emanava calore, piacevole e intenso, non come quello che lo avrebbe accolto da lì a poco. Aveva sollevato le braccia dal pavimento, toccandolo appena. Era morbido, liscio - nudo.
Nudo. Nudo nudo nu-
“Dottor Watson!” e la tenda aveva lasciato spazio a tre uomini in divisa, visi scandalizzati davanti all’immagine che si prostrava davanti a loro - come facesse a vederli se aveva gli occhi chiusi non riusciva a capirlo. Fu a causa del loro repentino silenzio che John aveva aperto gli occhi e aveva urlato dopo qualche istante di shock - c’era un uomo addosso a lui, un uomo i riccioli neri e le orecchie e la coda che continuava a muoversi tra le sue gambe e che faceva le fusa.
Non poteva essere possibile.

Aveva aperto gli occhi - di nuovo - con terrore, guardandosi attorno. La sua visuale non era più coperta da nuvole di capelli neri, non c’era più quel calore possente a invadergli il corpo - aveva sentito distintamente premere qualcosa contro la sua coscia, Dio, l’Afghanistan gli stava creando problemi, tremendi problemi - ma rimaneva il rumore morbido delle fusa del micio che, non aveva ben capito come, adesso ronfava sulla sua bocca, gli occhietti chiusi e la coda arrotolata sul suo petto. John aveva sospirato, sollevato, e poi aveva preso ad accarezzarlo sul dorso, sentendo le sue fusa aumentare e il nasino umido strusciare contro il suo labbro secco.
Avrebbe dovuto trovargli un nome, si ripromise di farlo entro la fine della giornata. Con delicatezza lo aveva preso e poggiato sul sacco a pelo, e quello aveva sbadigliato, senza svegliarsi. 
Un ottimo modo di iniziare la giornata.

personaggio: sherlock holmes, !nottebianca, fandom: sherlock bbc, pg, personaggio: john watson, !fanfiction

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