Recensione: Vampiri SPA (di John Steakley)

Apr 01, 2009 14:31




Vampiri SPA
di John Steakley
Supplemento Urania 1347 del 25/10/1998
(Fuori catalogo)

Sinossi

A prima vista, uccidere vampiri nell'America dei nostri giorni potrebbe sembrare una professione non troppo redditizia. Ma se si possiede un'organizzazione come quella di Jack Crow, la Vampiri S.p.A., se si il tacito appoggio del Vaticano e, soprattutto, se le città americane pullulano di vampiri, si possono ricavare parecchi soldi. Ma anche molti problemi. Perchè si può entrare in contatto con la vittima di un vampiro, e scoprire che è la più dolce, la più adorabile delle creature di questo mondo...

Commento

In attesa di proporvi la recensione de "Il 18° vampiro", che ritengo il romanzo horror più importante del 2009 (palma che forse riuscirà anche a tenere fino a dicembre, IMHO), mi sembra giusto e doveroso recensire uno dei libri che più ha ispirato il lavoro di Claudio Vergnagni, autore appunto de Il 18° vampiro.
Sto parlando di Vampiri SPA (titolo originale: Vampire$), scritto da John Steakley nel 1990, e famoso soprattutto per la versione cinematografica, girata nel 1998 da John Carpenter e presto diventata un piccolo cult underground per gli amanti dell'horror.
Il romanzo ha il pregio di rinnovare e al contempo non snaturare il "mostro" più abusato dalla narrativa e dal cinema di genere: il vampiro.
Abbandonando i mantelli svolazzanti e le nobili origini, Steakley ci propone dei succhiasangue cattivissimi e per nulla inclini a comportarsi da efebi annoiati e con un spiccato accento europeo.
La creatura rivisitata dall'autore è infatti bella cazzuta, per dirla senza giri di parole, e del tutto determinata a trasformale un normale essere umano in un gustoso spuntino notturno.
Al pari, anche il mito dell'ammazzavampiri viene rivisto di conseguenza. Non abbiamo più il dotto Van Helsing di hammeriana memoria, bensì una squadra di rozzi manovali del mestiere, attrezzati come una squadra di demolizione e dediti all'alcool e agli eccesi tra una missione e l'altra, giusto per dimenticare lo sporco lavoro che fanno.
Gli ammazzavampiri sono tra l'altro sul libro paga del Vaticano, preoccupato dal silenzioso dilagare della piaga vampirica, di cui il Vaticano stesso dovrà rendere conto nel finale del romanzo.
Il romanzo è dunque molto adrenalinico, ma miscela sapientemente anche dei tipici elementi del thriller, riuscendo a proporre una trama che soddisfa diversi generi di palati. 
Non si tratta, comunque, di una semplice barraconata horror, visto che Steakley riesce a proporci diversi spunti di riflessione, seppur mascherati da puro intrattenimento di genere.
La crociata di Jack Crow, leader del gruppo di ammazzavampiri, non ha nulla di santo o di pio: i suoi uomini sono pagati per impalare i mostri (da qui il simbolo del dollaro nel titolo originale). Questo mercimonio spinge il cardinale Alba (tramite tra il Vaticano e gli ammazzavampiri stessi) a manipolare le vite della squadra di Crow, ritenendole sacrificabili per un interesse superiore.
Interesse che, come si scoprirà leggendo, è molto meno nobile anche per quel che riguarda il Vaticano. 
Steakley infatti, da buon americano anti-cattolico, non si risparmia nel denunciare le manovre occulte della Chiesa di Roma, giudicata troppo avida di potere e conoscenza per essere innocente e in buona fede.
Le bassezze umane e mortali non ci consentono comunque per fare il tifo per i vampiri, visto che qui (come già detto) sono succhiasangue crudeli e spietati, che non spingono a nessuna simpatia né tantomeno a una sorta d'ammirazione.
Per fortuna il libro è stato scritto negli anni '90, quando i vampiri belli, tristi e romantici appartenevano solo alla sfera di Anne Rice. 
In un certo senso Steakley ha davvero dato un'interpretazione originale al "mito vampiresco", anche se oggi originale non è più.
I suoi succhiasangue non sono nipoti o cugini di Dracula.
Non sono nemmeno gli zombie instupiditi di "Io sono leggenda".
Né, come già detto, sono dei liceali belli e tenebrosi, pieni di galanteria.
Come dovrebbe essere per un mostro che si rispetti, il vampiro di Steakley è una creatura diversa dall'uomo, specie a cui apparteneva in precedenza. Quindi guarda a noi mortali come a snack ambulanti, non certo come a esseri con cui interagire. Del resto noi proveremmo a fare amicizia con una pecora, un maiale o un vitello, prima di farne la portata principale del nostro pranzo?

Purtroppo, da quel che mi risulta, il romanzo è fuori catalogo da qualche anno. Se siete così fortunati da trovarlo su una bancarella dell'usato, non lasciatevelo sfuggire.

Consigliato a: chi pensa che un buon vampiro sia solo un vampiro morto.
Scongiliato a: tutti i fans di Anne Rice e discepoli.

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