[Originale] OMC | Generale | Pre-slash | SAFE | 131nike158February 15 2016, 10:37:38 UTC
7. "Dimenticare l’appuntamento, e quasi averlo fatto apposta." (Morgan e i Bluvertigo, Semplicemente)
“Allora ci vediamo alle sei?” “Sì.” “Diego?” “Ho capito! Alle sei.”
E le sei erano arrivate, e passate, senza che si ricordasse di quell’impegno, troppo preso con il suo lavoro, con i colleghi, con uno in particolare. Troppo preso a farlo ridere per ricordarsi di dover essere da qualche altra parte, da sua moglie che lo attendeva, ancora una volta, invano. Mentre lo accompagnavano in moto, sfrecciando tra le macchine e pensando al modo di chiederle scusa, non riusciva, però, ad esserne totalmente dispiaciuto, a cacciare la voce nella sua testa che gli diceva che in fondo, alla fin fine, andava bene così. Che aveva preferito il lavoro -e quella risata- all’accompagnare la donna che aveva sposato, ed era irrilevante il dove o il fatto che si sarebbe arrabbiata di nuovo.
[Oz] Chris Keller/Tobias Beecher | romantico | fluff, slash | SAFE | 146calypsolaninfaFebruary 15 2016, 17:35:21 UTC
12. "Passeremo questa notte senza dirci quasi niente, ché il silenzio certe volte è solo voglia di carezze."
Dopo che Chris aveva urlato i suoi dubbi sulla possibilità di entrare in Paradiso, Toby l'aveva stretto a lungo. L'aveva stretto a lungo e solo dopo un bel po' di tempo l'aveva raccolto tra le sue braccia e l'aveva portato nel suo letto. L'aveva aiutato a coricarsi senza smettere di accarezzarlo, di baciarlo e di stringerlo. Quella notte non gliene fotteva un cazzo delle guardie che li fissavano: doveva solo proteggere Chris. Chris, che aveva preso una pallottola. Chris, che aveva visto Dio in faccia ed era stato respinto. Quella notte, non c'era bisogno di parole. Ad un certo punto, Chris si addormentò. Toby gli buttò un braccio intorno alla vita e si fermò ad ascoltare il ritmo regolare del suo respiro. Forse Chris e Toby non sarebbero entrati nel Regno dei Cieli, ma in quel momento il Paradiso era sulla terra, tra le loro braccia.
6. "E basterebbe solo sporcarci di parole, leggendoci negli occhi la paura e l’emozione." (Zero Assoluto, Di Me E Di Te)
L'ennesima chiacchiera vuota rimbomba tra le pareti, rotola sul pavimento fino a colpirlo dritto allo stomaco e Lukas vorrebbe scacciarla come tenta di scacciare quella domanda dalla sua mente: la scaccerebbe come una mosca fastidiosa ma poi sembrerebbe pazzo e non ne ha davvero voglia.
Ha deciso di lasciare a metà il suo terzo caffè sotto lo sguardo inquisitorio di quell'architetto che solo ora -con le maniche della camicia arrotolare e le pantofole ai piedi, l'espressione un po' persa ed i capelli in disordine- somiglia un po' di più all'ultima immagine che ha di Mathias: lui che sorride, si prende un pugno, e lo saluta come se dovessero vedersi il giorno dopo.
Un "giorno dopo" che era durato sedici anni e lo aveva visto diventare poliziotto e grande assente al matrimonio del danese -ad Oslo il tasso di criminalità sembrava essere "
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[...]Siamo esplosi anche noi, ma senza fare rumore.» dice solo il norvegese, e il viso diMathiassi contrae in una smorfia sofferente -quell'espressione la riconoscerebbe tra mille: si sente in colpa ed è così raro che non può smettere di osservarlo- ed entrambi sembrano avere solo allora il coraggio di guardarsi negli occhi.
Ed in quegli occhileggono pagine di uno stesso libro, scritto conle stesse mani tremanti, traboccante di incertezze e paure. Perché loro sono lì e ci sono ora, qualcosa deve pur significare, ma cosa?
«Avevamo vent'anni e troppi problemi per restare con qualcun altro che aveva vent'anni e troppi problemi.»le parole diMathias rimbalzano di nuovo sui muri, ma questa volta finiscono per piovergli in testa come vernice che lo imbratta fino alle ossa. Ecco il perché dell'espressione del danese di poco prima: la pioggia era arrivata anche per luiinsieme alle prime parole vere dopo sedici anni.
Parole che restano addosso come taguaggi.
«Sei tornato con la coda trale gambe.»si limita a commentare,Mathiassi stringe nelle
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[HANNIBAL] Will Graham/Hannibal Lecter | slash, fluff | post 3.13 | SFW | 400mikamikarinFebruary 16 2016, 01:42:35 UTC
E poi ho sentito un’emozione accendersi veloce e farsi strada nel mio petto senza spegnere la voce.Continua a sorprenderlo come Hannibal sia fisico, al di fuori della mera manipolazione. Ricorda i tocchi che lasciava come sassolini lungo il cammino, perché tornasse sempre da lui come un assetato, questi tocchi che lasciavano cicatrici invisibili che gridavano il suo nome. Ma anche adesso, dopo che hanno cominciato a costruirsi una vita da soli, insieme, lo tocca appena ne ha l’occasione: gesti piccoli, come sfregargli il collo mentre sta lavando i piatti, un bacio sulla spalla nuda prima di addormentarsi, le dita che si fermano qualche attimo più del dovuto sul suo viso dopo avergli messo un ricciolo fuggiasco dietro l’orecchio, strofinargli piano il dorso della mano al ristorante, mentre parlano a bassa voce. Will non ne è mai infastidito, ma non ricambia mai nessuno di questi gesti, ancora bloccato dentro se stesso, dentro certi limiti che hanno la forza di un incantesimo di sangue, ma Hannibal non sembra curarsene, sufficiente a se
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[HANNIBAL] Will Graham/Hannibal Lecter | slash, crack | SFW | 560mikamikarinFebruary 16 2016, 02:33:27 UTC
8. "Energumena, accarezzami lo sterno."
Stanno mangiando in un piccolo ma - ovviamente - raffinatissimo ristorante dai muri di pietra a vista e Will continua a guardare il cellulare tra un boccone e l’altro, con infinita irritazione di Hannibal; lo sta facendo, ovviamente, perché avrebbe voluto mangiare fuori, all’aperto, ma gli è stato detto che fa troppo freddo per mangiare fuori, nonostante le sue proteste che non faceva davvero così freddo; inspiegabilmente regge le temperature rigide molto meglio di Hannibal. (Will ripete sempre che è colpa della vecchiaia, ma il dottore decide di ignorarlo ogni volta.) “Energumena, accarezzami lo sterno? Hannibal, che significa
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La stanza l'aveva trovata, una specie di studiolo non più grande di uno stanzino per le scope, ma durante quella ricerca si era sentito stranamente osservato. Aveva inizialmente attribuito la sensazione al fatto che l'accademia era in piedi da più anni di quanti sarebbe stato opportuno per un istituto atto ad ospitare il futuro della nazione, e che quindi suscitasse una certa soggezione. Non c'era finestra senza uno spiffero, non c'era mobile che non scricchiolasse e questa ossessione per le lunghe file di quadri - francamente eccessiva - in ogni singolo corridoio poteva darti l'impressione che, ovunque andassi, un esercito di passati insegnanti, presidi e alunni ti guardassero intensamente con i loro minuscoli occhietti dipinti
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Shannen fece una smorfia, senza sapere se fosse più irritato dall'assoluta impermeabilità del ragazzo ai propri tentativi di allontanarlo o dalla propria incapacità di farlo. Era abituato a veder sparire chiunque dopo due occhiatacce, ma questo sembrava non vederle nemmeno. Né aver bisogno che lui parlasse per continuare a farlo lui, per altro
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Il ragazzo sembrò leggermente sorpreso di essere stato interrotto, ma la sua espressione confusa durò solo qualche secondo, poi le sue labbra si aprirono nuovamente in un enorme sorriso. Shannen non si fidava della gente che sorrideva troppo, soprattutto in quel modo così entusiasta. “Oh, è stato facile. Ci sono due entrate,” rispose, e colpì il muro più vicino con la mano aperta. Shannen vide come una crepa nascere e correre lungo il muro formando il vano di una porta, quindi quella porzione di parete svanì, rivelando un passaggio. “Tra l'altro, questa è la stanza che tutti trovano per prima quando cercano un posto isolato. Non ho nemmeno dovuto seguirti, sapevo che col carattere che hai ti avrei trovato qui. Era matematico
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2. "E che futuro avremo noi, cresciuti senza direzione?" (Rocco Hunt, Wake Up)As he gets on the plane that will take him back to the States, Timmy thinks about what has just happened. These are thoughts he doesn't really want to face, so he just gives himself five minutes to do it, the time it'll take the plane to take off, and then he will push them away again
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Re: [Percy Jackson] Leo Valdez | Generale | AU | SAFE | 1660msapplepieFebruary 16 2016, 11:36:52 UTC
Che poi anche quel biondino, il paramedico, è strano forte. Viene ad esaminare ogni singolo cadavere senza batter ciglio e poi ha anche il coraggio di offrir loro di andare a mangiare qualcosa insieme: perché chi non avrebbe voglia di un hot dog alle quattro del mattino dopo aver visto sangue ed interiora? Stava cominciando ad accarezzare l’idea di diventare un coniglio come Piper: le carote e l’insalata non sanguinano e non hanno l’odore di qualcosa di morto
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“Allora ci vediamo alle sei?”
“Sì.”
“Diego?”
“Ho capito! Alle sei.”
E le sei erano arrivate, e passate, senza che si ricordasse di quell’impegno, troppo preso con il suo lavoro, con i colleghi, con uno in particolare. Troppo preso a farlo ridere per ricordarsi di dover essere da qualche altra parte, da sua moglie che lo attendeva, ancora una volta, invano.
Mentre lo accompagnavano in moto, sfrecciando tra le macchine e pensando al modo di chiederle scusa, non riusciva, però, ad esserne totalmente dispiaciuto, a cacciare la voce nella sua testa che gli diceva che in fondo, alla fin fine, andava bene così. Che aveva preferito il lavoro -e quella risata- all’accompagnare la donna che aveva sposato, ed era irrilevante il dove o il fatto che si sarebbe arrabbiata di nuovo.
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Dopo che Chris aveva urlato i suoi dubbi sulla possibilità di entrare in Paradiso, Toby l'aveva stretto a lungo.
L'aveva stretto a lungo e solo dopo un bel po' di tempo l'aveva raccolto tra le sue braccia e l'aveva portato nel suo letto.
L'aveva aiutato a coricarsi senza smettere di accarezzarlo, di baciarlo e di stringerlo.
Quella notte non gliene fotteva un cazzo delle guardie che li fissavano: doveva solo proteggere Chris.
Chris, che aveva preso una pallottola.
Chris, che aveva visto Dio in faccia ed era stato respinto.
Quella notte, non c'era bisogno di parole.
Ad un certo punto, Chris si addormentò. Toby gli buttò un braccio intorno alla vita e si fermò ad ascoltare il ritmo regolare del suo respiro.
Forse Chris e Toby non sarebbero entrati nel Regno dei Cieli, ma in quel momento il Paradiso era sulla terra, tra le loro braccia.
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[Axis Powers Hetalia] Danimarca/Norvegia | Introspettivo | AU | SAFE |710
6. "E basterebbe solo sporcarci di parole, leggendoci negli occhi la paura e l’emozione." (Zero Assoluto, Di Me E Di Te)
L'ennesima chiacchiera vuota rimbomba tra le pareti, rotola sul pavimento fino a colpirlo dritto allo stomaco e Lukas vorrebbe scacciarla come tenta di scacciare quella domanda dalla sua mente: la scaccerebbe come una mosca fastidiosa ma poi sembrerebbe pazzo e non ne ha davvero voglia.
Ha deciso di lasciare a metà il suo terzo caffè sotto lo sguardo inquisitorio di quell'architetto che solo ora -con le maniche della camicia arrotolare e le pantofole ai piedi, l'espressione un po' persa ed i capelli in disordine- somiglia un po' di più all'ultima immagine che ha di Mathias: lui che sorride, si prende un pugno, e lo saluta come se dovessero vedersi il giorno dopo.
Un "giorno dopo" che era durato sedici anni e lo aveva visto diventare poliziotto e grande assente al matrimonio del danese -ad Oslo il tasso di criminalità sembrava essere " ( ... )
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[...]Siamo esplosi anche noi, ma senza fare rumore.» dice solo il norvegese, e il viso diMathiassi contrae in una smorfia sofferente -quell'espressione la riconoscerebbe tra mille: si sente in colpa ed è così raro che non può smettere di osservarlo- ed entrambi sembrano avere solo allora il coraggio di guardarsi negli occhi.
Ed in quegli occhileggono pagine di uno stesso libro, scritto conle stesse mani tremanti, traboccante di incertezze e paure. Perché loro sono lì e ci sono ora, qualcosa deve pur significare, ma cosa?
«Avevamo vent'anni e troppi problemi per restare con qualcun altro che aveva vent'anni e troppi problemi.»le parole diMathias rimbalzano di nuovo sui muri, ma questa volta finiscono per piovergli in testa come vernice che lo imbratta fino alle ossa. Ecco il perché dell'espressione del danese di poco prima: la pioggia era arrivata anche per luiinsieme alle prime parole vere dopo sedici anni.
Parole che restano addosso come taguaggi.
«Sei tornato con la coda trale gambe.»si limita a commentare,Mathiassi stringe nelle ( ... )
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Stanno mangiando in un piccolo ma - ovviamente - raffinatissimo ristorante dai muri di pietra a vista e Will continua a guardare il cellulare tra un boccone e l’altro, con infinita irritazione di Hannibal; lo sta facendo, ovviamente, perché avrebbe voluto mangiare fuori, all’aperto, ma gli è stato detto che fa troppo freddo per mangiare fuori, nonostante le sue proteste che non faceva davvero così freddo; inspiegabilmente regge le temperature rigide molto meglio di Hannibal. (Will ripete sempre che è colpa della vecchiaia, ma il dottore decide di ignorarlo ogni volta.)
“Energumena, accarezzami lo sterno? Hannibal, che significa ( ... )
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