Ciao a tutti buona domenica anche se ormai è tardi! :D
Vi posto il diciottesimo capitolo e mi scuso in anticipo per alcune incongruenze tra descrizione e foto del salotto!(Lo so che quello non è stile vittoriano, ma nella mia immaginazione il salotto e in stile vittoriano!).
Spero di non annoiarvi troppo. Anche se si verrà a conoscenza di una grande verità, non mi piace molto come capitolo! Ora vi lascio al capitolo! ^^
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Seduta nel salone in stile vittoriano, Elly si guardava intorno. Il grande pianoforte nero a coda era in un angolo, poco distante un caminetto enorme predominava nell'ampia stanza. Tutto l'arredamento era curato nei minimi particolari e c'erano molti vasi con fiori freschi.
Non era la casa in cui avevano vissuto i suoi genitori. Brian prima di trovare il nuovo indirizzo aveva scoperto che i Barrington si erano trasferiti in un'altra città.
Aveva insistito per ottenere il nuovo indirizzo e alla fine Brian che non era favorevole a un improvvisata a casa dei nonni paterni, aveva fatto promettere a Elly che avrebbe aspettato qualche giorno prima di andarci e che si sarebbe fatta accompagnare. Lei non era riuscita a resistere, aveva un sacco di domande che le passavano per la testa. Voleva conoscere ancora più cose sui i suoi genitori, sulla sua infanzia e soprattutto voleva sapere perchè non l'avevano mai cercata.
Era molto agitata e la tensione era palpabile. Non sapeva cosa aspettarsi e ora quell'idea di piombare all'improvviso a casa di estranei (perchè per ora erano estranei), le sembrò davvero stupida e si pentì di non avere seguito il consiglio di Brian.
In quell'istante sentì il rumore di passi giungere dal corridoio. Una donna alta, con i capelli mossi di un bel color mogano ramato era entrata nel salone con passo leggiadro ed elegante.
Elly intuì subito si trattasse della zia, anche se aveva un aspetto molto più serio di quella ragazzina tutto pepe che aveva visto nelle foto della madre.
La donna rimase paralizzata in mezzo al salone quando vide la ragazza che aveva davanti a sé.
“Charly....?” Elly si era alzata di scatto dal divano e non era riuscita a termina la frase.
Non l'aveva nemmeno iniziata che la donna, con il volto pallido aveva cercato di pronunciare un nome. Ad Elly parve di sentire il nome di sua madre, poi Charlotte si illuminò in volto, come un bambino che scopre che la neve è acqua congelata.
“Mio Dio, tu sei identica a Kaede...tu...” La voce era tremolante come anche le gambe. Per un momento Charly credette di svenire.
“Tu sei Elly...” Charly disse quelle parole sentendo la bocca seccarsi.
“Sono Elly Barrington e tu sei mia zia Charly, vero?”
Tutto stava succedendo così velocemente per le due donne Barrington.
Charlotte che urlò alla madre di scendere subito in salotto, stupì Elly che non credeva che una donna così elegante e con una voce celestiale potesse avere tutta quella forza nelle corde vocali. Un risolino le scappò dalla bocca e Charlotte che se ne era accorta iniziò a ridere come una scema con la nipote. Sembrava si conoscessero da una vita.
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Rose Barrington era nello studio e stava leggendo un libro vecchio e pesante che aveva trovato nella sua collezione personale. Quando sentì la figlia urlare in quel modo, si destò di scatto. Per essere una donna di sessanta anni circa era ancora molto atletica e in forma. Due volte alla settimana da venti anni era andata a correre con suo marito.
Si aggiustò la camicetta che spuntava da sotto la giacca e scese le scale chiedendosi cosa mai avesse sua figlia da urlare così tanto. Non si addiceva a una donna della sua età in cerca di marito, ma in fondo lei non era in cerca di marito e ormai Rose si era rassegnata. Non avrebbe mai visto Charlotte sposarsi. Nonostante molti uomini le avessero proposto il matrimonio, lei aveva sempre rifiutato dicendo di non aver ancora trovato il vero amore. Ormai aveva respinto tutti gli uomini delle migliori famiglie della città, oppure li aveva spaventati con i suoi modi poco raffinati.
Charly sapeva essere elegante e raffinata, ma si divertiva a non esserlo quando era conscia di poter sconvolgere i giovani rampolli in cerca della mogliettina perfetta.
Rose accantonò quella riflessione e varcò l'ingresso del grande salone in stile vittoriano. Quello che vide le causò quasi un infarto.
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La donna che era appena entrata nel salone aveva i capelli ingrigiti e le rughe che le solcavano il viso, nonostante i segni dell'età era ancora una donna bellissima. Gli occhi azzurri della nonna si erano riempiti di lacrime ed Elly sentì il desiderio di abbracciarla. Poi sua nonna parlò.
“Elly, mia nipote...”
Rose le corse incontro e la cinse in una abbraccio pieno di affetto.
Elly raccontò alle due donne la sua storia. Raccontò di aver scoperto la verità sui suoi genitori di recente, di aver iniziato a leggere i diari di sua mamma e di aver scoperto così della loro esistenza.
Con suo grande rammarico venne a sapere che suo nonno era mancato due anni prima.
“Perchè non mi avete mai cercata?” disse mentre stava torturando l'orlo della maglietta.
“Noi ti abbiamo cercata, non subito...ma ti abbiamo cercata” Charly si alzò dal divano e prese un ciondolo che era poggiato sul pianoforte.
“Vedi questo?” le disse porgendole il ciondolo d'argento a forma di cuore. “Questo era tuo. L'avevano preso i tuoi genitori in Francia. Te lo regalarono al ritorno da quel viaggio di lavoro. Da allora non te lo tolsero più. Tua mamma voleva che tu lo indossassi sempre perchè ti avrebbe protetto e se ti fossero mancati avresti potuto aprirlo e ricordarti che il loro pensiero è sempre per te. Aprilo”
Elly, emozionata aprì il ciondolo. Dentro c'erano le foto di suo papà e di sua mamma. Prima che potesse chiedere cosa c'entrasse con la sua domanda, Charly continuò:
“Lo trovarono sul luogo dell'incidente. Ci dissero che che trovarono anche il cadavere di una bambina insieme agli altri. Il ciondolo era la prova che quella bambina eri tu, ma a quanto pare non è così.” La voce di Charly era piena di emozione e faceva fatica a continuare il racconto. Rose riprese a parlare accarezzando dolcemente i capelli di Charlotte: “Quando abbiamo scoperto che la casa acquistata dai tuoi genitori era abitata, abbiamo contattato un investigatore privato. Il signore Lowell ha iniziato a occuparsi del caso e dopo poco tempo ci ha detto che c'erano grandi probabilità che fossi veramente nostra nipote, ma prima di creare un polverone voleva accertarsene e scoprire qualcosa in più del tuo passato. Non eravamo molto d'accordo. Avremmo voluto incontrarti subito.”
“Da quanto lo sapete che sono io...cioè, che potevo essere io?”
“Un mese...da un mese sappiamo che potresti essere tu.”
“Proprio oggi abbiamo un incontro con lui, dovrebbe arrivare tra un paio di ore. Ha detto che aveva grandi notizie.” questa volta fu di nuovo sua zia a parlare. “ Ma ora parliamo di qualcosa di più felice...devi assolutamente fermarti a dormire da noi. Mi devi raccontare tutto. Voglio sapere ogni cosa di te. Cosa hai fatto? Cosa ti piace fare?Se hai un ragazzo...Tutto! Voglio sapere tutto!”
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Elly e Charly avevano parlato a lungo spensierate e ridenti, la loro ilarità fu interrotta verso le tre del pomeriggio quando il maggiordomo annunciò che era arrivato il Signore Lowell.
“Charly arrivo subito, vado un attimo in bagno.”
“Va bene, ti aspettiamo in salone!”
Charlotte trovò il Signore Lowell ad aspettarla nell'ingresso. Lo considerava un tipo un po' strano. Spesso era di fretta e mai di troppe parole, ma era il migliore nel suo campo, nonostante la giovane età.
“Buongiorno Signore Lowell!” gli porse amichevolmente la mano per salutarlo.
“Buongiorno signora Barrington. Ho urgente bisogno di parlarle subito” aveva il viso preoccupato, ma la voce era decisa e sicura come sempre.
In quel momento Elly scese dalle scale e per entrambi fu un colpo nello stomaco.
“Brian? Cosa ci fai qui?” poi si rivolse alla zia: “ Dov'è il signor Lowell?” non voleva ricevere una vera risposta, non voleva sentirsi dire quello che temeva.
“Elly aspetta posso spiegarti tutto...” Brian cercò di fermarla, ma Elly si girò urlandogli contro.
“Tu sapevi...Tu sei stato con me solo per raccogliere informazioni e non hai nemmeno avuto la decenza di dirmi che loro mi stavano cercando” Elly non voleva sentire ragioni, si sentiva tradita dall'unica persona che avesse mai amato. “Vattene via, non voglio mai più vederti” Furono le ultime parole che rivolse a Brian prima di andare a rifugiarsi in camera di sua zia.
“Signore Lowell? Cosa significa?” Charly stava fissando il ragazzo e si stava trattenendo dal prenderlo a schiaffi. Anche se conosceva sua nipote da poche ore, non poteva accettare di vederla in quello stato. “Forse è meglio che lei vada via. Ci vedremo in un altro momento per il pagamento.
“Lei non può capire. Lei non sa niente signora Barrington” Con lo sguardo amareggiato e pieno di rabbia, Brian uscì di casa.
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Charly stava ormai abbracciando la nipote in lacrime, da quando Brian era andato via. Tra lacrime e singhiozzi Elly le aveva raccontato di come l'aveva conosciuto e di quanto lui si fosse preso cura di lei nei momenti peggiori. Le disse di essere innamorata di quel ragazzo e Charly non poté non sentire una fitta al cuore. Lo percepiva che si trattava di amore vero e non sapeva come far sentire meglio quella dolce ragazza che aveva tra le braccia e che stava già iniziando ad adorare. Mentre sdraiate su letto le lisciava i capelli con le mani, si chiese cosa avrebbero fatto suo fratello e Kaede.
Convinse sua nipote a fermarsi per un po' di giorni da loro. Elly non rispose mai al cellulare che continuava a squillare insistente.
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Qualche giorno dopo Brian si presentò a casa e quando lei disse al maggiordomo di non farlo entrare, Brian si sedette davanti al cancello e non si mosse fino a sera. Era deciso a non andarsene finchè non sarebbe riuscito a spiegare tutto ad Elly.
Quando giunse la sera, Charlotte sbirciò dalla finestra e vide che era ancora lì, seduto per terra.
“Se non avesse tenuto alla nostra Elly, non si sarebbe mai accampato davanti al cancello. Lui la ama” La voce di Rose le arrivò da dietro le spalle.
“Lo so. Non possiamo più stare a guardare. Io lo faccio entrare. Sono sicura che Elly mi perdonerà”
Charlotte uscì fuori e venne investita da un'arietta fresca. Percorsa da un brivido si avvicinò a Brian.
“Ti credo. Lo vedo che la ami, quindi entra dentro e cerca di farti perdonare altrimenti non perdonerà nemmeno me per averti fatto entrare.”
Brian la guardò con gratitudine e le disse che doveva parlare con tutte e tre.
Elly accettò di malavoglia la decisione della zia di ascoltare cosa aveva da dire Brian. Eppure seduta nel salotto davanti a Brian, non poteva far a meno di provare amore. Come era possibile che l'amore predominasse sul sentimento di rabbia. Si fidava ancora di lui? Le sue riflessioni furono interrotte dalla sua voce.
“Elly non ti ho mentito volutamente. Non ci sono di mezzo solo i tuoi parenti paterni. C'è qualcosa di più grande e di più importante. Ho cercato di proteggerti e di proteggere anche un'altra persona. Ti avrei detto la verità, ma dovevo prima capire per darti delle risposte.”
Poi il suo sguardo divenne più cupo e preoccupato.
“ Kaede è mia madre”
Quelle parole arrivarono taglienti come coltelli. Le tre donne confuse guardarono Brian, sperando fosse uno scherzo, ma il volto di Brian era tutt'altro che scherzoso.