Caro papà

Nov 28, 2010 22:43

è da quando ho imparato a tenere in mano la penna stilografica e a scrivere dei pensierini di senso compiuto, che tengo un diario in cui butto fuori tutto quello che ho dentro.
Sono sempre stata più brava con il nero su bianco, piuttosto che con la voce.
C'è stato il diario segreto delle elementari, le smemo e i quaderni imboscati del liceo, e poi c'è stato l'Incidente, il mio, quello che mi ha tolto la possibilità di buttare giù i pensieri che avevo in testa altrettanto rapidamente di quanto mi venivano. E allora è nato il mio primo blog, con te che mi dicevi *sfrutta questa cosa per imparare a usare internet*, sono passati 11 anni e in effetti sei stato lungimirante, anche lì, e gongolavi quando sono finita sul giornale perchè ai tempi, di blog, in italia ce n'erano sette, e il mio era uno di quelli. E da lì, caro papà, ho continuato a buttare giù i miei pensieri e a sfogarmi nei momenti più tristi e a urlare la mia gioia quando avrei voluto saltare sulla sedia da quanto ero felice. Ho continuato a scrivere, incurante di chi mi leggesse, come pura forma di sfogo, e un po' come "terapia" personale.
Caro papà, qualche lettera l'ho scritta anche a te, poche a dir la verità, e ancora mi ricordo il tuo dispiacere quando ti hanno rubato il portafoglio... poco importava il dover rifare i documenti e le carte di credito, lì dentro c'era la mia lettera dall'australia e a te interessava quella.

In questi ultimi tre mesi non ho scritto nulla. Non ho scritto mail di sfogo a chi di solito i miei sfoghi se li sorbisce tutti, non ho scritto sul blog, non ho scritto sulla moleskine. Non ho scritto NULLA. Strano eh? Proprio ora che da dire, da sfogarmi, avrei così tanto...

Caro Papà, sono qui sulla sedia accanto a te che russi dentro la maschera dell'ossigeno, e sto pure un po' scomoda a dirti la verità ma la sdraio non me l'hanno trovata, e ho pensato che hop talmente tanto e talmente poco da dire, in tutta questa situazione, che forse è per questo che non ho scritto nulla.
Cosa vuoi che ti dica, che tu non sai già. Che è straziante vederti consumare a poco a poco, ed essere impotente davanti a tutto quello che sta accadendo? Che mi incavolo con chi mi dice che devo riposarmi e riuscire a stare tranquilla, perchè tanto io non mi riposo e NON sto tranquilla se non sono accanto a te?
Quello che ti dico, è che la mia gioia e la mia serenità, in questi tre mesi, stanno negli attimi che passo seduta su questa sedia, controllandoti il respiro e accarezzandoti i capelli, che sembrano fili di seta come non sono mai stati, e stanno nel sollevarti le gambe e fartele muovere piano, e nell'imboccarti facendoti *AAAAAH* come faccio con le mie bambine.
Come è difficile, papà, vederti soffrire, vederti incazzare perchè ti è stata tolta la tua indipendenza, asciugarti le lacrime quando mi chiedi di spostarti le gambe. Che brutto scherzo ce ti ha fatto, la Vita, proprio a te che non sei mai stato capace di stare fermo un attimo.
E a volte ci penso sai, che non è giusto per niente, che uno passa la sua vita a far fatica per essere sempre onesto, sincero, e buono, e poi gli arrivano queste mazzate qui, che più che una tortura fisica sono una tortura psicologica. E allora mi deprimo, e mi domando se ne valga la pena.
Sono sempre andata avanti, testona come dici tu, e non mi sono mai fatta abbattere, perchè ho sempre avuto la convinzione che ognuno ha il peso che può portare. Sinceramente, papà, io sono incazzata nera, perchè non lo so se tu questo peso lo puoi portare, ma quello che so di certo è che non te lo meriti.

E io cosa posso fare, cosa posso pensare, in questi giorni così assurdi, in questa stanza triste, che se alzo gli occhi dal computer vedo te in penombra con mille tubi e mille flebo, e una maschera che ti copre il viso? Come posso trovare la forza di reagire a tutto questo, che mi sembra lo scherzo più crudele e beffardo che abbiano potuto fare non solo a te, ma a me, che senza di te non sono mai stata capace a vivere? Come posso trovare un senso a questa cosa e immaginarmi anche solo lomtanamente un dopo senza di te?

Vivo alla giornata, e vado avanti piano piano papà, aspettando il momento in cui rientrerò in questa stanza e ti farò una carezza. Ho deciso che questa volta, il mio dolore lo voglio vivere fino in fondo, perchè TU te lo meriti. Tu ti meriti tutto di me, tutto il mio meglio e tutto il mio dolore, e se ti do tanto è solo perchè da te ho ricevuto ancora di più.
Tu sei il mio papà, tu sei la parte più intima di me, la persona con cui basta uno sguardo per scambiarsi un pensiero, una battuta, una presa in giro. E io sono qui per te.
E per me.

E ti voglio bene.

Sei troppo un Leone papà, da quanto combatti. Sei caparbio e forte e non molli e io sono fiera di te almeno quanto tu vai a dire in giro di esserlo di me. Io lo so da chi ho preso.
Forza papà, qualunque sia la battaglia da compiere in questo momento così confuso, che non si capisce bene come andrà a finire.
Da una parte, o dall'altra, tu vinci comunque.
Perchè sei il mio Papà.
Previous post Next post
Up