[Fan Fiction] L'angelo nella foresta

Apr 28, 2012 15:32


Titolo: L'angelo nella foresta
Fandom: Margherita Dolcevita
Personaggi: Margherita/Angelo
Rating: G
Avvertimenti: angsttttt, doubledrabble
Wordcount: 493


Sola.
Questa parola mi rimbombava nelle orecchie: avevo ancora l’immagine della mia sorellina davanti agli occhi.Pochi avevano il privilegio di conoscere il proprio angelo custode; speravo continuasse a proteggermi dall’alto.Aggirai la pozza scura e camminando piano mi avvicinai alla candela, a quel barlume di speranza a cui mi aggrappavo; mi sentivo strana, leggera: non sentivo quasi i piedi che toccavano terra o l’erba che mi sfiorava leggera. L’unico odore era quello della cera bruciata.
Mi guardai attorno. Non c’era nessuno.
Mi coprii il volto con le mani, quasi mi vergognassi di mostrare le lacrime a quella fiammella, al suo ultimo ricordo, al suo ultimo brandello.
“Ehi, Margherita Dolcevita, cosa fai, piangi?” una voce beffarda, che proveniva dall’alto.
Se incontri un angelo non avrai pace ma febbre.
Alzai il volto di scatto, quasi aspettando di trovarlo lì, con due ali candide e una tunica azzurrina.
Era appollaiato su un albero, una gamba penzoloni, che mi sorrideva amaro.
“Angelo.” Avrei voluto gridare, e invece dalle mie labbra uscì solo un sussurro; lui saltò agile dal ramo e mi raggiunse a piccoli passi.
Cominciò a piovere e presto fummo zuppi: come il primo giorno che lo incontrai, i suo capelli gocciolavano disegnandogli false lacrime lungo gli zigomi, aveva il suo amato fazzoletto rosso al collo e i piedi scalzi ricoperti di fango.
Poi mi accorsi che aveva gli occhi gonfi: aveva pianto?
Mi tese la mano: un gesto di inaspettata gentilezza.
Non la afferrai, feci forza sulle mie ginocchia e mi alzai; puntai gli occhi sul suo volto appena in tempo per cogliervi la delusione.
Lo osservai meglio. “Hai pianto?”
Abbassò mesto la testa. “Si.”
Sentii il cuore riempirsi di nuovo della solitudine, del dolore schiacciante, la sensazione di aver perso qualche organo per strada.
Gli appoggiai una mano sulla guancia, per fargli capire che gli ero vicino, che il nostro dolore era simile. Che potevamo farci forza assieme.
La sua espressione si indurì, si allontanò di un passo e la mia mano rimase sospesa. “Non illuderti, non ho pianto di dolore. Ho pianto di gioia.” Rise piano “Finalmente quel bastardo di mio padre è crepato. Finalmente sono libero.”
Lo guardai scioccata cercando di parlare, ma la rabbia mi spense la voce.
Mi scagliai contro di lui per prenderlo a pugni ma fu più veloce e mi bloccò i polsi.
Avvicinò il suo viso al mio, l’espressione da pazzo appiccicata addosso.
“Lo sai cosa significa mentire ogni fottuto giorno?Cosa significa marcire in una clinica del cazzo, ed essere trattato da malato mentale?Io non sono pazzo, Margherita. Loro mi hanno fatto impazzire.”
Lentamente il suo volto s’addolcì e mi strinse a sé “Non voglio tornare lì dentro…”
Gli carezzai i ricci bagnati. “Non preoccuparti. Vedrai che…”
Cosa avrei dovuto dire?Andrà tutto bene? Sapevamo entrambi che non era affatto così.
“Non lascerò che ti portino di nuovo lì dentro.”
Le sue mani erano più leggere del vento, mi prese il viso tra le mani e poggiò le sue labbra sulle mie, solo che questa volta non era un sogno, era tutto vero.
Decisamente meglio, pensai, mentre gli stringevo il collo tra le braccia.

margherita dolcevita, fanfiction

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