[Fanfiction - Harry Potter] Il tempo che resta

Jan 28, 2013 23:40


Titolo Il tempo che resta
Fandom: Harry Potter
Personaggi: Sirius Black/Remus Lupin, Albus Dumbledore
Prompt: Guerra, per la prima settimana del COW-T 3, maridichallenge
Rating: PG
Avvertimenti: slash, IDEK
Wordcount: 896

Remus socchiude gli occhi e li punta sui capelli scombinati e neri che gli pizzicano la faccia; non sente più il braccio destro e ha i piedi incastrati. Cerca di muoverli appena ma Sirius mugugna nel sonno, stringendolo inconsciamente ancora di più. Il mago sorride e tenta di ingoiare la bolla d’ansia ed eccitazione che gli preme in gola per poggiare le labbra sulla testa di quel pazzo del suo amico.
Ha davvero bisogno del bagno, adesso, e scuote leggermente Sirius per svegliarlo.
“Mnhhoo. Dormo” biascica, strofinando la guancia contro il petto dell’altro.
ldquo;Pad, devo alzarmi…”
“… nnmnno”.
“Sì, invece. Dai, fammi disincastrare”.
“Ma, uhm… Non è che. Poi”.
“… ah?”
“Eh? Boh, okay, nh” Sirius rotola a pancia in su e si tira le coperte fino al naso.
“Bravo cane” ridacchia Remus e Sirius agita debolmente la mano in segno di protesta.
Remus sorride all’anziano signore ed esce dall’edicola, due giornali babbani sottobraccio. La Gazzetta del Profeta quel giorno è in ritardo: sta capitando sempre più spesso, correzioni all’ultimo minuti ed edizioni straordinarie. Mentre aspetta i due croissant al solito bar legge la prima pagina del Times e si rabbuia; “Incidente a Westminster, sette morti e quattordici feriti” e l’articolo continuava parlando di una misteriosa esplosione, forse una fuga di gas… Più probabilmente un Mangiamorte, ma il giornalista non poteva di certo saperlo.
“È arrivata - Sirius ingoia l’ultimo pezzo di croissant e manda giù un po’ di tè caldo - la Gazzetta. È sotto il tavolo” Remus lo fissa e Sirius inclina il capo “Che c’è? Ah, è arrivata anche una lettera”.
Remus sbuffa “Vedo. Perché non l’hai aperta?”
“Lo sai quanto ci tengo alla tua privacy, Moony!”
“Ricordamelo più spesso, mister Leggiamo il diario di Remus…”
“È successo tre anni fa!”
“Quindi non lo rifaresti?”
“Oh, tieni ancora un diario?” esclama eccitato.
Remus solleva un angolo della bocca e fissa la busta, poggiando la Gazzetta sul ripiano della cucina. Quella grafia gli è piuttosto familiare anche se, questa volta, sembra molto più frettolosa del solito.
“- cosa che a me non interessa assolutissimamente, nossignore. Che hai?” Sirius corruga la fronte e afferra quel giornale babbano che Remus ha letto a metà e lo chiude per leggere la prima pagina; si porta dietro il suo coinquilino senza dire più una parola, leggendo col mento appoggiato sulla spalla dell’altro la lettera di Albus Dumbledore indirizzata ad entrambi.
Nello stesso istante in cui arrivano alla fine del breve messaggio sentono bussare alla porta; si cercano con gli occhi e leggono la stessa paura. Sirius stringe il braccio del lupo mannaro e Remus pensa che non l’ha mai visto così perso.
“È assurdo!”
“Sirius, ti prego-”
“Dumbledore, lo sa anche lei che è troppo pericoloso. È assurdo, non esiste, è-”
“Sirius” Remus gli poggia una mano sul ginocchio e lo guarda negli occhi e Sirius scuote la testa.
“Non puoi…” sussurra.
“Devo, Sirius, lo sai bene. Per una volta nella mia vita potrò essere utile”.
Torna a sostenere lo sguardo di Dumbledore e fa un minuscolo sorriso, cercando di mostrare tutta la sicurezza che non ha
“Remus, sai quanto mi costa chiederlo, soprattutto a un mago brillante come te. Ma adesso il tuo ruolo è assolutamente vitale”.
ldquo;Quando devo partire?”
“Il prima possibile. Ti contatterò per indicarti il posto giusto e, più di ogni altra cosa, il momento giusto”.
“Quanto a te, Sirius, domani sera ci sarà una riunione dell’Ordine. Vorrei ti unissi a noi”.
Sirius annuisce secco. Probabilmente continuerebbe a protestare se la mano di Remus non restasse sulla sua gamba, ficcandogli le dita nella pelle.
“Ora - Dumbledore si alza e indossa di nuovo il cappello - vogliate scusarmi, ma la mia presenza è richiesta altrove. Grazie per il tè, Remus, era delizioso”.
“Si figuri, professore”.
“Confido in voi. Siete fra i miei uomini migliori; o almeno la vostra tempra e il vostro cuore mi fanno sperare che sia così. Buona giornata” sorride e con uno schiocco si Smaterializza.
“È assurdo, Remus, che diavolo ti è saltato in mente?” scatta in piedi e lo afferra per le spalle.
“Cominci ad essere ripetitivo…  - sospira - siamo in guerra, Sirius”.
“Al diavolo la guerra” fa scivolare le mani dalle spalle di Remus e si allontana tremando.
“Andrai alla riunione, domani?”
“Certo che ci andrò. ‘Fanculo”.
Remus si avvicina e gli afferra delicatamente un braccio “Ehi, posso farcela. Abbi fiducia in me”.
Sirius ha gli occhi sgranati e sembra un ragazzino più che mai; con la t-shirt troppo larga e i capelli tagliati male e le labbra- il lupo mannaro arrossisce e abbassa lo sguardo senza sapere nemmeno perché.
Sirius gli circonda le spalle con le mani e se lo tira addosso; sente il cuore dell’altro battere all’impazzata e ha paura. Ha paura di sollevare il volto e fare qualcosa che a Remus  non andrà a genio. Inspira il suo odore e percorre con la guancia il suo collo e siccome la paura della morte è più grande lo bacia.
“Non andare…” affonda le mani nei capelli di Remus e continua a baciarlo per non dargli il tempo di protestare, poi potrà mandarlo a quel paese ma adesso no, ha bisogno delle sue labbra ancora un altro attimo
“Sirius”.
“Scusa, mi dispiace cioè no, ma-”
Remus deglutisce e non sa come ma adesso è seduto sul tavolo e com’è che fa così caldo?
“Okay, nh. Cosa stiamo facendo?”
“Non lo so, uhm” Sirius gli bacia il collo e si spinge contro di lui e stronzate, lui sa esattamente cosa sta facendo, a differenza di Remus.
Remus sa solo che ha bisogno delle sue labbra, subito. Per tutto il tempo che resta.

sirius/remus, fanfiction, slash, harry potter

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