Per Vale

Oct 26, 2010 16:26

Quando Ricardo stava ancora in Uruguay, non aveva paura del buio.
Probabilmente perché non si trovava mai da solo ad affrontare la notte nella sua stanza. C'era sempre qualcuno dei suoi fratelli a dividere con lui il letto. A volte anche le sorelline più piccole.
E il buio non era silenzioso, all'epoca.
Era fatto di bisbigli, sussurri, risatine.
Erano le favole che la sorella maggiore raccontava per far stare buoni i più piccini.
C'era qualcosa che aveva il sapore di famiglia, nel buio dell'Uruguay. C'era sempre qualcuno che, mentre dormiva, lo svegliava con un calcio perché stava facendo un brutto sogno.
E nonostante a volte Ricardo si svegliasse con le ossa doloranti e più stanco di quando era andato a dormire, si stava bene, in Uruguay. Nonostante i soldi che non c'erano e il cibo che scarseggiava.
Barcellona è tutta un'altra cosa.
È scintillante e colorata come le cartoline con gli alberi di Natale che Ricardo ha visto a casa sua.
È frenetica, c'è rumore, c'è movimento.
Ma si tratta di un rumore e di un movimento che non gli appartiene, che gli sfiora la pelle senza penetrarlo davvero.
Forse si tratterà solo di farci l'abitudine, a quel letto da una piazza e mezza tutto per lui. Al rumore delle lancette dell'orologio che cullano i suoi pensieri.
Al buio della sua stanza a Barcellona, al silenzio della stanza.
All'abbracciare il suo stesso corpo per non sentire la nostalgia di casa e delle favole della sorella, quelle che lui ascoltava fingendo di dormire, perché a diciassette anni sei troppo cresciuto per le favole, anche se non riesci a farne a meno.
Prima o poi riuscirà a non sentire più quella fitta di nostalgia che gli stringe lo stomaco. A rilassarsi e a dormire profondamente per una notte intera.
Inghiotte le lacrime e tira su col naso, Ricardo. Poi e immagina di essere ancora in Uruguay, a lasciarsi cullare da quel buio familiare. O forse, chiudere forte gli occhi nello sforzo di immaginare è solo un modo come un altro per non piangere.

[ho pensato alla prima frase stamattina, poi ci ho costruito sopra questa roba sulla differenza fra il buio in Uruguay e quello a Barcellona]

mecie, scrittura creativa

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