Pastime Paradise (6/6)

Feb 01, 2013 21:48


6

In guerra e in amore

La presunzione si accompagna sempre all'orgoglio, ce lo siamo ripetuto a vicenda tante volte.

E l'orgoglio si accompagna sempre alla testardaggine, la quale a sua volta ci spinge a percorrere strade che mai avremmo immaginato.

Se non fossi stato presuntuoso, orgoglioso e testardo quanto te, Erik, probabilmente oggi non sarei ciò che sono.

Ammetterlo così suona paradossale, perché implica quasi una sorta di ringraziamento per avermi lesionato la spina dorsale, ma è anche vero che il segreto dell'evoluzione è lo spirito di adattamento, e senza quell'incidente chissà se mi sarei reso conto di ciò di cui sono davvero capace.

Stavolta tenere la maschera calata sul viso è stato così difficile: inventare un futuro qualunque è stato un appiglio, aggrapparvisi senza lasciarsi soffocare dalle onde è stata dura.

Ma è stato un attimo, giusto il tempo di ridefinire i meccanismi, di tarare la presunzione e i suoi derivati sui nuovi standard.

E a quel punto l'asticella si è alzata, alla scuola si è affiancato il Sogno, il desiderio ingenuo della pacifica convivenza si è trasformato in visione.

Devo renderla reale per non ammettere che sei tu ad avere ragione, capisci?

Una semplice questione di principio, la rivincita che mi permetterebbe di mettere finalmente a tacere il rancore.

Perché io ti ho odiato Erik, e non per ciò che mi hai fatto ma per avermi preferito un ideale.

Per aver commesso il mio stesso errore.

Ci sono mattine in cui mi sveglio chiedendomi cosa sarebbe stato se anziché tornare qui avessi deciso di seguirti.

Sarebbe stato tutto più facile, o forse più straziante, perché una parte di me ti avrebbe fatto pesare la colpa mentre l'altra ti avrebbe mentito dicendo che non le importava.

Avrei finito per sorridere alla vista delle tue spalle curvate da un ulteriore carico di senso di colpa, avrei gustato i tuoi incubi e i tuoi tormenti come fossero liquore prezioso.

Sarei diventato una persona più orrenda di quanto già non sono, cinica oltre che opportunista, crudele oltre che machiavellica.

E forse avremmo finito per ucciderci davvero a vicenda, senza riuscire a provare più niente che non fosse il sollievo liberatorio di quando si sente la fine vicina.

Per questo se il mio Ego ti ha odiato la parte razionale di me ti è grata per aver tenuto il punto, perché in fondo è chiaro a entrambi che, nonostante dalle nostre decisioni dipenda il destino di milioni di vite, questa è ancora una sfida esclusiva tra me e te.

Una gara di intelligenza e pazienza, una prova di forza e testardaggine.

Tu hai i tuoi trucchi e io i miei, ti ho detto una volta, e ancora ne sono profondamente convinto.

All'inizio credevo che un carisma inferiore al tuo mi avrebbe penalizzato, che il dare alle persone la fiducia in se stesse di cui avevano bisogno non sarebbe stato sufficiente a mantenerle dalla mia parte.

Ogni mattina mi svegliavo col terrore che saresti arrivato a portarmi via tutto, ma poi ho compreso -o mi sono convinto- di quanto questo pensiero fosse irrazionale.

Tu combatti contro gli uomini, non contro di me, e questo è un gran vantaggio.

Mi ignori per gratitudine o per paura di farmi ancora del male.

Mi ignori perché qualcosa del tempo trascorso assieme è rimasto, il dubbio è una spina conficcata nel quadro, è il buco microscopico nella tela attraverso cui filtra la luce della speranza.

Io so che tu vuoi credere nel Sogno quanto me, so quanto il tuo nutrirti di rabbia serva solo a nascondere la tua sete di pace.

Il bisogno che avevi di sentire il mio respiro sommarsi al tuo nella notte, di premere il viso contro la mia pelle accaldata dopo aver fatto l'amore.

Il tuo segreto è il non riuscire ad ammettere quanto odi la voragine in cui il lager ti ha gettato, coprendoti con strati di orrore per assicurarsi che non saresti mai uscito.

Tu davi per scontata quella certezza e io so quanto la nostra relazione l'abbia fatta vacillare, quanto ti abbia spiazzato scoprire che non ero solo un bamboccio inutile.

Hai capito che la mia presenza al tuo fianco si era fatta dipendenza e ne hai avuto terrore, soprattutto quando ti sei accorto che io non ne avevo.

E sì, sono stupito anch'io che sia accaduto, perché se fosse stato un compagno d'università a spingermi contro un muro per strapparmi i vestiti di dosso la reazione e il finale sarebbero stati piuttosto diversi.

Ma forse perché non sono mutanti.

E allora confesso, qui nella solitudine della coscienza, con soltanto la mia mente a fare da testimone, io confesso che sei tu ad avere ragione, che esseri umani e mutanti non saranno mai la stessa cosa e che hanno bisogno di regole proprie, di un codice più ricco e articolato.

Di un linguaggio dalla grammatica ancora da definire.

Io confesso che fare l'amore con te, sapendo del tuo potere e tu del mio, godendo all'idea che era proprio questo a renderti tanto appassionato è stata l'esperienza più appagante della mia vita.

Perché era come sentir esplodere tutto, non solo l'ego, non solo un orgasmo che era quasi frutto di onanismo, era il coinvolgimento totale, lo stare avvinghiati sul tetto del mondo, il guardarsi, il ferirsi da pari a pari.

Tu non sei stato una semplice conquista e anzi, sono io ad essere stato conquistato, vinto da una forza selvaggia e brutale, eppure al contempo intrisa di rispetto.

Mi hai fatto leggere chiaramente tutti i passaggi di quell'innamoramento folle, la voglia quasi di stuprare che in realtà nascondeva l'urgenza di esplorare.

Volevi che avessi paura di te e ne fossi, contemporaneamente, affascinato.

Volevi sentire cosa si prova a stare nella testa di qualcuno che non viveva perseguitato dai fantasmi.

Era gratitudine, irritazione, invidia, ammirazione.

Ed era anche bisogno fisico di uomo tentato da carne esposta come merce.

Io ho voluto quanto te che quella carne fosse la mia, non ti avrei mai perdonato una scappata con una spogliarellista.

Dovevi essere mio e io volevo sapere cosa si prova ad essere di qualcun altro.

E ogni volta che lo abbiamo rifatto, di notte o di giorno, in missione oppure nel letto di casa mia è stato un po' come farlo per la prima volta.

Ancora e ancora, dettaglio dopo dettaglio, a dispetto dei corpi che si abituavano all'intimità.

Vecchie certezze e nuove rivelazioni.

Esperimenti e giochi.

Un tempo sospeso ma senza bloccare nessuno, anzi: il mondo andava avanti veloce e noi gli eravamo nettamente avanti.

Mutanti e fieri di esserlo.

Amanti e complici.

Più che fratelli.

Non potrà accadere mai più con quella intensità a nessuno dei due, perché un'unione così perfetta non poteva che generare rivali.

La perfezione si divide per replicarsi, e figlia staccando pezzi di se stessa.

Abbiamo avuto e avremo altre amanti, avremo figli, allievi, seguaci.

Avremo regni e famiglie allargate e ne ricorderemo in segreto l'origine.

L'unione di Adamo con Adamo in un paradiso artificiale.

Paradiso Passatempo, in attesa di creare ciascuno il proprio.

Nel mio gli umani sono solo passanti, come Moira che ora vedo passeggiare nel parco.

Ha una bellezza discreta, resa spigolosa dalle difficoltà affrontate per riuscire ad affermarsi nel lavoro.

Ha un pragmatismo e un ottimismo tipicamente americani.

Tu ci hai mai pensato che è stata anche la nostra diversità culturale ad unirci?

Ha lo sguardo perso tra i rami di un albero, dove si inseguono veloci i tormenti che la stanno consumando.

Sta pagando per una colpa non sua, e vorrebbe aumentare il prezzo sacrificando completamente se stessa.

Sposandomi per accudirmi e amandomi per espiare.

La coppia perfetta, l'umana e il mutante, il pio professore e la moglie devota.

Immaginavo questo, prima di conoscerti, una lady inglese o una rampante rampolla americana.

Un posto da insegnante in un'università prestigiosa, ricerche, pubblicazioni, la fama.

Moira è la vita come l'ho sempre desiderata, ma poi ho incontrato te e tutto e cambiato.

Il sogno, la visione, la sopravvivenza e la guerra hanno preso il suo posto.

L'evoluzione è fuoriuscita dai libri e si è fatta nuovamente sopravvivenza.

Se Moira mi sposasse la sua carriera faticosamente costruita andrebbe in fumo, e la sua intraprendenza sprecata.

Invece la razza umana ha bisogno di quei geni, di quel coraggio, ha bisogno di elevarsi per mezzo del suo impegno.

Non sarebbe giusto tenerla confinata qui in mezzo ai mutanti.

Non sarebbe giusto che si mettesse in mezzo nella sfida tra me e te.

La costruzione del Paradiso è affare da mutanti presuntuosi, creature vicine alla divinità.

Lei è vicina ai mutanti, ma non alla divinità.

E Raven ha inseguito solo il profumo della libertà.

La faccenda è ancora tutta da risolvere tra noi, anche se la spiaggia di Cuba è lontana.

E il paradiso-passatempo il ricordo sbiadito dell'adolescenza dei sensi.

Note È finita. Vorrei dire finalmente ma non è vero, sento solo ora di aver afferrato veramente questi due splendidi personaggi. Ci tenevo a ringraziare più di tutti la persona speciale che in questi mesi mi è stata accanto, due giorni fa addirittura di persona, la persona che ha realizzato la copertina di questa storia e l'ha sorretta col suo entusiasmo Kaite, ma per me, semplicemente, Macci.

Ti voglio bene, grazie di tutto.

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