[Katama] Baby memories

Aug 01, 2013 14:36

Titolo: Baby memories
Fandom: RPF - KATTUN - Kis-My-Ft2
Personaggi: Kamenashi Kazuya, Tamamori Yuta
Pairing: Katama
Rating/Genere: PG/AU!Baby, romantico, fluff
Wordcount: 1.477 fiumidiparole
Warning: slash
Disclaimer: I protagonisti di questa storia non mi appartengono, non li conoscono personalmente e i fatti di seguito descritti non hanno fondamento di verità. La storia non è scritta a scopo di lucro.

Bonus numero due!! Sempre scritta per il compleanno di un papero!! Happy birthdayyyy!!!! <3333

“La mamma torna subito stellina, fai da bravo e gioca con Kazuya-kun!”
La donna si chinò sul passeggino, prendendo in braccio il figlio e scoccandogli un bacio sulla guancia, porgendo il piccolo di quasi tre anni a un perplesso Kazuya di sette.
“Grazie ancora, ti devo un favore!” continuò la donna rivolta all’amica alla quale aveva chiesto il favore se per qualche ora potesse badare al proprio figlio mentre lei andava a una riunione di lavoro.
“Non ti preoccupare” la rassicurò la vicina, “Yuta è un bambino adorabile, è molto buono e poi Kazuya gli piace, guarda!” disse, indicando i due.
Il più piccolo osservava felice il vicino di casa, sorridendo e chiamandolo con insistenza.
“Kazu!” esclamò, posandogli la piccola mano sul volto, ridendo dell’espressione che questi fece.
Rassicurata dalle parole dell’amica, la madre di Tamamori uscì più tranquilla.
“Kazuya, tesoro, io devo finire le faccende, gioca un po’ tu con Tama-chan, va bene?” chiese la donna, passando una mano tra i capelli del figlio.
“Tama!” ripeté il più piccolo, indicandosi quando Kamenaschi lo mise seduto per terra sul tappeto.
“Kazu!” affermò poi, spostando il dito su Kazuya.
Il più grande lo osservò perplesso, sedendosi vicino a lui e vedendo l’altro gattonare per prendere i cubi colorati disposti sul pavimento.
“Tama torre!” decise, prendendo altri due giocattoli, impilandoli uno sopra l’altro, muovendo poi i piedi per farli cadere, scoppiando a ridere. “Caduti!” affermò, guardando Kamenashi e tendendogli il proprio gioco.
“Kazu!” lo chiamò ancora e Kamenashi, dovette arrendersi al proprio ruolo di baby-sitter.
Giocarono un po’ a costruire la torre e poi a farla cadere, ma Kazuya si stufò ben presto, allontanando via le costruzioni e alzandosi in piedi.
“Tama, facciamo qualcos’altro” propose, guardandosi attorno, in cerca di ispirazione, ma qualsiasi cosa vedesse non era nulla che gli andasse di fare o comunque non adatta a un bambino di due anni e mezzo che a malapena riusciva a stare seduto senza perdere l’equilibrio.
Rimase a osservarlo alcuni secondi, indeciso sul da farsi, vedendolo che lo osservava di rimando allungando le braccia e continuando a chiamarlo in modo familiare, prima di mettersi a ridere.
“Kazu!” disse per l’ennesima volta sbilanciandosi e cadendo di lato, rotolando in modo buffo e goffo per tornare alla posizione iniziale.
Kamenashi lo sentì ridere ancora e si allontanò verso la cucina per vedere a che punto fosse la madre, per chiederle di dargli il cambio, ma la donna stava ancora sistemando e decise che fosse meglio non disturbarla.
Tornò in salotto e vide Tamamori che si era portato le mani sul volto e rideva.
“Tama?” lo chiamò incerto.
“Tama!” ripeté il più piccolo, sempre con le manine a coprirsi il viso.
“Cosa fai?”
“Gioca, Tama!” esclamò. “Kazu trova! Tamascondino!” spiegò, continuando a ridere e Kamenashi sospirò perplesso, domandandosi se tutti i bambini a quell’età fossero così scemi o solo Tamamori Yuta lo fosse.
Arreso al proprio triste destino, decise di accontentarlo e si avvicinò a lui, spostando con i piedi e con le mani i giochini sparsi, chiamandolo.
“Tama, dove sei? Adesso ti trovo, stai a vedere!” disse, avvicinandosi a lui piano e vedendo il più piccolo scalciare e ridere. Non poté a sua volta fare a meno di sorridere, in fondo, anche se non particolarmente sveglio, Tamamori era divertente, almeno non era uno di quei bambini che continuano a piangere, si disse.
Si avvicinò al più piccolo, accovacciandosi davanti a lui e dopo aver finto ancora di essere disorientato dalla ricerca, gli prese piano i polsi e gli scostò le mani dal viso, facendolo ridere.
“Trovato!” esclamò, accostando il volto a quello del bambino.
“Kazu trovato Tama!” riassunse. “Kakkoii!” si stupì, spiaccicando praticamente il proprio viso a quello di Kazuya.
Kame rise e scosse la testa, rimettendosi in piedi.
“Ora mi nascondo io!” disse, lasciandolo andare e Tamamori si mise di nuovo le mani davanti al viso, pronto a iniziare il gioco.
Kame fece qualche passo allontanandosi da lui, andando a nascondersi dietro il divano: Tamamori non lo poteva vedere, ma lui aveva una visuale perfetta della schiena del piccolo.
“Sono nascosto Tama, vieni a cercarmi!” gli disse, vedendolo abbassare le braccia e cercarlo.
“Kazu?” lo chiamò Yuta, iniziando a gattonare alla ricerca del compagno di giochi, inciampando di tanto in tanto in qualche costruzione, ma non perdendosi d’animo.
“Kazu?” lo cercava, andando da tutt’altra parte rispetto a dove stava Kame, mettendo ben presto un piccolo broncio quando non riuscì a scovarlo.
“Yuta cosa fai?” la signora Kamenashi, sentendo il bambino cercare il figlio con insistenza si era diretta nel salone, vedendolo da solo in mezzo alla stanza.
“Tama perso Kazu!” le spiegò, rimettendosi seduto. “Kazu scomparso!” fece un gesto con le braccia come a dare più enfasi alla sua affermazione e poi guardò la donna speranzoso: “Dove Kazu?” le chiese. Lei gli sorrise e vide la testa del figlio sbucare da dietro il divano: prese in braccio Tamamori, accompagnandolo vicino alla tana di Kame e gli indicò la mano dell’altro che si reggeva alla spalliera.
“Kazu!” Tamamori, soddisfatto, gattonò velocemente verso il punto e batté la propria mano su quella di Kame, chiamandolo.
“Kazu! Tama trovato!” disse soddisfatto di sé.
“Oh, Tama, ma sei bravissimo!” si complimentò con lui Kazuya, guardando con un mezzo sorriso la madre.
“Grazie per aver giocato con lui, tesoro. La mamma ha finito, di là ho preparato la tua merenda” gli disse, scompigliandogli i capelli.
Kame annuì, poi guardò la madre e Tamamori che lo chiamava, mai stanco, tirandogli la manica del pigiama.
“Mamma posso giocare ancora con Tama dopo la merenda? Non mi da fastidio” le spiegò, chinandosi per prendere in braccio il più piccolo.
La donna annuì, dando un’affettuosa carezza tra i capelli a Tamamori e li scortò in cucina servendo loro la merenda: Kazuya mangiò velocemente la propria, volendo provare a dar da mangiare a Yuta, imboccandolo con un po’ di yogurt, arrendendosi presto, vedendo che il bambino aveva preso anche quell’attività per un nuovo gioco e la sua merenda era finita più sui suoi vestiti che nello stomaco del bambino.
“Vieni Tama” gli disse, prendendolo per mano, ma quando Yuta tese verso di lui le braccia, comprese quello che voleva; lo prese di nuovo in braccio e tornò in salotto, sedendosi sul divano con il bambino sulle ginocchia. “Cosa possiamo fare?” si chiese, guardandosi attorno e lasciano che Tamamori si sbilanciasse di lato, attirato da delle figure colorate.
“Favola, Tama! Kazu legge!” gli chiese il più piccolo, porgendogli il libro.
Kazuya lo prese da sotto le spalle, sistemandoselo tra le gambe, lasciando che poggiasse la testa sul suo petto e allungò le braccia tenendo il libro davanti a sé per permettere a Tamamori di vedere le figure mentre lui leggeva. In realtà non aveva ancora imparato a farlo, sapeva solo scrivere il proprio nome, ma era abbastanza bravo da ricordare a memoria la favola che a suo tempo la mamma gli aveva letto, per cui iniziò a parlare e a mano a mano che la sua voce trasformava le figure in parole, in luoghi fantastici e incantati, sentì Tamamori addormentarsi su di sé.
Chinò lo sguardo, osservando il più piccolo dormire e sorrise: in fondo non era poi stato tanto male fare un po’ il baby sitter.

*

“Cosa stai facendo?” Kame entrò in camera da letto, sorridendo quando vide Tamamori rotolarsi nel letto con le mani sul volto.
Il più piccolo non rispose, continuando e spostandosi da una parte all’altra, sempre in quella buffa posa.
Kazuya allora si avvicinò al materasso, stendendosi quando Yuta gli fece un po’ di posto, prendendogli i polsi per fare in modo che li allontanasse e gli mostrasse il suo viso.
“Tama?” lo chiamò con tono condiscendente e questi scoppiò a ridere, voltandosi meglio verso di lui, abbracciandolo in collo, lasciandogli un bacio sul mento.
“Kazu!” mormorò Tamamori, guardando Kame da sotto in su. “Mi hai trovato!” gli disse, scoppiando poi a ridere, tirandosi su in modo da poggiare la testa sul cuscino di Kame, vicino al suo viso.
“Eri un bambino davvero scemo da piccolo, lo sai?” gli fece presente il più grande, accarezzandogli i capelli.
“Ehi! Ero adorabile!”
“Diciamo così!” concesse il più grande, rotolando su di lui, facendolo stendere sotto di sé.
“Intanto adesso stai con quel bambino scemo!”
“Che è diventato uno splendido ragazzo” puntualizzò Kazuya, accarezzandogli una guancia e baciandogli dolcemente le labbra.
Yuta si lasciò andare a un sospiro, socchiudendo gli occhi, lasciandosi coccolare: infilò le mani tra i capelli del più grande, pettinandolo.
“Tama bello. Kazu brutto” gli rispose dispettoso il più piccolo, facendo ridere Kamenashi che si chinò a baciargli il collo, facendogli il solletico con la bocca.
“Tama?” mormorò di nuovo, chiamandolo così come faceva quando erano bambini.
“Kazu!” rispose Yuta allo stesso modo.
“Ti amo” confessò serio.
Tamamori ne rimase sorpreso, non se l’aspettava, poi arrossì improvvisamente e nascose il volto contro la spalla di Kamenashi, mormorando piano.
“Ti amo, anche io.”

genere: oneshot, present-o, genere: romantico, fanfiction: kis-my-ft2, genere: fluff, genere: au!baby, kis-my-ft2: tamamori yuta, fanfiction: kat-tun, kat-tun: kamenashi kazuya, rpf, genere: au, warning: slash

Previous post Next post
Up