[Takachii - Ariyama] And they lived happily ever after

Aug 01, 2013 14:36

Titolo: And they lived happily ever after
Fandom: RPF - Hey! Say! JUMP
Personaggi: Takaki Yuya, Chinen Yuri, Arioka Daiki, Yamada Ryosuke
Pairing: Takachii; Ariyama
Rating/Genere: PG/AU!baby, romantico, fluff
Warning: pre-slash
Wordcount 1.112 fiumidiparole
Disclaimer: I protagonisti di questa storia non mi appartengono, non li conoscono personalmente e i fatti di seguito descritti non hanno fondamento di verità. La storia non è scritta a scopo di lucro.

Bonus numero uno del regalo per un papero. Perché sì i chibi chibi jumpi fanno sempre bene al cuore. Perché ci sono una palla e un chibi Daiki perché una fragola se non ci infila camei a caso non è contenta! u.u ma come si fa a privarsi di una cameo di una palla nel suo essere una palla-palla.
Perché Yuya e Yuri sono suoi, solo suoi e suoi soltanto.
E tutte le mie Takachii sono scritte per lei (rubare citazioni perché mi piaceva e poi perché è la verità). Perché se le merita, sempre.

“Dammela!”
“No, è mia!”
“Ma ci stavo giocando io!”
“Adesso la voglio usare io!”
Ryosuke e Yuri si contendevano, tirando ognuno al proprio petto, la ciambella di gomma con cui Ryosuke stava giocando, usandola in modo improprio come poltrona sulla sabbia.
“Uffa! Dammela ho detto!” Yuri tirò con più forza il gioco e al contempo spinse l’amico per un braccio, facendolo rovinare sulla sabbia: immediatamente Ryosuke scoppiò a piangere, mettendosi seduto e lanciando della rena verso il dispettoso compagno che lo fissava, stringendosi al petto la ciambella a forma di pesce, con un piccolo broncio sul viso, guardandolo come se stesse piangendo per nulla.
“Ryo-chan, cosa è successo?” la voce di Daiki, l’amichetto preferito di Ryosuke, corse verso i due, aiutando il più piccolo a rialzarsi, levandogli la sabbia dalle gambe e dal costume.
“Yuri mi ha spinto!” disse con tono di voce discretamente alto Ryosuke, indicando con rabbia l’amico.
“Ma lui non mi voleva dare la ciambella!” si difese quegli.
“Ma è mia!” si impuntò ancora Ryosuke, battendo i piedi sulla sabbia e cercando riparo tra le braccia di Daiki, continuando a piangere. “Dai-chan!” lo chiamò il più piccolo per farsi difendere e Daiki guardò Yuri indeciso sul da farsi.
Stava per parlare quando vide avvicinarsi a loro Yuya, un bimbo di due anni più grande.
“Yuuyan!” lo chiamò, gli occhi grandi entusiasti, consapevole che adesso che c’era lui, avrebbe trovato una soluzione.
“Che cosa succede?” chiese il nuovo arrivato, guardando i suoi amici, poggiando una mano sulla schiena di Ryosuke, il quale sembrava non avere la minima intenzione di spostarsi dal suo rifugio su Daiki, e guardando Yuri in modo condiscendente.
“Yu-chan, perché hai rubato la ciambella a Ryo-chan? Ce l’aveva lui prima, lo sai che non sa ancora nuotare bene” gli spiegò, avvicinandosi e vedendosi arrivare addosso il giocattolo di gomma che Yuri gli lanciò con stizza.
“Yuri!” si sconvolse Yuya e il bambino, arrabbiato, gli urlò contro: “Siete sempre tutti dalla sua parte! Non ci stava andando in mare! La volevo io, poteva anche prestarmela! Lo odio! Ti odio, Yuuyan!” gli disse, risentito dal fatto che, passasse Dai-chan che tanto ormai l’aveva capito quando c’era di mezzo Ryosuke non capiva più nulla, ma Yuya pensava che fosse più neutrale; anzi, a dirla tutta, sperava sempre che Yuya, ogni tanto, stesse dalla sua parte.
Si allontanò di qualche metro a debita distanza dal gazebo dove stava insieme agli altri bambini del campo estivo, sedendosi a braccia conserte sulla sabbia, portando le ginocchia al petto.
“Uffa!” sospirò, tirando su con il naso , calciando la sabbia con i piedi e nascondendoli poi sotto la rena calda. Sentì le lacrime premere per uscirgli dagli occhi quando vide un ombra allungarsi verso di lui e le ricacciò indietro: non voleva che nessuno lo vedesse piangere, neanche il maestro.
A contraddire però la sua teoria fu il tono di voce dolce che lo chiamò e la persona che si sedette accanto a lui non era di certo quella del suo insegnante giunto da lui per riportarlo all’ombra.
“Yuri?”
“Cosa vuoi? Lasciami in pace, vattene via!” disse, senza neanche sollevare la testa e anzi spostando i piedi in modo da dare le spalle a Yuya.
Il bambino più grande però non si arrese tanto facilmente e si inginocchiò di fianco a lui cercando di parlargli.
“Scusami, Yu-chan” esordì, certo che in una simile situazione fosse sicuramente la mossa giusta da fare in prima istanza.
“Mh” gli rispose infatti Yuri, cedendo un poco.
“Non volevo prendere le parti di Ryo-chan, ma non va bene spingere gli altri bambini” gli disse, cercando di farlo ragionare. “E poi non è vero che sono sempre dalla sua parte!” esclamò.
“Sì, invece, lo fai sempre!” lo ammonì Yuri, voltandosi verso di lui, puntandogli contro l’indice e vedendo Yuya sorridere per essere riuscito a farlo aprire con lui. Quando se ne rese conto stava per dargli di nuovo le spalle, ma Yuya lo fermò, prendendogli una mano nella sua.
“Facciamo pace, per favore, Yuri” gli chiese accorato il più grande. “Non mi piace se sei arrabbiato con me e non voglio che mi odi” ammise, abbassando il capo.
Yuri storse appena la bocca, sentendosi un po’ colpevole per quelle brutte cose che aveva detto a Yuya: era arrabbiato ma non voleva che Yuya fosse triste, non era vero che lo odiava.
“Non è vero che ti odio” gli disse, infatti. “Io… io ti voglio bene, Yuuyan” mormorò, vergognoso, sentendo il proprio cuore battere più forte quando vide il sorriso di Yuya a quella sua confessione.
“Anche io ti voglio bene, Yuri. Davvero, davvero molto!” gli rispose entusiasta, sporgendosi per abbracciarlo in modo quasi irruento.
Yuri che non se l’aspettava rimase un attimo spiazzato, ma allungò le braccia, poggiando le mani sulla schiena calda di Yuya, nascondendosi contro la sua spalla, abbassando lo sguardo e sorridendo appena.
“Vieni, Yuri!” gli disse poi Yuya, staccandosi da lui e sollevandosi in piedi, tendendogli una mano: Yuri la strinse e si alzò a sua volta, seguendolo, vedendolo prendere secchiello e paletta che aveva lasciato poco distanti ed esortandolo a seguirlo sul bagnasciuga.
Yuri registrò a malapena la presenza di Ryosuke e Daiki in acqua: il primo con la sua ciambella rossa che giocava contento chiamando il più grande e quest’ultimo che lo tirava avanti e indietro vicino alla riva, facendolo divertire.
Si sedette con Yuya sulla battigia e mentre il più grande andava a prendere altre formine, Yuri iniziò a riempire con la sabbia bagnata il cestello il cui fondo aveva la forma dei merli del castello, intenzionato a costruire diverse torri.
Quando Yuya tornò, sedendosi di fronte a lui, Yuri gli tese il secchiello di modo che lo rivoltasse.
“Yuuyan, costruiamo un grande castello! Facciamo anche il fossato, guarda!” gli disse, alzandosi ed allargando le gambe, prendendo le misure, chinandosi per iniziare a scavare, delimitando l’area.
“Sì, sarà grandissimo, Yuri!” concordò con lui Yuya, tornando a riempire la formina.
“E poi il ponte!” continuò il più piccolo. “E un portone grande così!” mimò le dimensioni con le braccia, vedendo Yuya annuire.
“Sarà bellissimo ed enorme così poi ci possiamo vivere insieme!” affermò Yuya spostandosi per individuare dove mettere la seconda torre e guardò poi verso Yuri che lo osservava confuso.
“Che c’è?” chiese. “Non va bene se la metto qui?” fu in dubbio.
Yuri scosse il capo e poi annuì: “Va bene” affermò, avvicinandosi poi al più grande e, allacciandogli le braccia al collo, gli scoccò un bacio sulle labbra, allontanandosi subito, imbarazzato, come niente fosse successo.
Yuya lo guardò e sorrise, continuando a costruire torri.
Ne avrebbe fatte tante sì e sarebbe stato un castello bellissimo e il più grande mai costruito, così lui e Yuri avrebbero vissuto lì insieme.
Per sempre.

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