Titolo: Where my heart belongs
Fandom: RPF - Hey! Say! JUMP
Personaggi: Yamada Ryosuke, Chinen Yuri
Pairing: Yamachii
Rating/Genere: nc-17/erotico, romantico
Warning: slash
Wordcount 1.734
fiumidiparoleNote: la storia è scritta per la
diecielode per la tabella Ideal Seduction con il prompt ‘Tango’ e per la
500themes_ita con il prompt ‘Ballando col diavolo’.
Disclaimer: I protagonisti di questa storia non mi appartengono, non li conoscono personalmente e i fatti di seguito descritti non hanno fondamento di verità. La storia non è scritta a scopo di lucro.
Tabella:
500themes_itaTabella:
Ideal Seduction #02 Yamada uscì dagli spogliatoi sistemandosi la borsa sulla spalla e spense le luci: credeva di essere rimasto l’ultimo dei compagni ad andare via dagli studi, ma passando davanti alla palestra che usavano tutti i giorni per provare, vide che proveniva della luce da sotto la porta chiusa. Incuriosito si avvicinò, credendo che qualcuno l’avesse scordata accesa, ma quando abbassò la maniglia aprendo appena l’uscio si rese conto che invece non era lui l’unica persona rimasta nell’edificio.
Una musica nota proveniva dall’interno della grande sala e riconoscendo poi la figura che ballava solitaria in mezzo alla stanza, Yamada entrò piano senza fare rumore restando in disparte a osservare Chinen provare i passi di danza.
Yuri fece una piroetta, girando su se stesso e fu in quel momento che si accorse della presenza del più grande, fermandosi a piedi uniti.
“Ryosuke” gli disse, con il fiato leggermente affannato per le prove continue, spostandosi verso il tavolo e prendendo un asciugamano avvolgendoselo attorno al collo.
“Scusami, non volevo disturbarti” gli disse Yamada sedendosi per terra, sopra un materassino lasciando la borsa contro il muro.
“No, non mi hai disturbato, avevo bisogno di una pausa” gli disse il più piccolo, tranquillizzandolo.
“Come mai sei ancora qui?” chiese Yamada, osservando il profilo dell’amico, ridacchiando poi, “Intendo come mai stai ancora ballando?” domandò specificatamente e Yuri si strinse nelle spalle.
“Ero un po’ indeciso su alcuni passi e volevo provarli ancora fino a che non mi fossero venuti quantomeno bene” spiegò, voltandosi a guardarlo e Yamada gli sorrise, scompigliandogli i capelli.
“Sei sempre così preciso, Yuri!”
“Ovvio, sono o non sono il migliore?” gli disse sollevando un sopracciglio divertito e Yamada rise.
“Ovvio!” concordò con lui.
“Vuoi che ti faccia compagnia? Posso cantare se vuoi?”
“Ti va?”
“Se ti sei riposato sì!” si offrì il più grande, stringendosi nelle spalle.
“Allora va bene, ma pensavo stessi tornando a casa” rifletté in un secondo momento, ricordandosi della borsa che il più grande aveva posato accanto a sé.
“Oh, no, figurati, resto volentieri!” assicurò, spostandosi accanto alle casse e facendo ripartire la musica quando Chinen gli diede il suo ok, assicurandogli che fosse pronto. Iniziò a cantare, osservando il più piccolo ballare alla perfezione la parte che gli era stata assegnata, dimenticando però in breve tempo le parole, distratto dall’osservare la danza di Yuri il quale, in seguito al suo silenzio, si fermò poco dopo perplesso.
“Scusami, Yuri” si dispiacque, passandosi una mano sugli occhi, levandosi gli occhiali e poggiandoli sul tavolo.
“Ryo, te l’avevo detto di andare a casa” gli disse l’altro, abbassando il volume della musica.
“No, non è questo. È che mi sono lasciato distrarre da te” ammise.
“Io?”
“Sì” rise il più grande. “A volte mi dimentico che sei molto bravo a ballare, mi piace osservarti” confessò.
“Ma andiamo, anche tu te la cavi” tentò di convincerlo e Yamada lo guardò divertito.
“Ma non sono bravo come te!”
“Beh, su questo… non tutti possono essere perfetti!” gli disse, prendendolo un po’ in giro e Yamada scoppiò a ridere.
“Proviamo a ballare insieme!” propose Chinen avvicinandosi a lui e prendendogli le mani.
“Eh?”
“Sì, se ti senti tanto insicuro, proviamo a ballare insieme.”
“No, Yuri, non penso che sia una buona idea. E poi la coreografia è per solista!” gli ricordò, ma Yuri aveva già deciso.
“Proviamo qualcos’altro infatti, ti do il tempo” gli disse, prendendogli una mano, portandosi l’altra contro la schiena e posandogli la propria sul braccio, iniziando a contare, scandendo il ritmo cadenzato del tango, spiegando al più grande come dovesse fare per muovere i passi giusti; il più piccolo si spingeva contro di lui, costringendolo a indietreggiare, muovendosi poi di lato e di nuovo attirandolo contro di sé, facendo in modo che fosse lui stavolta a guidare la danza.
Per Ryosuke ballare con Chinen era un po’ come ballare col diavolo, un diavolo tentatore e seducente, ecco cosa era per lui Yuri: ogni volta, quando lo vedeva non poteva fare a meno di pensare a quanto fosse innamorato di lui, a quanto lo desiderasse ogni giorno di più, a quanto gli sarebbe piaciuto vedere e sentire quel corpo danzare contro il proprio in modo decisamente differente rispetto a quello che stavano facendo in quel momento.
“Ahi, Ryo, stai attento!” Yuri lo riprese divertito, stringendogli tra le dita la maglietta, quando il più grande gli pestò un piede, guardandolo sorridendo e Yamada non poté fare a meno di scusarsi con lo sguardo, cercando di concentrarsi di nuovo sui passi, ma lasciandosi ancora una volta distrarre dalla sensazione di benessere che provava nello stringere Yuri contro di sé, di poterlo osservare così da vicino come in pochissime e rare occasioni riusciva a fare e di percepire contro il proprio il calore del suo corpo.
“Ryosuke!”
Ancora una volta Chinen lo rimproverò, fermandosi, lasciando che la musica continuasse ad andare avanti.
“Scusami, Yuri, mi sono distratto.”
“Me ne sono accorto” gli disse con uno sbuffo divertito. “Forse dovremo smettere, questo non è neanche utile ai fini della performance” ragionò, facendo per allontanarsi, ma sentendo, invece le braccia di Yamada stringerlo in vita e le sue mani premergli sulla schiena affinché non se ne andasse.
“Ryosuke?” lo chiamò con tono di voce confuso guardandolo negli occhi e trovando l’altro a fissarlo intensamente.
“Yuri…” lo chiamò Yamada pronunciando quasi emozionato il suo nome.
“Mh?”
“Sto per baciarti” disse all’improvviso, aspettando appena due secondi per permettergli, nel caso non avesse voluto, di scostarsi riuscendo invece a posare le labbra sulle sue in un contatto morbido; sentì Yuri schiuderle per accogliere le sue e Yamada spinse in avanti la lingua, cercando quella del più piccolo che non si fece attendere a rispondere.
Ryosuke gli posò le mani sulle guance, accarezzandolo fino a che entrambi non si separarono per mancanza di fiato, guardandosi poi negli occhi senza bisogno di trovare, a quelle loro domande inespresse, una risposta diversa che non fosse il tornare a baciarsi, mentre Chinen indietreggiava e Yamada lo spingeva a raggiungere velocemente il materassino su cui prima si erano fermati a chiacchierare.
Si separarono di nuovo e Yuri si sedette, sdraiandosi subito e aspettando che Ryosuke si togliesse la maglietta e lo raggiungesse; Chinen sollevò i palmi poggiandoli sul suo petto, iniziando ad accarezzarlo a sentire contro di sé il calore della sua pelle e stupendosi di sentire il cuore di Yamada battere forte.
Il più grande sorrise imbarazzato, chinandosi a baciarlo di nuovo sulle labbra, mai stanco del suo sapore: aveva perso fin troppo tempo osservandolo e amandolo in silenzio e adesso era come se volesse rifarsi del tempo lasciato andare.
Con le labbra discese a baciargli il collo, mentre infilava le mani sotto la sua maglietta, sollevandola, arrotolandola fin sul collo e scivolando sul torace, mentre sentiva Chinen sollevare le braccia per spogliarsi, circondandogli poi la testa, seguendolo nei movimenti, mentre era impegnato ad assaporare ogni porzione di pelle, sentendo gli ansimi di Chinen iniziare a essere impazienti. Yamada sorrise, afferrandogli l’elastico della tuta con le dita e abbassandogli i pantaloni, portandoli via insieme alla biancheria, lasciando il più piccolo nudo sotto di sé, fermandosi a osservarlo quasi con pudore e imbarazzo perché era la prima volta che i suoi occhi potevano vagare liberi su quel corpo perfetto.
“Ryo” lo chiamò Yuri con desiderio, alzando le braccia per stringerlo e Yamada non si fece attendere oltre, spogliandosi a sua volta velocemente dei jeans e facendosi spazio tra le sue gambe, lasciando che la sua pelle entrasse in contatto con la propria, avvertendo un brivido di piacere e aspettativa.
Si chinò nuovamente a baciargli le labbra, mentre con mani vogliose e curiose accarezzava il suo corpo, scendeva tra le gambe, stringendo il suo sesso e spostando l’altra dietro il sedere, cercando la sua apertura iniziando a prepararlo, attardandosi più del necessario, fino a che non sentì Chinen chiamare il suo nome impaziente e il corpo del più piccolo muoversi per andargli incontro, chiedendogli di più.
Solo allora sfilò le dita da lui e si posizionò contro la sua apertura, accarezzandogli una gamba, guardandolo negli occhi e iniziando a entrare, mentre cercava di alleviare il dolore e il fastidio per quell’intrusione continuando a stringere il suo sesso e disseminando il petto di baci, le spalle, suggendo il collo e tuffandosi di nuovo sulle sue labbra, rubando per sé il grido roco che Yuri non poté trattenere quando lo sentì affondare completamente.
Ryosuke attese con pazienza, vezzeggiando con carezze e baci il volto di Yuri, contratto in una leggera smorfia di dolore, fino a che non lo vide tranquillizzarsi e le sue mani scivolare sopra la sua schiena e i suoi occhi fissarsi nei propri, limpidi e fiduciosi.
“Yuri, stai bene?” riuscì a chiedergli, apprensivo.
“Sì… puoi muoverti, se vuoi” gli disse, incentivandolo a continuare, assicurandogli che lui fosse pronto, e vedendo il sorriso comparire sul volto del più grande.
“Non desidero altro” gli rispose Yamada, dando una prima spinta, sfilandosi di poco da lui e spingendo cauto, sentendo Chinen emettere un lieve mugolio; ripeté il medesimo gesto diverse volte, fino a che non furono gemiti di piacere quelli che sentì uscire dalle sue labbra socchiuse, aumentando il ritmo, imprimendo maggiore forza nello spingersi dentro di lui, sfilandosi completamente e affondando ancora, sentendolo inarcarsi verso di lui e stringergli le mani sulle braccia, incentivandolo a continuare a quel modo, a non fermarsi.
E Ryosuke non ebbe bisogno di altro per accontentarlo, niente altro che non fosse sentire la sua voce chiamarlo e il proprio corpo riscaldarsi e chiedere di più; strinse forte il suo sesso, stimolandolo e muovendo la mano sulla sua erezione con lo stesso desiderio che aveva di spingere in lui e sentirlo venire nella sua stretta con un ansimo soffocato.
Chinen nascose il viso contro il suo collo, mentre gli allacciava meglio le gambe dietro la schiena e le braccia attorno al collo e Ryosuke continuò a muoversi contro di lui, raggiungendo a sua volta il piacere, ricadendo esausto tra le braccia del più piccolo.
Chinen lo strinse a sé, rilassandosi mentre riprendeva fiato, muovendosi poi sotto di lui e Yamada si spostò, rotolando al suo fianco allungando però le braccia per stringerlo.
Attese che Chinen aprisse gli occhi e lo guardasse e quando il più piccolo si avvicinò per sfiorargli dolcemente le labbra con le sue, Ryosuke non ebbe bisogno di parole in quel momento, le spiegazioni sarebbero venute dopo, si limitò a sorridere, vedendolo ricambiare, poggiando la fronte contro la sua, sentendo il respiro caldo di Yuri sul proprio viso.