[Hikanoo] Omoi wa afureteku tsutaekiranai hodo

Feb 23, 2013 11:38

Titolo: Omoi wa afureteku tsutaekiranai hodo (I sentimenti finiscono per travolgermi tanto da non poterli esprimere) [Love Rainbow - Arashi-]
Fandom: RPF - Hey! Say! JUMP
Personaggi: Yaotome Hikaru, Inoo Kei
Pairing: Hikanoo
Rating/Genere: nc-17/AU, romantico, erotico
Warning: slash
Wordcount 2.417 fiumidiparole
Note: la storia è scritta per le Stelle kinkanti indetto da kinkmemeita per fillare il prompt '"Che noia" "Allora facciamolo"' e per la 500themes_ita con il prompt 'Quando le parole falliscono'.
Disclaimer: I protagonisti di questa storia non mi appartengono, non li conoscono personalmente e i fatti di seguito descritti non hanno fondamento di verità. La storia non è scritta a scopo di lucro.
Tabella: 500themes_ita

Kei non riusciva a concentrarsi sul libro che stava tentando invano di studiare distraendosi ogni cinque minuti per controllare in modo quasi ossessivo il cellulare che teneva accanto a sé: illuminava il display per accertarsi che non vi fossero mail non lette o messaggi in sospeso, ricaricando la pagina più e più volte temendo in un possibile quanto improbabile blocco del proprio telefono.
Sospirò, lanciando il cellulare sopra il letto, portandosi le mani tra i capelli grattandosi la testa infastidito dal proprio comportamento: doveva smettere di essere così nervoso e doveva smettere di pensare. Di lì a una settimana aveva un esame e non poteva permettersi ulteriori distrazioni, più di quelle che si era concesso in quegli ultimi giorni. Cercò di concentrarsi di nuovo sul libro, sforzandosi di ripetere quanto era riuscito ad assimilare, credendo fosse più sensato fare un ripasso dal momento che nulla di nuovo ne voleva sapere di entrargli in testa, ma abbandonò presto anche quel proposito poiché non riusciva a mettere in fila due parole che insieme formassero una frase di senso compiuto: aveva la testa altrove e non c’era verso che i propri pensieri cambiassero direzione rispetto a quella che avevano preso.
Sospirò allontanandosi dalla scrivania e gettandosi sul letto, recuperando di nuovo il cellulare e illuminando lo schermo senza trovare alcuna notifica.
Entrò nel menu per esplorare la galleria fotografia, selezionando una delle ultime scattate che lo ritraevano sorridente insieme a Hikaru, il suo migliore amico: mentre lui sorrideva alla camera facendo il segno di vittoria con le dita, il più piccolo aveva incrociato gli occhi facendo una smorfia verso l’obbiettivo. Kei sorrise tristemente, mordendosi un labbro e dandosi mentalmente dello stupido, distendendosi sulla schiena e portandosi un braccio sopra la fronte, ricordando ciò che era successo giorni prima e che era la causa di quel suo tormento interiore.

“Uff…”
Kei distolse lo sguardo dal proprio libro e si sollevò sui gomiti poggiandoli sul materasso, dove si era disteso per leggere, osservando la schiena di Hikaru seduto composto alla scrivania chino sui propri libri.
Come non era raro che capitasse, si erano riuniti a casa del più piccolo per studiare, sebbene non frequentassero la stessa università, si facevano comunque compagnia e si supportavano durante le ore di studio in preparazione agli esami, così come erano abituati a fare fin dalle superiori.
“Hikka che c’è?” gli chiese il più grande alzandosi e avvicinandosi a lui abbracciandolo da dietro sbirciando cosa l’altro stesse studiando.
“Non mi entra in testa niente e non mi piace come materia, mi fa venire sonno!” gli disse, poggiando la testa sopra la sua spalla, alzandosi dalla sedia e chiedendo all’altro di fare una pausa.
“Ti va qualcosa da bere?” gli chiese.
“Un succo se ce l’hai!”
Hikaru lo guardò sollevando un sopraciglio e poi sorrise, scuotendo il capo.
“Che c’è?” chiese Inoo, tornando a sedersi sul letto.
“Niente, niente, torno subito!” gli disse il padrone di casa, uscendo dalla camera e tornando poi con un bicchiere con del succo di frutta per il più grande e una lattina di birra per sé.
“Quando si studia non fa bene bere alcolici!” gli fece la ramanzina Inoo e Hikaru sbuffò, lasciandosi andare stanco sulla sedia, storcendo il naso quando rivolse lo sguardo ai libri, allontanandoli con il dorso della mano.
“Quando si studia questa è l’unica cosa che mi fa superare il pomeriggio, mi devo premiare in qualche modo!” replicò di contro, sollevando la lattina verso Inoo, brindando.
Kei rise e finì il proprio succo, poggiando il bicchiere sul comodino, tornando a distendersi sul letto e riprendendo a leggere il libro, sentendo poi Hikaru mettersi di nuovo in posizione di studio, salvo poi sentirlo sospirare e sbuffare.
“Che noia” borbottò Yaotome, piegando un braccio e coricandosi in parte sulla scrivania, sfogliando le pagine per vedere quanto gli mancasse da studiare.
“Allora facciamolo” propose dal nulla il più grande.
“Mh?” Hikaru si voltò verso di lui e trovò Kei che lo fissava.
“Sì… se ti va, ovviamente” gli disse.
“Intendi fare sesso?” gli chiese Hikaru in modo più specifico e Inoo rise, sollevando le spalle come se quella fosse una richiesta come un’altra, come se gli avesse proposto di fare una passeggiata al parco per cambiare aria.
“Esattamente. Così per passare il tempo” propose, sedendosi sul bordo del letto e portando le braccia tra le proprie gambe, incrociando le mani tra loro. “Siamo amici, non credo ci sia qualcosa di male, no?” gli disse, cercando di spiegargli il suo pensiero.
Yaotome restò a osservarlo alcuni istanti, prima di alzarsi e avvicinarsi al letto, trovando Kei assolutamente rilassato e sorridente.
“Hikka, non essere così indeciso, sono io no?” gli disse, prendendogli una mano facendolo sedere accanto a sé e salendo cavalcioni su di lui. Hikaru gli posò le mani sui fianchi sorridendogli di rimando.
Kei si chinò su di lui, posando le labbra sulle sue trovandole morbide, assaporando lentamente quel primo bacio ricercando mescolato al sapore della birra quello particolare di Hikaru che lo fece sospirare e rabbrividire istantaneamente di piacere.
“Baci bene” commentò quando si separarono, sentendo il proprio cuore accelerare appena i battiti.
“Mh, anche tu non sei male” lo prese in giro Hikaru sullo stesso tono e Kei spalancò la bocca.
“Ma sentilo! Che antipatico!” lo rimproverò, facendo per colpirlo, intercettato però dal più piccolo che gli chiuse il pugno nella propria mano, attirandolo contro di sé quando si distese, portando il corpo dell’amico sul proprio, spingendogli la testa verso il basso riprendendo a baciarlo in modo urgente, sentendo l’eccitazione montare dentro di lui e il proprio corpo e quello del più grande scaldarsi velocemente.
Kei riuscì a liberare la bocca dalla prigionia di quella di Hikaru e discese su di lui, torturandogli il collo con la lingua e con i denti, facendolo gemere pesantemente.
“Non ti stai vendicando perché ho messo in dubbio le tue capacità amatorie, vero?” gli chiese Yaotome tra un sospiro e l’altro, sentendo le mani di Inoo introdursi sotto la sua maglia e iniziare ad accarezzarlo, ma non volendo essere da meno, prese a spogliarlo a sua volta.
“Chi, io?” mormorò contro la sua pelle Kei, rispondendogli. “Dovresti conoscermi, io non mi offendo per così poco” disse, risalendo verso l’orecchio, parlando a bassa voce, prendendogli il lobo morbido tra i denti tirandolo appena, dispettoso.
“Kei!” esalò Hikaru, prendendolo per i fianchi e facendo scontrare i bacini insieme, sentendo anche il più piccolo cedere a un lamento; sorrise, ribaltando le loro posizioni e facendo in modo che fosse l’amico disteso sotto di sé, guardandolo maliziosamente mentre si levava i pantaloni e Kei lo imitava, sollevando i fianchi, restando entrambi completamente nudi.
Si osservarono per alcuni istanti in silenzio, solo leggermente imbarazzati da quella situazione che non si poteva certo dire quotidiana tra loro e si sorrisero: Hikaru allungò una mano verso il corpo di Kei, passando la mano a palmo aperto sul petto e lo stomaco, discendendo tra le sue gambe, avvolgendogli l’erezione nel proprio pugno vedendolo aprire meglio le gambe per permettergli di accarezzarlo meglio.
Sorrise ancora poi quando lo sentì cercare a sua volta la sua pelle con le mani e portargli le braccia al collo, sollevandosi per richiederlo in un bacio al quale Hikaru facilmente si abituò.
“Come preferisci stare?” gli chiese quando si separarono e Kei lo guardò con fare curioso, facendolo arrossire.
“Non guardarmi così!” gli disse Hikaru.
“Siamo dei galantuomini allora” lo prese un poco in giro, solo per vederlo diventare ancora più rosso.
“Quanto sei carino!” esclamò a voce alta Kei, stringendolo in collo e baciandogli le labbra velocemente, prima di voltarsi per dargli la schiena e prendergli un braccio facendo in modo che gli circondasse la vita.
“Facciamo così” mormorò, piegando poi l’altro sotto la propria testa, in attesa che Hikaru procedesse.
Il più piccolo si sistemò dietro di lui, iniziando a baciargli il collo e le spalle, accarezzandogli i capelli con una mano e portando l’altra alla sua bocca, posandogli due dita sulle labbra, chiedendogli tacitamente di inumidirle con la propria saliva e Kei si divertì a giocare con esse, scivolando con la lingua tra le falangi, lasciandogli andare poi la mano quando le ritenne sufficientemente bagnate. Hikaru le lasciò scivolare sul suo sedere, accarezzandogli con la mano il fianco, sentendolo sospirare quando iniziò a penetrarlo, prima con l’indice, muovendolo dentro di lui, cercando di fare pressione e poi spingendo anche altre due dita, assecondando la pressione e il movimento circolare in base agli ansimi che il più grande si lasciava sfuggire.
Quando Kei portò indietro il sedere, spingendosi contro le sue dita, Hikaru le sfilò da lui, posandogli una mano sul fianco e l’altra sulla schiena di modo che rotolasse di poco per stendersi, salendo su di lui, posando le ginocchia ai lati delle sue cosce e spingendosi dentro di lui con il proprio sesso. Kei trattenne il fiato, stringendo gli occhi e cercando di rilassarsi, mordendosi le nocche con i denti e cercando un appiglio sulle lenzuola per il piacere sempre crescente che stava provando, fino a che non rilasciò un lungo sospiro quando Hikaru entrò completamente dentro di lui.
Il più piccolo cercò di non gravare su di lui con il peso del proprio corpo, chinandosi appena sulle sue spalle e ricoprendole di baci, spostandosi da destra verso sinistra, scivolando poi con la lingua lungo la colonna vertebrale quando impresse la prima spinta e si sfilò di pochi centimetri da dentro di lui.
“Hikka…” esalò il più grande, afferrando le lenzuola con una mano, ansimando quando Yaotome iniziò a muoversi con sempre maggiore libertà contro di lui, assecondandone il ritmo, portando un braccio all’indietro per stringergli il collo e sollevandosi sulle ginocchia, facendo in modo che Hikaru affondasse meglio contro di lui.
Il più piccolo, data la nuova posizione assunta, posò le labbra contro il collo di Kei, spingendo forte dentro di lui e circondandogli la vita tornando di nuovo a stringere la sua erezione, muovendo la mano sulla sua pelle tesa, regolando la stretta alle spinte dentro il suo corpo, permettendogli di sciogliersi nella sua stretta con un lungo e appagante lamento.
Hikaru continuò a spingere nel corpo caldo di Inoo seguendo il proprio piacere sempre crescente, sentendo Kei andargli incontro e regalandogli altri appaganti ansimi di puro piacere, incentivandolo a continuare e a raggiungere a sua volta l’orgasmo, e Hikaru gli morse poi il collo quando venne dentro di lui.

Kei prese di scatto il cuscino portandoselo sopra il viso, premendolo forte e sospirando, lasciando andare un urlo di pura frustrazione.
Continuava a domandarsi per quale motivo desse fiato alla bocca senza pensare alle volte; non gli era dispiaciuto fare sesso con Hikaru, anzi, probabilmente gli era piaciuto fin troppo, quando gli aveva fatto quella proposta non pensava che poi si sarebbero fatti cogliere entrambi da quell’imbarazzante e vergognoso silenzio, come se entrambi pensassero di aver fatto un errore imperdonabile.
E per di più, cosa sbagliatissima in certe situazioni, Kei se n’era andato via in tutta fretta raccogliendo le sue cose e assicurando all’amico che si sarebbero sentiti, cosa che non era successa. Forse spettava a lui chiamare Hikaru dal momento che era stato lui a proporre di fare sesso, forse spettava a lui dal momento che era stato lui ad essersene andato senza dire una parola dopo, invece continuava ancora a sperare che fosse il più piccolo a cercarlo, forse per quietare la sua coscienza, forse perché così facendo, Kei si sarebbe convinto che le cose tra loro non fossero cambiate e che quell’episodio non aveva compromesso la loro amicizia: non voleva perderlo. E in realtà, avrebbe tanto voluto che le cose tra loro potessero svilupparsi ancora, avrebbe voluto essere stato sincero fin dall’inizio con lui e invece aveva agito senza pensare e ora si ritrovava in quelle penose condizioni.
Prese il cellulare, in un impeto di improvviso coraggio, digitando il numero di Hikaru deciso a chiamarlo quando sentì il campanello della porta suonare e saltò sul letto.
Corse all’ingresso con il cuore che gli batteva forte nel petto e quando vide dallo spioncino che Hikaru attendeva dall’altra parte sobbalzò, girando su se stesso agitato, prima di schiaffeggiarsi il viso e darsi una calmata, aprendo la porta piano.
“Hikka” lo accolse, facendolo entrare in casa.
“Ciao, Kei-chan!” lo salutò il più piccolo sorridendogli, restando all’ingresso senza dare cenno di volersi accomodare in casa. “Senti…” esordì.
“Non entri?” gli chiese Kei interrompendolo, per come stavano iniziando le cose quello non era un buon segno per lui.
Hikaru rise nervosamente: “No, cioè qui è meglio perché se dovessi impappinarmi tanto e non riuscissi a dirti quello che devo posso scappare!” disse, cercando di alleggerire la tensione con una battuta, ma Kei intuì che ci fosse un grande fondo di serietà nelle parole dell’amico.
“Insomma, Kei, sono qui per dirti che mi dispiace per non averti chiamato subito e aver lasciato passere così tanti giorni, ma io ero, ecco ero confuso e avevo bisogno di pensare” parlò molto velocemente senza respirare e senza permettere che Kei facesse lo stesso, lasciandolo sulle spine. “Io non lo so bene cosa voglio dirti, mi sono preparato il discorso così tante volte, ma non sono venuto a capo di niente, per cui mi sono detto che quando le parole falliscono c’è solo una cosa da fare!” fece una pausa, guardando Kei, il quale lo osservò con gli occhi spalancati, disorientato da quel discorso.
“E… e sarebbe?” lo spronò Kei che sentiva che il proprio cuore si sarebbe potuto fermare da un momento all’altro se Hikaru non avesse concluso al più presto il suo discorso e forse un po’ fu questo ciò che avvenne, Kei perse dei battiti e il respiro quando sentì le mani di Hikaru posarsi sul suo volto e le labbra sulle sue premere per un bacio, modellarsi e ammorbidirsi sotto le sue, trovando l’incastro perfetto.
“Ci ho pensato” parlò Hikaru con più calma, a bassa voce, allontanandosi un po’ da lui e guardandolo negli occhi.
“Ci ho pensato anche io” gli fece eco Kei, stringendogli i polsi nelle mani, sorridendo senza poterselo impedire.
“Non mi basta più quello che avevamo” continuò
“Neanche a me.”
“Non so perché ci ho messo così tanto per rendermene conto…”
“Non lo so neanche io…”
“Credevo che potesse bastare essere solo amici, ma Kei…”
“Hikka…”
“Io non voglio essere solo tuo amico!”
“Mi piaci e non solo come amico!”
“Mi piaci anche tu e non più solo come amico” fu ora Hikaru a fare eco al più grande, prima di abbracciarlo, togliersi finalmente le scarpe, calciando via prima una poi l’altra con i piedi, tornando a baciarlo di nuovo.

comm: 500themes_ita, genere: oneshot, hey! say! jump: yaotome hikaru, hey! say! jump: inoo kei, fanfiction: hey! say! jump, pairing: hikanoo, genere: erotico, comm: kinkmemeita, tabella: 500themes, challenge: stelle kinkanti, rpf, genere: au, warning: slash

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