[Yamachii] Super psycho love

Feb 23, 2013 11:04

Titolo: Super psycho love
Fandom: RPF - Hey! Say! JUMP
Personaggi: Yamada Ryosuke, Chinen Yuri
Pairing: Yamachii
Rating/Genere: nc-17/erotico
Warning: slash
Wordcount 2.252 fiumidiparole
Note: la storia è scritta per le Stelle kinkanti indetto da kinkmemeita per fillare il prompt 'hate sex' e per la 500themes_ita con il prompt 'sul filo di un rasoio'.
Disclaimer: I protagonisti di questa storia non mi appartengono, non li conoscono personalmente e i fatti di seguito descritti non hanno fondamento di verità. La storia non è scritta a scopo di lucro.
Tabella: 500themes_ita

Scritta appositamente per nellieklash che aveva espresso il desiderio di leggere una (cito testualmente) "hard smut yamachii" ispirata a questa canzone.

Ryosuke non ce la faceva davvero più ed era ormai arrivato al proprio limite, aveva cercato di fare le cose secondo le regole, aveva aspettato il momento più adatto, aveva aspettato di essere pronto, ma quell’attesa era stata fin troppo lunga e non aveva portato assolutamente a niente se ai suoi occhi continuava a essere ancora invisibile.
Amava Yuri ormai da così tanto tempo che quella situazione di incertezza e contraddittorietà che sia lui che il più piccolo, con il suo mandargli segnali contrastanti, avevano creato lo stava facendo impazzire; Ryosuke non sapeva più cosa fosse reale e cosa no, sapeva solo che non poteva continuare in quel modo, a guardarlo da lontano, a venire trattato come uno dei tanti amici, e a volte come qualcosa di più, ma senza mai avere la certezza che qualcosa di serio e definito potesse esserci tra di loro.
Aveva cercato in tutti i modi di farsi notare, di far comprendere al più piccolo cosa provasse per lui, non si era mai nascosto, non aveva mai chiuso quello che il suo cuore celava e di questo Yuri sembrava averne approfittato. Ryosuke faceva di tutto pur di attirare la sua attenzione, in un modo o nell’altro era come se gli dicesse, urlando a gran voce, ‘guardami sono qui’ ma Yuri era come se non lo sentisse e continuava a giocare con lui, con i suoi sentimenti, tenendolo ogni volta sul filo di un rasoio e Ryosuke si era stancato di sentirsi in quel modo, era stanco di continuare a lottare per niente, senza raggiungere alcun risultato.
Ryosuke sapeva di non essergli indifferente, non poteva essere altrimenti, perché non si sarebbe potuto spiegare diversamente il rapporto quasi morboso che aveva con Yuri, quella complicità che ogni volta lo portava a essere il ragazzo più felice della terra e allo stesso tempo, nella frazione di secondo successiva, riportato amaramente alla realtà, in quel limbo di dubbio e incertezza quando lo vedeva voltarsi verso qualcun altro e rivolgere a terze persone quegli stessi sguardi e quegli stessi sorrisi che credeva fossero a suo esclusivo beneficio. Si sentiva privato di qualcosa che gli apparteneva: era diventato possessivo e si ritrovava schiacciato dall’intensità dei suoi stessi sentimenti.
Così, però, non poteva continuare: lo amava in modo talmente forte e intenso e allo stesso tempo provava per lui un odio incontrollabile perché ogni volta, quando arrivava vicinissimo a raggiungere il suo cuore, a sfiorare la sua anima, Yuri gli sfuggiva come se volesse metterlo alla prova, lasciandolo solo con un enorme vuoto dentro al cuore.
Ormai, Ryosuke non sapeva più cosa fare per tenere Yuri legato a sé, come dovesse fare per conquistarlo e impedire che scappasse via da lui ancora una volta, quale fosse il segreto per far sì che lo amasse anche lui, Ryosuke sapeva che se ci fosse stata anche la minima possibilità che Yuri non potesse ricambiarlo, si sarebbe messo da parte, avrebbe rinunciato a lui purché fosse felice. Ryosuke sapeva anche che senza di lui Yuri non poteva essere felice e che nessun altro sarebbe mai stato in grado di amarlo come avrebbe fatto lui.
E quel giorno, Ryosuke aveva deciso di mettere da parte ogni cosa, dimenticare le regole e prendersi ciò che era suo, ciò che gli spettava di diritto: quel pomeriggio i Seven si erano riuniti per provare la nuova canzone in vista del concerto e quando a fine lavoro Yuto e Keito erano usciti insieme per primi lasciandolo da solo con Yuri, Ryosuke si era avvicinato al più piccolo che sistemava con la solita calma le proprie cose nella borsa, ignorandolo ancora una volta.
“Yuri?” l’aveva chiamato, avvicinandosi a lui e stringendo i pugni lungo i fianchi cercando di non perdere la calma e la testa, nonostante fosse difficile, perché ogni volta che gli stava vicino, Ryosuke si sentiva attratto da Yuri come una calamita, era talmente forte l’attrazione che provava per lui che non poteva e non la voleva più contrastare.
“Mh?” il più piccolo si voltò verso di lui con fare distratto, continuando a sistemare e Ryosuke avrebbe voluto prenderlo per le spalle e scuoterlo, ma si limitò a sospirare.
Perché indugiava in quel modo se aveva deciso di parlargli? Perché ogni volta che si ritrovava vicino a lui, ogni volta che i loro occhi si incrociavano perdeva qualsiasi fiducia in se stesso?
“Scusa, ho un impegno, se non devi dirmi nulla io ti precedo” sentì di nuovo Yuri parlare, chiudere la sacca e afferrarne i manici per andarsene e allora Ryosuke non comprese più niente: non voleva che se ne andasse, non voleva che lo ignorasse, che lo lasciasse solo ancora una volta; lo raggiunse velocemente, posando una mano sulla porta prima che la aprisse del tutto e sia addossò con il petto alla sua schiena.
“Perché?” parlò piano in quello che era stato solo un sussurro. “Perché fai così, Yuri? Perché non mi vedi?” mormorò, poggiando la fronte contro la sua nuca, richiudendo la porta con la mano e afferrandogli con l’altra il fianco, lasciando poi scivolare in avanti un braccio a circondargli la vita, attirandolo contro di sé, sentendo il proprio fiato farsi pesante, il cuore accelerare i battiti e perdere definitivamente il controllo.
Lo spinse in avanti, facendolo scontrare contro la porta e Yuri lasciò andare la borsa a terra, sorpreso da quell’irruenza: voltò appena il viso per riuscire a guardarlo, forse per chiedergli spiegazioni, ma Ryosuke non gli diede il tempo di articolare alcun pensiero perché premette le labbra sulle sue con urgenza, spingendolo per le spalle per farlo voltare, addossandolo contro la porta e intrappolandolo con il proprio corpo per tenerlo fermo. Yuri cercò di opporsi, cercando di spingerlo per le spalle e chiamarlo, ma Ryosuke era sordo lui adesso a quella voce, con un ginocchio si fece spazio tra le sue gambe, allargandogliele e iniziò a muovere la gamba contro il suo inguine, mentre le mani correvano in carezze disperate sul suo corpo: gli aprì la felpa e portò una mano sotto la maglietta, accarezzandogli lo stomaco, sospirando beato quando finalmente la propria pelle entrò in contatto con quella di Yuri, che a lungo aveva bramato, era caldo il suo corpo e il proprio non tardò a reagire a quel contatto. L’altra mano era corsa verso il basso, introducendosi oltre la tuta, ignorando la biancheria e prendendo il suo sesso, iniziando a muovere il pugno su e giù sulla sua pelle, costringendolo a reagire, riempiendogli il palmo. Yuri cercò di ribellarsi ancora, ma nonostante tra loro non vi fosse una grande disparità di forze, Ryosuke era disperato, era arrabbiato con Yuri, perché non lo vedeva, perché per lui i suoi sentimenti non contavano niente e Ryosuke stava soffrendo e il suo amore non poteva essere ripagato con l’indifferenza. Tacitò ogni altro richiamo chiudendo di nuovo la bocca sulla sua, baciandolo con irruenza bruta, mordendogli le labbra, sentendolo gemere, depredandogli la bocca con urgenza e quasi con cattiveria, costringendolo a ricambiare il bacio. Sapeva di non essergli indifferente, Ryosuke, Yuri doveva solo accorgersene e, per quanto non gli piacesse affatto il proprio comportamento, quello era l’unico modo che Ryosuke aveva trovato per farglielo capire.
E a poco a poco, le mani di Yuri non lo respingevano più, il più piccolo aveva smesso di ribellarsi, sistemandosi meglio contro il corpo di Ryosuke cedendo alla sua furia, ricambiando con altrettanto impeto, come se non volesse essere da meno, come se non volesse semplicemente subire inerme senza fare nulla, come se sua volta volesse dirgli che non poteva fare di lui quello che voleva. E in un attimo, si ritrovarono entrambi nudi, pelle contro pelle, bocca contro bocca e le mani che vagavano sui corpi accaldati: Ryosuke lasciò scivolare le braccia sotto le gambe di Yuri, sollevandolo da terra di pochi centimetri, facendo in modo che le legasse tra loro dietro la sua schiena e con la mano era sceso ancora verso il basso, a cercare la sua apertura, spingendo da subito due dita dentro di lui, sentendo Yuri gridare e graffiargli le spalle con le unghie, battendo la testa contro la porta, cercando di scacciare via quella sensazione di dolore e bruciore per quell’intrusione irruenta.
Ryosuke lo guardò, baciandogli le labbra, le guance, il mento, tutto il viso, mormorandogli le sue scuse, cercando di essere più delicato: non voleva fargli male, non era così che avrebbe voluto che le cose andassero tra loro e, soprattutto non voleva perderlo, non voleva pensare a cosa sarebbe successo dopo, ci avrebbe pensato a tempo debito, in quel momento, voleva cercare di far capire a Yuri come si sentisse, voleva che si accorgesse finalmente di lui, voleva che fosse costretto a guardarlo, a sentirlo in ogni maniera possibile.
Con lentezza, iniziò a muovere le dita dentro di lui, cercando di far scemare il dolore precedente con altre carezze: portò la mano libera alla sua coscia, sfiorandolo delicatamente con i polpastrelli e con il palmo della mano, sentendo il respiro di Yuri divenire più calmo e i muscoli del suo corpo rilassarsi per accoglierlo meglio. Ryosuke mosse le dita dentro di lui, sfilandole e penetrandolo ancora, preparandolo a lungo in quel modo, fino a che non si accorse tramite i gemiti del più piccolo di poter passare oltre: sostituì alle sue dita la propria erezione, poggiandosi contro di lui e osservando il suo volto, ogni contrazione del suo viso, spingendo piano, facendo quasi violenza su se stesso per non essere di nuovo impaziente, trattenendosi dall’affondare in lui subito, per perdersi in quel calore a cui a lungo aveva anelato per sentirsi completo. Attese, spingendosi in lui con calma, un poco alla volta, assaporando il momento, beandosi dei sospiri, gli ansimi e i gemiti che Yuri non poteva trattenere. Quando poi si spinse completamente in lui, Yuri inarcò la schiena, reggendosi meglio con le braccia attorno al suo collo e Ryosuke sollevò la testa per guardarlo, trovandolo semplicemente bellissimo con i capelli corvini scomposti davanti alla fronte, gli occhi scuriti dal piacere e le labbra socchiuse, piene per i troppi baci che aveva preteso e nell’osservarlo sentì il proprio cuore riempirsi d’amore per quel bellissimo ragazzo che lo faceva sentire vivo ed era la sua forza. Si tese verso di lui, imprimendo un’involontaria spinta, sentendolo gemere: “Scusa” gli chiese in un mormorio dolce, scostandogli i capelli dal volto con due dita, lasciando scivolare una mano sulla sua guancia, prontamente intercettata da Yuri che gli racchiuse le dita nella propria e si tese verso di lui, cercandogli lui per primo la bocca per un bacio, mentre allentava la stretta delle gambe su di lui, rilassandosi completamente, lasciando scivolare una mano sulla sua schiena, dandogli il permesso di iniziare a muoversi.
E Ryosuke non si fece attendere, rubandogli un ultimo bacio prima di iniziare a muoversi in lui, tornando ad accarezzare il suo corpo con una mano, mentre ancora lo sosteneva per la schiena, sentendo gli ansimi di Yuri riempire la stanza e il suo corpo muoversi incontro alla sua mano e il suo corpo, assecondando il piacere che lo invadeva, sciogliendosi nella presa forte del più grande.
Ryosuke osservò affascinato il suo volto distorto dal piacere, reso se possibile ancora più bello in quell’espressione di piacere, continuando ad affondare senza sosta, seguendo ora un ritmo non più stabilito, assecondando la propria voglia che aveva di lui, soddisfacendola totalmente quando venne nel suo corpo; si abbandonò contro di lui, la fronte sulla spalla nuda di Yuri recuperando fiato, sentendo la mano di Chinen tra i capelli, stringerlo involontariamente e mugolare appena di fastidio facendo così in modo che Ryosuke comprendesse e si sollevasse da lui, uscisse dal suo corpo e lo aiutasse a tornare con i piedi per terra, rimettendosi dritto.
Ryosuke rimase davanti a lui a guardarlo, con le mani poggiate sulla sua vita, prima di chinarsi e prendere dalla sacca del più piccolo un asciugamano che Yuri si legò attorno ai fianchi per coprirsi, rimettendosi a sua volta i pantaloni della tuta.
Non disse una parola, limitandosi a osservare l’altro, cercando le parole adatte per dare una giustificazione al proprio comportamento e a quanto successo, venendo preceduto dal più piccolo.
“Ci voleva tanto?” gli chiese, portandosi una mano tra i capelli.
Ryosuke lo guardò perplesso, prima di parlare.
“L’hai fatto davvero di proposito allora?” gli chiese.
“Non mi piacciono le persone indecise, Ryosuke, tu dovresti saperlo meglio di tutti” gli disse guardandolo negli occhi seriamente.
Ryosuke scosse il capo, sorridendo leggermente.
“Sì, ma così non è stato peggio? Se avevi capito le mie intenzioni perché non me l’hai detto subito?”
“Perché volevo vedere fino a che punto ti saresti spinto, volevo vedere quanto tenessi a me” confessò il più piccolo.
“Chinen Yuri, io ti amo così come sei, ma dovresti migliorare un po’ questo tuo carattere. Così facendo potresti rischiare di precluderti la felicità, lo sai?”
“Tu sei qui, mi pare e sei finalmente riuscito a dirmi che mi ami” gli rese noto, abbassando solo un istante lo sguardo, sorridendo quando anche l’altro lo realizzò spalancando gli occhi come fosse sorpreso da se stesso.
Ryosuke fece un passo in avanti, prendendogli il volto tra le mani, sollevandogli il viso verso di sé: “Sì, ti amo Yuri” ripeté guardandolo negli occhi e baciandolo dolcemente, sentendo le labbra di Yuri cedere sotto le proprie e approfondire il bacio, separandosi poco dopo.
“Ora mi serve decisamente un’altra doccia” disse il più piccolo, allontanandosi e voltandosi poi dopo verso di lui, guardandolo interrogativo. “Tu non vieni?” gli chiese, accennando un leggero sorriso quando vide Ryosuke spalancare gli occhi e poi annuire, correndo per raggiungerlo.

comm: 500themes_ita, genere: oneshot, hey! say! jump: yamada ryosuke, fanfiction: hey! say! jump, pairing: yamachii, genere: erotico, comm: kinkmemeita, tabella: 500themes, challenge: stelle kinkanti, rpf, hey! say! jump: chinen yuri

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