Titolo: Sweetest day
Autore:
ichigo_85Fandom: RPF - Hey! Say! JUMP
Personaggi: Arioka Daiki, Yamada Ryosuke
Paring: Ariyama
Genere: erotico, romantico, fluff
Rating: nc-17
Word: 1.757
fiumidiparoleWarning: slash
Tabella:
FluffPrompt: 02. Coccole
Note: la storia è scritta inoltre per fillare il prompt di
vogue91 Sali da bagno per la
notte bianca indetta da
maridichallenge.
Il bando della challenge si trova
quiDisclaimer: I personaggi non sono miei, niente di quanto raccontato vuole avere fondamento di verità. La storia è solo frutto della mia fantasia. Il seguente scritto non è a fini di lucro.
Era stata una giornata decisamente rilassante e divertente.
Era da tanto che Yamada non stava così bene, che non aveva del tempo da dedicare a se stesso e al compagno. Era stato felice quella mattina, quando Daiki l’aveva svegliato dicendogli se avesse voglia di andare con lui al luna-park. Aveva vinto quei due biglietti tentando la sorte in uno di quei baracchini sulla strada del loro quartiere e aveva voluto fargli una sorpresa.
Erano tornati a casa con diversi premi vinti alle bancarelle e Yamada aveva fatto scorta di caramelle per sei mesi. Daiki era rimasto affascinato dalla quantità di dolciumi che era stato in grado di comprare e di quanti ne avesse anche mangiati durante la giornata.
“Ryo, vado a farmi una doccia o preferisci andare tu per primo?” gli chiese, gentilmente.
Yamada gli circondò le spalle con le braccia, appendendosi alla sua schiena, ridendo, posandogli un bacio sul collo.
“Dai-chan e se, invece, ci facessimo il bagno insieme?” propose. “È tanto che non lo facciamo e volevo provare quei sali da bagno che c’erano in regalo l’ultima volta con i bagnoschiuma” cercò di convincerlo, anche se Daiki sapeva che non ne avesse bisogno.
“Perché no, siamo stati bene oggi e mi va proprio di rilassarmi in vasca. Ti aiuto a prepararla!” gli disse, prendendolo per mano e conducendolo nel bagno.
Aprì entrambe le manopole dell’acqua, aspettando che si mescolassero, prima di sigillare gli scarichi e aspettare che si riempisse. Yamada, nel frattempo, aveva preso i sali dall’armadietto sotto il lavandino e ne aveva versato il contenuto profumato nell’acqua, aggiungendo un po’ di bagno schiuma.
Immediatamente una schiuma bianca e soffice aveva preso forma e il più piccolo ne aveva raccolto un po’ con le dita, soffiandola sul volto del compagno, ridendo quando le micro bolle si adagiarono sulla sua testa.
Daiki scosse il capo, divertito dai modi di fare un po’ infantili del fidanzato, iniziando a spogliarsi. Yamada però lo fermò, posando le mani sulle sue e sostituendole a esse per finire lui di togliergli la maglietta, sollevando poi a sua volta le braccia, aspettando che Daiki facesse lo stesso con lui.
Il più grande gli tolse la maglia, dandogli poi un bacio sul naso e pettinandogli i capelli che erano stati scompigliati da quel gesto; Yamada ridacchiò, avvicinandosi alla vasca per chiudere l’acqua, tornando vicino al compagno, aiutandolo a liberarsi dei pantaloni e della biancheria. Gli circondò il collo con le braccia, sporgendosi per baciarlo sentendo Daiki stringerlo e lasciar scivolare la mani sulla sua schiena. Il più piccolo sospirò, concedendosi in quel bacio, sentendosi poi voltare all’altro e spingere verso la vasca; si fermò in piedi e Daiki portò le mani ai suoi pantaloni, aprendoli piano, mentre con la bocca era sceso a ricoprirgli il collo e le spalle di piccoli baci. Yamada spostò il capo di lato, socchiudendo gli occhi, godendo dei piccoli brividi di piacere che lo solleticavano; portò le mani sui polsi del più grande, seguendone i movimenti, calciando via i pantaloni e i boxer quando li sentì scivolare via. Adesso il corpo nudo di Daiki premeva contro il suo e Yamada si voltò di nuovo verso di lui, guardandolo negli occhi, sorridendo malizioso, gli accarezzò il volto con le dita, soffermandosi sulle labbra che Arioka schiuse leggermente per mordergli i polpastrelli, facendolo ridere.
Yamada indietreggiò, attirando anche il compagno, infilando entrambi i piedi nella vasca, aspettando che anche Daiki lo imitasse, sedendosi davanti a lui quando l’altro prese posto da una parte. Lascò che, ancora una volta, il più grande lo circondasse con le braccia e lo stringesse a sé. Yamada posò la nuca contro la spalla del fidanzato, abbandonandosi al calore di quell’abbraccio, rilassando i muscoli nell’acqua: sentiva le mani di Daiki scivolare lungo le braccia, accarezzarlo e bagnargli le spalle e il torace con l’acqua, giocando con la schiuma, divertendosi a vestirlo con le bolle, prima che lo spingesse a mettersi seduto dritto.
Yamada si voltò verso di lui e lo vide prendere un po’ di shampoo, versarsi la crema profumata sul palmo della mano e poi iniziare a massaggiargli piano la cute, lasciando passare le dita tra i capelli, pettinandoli, tirandoli leggermente all’indietro, stando attento a fare in modo che la schiuma non gli andasse negli occhi.
Yamada si lasciò andare a quel dolce trattamento, mugolando e sospirando soddisfatto.
“Potrei addormentarmi in questo istante, Dai-chan” sussurrò, giocando con la schiuma, divertendosi a spargerla in piccole nuvoline sull’acqua.
Daiki lo attirò nuovamente a sé, prendendo il microfono della doccia e sciacquandogli il capo; Yamada tirò indietro la testa, sentendo ancora le mani di Daiki tra i capelli, lavargli via tutto lo shampoo e poi fermarsi, lasciando scorrere la mano lungo la gola, sotto il mento, verso le labbra, sentendo poi quelle del fidanzato posarsi sulle sue. Schiuse la bocca, lasciandosi baciare, permettendo al più grande di infilare curioso la lingua alla ricerca della sua; ma non ebbe il tempo di concentrarsi sulle sensazioni che stava provando perché Daiki gli sfuggì e sentì le labbra spostarsi sulla guancia, verso l’orecchio dove iniziò a suggere piano il lobo morbido e la lingua tracciare i contorni del padiglione.
“Daiki…” lo chiamò Yamada in un mormorio roco, sentendo il suo corpo risvegliarsi piano e l’eccitazione sopita iniziare a crescere.
“Sei ancora dell’idea che potresti addormentarti così, Ryo?” gli chiese, con voce bassa, mentre lasciava scivolare le mani sul suo torace, stuzzicando i capezzoli con le dita, pizzicandoli e tirando la piccola punta.
Yamada arcuò leggermente la schiena, sospirando, schiudendo gli occhi e fissandoli in quelli di Daiki che lo guardava sorridendo. Si sollevò da lui, voltandosi di tre quarti, circondandogli il collo con le braccia, sentendo le mani di Daiki posarsi sui suoi fianchi per farlo voltare completamente, portandolo su di sé. Yamada obbedì, sentendo premere contro l’interno coscia l’erezione del più grande, guardandolo maliziosamente.
“Dì la verità, quanto ti sei trattenuto oggi?” gli chiese, scendendo a baciargli il collo e lasciando scivolare una mano oltre l’acqua, prendendogli il sesso in una mano, iniziano a muoverla su e giù, sentendo Daiki sospirare e afferrargli la nuca con la mano.
“Veramente sono stato benissimo stamattina, ma ammetterai che la serata ha preso pieghe inaspettate” gli rispose vago, senza stare troppo a pensare a quello che diceva con Yamada che lo torturava con la bocca e con le mani, annebbiandogli il cervello.
Il più piccolo rise, spingendo in avanti il bacino e intrecciando le dita con quelle di Daiki, prima di portarsele alle labbra e, dopo aver atteso di avere gli occhi del fidanzato puntati su di sé, ne fece scomparire due nella bocca, giocandoci con la lingua, lasciandola passare fra gli spazi fra le falangi, stringendogli il polso, lasciando scivolare la mano verso il braccio, fino al gomito, mentre con l’altra continuava a stringerlo, sentendolo ingrossarsi, e con i movimenti della bocca lasciava davvero poco spazio all’immaginazione del più grande.
Daiki poggiò le spalle contro il bordo della vasca e fermò Yamada quando si sentì vicino a venire. Gli allontanò la mano, portandosela su una spalla, facendo scivolare via dalla sua bocca anche le altre dita, portandole al suo sedere, cercando la sua entrata e spingendosi in lui, facilitato anche dall’acqua.
Yamada puntò le ginocchia sul fondo e le strinse attorno alle cosce di Daiki, spingendosi in avanti, facendo scontrare i loro bacini, perdendosi in un ansimo.
Daiki lo preparò con calma, senza fretta, sapeva di potersi permettere di essere anche poco accorto con Yamada, ma quella volta voleva che tutto scorresse piano, con un ritmo lento, per assaporare meglio ogni sensazione. In qualche modo lo voleva coccolare.
Yamada posò la fronte contro la sua, quando lo sentì sostituire il proprio sesso alle dita e spingersi in lui. Le mani di Arioka sui suoi fianchi lo guidavano per scendere meglio su di lui e Yamada si chinò leggermente in avanti con il busto, sedendosi completamente sul bacino del compagno.
Daiki gli portò una mano alla nuca, spingendolo verso di sé per baciarlo; le labbra si schiusero, i denti morsero giocosi e le lingue si rincorrevano, cercandosi e sfuggendosi, cercando la supremazia in quello scontro che non avrebbe avuto né vincitori, né vinti.
Yamada si scostò, aggrappandosi alle spalle di Daiki, stringendogli le scapole, iniziando a muoversi su di lui, sentiva le unghie del fidanzato premere sulla pelle dei suoi fianchi e graffiare, lasciandogli dei piccoli degni rossi, mentre dettava il ritmo con il quale Yamada si muoveva su di lui.
Il più piccolo si chinò tornando a baciargli il collo e passando la lingua nella fossetta alla base, spostandosi sull’osso della clavicola, mordendolo leggermente e sentendo Daiki gemere il suo nome.
Arioka spostò una mano dal fianco tra le gambe del fidanzato, afferrando la sua erezione, iniziando a stimolarlo. Yamada gettò indietro la testa, arcuando la schiena, sentendo l’altra mano di Daiki posarsi al centro di essa e le sue labbra sul torace iniziare a torturarlo, perdendo ogni gentilezza e ogni freno, lasciandogli inconfondibili segni rossi sulla pelle.
Aumentò anche il ritmo delle spinte dentro di lui, il modo in cui Yamada si sollevava, lasciandosi ricadere senza cura su di lui, sentendolo affondare sempre di più fino a toccare quel punto in lui che lo fece gridare più forte e venire nella sua stretta.
Daiki tornò a tenerlo per la vita, per imprimere poche altre spinte e raggiungere a sua volta l’orgasmo.
Yamada si lasciò andare senza forze contro il petto di Daiki, il quale subito lo strinse a sé, baciandogli una tempia, sorridendo nel sentire il suo fiato accelerato contro la pelle della spalla.
Quando Yamada ritrovò un po’ di autocontrollo, Daiki lo fece sollevare da sé, alzandosi a sua volta e aprendo di nuovo l’acqua corrente, ripulendo entrambi dalla schiuma; Yamada si divertì a giocare con l’acqua, indirizzando dispettoso il gettito verso il viso di Daiki, il quale a sua volta lo usò per difendersi e bagnarlo completamente.
Quando uscirono dalla vasca, indossarono gli accappatoi e Daiki tirò il cappuccio sulla testa di Yamada, frizionandogli i capelli, sollevandogli poi il volto verso di sé, per baciarlo dolcemente.
Si presero per mano, con Yamada che, incredibilmente di buon umore e coccolone si era attaccato al braccio del compagno e non faceva che sorridere e chiamarlo.
Si stesero a letto, lasciando fuori gli accappatoi bagnati, stringendosi in un abbraccio: Yamada depositò un bacio sulle labbra del più grande, voltandosi e dandogli la schiena, sentendosi subito dopo stringere, erano petto contro schiena: tirò indietro una gamba, incastrandola tra quelle di Daiki e così dopo essersi sussurrati la buonanotte, si addormentarono.