Titolo: Monogatari wa owaranai (Our story will never end) [HSJ - Your seed]
Fandom: RPF - Hey! Say! JUMP
Personaggi: Yabu Kota, Inoo Kei
Pairing: Inoobu
Genere: pwp
Rating: nc-17
Wordcount: 1.126
fiumidiparoleWarning: slash
Note: la storia è scritta per la tabelle wTunes - Desires con il prompt “your beauty’s not just a mask” per la
diecielode.
Disclaimer: I personaggi non sono miei, non li conosco personalmente, quanto di seguito descritto non vuole avere fondamento di verità. La storia non è scritta a scopo di lucro.
Tabella:
wTunes - Desires Quando Yabu si chiuse la porta alle spalle, sentì Kei poggiarsi con il petto contro la sua schiena e lasciare scivolare le mani sui suoi fianchi, iniziando ad accarezzarlo da sopra la stoffa della felpa.
Si volse verso di lui e gli sorrise, abbandonando la tracolla e circondandolo a sua volta. Chinò leggermente il capo, sporgendosi per baciargli le labbra, sentendo Kei cedere immediatamente alle sue attenzioni.
Il più piccolo mugolò, sollevando le braccia e sfilandogli la felpa, reggendosi poi a lui, quando Yabu iniziò a camminare, costringendolo a indietreggiare, fino a raggiungere integri la stanza da bagno.
Inoo rise, separandosi dal fidanzato, aprendo l’acqua della doccia, venendo subito spinto dal più grande dentro il cubicolo.
“Ko, aspetta!” rise. “Siamo ancora vestiti!” lo rimproverò, sentendo l’acqua scivolargli addosso e la maglietta aderirgli alla pelle.
“Che ti importa” minimizzò Yabu, pettinandogli i capelli con le dita, sollevandogli la testa per tornare a baciarlo.
Kei lasciò scorrere le mani sulle spalle scoperte dell’altro, fino ai gomiti e le mani, prima di portarle alla sua canotta e infilarle al di sotto, per sentire il calore della sua pelle. Segnò con le sue lunghe dita i muscoli dell’addome e del petto, sentendo immediatamente il proprio corpo, e quello del compagno, reagire a quei movimenti; anche se non lo guardava sapeva benissimo come gli appariva, troppe volte aveva indugiato su quella pelle chiara, troppe volte aveva contato mentalmente ogni muscolo e adesso finalmente poteva sentirli.
Yabu gli fece poggiare le spalle contro le piastrelle e, imitando i movimenti del più piccolo, scese ad accarezzarlo con le mani, portandosi via in quel percorso verso l’alto la maglietta ormai completamente bagnata. Gliela sfilò dalla testa e Kei sollevò le braccia, per facilitargli il compito, approfittando per spogliare a sua volta il compagno. Si portò le mani alla cinta della tuta e si liberò anche dei pantaloni e della biancheria. Yabu sorrise, osservandolo, spogliandosi a sua volta, lasciando fuori dalla doccia i vestiti, tornando a stringere il corpo del fidanzato.
Kei chinò appena la testa, posando le labbra prima sul collo, poi sulle spalle e le clavicole di Yabu, passando la lingua ad asciugare le infinite gocce che la bagnavano. Yabu lasciò andare il capo all’indietro, beandosi della morbidezza delle labbra di Kei su di sé, stringendogli i capelli sulla nuca, assecondando i movimenti della sua testa, guidandolo e sospirando quando lo sentì scendere, spostarsi al centro del petto e scivolare giù. Kei si ritrovò in ginocchio sul piatto doccia e, senza domandare, né chiedere nulla all’altro, prese immediatamente in bocca l’erezione di Kota, iniziando a succhiare voglioso. Le gocce d’acqua continuavano a scivolare sul corpo di Yabu e Kei le rubò per sé con la lingua, stuzzicandolo e portando Yabu lentamente verso il punto di non ritorno.
Si risollevò in piedi, abbracciando il più grande e sporgendosi verso il suo viso; Kota schiuse le labbra, concedendogli l’accesso e si lasciò baciare, piano senza fretta, assaporando insieme al sapore del compagno il proprio, cosa che rendeva Kei ancora più eccitante.
Il corpo ancora insoddisfatto del suo ragazzo premeva contro il proprio e Yabu lasciò scivolare una mano tra di loro, afferrando il sesso di Kei iniziando a massaggiarlo con pigrizia, facendo scorrere l’altra lungo la schiena, fino al sedere dove con due dita iniziò a prepararlo. Kei allargò maggiormente le gambe, spingendosi verso il corpo di Yabu, baciandolo con maggiore impeto, depredando con la lingua la bocca del più grande che lo assecondò.
Yabu ribaltò le posizioni, facendo in modo che Kei poggiasse di nuovo la schiena contro le piastrelle e si inginocchiò accanto a lui, si portò una gamba sulla spalla, stringendogli un fianco e, mentre continuava a prepararlo, aumentando con un terzo dito dentro di lui, con la bocca, i denti e la lingua, giocava con il suo sesso; lento ridiscendeva e saliva per tutta la lunghezza, premendo le labbra sulla punta, leccando e segnando ogni centimetro di quella pelle calda e tesa con la propria saliva.
Kei gemeva, a bocca aperta, ansimava pesantemente, sentendo il cuore battere rapido, come se potesse uscirgli dal petto da un momento all’altro. Quando Yabu sentì il più piccolo ansimare maggiormente e la sua mano premergli sulla testa si separò da lui, sollevandosi di nuovo in piedi e, portandosi una gamba contro il fianco, si premette contro di lui,penetrandolo velocemente.
Kei si aggrappò a lui per le spalle, gridando tutto il suo piacere, chiedendogli da subito di spingersi in lui, di iniziare a muoversi veloce e prenderlo con sempre maggiore forza, fino a che, senza resistere oltre, non cedette venendo tra i loro corpi, sentendo poi Yabu attardarsi ancora dentro di lui e seguirlo poco dopo.
Lasciandogli andare a coscia che stringeva, Yabu permise a Kei di rimettersi dritto, ma non si allontanò da lui: lo circondò con le entrambe le braccia, posandogli le mani sulla schiena, per stringerlo contro di sé. Kei riprese fiato, tendendosi poi per baciare Yabu sulla bocca, guardandolo poi negli occhi sorridendogli.
Kota ricambiò, accarezzandogli le guance e i capelli; gli baciò la fronte, il naso e le labbra, facendo ridere il più piccolo.
Kei prese la spugna, iniziando a lavare il corpo del fidanzato con dolcezza. Yabu si lasciò cullare da quelle mani e quel massaggio con cui Kei riusciva a mandare via tutta la stanchezza accumulata durante la giornata. Yabu poi prese a sua volta la spugna passandola sulle spalle e le braccia del più piccolo, prima di impugnare il microfono della doccia e risciacquarlo. Lasciò scorrere insieme all’acqua le mani per togliere meglio il sapone, sentendo Kei ridere per il solletico quando gli sfiorò i fianchi; a sua volta sorrise, lasciando che anche l’altro lo aiutasse a lavarsi, girandosi su se stesso mentre Kei si divertiva a bagnarlo e rideva.
Yabu lo guardò e non gli era sembrato più bello di così.
“La tua bellezza non è solo una maschera” mormorò, vedendo Kei chinare appena il capo e chiudere l’acqua.
“Cosa hai detto, Kota?” gli chiese il più piccolo e Yabu scosse il capo.
“Niente, Kei-chan. Pensavo che sei veramente carino quando ti diverti come un bambino” sorrise, prendendo l’accappatoio e tendendoglielo, infilandosi anche il proprio.
“Oh lo so” fece modesto Kei, prendendosi in giro e stringendosi bene in vita la cinta. “Sono bellissimo, dentro e fuori!” rise.
Yabu scosse il capo, ma non poté fare a meno di concordare con lui; era proprio questo che pensava, Kei poteva sembrare un ragazzo un po’ fuori dal comune, forse altezzoso per chi non lo conosceva bene, ma Yabu aveva guardato oltre e Kei aveva gettato via ogni artificiosità con lui, mostrandogli il suo animo.
E Yabu, di questo, non poteva che essergli grato a Kei e a chiunque avesse permesso che il loro cammino divenisse lo stesso.