Film della settimana #12

Jul 28, 2006 09:36

Cuore selvaggio
1990, di David Lynch
con Laura Dern, Nicholas Cage, Diane Ladd, Willem Dafoe


Sicuramente "Cuore selvaggio" non è il miglior film di Lynch. Ma siccome è sempre bene inserire i film nel loro contesto storico, si può certamente affermare che questo è un film rivoluzionario. Questa non è una boutade, in effetti anticipa di quattro anni lo stile e la forma filmica che renderà noto Tarantino, e cioè con "Pulp fiction" e "Natural born killers". E' ovvio che tra Tarantino e Lynch c'è un abisso, si può fare tra i due la distinzione tra autore 'vuoto' e autore 'pieno'. Tarantino è un autore vuoto, perchè lo spettatore uscito dalla sala si ritrova solo con un grande amore per il cinema, con la sensazione di aver visto un bel film (e di questi tempi non è poco), però non gli lascia nulla su cui pensare. Lynch invece riesce a unire un entertainment strampalato con una puntigliosa e ricorrente critica sociale della provincia americana e dell'inquietudine della mente umana.
La storia è stranamente lineare per essere un film di Lynch: Sailor, dopo essere stato scarcerato, ritrova la fidanzata Lula, ma il loro rapporto è osteggiato dalla madre psicotica di lei. I due, violando la libertà vigilata, scappano verso la California costantemente inseguiti da un killer che la madre di Lula ha ingaggiato per uccidere Sailor.
"Cuore selvaggio" non è solo rivoluzionario perchè ha dato il via al genere 'pulp' (chiamiamolo così), ma anche perchè cerca di trascendere qualsiasi sorta di cinema di genere, infatti al suo interno vi si può trovare: il melodramma, il road-movie, il noir, il fantasy, il western e persino il musical.
Elemento principale è comunque la passione ricorrente di Lynch per il road-movie ("Una storia vera" e in parte "Strade perdute"), dal momento che la storia si svolge praticamente tutta in viaggio, sulla strada della vita probabilmente, dove Sailor e Lula si troveranno faccia a faccia con l'orrore dell'esistenza. Il film è curiosamente alternato da più che esplicite citazioni dal "Mago di Oz", tra le quali la strega cattiva, la strega buona e le immancabili scarpette rosse. Quello che dà al film un aspetto più surreale sono la galleria dei personaggi che Lynch ha creato, uno più geniale dell'altro. Su tutti vanno ricordati Marietta, la madre psicopatica di Lula interpretata da Diane Ladd (vera madre di Laura Dern anche nella vita), truccata e acconciata sempre in maniera improbabile e protagonista della scena cult del taglio delle vene col rossetto, e Bobby Peru, interpretato da un fantastico Willem Dafoe, ripugnante come non mai e inquietante come pochi personaggi mai passati sul grande schermo.
Questo film fa anche un volutamente esagerato uso della violenza, al limite del gore e del buon gusto, tanto che lasciò basita e inorridita buona parte della critica. L'unico che riuscì a comprendere l'importanza di questo film fu Bertolucci, nel suo unico lampo di intelligenza nella sua vita, che lo fece vincere al festival di Cannes.
Interessante è notare anche la scelta delle musiche fatta da Lynch, mischiando il metal (genere da lui molto amato) allo swing anni Cinquanta, facendo interpretare alcune canzoni a Nicholas Cage stesso.
Da sublime sceneggiatore quale è Lynch ha costellato questo film di battute memorabili, tra le quali quella pronunciata da Sailor: "La mia giacca di pelle di serpente! Ti ho mai detto che rappresenta la mia invidualità e la mia fede nella libertà personale?".
Da vedere non per conoscere il genio di David Lynch, per quello è meglio cominciare da "Eraserhead" o da "Mulholland drive", ma per capire come e perchè oggi si fa cinema in un certo modo.

Le vecchie recensioni del "Film della settimana" le potete trovare tutte qui.
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