[Nottebianca IX] Doctor who (1), Supernatural (2)

Apr 02, 2013 20:51

Titolo: Un altro universo
Fandom: Doctor Who
Personaggi: Rose Tyler, Ten
Rating: PG/SAFE
Avvertimenti: Pokèmon!Au, Drabble, comico, fluff
Conteggio Parole: 173w
Note: //
Riassunto: Quello che Rose, da Biancavilla, capelli biondi e un piccolo Charmender nella propria sfera poké, è che il Dottore le mostrerà il mondo.
Scritto con il prompt "Pokèmon!AU" per la IX notte bianca @maridichallenge lasciato da @mapi_littleowl + per la #uovachallenge sempre @maridichallenge per le uova 3 (het), 7 (fluff) e 9 (AU)

Rose non sa esattamente cosa sta facendo. Sa solo che questo tizio le compare davanti e dice “corri” e lei corre, afferrandogli la mano perché, inspiegabilmente, la sua mano e quella di questo sconosciuto combaciano perfettamente, come se si conoscessero da tutta una vita.
Così Rose corre. Corre e ride, anche se sono inseguiti da uno sciame di Beedrill e anche se sa che probabilmente non finirà nel migliore dei modi.
“Rose!” gli urla, ansante “Rose Tyler”.
Il ragazzo che l'ha salvata, tanti capelli e un cappotto che gli arriva fino ai piedi, si gira e sorride “Piacere mio, Rose!”.
Quello che Rose ancora non sa ancora è che quello non sarà sicuramente il primo sciame di Beedrill con cui avranno a che fare; e sicuramente non il più grande. Quello che Rose, da Biancavilla, capelli biondi e un piccolo Charmender nella propria sfera poké, è che il Dottore le mostrerà il mondo.
Ma per il momento, Rose non sa cosa sta facendo. Così corre e ride e si diverte come mai le è successo.
“Io sono Il Dottore!”

Titolo: //
Fandom: Supernatural
Personaggi: Dean Winchester, Sam Winchester
Rating: PG/SAFE
Avvertimenti: Preserie, kidfic, flashfic, implicit incest (solo se lo volete vedere, ovviamente)
Conteggio Parole: 484w
Note: //
Riassunto: Dean può proteggere Sam da tutto; o, almeno, da tutto quello a cui può sparare.
Scritto con il prompt ""Nobody likes a clown at midnight” - Stephen King" per la IX notte bianca @maridichallenge  lasciato da @shariaruna

L'orologio segna mezzanotte e due minuti, e Dean, che per la prima volta dopo mesi è riuscito a prendere sonno senza troppi problemi, si chiede solo che diavolo abbia il suo fratellino. Spera sia importante. Lo sveglia nel mezzo della notte, apparendo come una cosina di undici anni tutto tremiti e pupille dilatate. Per un momento si spaventa davvero. Spalanca gli occhi e dio, potrebbe essere successo davvero qualcosa - dopotutto, come dice sempre il padre, le cose terribili accadono e basta, e loro devono essere pronti.
Apre e chiude gli occhi, stirando un braccio e sentendosi terribilmente lento.
Se fosse successo qualcosa, medita poi, Sam avrebbe semplicemente sparato alla cosa. E lo sparo l'avrebbe svegliato. Quindi scuote la testa e borbotta un «Sammy?» osservando il fratello fare su e giù di fronte al letto.
La stanza del motel è silenziosa; la tv è accesa, in muto.
Sam ci mette un po' prima di fermarsi, e Dean è costretto a raccogliere la sua pazienza, raddrizzare la schiena e cercare di capire che diavolo prenda a suo fratello. Questo infine si ferma, indica la tv e balbetta qualcosa come «Clown» e «Orrendo» e «Abbiamo un tombino proprio fuori dalla porta, Dean. Fuori dalla porta».
E allora Dean capisce. Più o meno. Lancia uno sguardo alla televisione, e IT, in versione telefilm, sorride dal piccolo schermo.
Che palle, pensa. «Calmati» dice, e serve a poco. Sam riprende a camminare e, per qualche ragione, sembra terrorizzato. Terrorizzato da un film horror. Oh, dio, quando è stupida una cosa del genere? Vuole dire, loro cacciano quella roba - ed è la roba che ha paura di loro. «Calmati - ripete - okay, è solo un dannato clown da un danno serial. Mica esiste roba del genere, andiamo».
«Tu dici?» il tono del fratello minore è leggermente isterico «Ed è un po' ciò che dice la gente riguardo ai demoni, o ai lupi mannari o ai dannati vampiri. Magari esiste, magari viene fuori dal tombino, magari...» continua, balbettando. Qualche volta, solo qualche volta, Dean dimentica che suo fratello è solo un bambino. Un bambino con una calibro quarantacinque sotto il cuscino, certo, ma pur sempre un bambino - in quel momento, uno di quelli spaventati, arrabbiati e fuori controllo.
Alza gli occhi al cielo.
Dean può gestirlo «Sam!» lo chiama, facendo la voce grossa (che gli esce abbastanza bene da farlo sentire segretamente orgoglioso), e Sam si blocca. Lo guarda e Dean prende un piccolo respiro, annuisce e gli indica di sedersi;cosa che, sorprendentemente, Sam fa. «E' solo - un clown» chiarisce, falciando l'aria con una mano «Se arriva, io gli sparo. Prima che possa farti qualsiasi cosa. Semplice» e, con questo, si butta di nuovo a peso morto nel letto.

Qualche minuto dopo, quel piagnucolone di Sam gli si stenderà accanto credendo che sia addormentato. E Dean glielo lascerà credere, così come vuole che creda che il suo fratellone possa proteggerlo da tutto.

Titolo: //
Fandom: Supernatural
Personaggi: Dean Winchester, Castiel, Lucifero
Rating: PG/SAFE
Avvertimenti: post 7x17, possibile OOC
Conteggio Parole: 888
Note: Più che essere una fanfiction, questo è uno sclero post visione bello e buono. Premetto che nel momento in cui l'ho scritta ero nel bel mezzo della visione della settima stagione, quindi non tiene conto di ciò che avviene effettivamente dopo l'episodio diciassette.
Riassunto:
Scritto con il prompt "Ho bisogno di te" per la IX notte bianca @maridichallenge lasciato da @hikaruryu

Lucifero non gliela rende difficile. Non all'inizio. Castiel crede che sia perché - qualsiasi cosa abbia raccolto dalla mente di Sam - abbia bisogno di abituarsi a una nuova testa.
Il fatto che non gliela renda difficile non significa che sia semplice.
Per i primi tempi lo vede e basta: il diavolo sorride e ridacchia, e quando compare ha lo sguardo furbo di chi ha appena trovato qualcosa di nuovo. Si sfrega le mani e cammina intorno, senza smettere di guardarlo. Prima di parlare, ogni volta, si morde le labbra. Lucifero sembra trovare la testa di Castiel particolarmente divertente. «Sai, qui dentro è un po' come essere in Afghanistan» dice «Sam era più come il Vietnam. Incasinato, certo, facile da tortura - complessi paterni, complessi fraterni, complessi, complessi, complessi» nel dirlo, agita una mano affianco alla testa, come per sottolineare le infinite possibilità della mente di Sam Winchester «Ma tu, no, tu...» sogghigna ed emette una risata bassa, che viene dritta dal petto. Poi scompare.
Castiel deglutisce e continua a fissare i cardini della porta. Si gira le mani e attende. Non sa cosa attenda. Se il ritorno del diavolo, o l'ora delle medicine, o quella in cui portano i pasti; Castiel attende sempre per qualcosa, in quell'ospedale, anche se non sa cosa. E qualsiasi cosa arrivi - perché prima o poi le medicine o il pranzo o il diavolo tornano sempre - non è quello per cui sta aspettando.
«Voglio solo trovare il modo migliore per farti del male, capisci?»
Lucifero è seduto sulla scrivania a gambe incrociate. Sembra un bambino. Castiel alza gli occhi su di lui con apatia, poi torna al cardine della porta. Prende un profondo respiro.
«Mi hai portato via dal mio giocattolino preferito e adesso, beh, tu devi essere più divertente, sennò mi annoierò e io odio essere annoiato, fratello».
Castiel non lo ascolta. Sa che Lucifero, prima o poi, tornerà con gli uncini e i corpi e il fuoco e lui può gestirlo, anche se è tutto nella sua testa. L'indifferenza è il modo per gestirlo. Forse.
Meg entra dalla porta con le pillole. Fa una battuta su una cosa chiamata a beautiful mind che non capisce; poi alza le spalle e dice «La prossima volta che Dean chiamerà, potrò quanto meno dirgli che la pazzia non ti ha portato via il senso dell'umorismo».
Ed è a quel punto che Lucifero capisce. Castiel non sa se è per il modo in cui ha alzato gli occhi; o il modo in cui Meg gli ha inclinato le labbra, in quel sorriso irrisorio tipico dei demoni; non sa neanche se sia perché l'ha trovato nella sua mente, da solo, o se sia stato lui stesso a mostrarglielo.
Sa solo che succede. Capisce.
Castiel chiude gli occhi e ha paura.

Lucifero aspetta. Nella sua testa, da qualche parte. Canticchia. È felice come non l'ha mai visto; come non l'ha mai sentito. È felice ma non agisce. Immagina che sia perché aspettare che la propria vittima sia al limite è più divertente.
Così prosegue a piccoli passi. Un suono che fa sobbalzare il fratellino; un indizio; una voce. Sono tante le cose che possono farlo saltare, se sai che bottone premere. Così tante che, dopo un po', lo stesso Castiel capisce che cosa Lucifero stia facendo e oh, cavolo, allora non è più così divertente, perché neanche Sam capiva mai ciò che stava per fare.
Forse è la questione dell'essere un angelo, o qualcosa del genere. Lucifero, stranamente, trova la resistenza di Castiel più spassosa, perché così far crollare tutto sarà infinitamente meglio.

Succede quando ormai Castiel ha imparato a riconoscere la realtà dalla fantasia. Succede quando si sente sollevato, solo quel poco che basta per rilassare i muscoli delle spalle e far sparire quella sensazione fastidiosa allo stomaco. Doveva prevederlo, ma Castiel è stanco, tanto stanco, così quando alza gli occhi (e li spalanca) la sua faccia trema - e di fronte allo stipite c'è Dean.
Lucifero è al suo fianco. Gira intorno alla nuova illusione mentale, poi alza le spalle «Ho avuto tanto tempo per migliorare questo qui» racconta, indicando con il pollice la figura di Dean «Un paio di volte l'ho usato anche con Sam - era divertente, davvero, finché il vero Dean non ha iniziato a comportarsi come un cane da guardia e hey! - fa una smorfia - Due Dean nello stesso posto sono un po' strani» poi si mette una mano davanti alla bocca, nascondendo il volto a Dean, rivolgendosi a Castiel in confidenza, come se stesse per raccontargli il più intimo dei segreti. Castiel deglutisce e vorrebbe davvero, davvero tanto poter smettere di guardare Dean. Ma è lui. Lui lui, in ogni lineamento, in ogni dettaglio, dalla linea della mascella, al sorrisetto arrogante, allo sguardo che gli rivolge. È Dean e Lucifero l'ha dipinto come il Dean dei migliori ricordi di Castiel.
«Ma Sam, sebbene avesse bisogno di suo fratello, aveva dalla sua che Dean era con lui» sorride «E tu, tu hai bisogno di lui ma lui non c'è». Lucifero alza le spalle e le sopracciglia. Ghigna, e in quella smorfia c'è tutto, tutto ciò che Castiel combatte e tutto ciò che Castiel non vuole ammettere. C'è tutto.
Quando alza gli occhi, Lucifero è scomparso. Dean è ancora lì e avanza verso di lui, fissandolo negli occhi. Ora sogghigna.
Lucifero, dalla testa di Castiel, trova finalmente pace alla sua noia.

fandom: supernatural, 2013, masterlist: nottebianca, fandom: doctor who, pg/safe

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