[FLASHBACK #1] Natale in casa Petrelli

Sep 18, 2007 22:03

Chi: Nathan, Peter
Dove: Casa Petrelli
Cosa: Peter è tornato dal suo "ritiro" per impare a dominare i propri poteri, Natale è alle porte e Nathan non è cambiato di una virgola.
Quando: Lunedì 24 Dicembre 2007. Tarda mattinata. Pomeriggio. Sera. Notte.
Stato: Finito

La prima lezione che Nathan Petrelli avesse mai appreso nella sua vita di adulto era che i panni sporchi si lavano in famiglia )

peter, flashback, nathan

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22:45 nate_petrelli September 21 2007, 23:16:00 UTC
Alle undici meno un quarto, la casa era non solo ancora in piedi, ma anche piena di cugini di grado imprecisato, zii, zie, parenti acquisiti, cibo, spreco di preziosi e abiti firmati, cibo, chiacchiere a voce troppo alta, sguardi scrutatori, risate, ohh, ahh, ma dai, cibo, e, sotto l'enorme albero di Natale in fondo al salone, regali ( ... )

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pete_petrelli September 22 2007, 13:01:05 UTC
Nonostante avesse visto, vissuto e sopportato decine di feste gigantesche nella casa in cui era cresciuto, Peter si era sempre sorpreso di come la gente non traboccasse fuori. O meglio, del perchè la casa non li sputasse fuori. Poi pensava che secoli di generazioni Petrelli tra le sue mura l'aveva probabilmente abituata a (persone e) cose peggiori.

Le conversazioni nelle quali lo stavano forzando parenti mai visti, e altri (purtroppo) conosciuti gli ricordarono esattamente perchè tra i Petrelli avesse invitato solo Nathan, Heidi, Mamma e Papà alla sua festa di laurea. Rispondendo alle domande continue di cugini che non aveva mai saputo di avere, ogni tanto gettava uno sguardo e un sorriso a Nathan, tanto per controllare che non gli esplodesse la testa (aveva controllato - solo un pochino - quanto effettivamente gli facesse male, e non era stato piacevole ( ... )

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nate_petrelli September 22 2007, 14:14:42 UTC
"E almeno una ventina di chirughi plastici" replicò Nathan, annuendo senza cambiare minimamente espressione. "Ma prima fammi ricontrollare la polizza dell'assicurazione sulla casa. Non sono sicuro che copra le esplosioni atomiche."
Alla sua sinistra, il discorso sui migliori dessert degli ultimi dieci anni proseguiva con entusiasmo, coinvolgendo una vecchia zia e due cugine zitelle. Per la verità Nathan pensava che il dolce fosse ottimo, ma si guardò bene dal dirlo ad alta voce.
"Ehi, Pete" mormorò, chinandosi verso il fratello, "Che ne dici se andiamo di là cinque minuti e ti do il tuo regalo? A mezzanotte ci sarà a malapena tempo per farsi gli auguri, e per mezzanotte e mezza metà dei presenti sarà ubriaca. Non vorrei che ci vomitassi sopra."

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pete_petrelli September 22 2007, 15:26:03 UTC
"Sicuro" assentì Peter, con un sorriso: allontanarsi dalla gigantesca cena per qualche minuto non l'avrebbe certo fatto disperare.
Cominciò ad alzarsi. Era il momento. "Passo un secondo al bagno di sopra, ti raggiungo subito, uh...in salotto." disse, determinato a suonare del tutto casuale, e non una persona che usava una scusa per andare a prendere un regalo segreto nella sua stanza.
Con un veloce 'scusatemi' rivolto a quel nessuno in particolare che gli stava parlando - senza essere assolutamente ascoltato, si alzò e salì le scale trattenendo l'istinto di correrci a rotta di collo, o ancora meglio di volarci.
Non c'erano stati regali, il Natale prima, il che rendeva questo regalo ancora più speciale.

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nate_petrelli September 22 2007, 15:43:35 UTC
Nathan aspettò che Peter si fosse allontanato da un paio di minuti, poi mormorò una parola a Heidi e una parola di scusa agli ospiti più vicini e si alzò discretamente dal tavolo, senza far stridere la sedia contro il pavimento lucido ( ... )

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pete_petrelli September 22 2007, 16:08:38 UTC
Appena arrivato in camera, Peter aprì il cassetto in cui da piccolo aveva riposto le Cose che Non Voleva Perdere: il suo libro preferito del momento, regali di Nathan (quelli che non aveva perso ancora prima di metterli nel cassetto), e altre cose che potevano essere un giorno un disegno, e un altro piccoli mammiferi (o grossi insetti). Non era rimasta nessuna di queste cose, e si chiese dove fossero finite, prima di afferrare il pacchetto, riposto lì al suo arrivo.

Ritornò giù affrettandosi, e arrivato davanti a Nathan, gli consegnò il Regalo, nel suo involucro di carta marrone e spago. Peter non era mai stato molto bravo nel confezionare le cose.

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nate_petrelli September 22 2007, 16:47:59 UTC
C'era qualcosa di incredibilmente tenero nel pacchetto dalla forma irregolare e bozzosa, avvolto a mano con la carta da pacchi e lo spago. Nathan lo prese con un sorriso e tese a Peter il pacchetto di gioielleria con gli spigoli squadrati, il nastro arricciato in una serie di boccoli perfetti e la carta liscia, quasi splendente, col nome del negozio stampato in oro.
Andò a sedersi sul divanetto, godendosi per un attimo il silenzio del salotto. Lì le voci degli ospiti arrivavano in un brusio soffocato e distante, non invasivo.
Gettò uno sguardo interrogativo a Peter (quando poteva aver trovato il tempo di comprargli un regalo? e con quali soldi?) e iniziò a scartare il pacchetto. Sotto la carta sembrava morbido al tatto, ma elastico. Per abitudine sfilò prima lo spago e poi spiegò la carta senza strapparla.
Dall'involto improvvisato sbucò una pallina da baseball dall'aria usata ma non vecchia, sporca ma intatta, senza un graffio.

Corrugò la fronte. "Cos'è, un modo gentile per dirmi che dovrei fare più sport?"

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pete_petrelli September 22 2007, 23:17:15 UTC
Peter scosse la testa, un po' divertito, e presa la pallina dalle mani del fratello, la girò dalla parte su cui era firmato l'autografo e gliela rimise in mano. Mookie Wilson, una firma che avrebbe dovuto essere sbiadita, tracciata più di vent'anni prima, ma sembrava come firmata ieri perchè, be', era stata firmata ieri. Nel (non) così lontano '86, che Nathan probabilmente ricordava meglio di lui ( ... )

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nate_petrelli September 22 2007, 23:42:54 UTC
Nathan rimase a fissare la pallina, a studiare la firma che aveva visto dal vivo una volta sola nella vita, per qualche secondo, prima di perderla per sempre. Per un momento gli risuonò nelle orecchie il caos della folla vociante mentre lasciava lo stadio, sentì di nuovo la manina di Peter che scivolava dalla sua presa e un attimo dopo l'aveva perso. Ricordò il terrore e il frastuono del sangue che gli rombava nelle tempie, poi il sollievo improvviso, e no, non gli importava niente della dannata pallina, ed era stata l'unica volta che aveva sentito prudere le mani dal desiderio di tirare a Peter un ceffone - gliel'aveva detto di non allontanarsi mai per nessun motivo - ma Peter aveva gli occhi sgranati per il dispiacere di aver perso la pallina e Nathan non l'aveva fatto - né avrebbe mai. Quando Peter gli aveva parlato di un uomo con la barba e di cose che dovevano restare segrete aveva sentito distintamente ogni singolo centimetro di pelle sollevarsi percorso da un brivido di orrore. Ma l'aveva perso di vista meno di cinque minuti, e ( ... )

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pete_petrelli September 23 2007, 00:09:01 UTC
Spalancò gli occhi, e sbattè le palpebre un paio di volte. Fissò Nathan incredulo per un secondo. Poi Peter scoppiò a ridere.
Riusciva a malapena a parlare, scosso dalle risate incontrollate. "T-tu davvero pensavi...perchè ho detto che..."

Riuscì a calmarsi e ad asciugarsi gli occhi dopo un minuto. O due. Durante i quali Nathan era rimasto fermo e serio davanti a lui. Peter, ancora sorridendo, gli mise una mano sulla spalla e recuperando una sorta di compostezza disse: "Mi dispiace averti fatto preoccupare così tanto."
Guardò suo fratello negli occhi, e aggiunse un "Davvero.", anche se il sorriso ancora non era scomparso.

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nate_petrelli September 23 2007, 00:29:21 UTC
"Tu..." Nathan scosse la testa, stringendosi la radice del naso tra il pollice e l'indice. "Non mi sono preoccupato, Peter. Capita a tutti di perdere un bambino di cinque anni in uno stadio e ritrovarlo a blaterare di uomini che... Lascia stare."
Non era arrabbiato, non davvero, ma quella era stata la prima volta in cui si era veramente reso conto che Peter non poteva essere lasciato solo, e il pensiero non era stato piacevole. E' vero, era solo un bambino, ma dopo più di vent'anni la regola continuava a sembrare valida. E, come sempre, Nathan non sapeva cosa pensare in proposito.

Alzò di nuovo lo sguardo. Peter aveva l'aria vagamente ferita. Gli appoggiò una mano sulla guancia, abbozzando un sorriso. "Apri il tuo regalo."

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pete_petrelli September 23 2007, 12:01:01 UTC
Al sorriso del fratello, Peter ridistese la fronte, un po' aggrottata al pensiero di aver turbato Nathan - vent'anni prima, certo, ma dalla sua espressione, per lui sembrava essere stato un tantino peggio di quanto Peter avesse previsto.

Guardò il pacchetto nelle sue mani, simmetrico ed elegante (nulla a che vedere col suo pacchetto di carta da riciclo) e lottò con il nastro per qualche secondo, per poi aprire il cofanetto. Ne tirò fuori un rolex così dorato da abbagliare - e anche se Peter non era sicuro del prezzo, sapeva che era più di quanto lui avesse mai guadagnato, nella sua passata carriera d'infermiere.

"Wow, Nate, è stupendo."
Abbracciò il fratello, sorridendo, poi voltò leggermente il viso e gli sussurrò nell'orecchio: "Grazie."

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nate_petrelli September 23 2007, 12:46:23 UTC
"Niente" mormorò Nathan, accarezzandogli la testa. Chiuse gli occhi per un istante, espirando piano. Poi si districò dal suo abbraccio e gli tolse l'orologio dalle mani, aprendo la piccola chiusura delle maglie metalliche ( ... )

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pete_petrelli September 23 2007, 15:02:59 UTC
Peter osservò le mani grandi di Nathan prendergli il polso tra le mani, e gli tornò in mente quando aveva quattro anni e aveva tracciato il contorno della mano di Nathan su un foglio, con un pennarello rosso, e dentro aveva tracciato in blu il contorno della sua mano. Una delle tate aveva trovato il disegno per terra, e l'aveva buttato. Quando Peter l'aveva scoperto, aveva pianto, quindi Nathan aveva detto a Mamma di licenziare la tata. Strano come funzionassero le cose, allora.

Peter sentì un tocco leggero sulla pelle sensibile del polso e si dimenticò a cosa stava pensando, esattamente. Chiuse gli occhi un istante, poi guardò Nathan, che aveva ancora gli occhi sull'orologio.
"Dovremmo tornare a cena." disse Peter, senza controllare l'ora.

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nate_petrelli September 23 2007, 16:47:19 UTC
"Sì." Ma invece di alzarsi, Nathan appoggiò la testa contro il bordo superiore del divano e socchiuse gli occhi, il dorso della mano sulla fronte. "Senti, Peter. Riguardo alla storia dei... com'è che li chiami?... delle persone speciali..." Prese un respiro. Non era facile ( ... )

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pete_petrelli September 23 2007, 17:27:32 UTC
Peter sorrise e si spostò leggermente di lato per far accoccolare suo nipote più comodamente tra loro.
"Non dovresti chiamare Simon per difenderti da - era zia May, vero? - da grosse rane velenose e mostri simili?"
Peter non aveva mai avuto bisogno di chiamare Nathan, perchè lui arrivasse a portarlo via da zie eccessivamente affettuose (tra le quali c'era già Zia May - quanto era vecchia, esattamente?)
Gli ci erano voluti anni per convincersi che no, la sua faccia non si sarebbe allargata a forza di buffetti. Ma era ancora convinto che fosse una tortura alla quale nessun bambino avrebbe dovuto essere sottoposto, specialmente se c'era in giro un fratello maggiore con dolorosa esperienza in proposito.

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