Titolo: Per ogni filo d'erba
Fandom: originale
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levyRating: G
Disclaimer: miomiomio
Conteggio parole: 441
Riassunto:
Lui ride sotto la barba, corta ma curata; infila in testa il mezzo cilindro per nascondersi meglio dagli sguardi e sentirsi più sicuro nella sua piccola intimità mentre le parla.
Challenge: WeCha @
week_challengesPrompt: anello
La prima volta era successo durante un pic-nic di Pasquetta miracolosamente risparmiato dalle piogge primaverili.
Lui le aveva girato una margherita attorno al dito e, senza domandarle niente, aveva detto:
« Un giorno io e te ci sposeremo. »
Aveva pronunciato quelle parole con una sicurezza tale da riuscire a persuadere - almeno per un momento - tutti quelli seduti assieme a loro sopra al plaid, tra piattini, briciole e formiche.
Lei aveva annuito, convinta quanto lui che quelle parole corrispondessero a verità; lo aveva abbracciato perdendo la margherita che si era slegata dal suo dito e lo aveva baciato sulla guancia.
Allora avevano entrambi nove anni. Scambiandosi promesse nelle quali soltanto loro due sembravano credere davvero erano riusciti a suscitare la tenerezza di tutti i parenti e nessuno avrebbe immaginato che a partire da quel pomeriggio assolato di Aprile lui le avrebbe promesso di sposarla ancora tante volte, regalandole una collezione di anelli fatti di fili d’erba e margherite che lei avrebbe puntualmente perso poco dopo, mentre giocavano a rincorrersi o a spingersi sull’altalena.
« Quante volte mi hai chiesto di sposarmi? » Domanda lei guardandosi l’anulare. « Le hai contate? »
Lui scuote la testa si aggiusta il nodo della cravatta e il mazzolino di Nebbiolina nel taschino.
« No. » Sorride, smagliante porgendole il braccio con cavalleria per invitarla a ballare.
« Una di troppo. » Risponde lei, ostentando il suo tono sarcastico da quella che non gli avrebbe mai voluto rispondere di si e infilando la mano sotto il gomito di lui stringendoglielo con i guanti di seta bianchi. « E non mi hai ancora regalato un anello. »
Lui ride sotto la barba, corta ma curata; infila in testa il mezzo cilindro per nascondersi meglio dagli sguardi e sentirsi più sicuro nella sua piccola intimità mentre le parla.
« Te ne ho regalato un altro pochi minuti fa. » Sussurra prendendole la mano sinistra, sfiorando il filo d’erba legato attorno al suo anulare e stringendole la vita per guidarla in mezzo alla stanza, mentre l’orchestrina attacca la canzone che hanno scelto.
Lei ride dietro ai riccioli dell’acconciatura, dietro all’ombra di rossetto che le è rimasta sulle labbra.
« Lo perderò. » Replica. « Come la prima margherita, la seconda spiga verde di grano e come tutti gli altri fili d’erba. »
Lui la fa girare su se stessa, le fa roteare la gonna, il velo, la lascia piroettare sulle scarpette di un numero troppo piccolo delle quali però si era innamorata.
« Meglio così. » Sorride e accarezza la fede dorata sulla mano destra mentre la musica si alza e l’orlo bianco della gonna torna ad appoggiarsi a terra assieme ai tacchetti delle decolté.
« Così io potrò sposarti ancora. »