[Originale] The candy box

Apr 10, 2011 21:26



Titolo: The candy box
Rating: G
Disclaimer: miomiomio
Conteggio parole: 631
Riassunto:
Erano istantanee di una vita intera, immagini intrappolate nella celluloide che testimoniavano il passare degli anni, delle mode, delle stagioni, tutte riposte in un disordine affettuoso, caotico ma non disinteressato.

Note:
* questa cosina è autobiografica in modo imbarazzante
* però lo ammetto XD


Non era difficile riconoscere i suoi genitori nelle fotografie custodite da sua madre dentro alla scatola di cartone, un tempo piena di gelatine alla frutta e che ne conservava ancora l’odore zuccheroso.

Erano istantanee di una vita intera, immagini intrappolate nella celluloide che testimoniavano il passare degli anni, delle mode, delle stagioni, tutte riposte in un disordine affettuoso, caotico ma non disinteressato.

Lì c’erano gli scatti di sua madre assieme a quelli di suo padre; polaroid, foto a colori e in bianco e nero, tutte accatastate nello stesso cartone di caramelle, assieme a qualche granello di zucchero rimasto sul fondo.

A lei piaceva, di tanto in tanto, andarle a riguardare; le rovesciava tutte sul letto e le rimetteva nella scatola una ad una, cercando di riordinarle mentalmente, di immaginare quando erano state scattate, curiosando tra camice aderenti e pantaloni a zampa che non avrebbe mai immaginato addosso a suo padre o sull’orlo delle minigonne della madre.

Le piaceva valutare tutti gli ex fidanzati di mamma - che erano inaspettatamente tanti -, decidendo ogni volta che sposando suo padre aveva scelto sicuramente il più brutto. Le piaceva anche quando, all’improvviso, tra un cartoncino di sua nonna da bambina - in posa e vestita da bambola, come usava in quegli anni - e una foto sfocata del profilo di suo padre che sparava al poligono, trovava qualche scatto del matrimonio, come quello in cui stavano per tagliare la cravatta a papà - che allora aveva ancora i capelli neri neri - e mamma indossava un cappello enorme che le avrebbero presto sporcato di vino.

In alcune foto c’era anche lei che urlava e piangeva avvolta da una copertina bianca, subito dopo il battesimo, o dentro pancione della mamma, in inverno, fasciato da un vestito morbido di lana verde. In una fingeva di guidare una motocicletta parcheggiata, con indosso un casco più grande di lei, in un’altra era estate e se ne stava tranquilla nel cestino della bicicletta.

C’era qualche foto di suo zio da bambino - tanto alto da sembrare già un ometto - con i pantaloncini corti e le bretelle, c’erano i suoi cugini da piccoli e ancora immagini di lei neonata, sdraiata sul lettone dei genitori, quando ancora abitavano nella casa dove era cresciuta che, a rivederla in quelle fotografie invecchiate, sembrava un ricordo ancora più lontano.

C’erano vacanze al mare, bikini castigati degli anni cinquanta, occhiali dalle lenti enormi, mamma che prendeva il sole sopra un asciugamano steso sull’erba di un argine, mentre papà dirigeva il traffico; e poi stivali di pelle, scarpe a punta, gilet, gare di sci, gatti scappati di casa, il bobtail che la aveva aiutata a muovere i primi passi e la fotografia di una settimana bianca: suo padre appoggiato a un paio di sci piantati nella neve e sua madre sdraiata davanti, come una sirena in tuta da montagna.

Ognuna di quelle foto, riposta diligentemente in confusione nella scatola, le faceva tenerezza; anche la più semplice, anche il trucco pesante di sua madre la notte di capodanno o i Ray-Ban di suo padre che imbracciava il fucile.

Prese in mano quella che lasciava sempre volutamente per ultima: papà in posa su una roccia con indosso degli improbabili pantaloni a zampa di elefante color ruggine; una foto nella quale lei - ad eccezione del colore degli occhi scuri nascosti dietro le lenti degli occhiali da sole - trovava un numero infinito di somiglianze, una foto nella quale riusciva a rispecchiarsi e dare ragione tutti quei “sei identica a tuo padre” di amici e parenti.

La guardò commuovendosi a lungo, poi la mise in disordine, assieme alle altre, pre.isamente al centro del mucchio di foto e ripose la scatola di cartone ed il suo profumo di gelatine alla frutta nel secondo cassetto del comodino, dove sarebbe sempre stata.

# originali

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