Colpa dell'escursione termica

Dec 31, 2012 17:08

Titolo: Colpa dell'escursione termica
Rating: Verde
Genere: Generale, Slice of life
Personaggi: Kyouhei, Mei
Wordcount: 1130 (fiumidiparole)
Prompt: 36. Caldo/Freddo dalla mia cartellina per la Maritombola #4 @ maridichallenge
Note: Gameverse, Gen
Arrivando a Ponentopoli l'escursione termica era ben evidente e percepibile: per Kyouhei e Mei, abituati al clima privo di piogge torrenziali ed apparentemente eterne tipico di Alisopoli e dintorni, il continente si era presentato loro come un concentrato di caldo torrido, piogge torrenziali e venti gelidi tale da rasentare addirittura il surreale.
Anche Ponentopoli - come Libecciopoli prima di essa - pareva essere caratterizzata da un clima essenzialmente rigido e avverso.

Arrivando a Ponentopoli l'escursione termica era ben evidente e percepibile: per Kyouhei e Mei, abituati al clima privo di piogge torrenziali ed apparentemente eterne tipico di Alisopoli e dintorni, il continente si era presentato loro come un concentrato di caldo torrido, piogge torrenziali e venti gelidi tale da rasentare addirittura il surreale.
Anche Ponentopoli - come Libecciopoli prima di essa - pareva essere caratterizzata da un clima essenzialmente rigido e avverso.
Dentro la palestra della cittadina le cose non erano migliorate affatto: l'edificio era caratterizzato dalla presenza di ventole a pale terribilmente grandi che ogni pochi momenti giravano a velocità maggiore creando un vento potente e freddo che raggelava anche se si era coperti con vestiti veramente pesanti. Era incredibile il freddo che faceva in quel capannone.
Non appena Mei avvertì la prima folata, si rifiutò di proseguire all'interno della struttura, ma Kyouhei non era del suo stesso avviso: «Ah, non vedo l'ora di avere la medaglia di Ponentopoli!».
«Ma fa freddissimo qui dentro...!» obiettò Mei, rabbrividendo e stringendosi nelle spalle.
«E allora? Non m'importa del vento! Mi sono allenato un sacco per arrivare fin qui e non sarà certo un po' di vento a fermarmi!».
Era deciso, si vedeva dalla scintilla d'esaltazione che gli animava lo sguardo.
«D'accordo, allora tu vai ed io ti aspetto fuori» esclamò Mei in tono risoluto, dandogli le spalle ed uscendo dalla palestra.
«E va bene, vado da solo!» disse il giovane allenatore a nessuno in particolare, gonfiando offeso le guance, avviandosi verso la grata che fungeva da pavimento della palestra.
Mei aveva atteso quasi un'ora sotto la pioggia prima di veder ricomparire il suo compagno e, quando lo vide...
«Kyouhei... non hai una gran bella cera, eh...! Che ti è successo?» chiese Mei ansiosa, guardando preoccupata il giovane che aveva dinanzi: Kyouhei aveva le guance arrossate e tremava leggermente, pur sembrando sereno e addirittura allegro.
«Mh...? Non capisco che intendi: io sto benissimo! Sono riuscito a conquistare anche la medaglia di Ponen-nent-ATCÌ!».
L'allenatore starnutì rumorosamente ed iniziò a tirar su con il naso più volte.
La ragazza, a quel punto, gli mise una mano sulla fronte ed esclamò: «Kyouhei ma tu scotti!».
«Non è vero, sono solo stanco per l'incontro. Dopo una bella cena calda vedrai che starò meglio!» replicò con fervore lui spostandole la mano - anche se non lo fece in modo maleducato.
Tornati al Centro Pokémon, però, Kyouhei mangiò veramente poco e si ritirò nella stanza assegnata gentilmente a lui e alla sua amica dall'infermiera Joy.
Mei continuava a non essere affatto convinta che la sua fosse soltanto stanchezza, pertanto - dopo aver cenato - andò a cercare l'infermiera Joy e le spiegò i suoi sospetti, pregandola di seguirla presso la camera dell'amico perché verificasse di persona.
Fu così che Kyouhei, già assopito e rintanato sotto le calde coperte del suo letto, fu svegliato da Mei e da Joy.
«Che cosa c’è?» domandò, voltandosi verso le due femmine e mettendosi seduto: gli sembrava poco educato rimanere sdraiato. L’impatto tra il proprio corpo e l’aria più fredda che c’era nella stanza lo fece rabbrividire in modo ben percepibile agli occhi dell’infermiera e dell’allenatrice.
«Scusami, caro... posso?» chiese l’infermiera Joy in tono carino e gentile, avvicinando a Kyouhei una mano, mostrandogli il palmo come per dimostrargli di non avere cattive intenzioni.
Il giovane la fissò, perplesso ed anche un po’ imbarazzato, per qualche momento, prima di starnutire rumorosamente e per un paio di volte di seguito.
Joy gli posò una mano sulla fronte mentre lui si stava soffiando il naso gocciolante con un fazzoletto usato appoggiato sul comò.
La situazione rimase statica per alcuni secondi; infine, giunse l’implacabile verdetto dell’infermiera: «Mi spiace dirtelo ma tu hai la febbre alta».
A quel punto si rivolse a Mei: «Puoi occupartene tu...?».
La ragazza sorrise e annuì con vigore con il capo, entusiasta: «Non si preoccupi! Può portarmi una bacinella con dell’acqua fredda?».
L’infermiera annuì e se ne andò, lasciando i due di nuovo da soli.
«Visto? Te l’avevo detto anche io che avevi la febbre alta, ma tu non ci hai voluto credere!» esclamò Mei gongolando e facendo la linguaccia all’amico, il quale le rivolse un’occhiata torva assieme ad un: «Come sei antipatica certe volte».
Il ragazzo si sdraiò di nuovo, coprendosi fino a metà volto con le coperte.
«E tu sei testardo!» lo rimbeccò l’amica in tono indignato.
L’infermiera tornò poco dopo a lasciare la bacinella d’acqua richiesta, dopodiché sparì ancora una volta.
Mei sistemò la bacinella sul comò di fianco al letto del compagno di viaggio e vi immerse dentro la pezza che Joy aveva adagiato sul bordo.
«Ehi, mica ti sarai già addormentato...?» bofonchiò l’allenatrice, strizzando la pezza.
«No, ma vorrei...» replicò a mezza voce l’allenatore, allungando la testa fuori dalla coperta lentamente. Si sentiva stanchissimo, come se avesse girato tutta Unima a piedi.
«Be’, per ora non puoi dormire» tagliò corto la ragazza, avvicinandogli la pezza imbevuta d’acqua al viso «Forza, stenditi a pancia in su che ti metto questa...».
Kyouhei si volse supino a malincuore ed emise un gemito leggero quando Mei gli posò il fazzoletto bagnato fradicio d’acqua fredda sulla fronte e sugli occhi. Rabbrividì e si lasciò scappare un gridolino sorpreso.
«È gelida!» brontolò.
«No, sei tu che sei troppo caldo!» replicò la sua infermiera privata ed improvvisata con irritazione palese nella voce «Se tu non fossi stato tanto dentro a quella palestra gelida non ti saresti ammalato!» lo rimproverò.
Era fermamente convinta che la causa di quella febbre fosse la palestra di Ponentopoli con le sue pale enormi e le ventate gelide e potenti.
«Smetti di urlare, vorrei dormire e mi stai facendo venire il mal di testa» controbatté Kyouhei in tono esausto «E comunque sono giorni che camminiamo per città fredde e piovose, non è certo colpa della palestra se mi sono ammalato» proseguì.
«Se non è stata solo colpa della palestra, certamente ha concorso! Io ero con te a Libecciopoli sotto la pioggia e vorrei farti notare che sto benissimo!» lo riprese una seconda volta Mei.
Di quel passo non avrebbero finito più di discutere della questione, era più che certo.
Kyouhei tacque bruscamente, voltando leggermente il capo dal lato opposto a quello della sua interlocutrice: non poteva obiettare niente. Quella della sua amica era un’affermazione vera sotto ogni punto di vista, purtroppo per lui.
Constatando che - almeno per il momento - aveva vinto la diatriba, Mei esclamò: «Bene, ora riposati e non aprire gli occhi: devo cambiarmi! E se stanotte hai bisogno, chiamami pure».
Così dicendo la ragazza si avvicinò alla propria borsa e ne estrasse il proprio pigiama. Dando rigorosamente le spalle all’allenatore, cominciò a spogliarsi.
«Non preoccuparti, non sbircio proprio niente. Dormo» sospirò Kyouhei: quel "pure" detto dandosi aria d'importanza lo aveva infastidito non poco, eppure sapeva che a Mei talvolta piaceva fare la preziosa.
Il ragazzo seguì comunque il suggerimento dell'amica. Giacque nel letto, immobile e con gli occhi chiusi sotto la pezza bagnata, in attesa che il sonno sopraggiungesse - attesa che, date le sue condizioni molto poco felici, non fu molto lunga.

rating: safe, fandom: pokémon

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